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Full text of "MC microcomputer 059 1987"

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HARDWARE & SOFTWARE 
DEI SISTEMI PERSONALI 



La trasmissiotne dati 
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a causa di interfersenze 
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80131 Napoli • Tdelcno 081/7703026 - 7703027 
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98100 Messina • Via degli Orli, 32 • Tel. (090) 2931972 
Hot Line 06/8321219 






Indice degli inserzionisti 6 

I kit di MC 6 

Editoriale Cutta Cavat lapidem 

di Paolo Nati 8 

Posta 12 

News M 

Stampa estera M 

Ubri 40 

Informatica & Parlamento - di Elvezia Pelrozzi 

Proposte di legge sulla tutela giurìdica del software 42 

Telematica - MC-Link 2.0 

di Corrado Ciustozzi 44 

Telematica - Personal Modem WD 230 

di Corrado Ciustozzi ^ 

Anteprima: IBM Ventiquattrore 

di Marco Marinacci 48 

Prova: Pramework II 

di Francesco Petroni 50 

Prova: Atari 1040 ST 

di Andrea de Prisco 56 

Prova: PC bit at 

di Corrado Ciustozzi W 

Prova: RoboCAD-PC 

di Massimo Trvsceili 74 

Playworid - di Francesco Carlà 

Carne - Curiosità - Adventure • News 82 

IntelliCIOCHI - di Corrado Ciustozzi 

L'arte della deduziorte M 

IntelliCIOCHI - di CIvezio Petrozzi 

Halma, un'impegnativa migrazione di pedine 94 

AMIChevole - A proposito di Amiga... 

di Andrea de Prisco M 

AMIChevole - Devices and Logicai Devices 

di Afìdrea de Prisco 99 


MCmIcrocompiiter n. 59 (numerazione editoriale) 



fMa&i59 


gennaio 1987 


Mac Corner • di Raffaello De Masi 
Overvue 2.0 - Screen Saver Instali 

102 

GII Spreadsheet ■ di Francesco Petroni 
Problematiche di controllo dei dati 

110 

Grafica • di Francesco Petroni 
Rotazione attorno ad un asse 

115 

Appunti di informatica - di Andrea de Prisco 
Teoria di computabilità: algoritmi e macchine di Turinq 

120 

Irìtelligenza artificiale - di Raffadio De Masi 
I linguaggi d'elezione delCA.I.: Il Usp (6) 

124 

Algoritmi - di Raffaello De Masi 
Un po' di statistica e di calcolo finanziario 

128 

Assembler 8086/8088 - di Beriuigi Panami 
Il set di istruzioni 

131 

Byte nell'etere - a cura di Fabio Marzocca 
TRX-MEN (C-64) 

136 

1 28 da zero • di Andrea de PriKO 
Video Display Controller 8563 

140 

Mister MSX • a cura di Maurizio Mauri 
1 componenti di ingresso/uscita - di' 5. eD. Neddi 

144 

1 trucchi dell'MS-OOS - di Pierluigi Panunzi 
Comandi generici e di utilità 

150 

Software Apple - a cura di Valter Di Dio 

Generatore di testo DHCR - Screen Save & Restore - Mouse facile 

156 

Software C-128 - a cura di Tommaso Pantuso 
Grafici 3D • Supermon 1 28 

158 

Software C-64 - a cura di Tommaso Pantuso 
Music 64 - String Search 

162 

Software MSX - a cura di Frarxesco Ragusa 
Talk 

166 

Software di MC • disponibile su cassetta o minlfbppy 

169 

Guidacomputer 

170 

Micromarket-micromecting 

184 

Microtrade 

192 

Moduli per abbonamenti - arretrati • annunci 

193 



gennaio 1987 



APPLE-mìnus 
le minuscole 
per Apple II 

M/1: Eprom programmata per Apple II delle nuo- 
ve serie (rev. 7 e successive) L. 30.000 
M/2; Eprom programmata per Apple II delle serie 
precedenti la 7 + circuito stampato + 2 
zoccoli 24 pin + 1 zoccolo 16 pin 

L. 40.000 

M/3: come il kit M/2, basetta montata e collau- 
data L. 55.000 

Descrizione: MC n. 3-4-S-7 


TAVOLETTA GRAFICA 
per Apple II 

Si collega allo zoccolo del paddle dell'Apple 11 e 
consente di disegnare sullo schermo in alta risolu- 
zione. È fornita montata, calibrata e collaudata; è 
compreso il piano di lavoro con il menu su foglio 
di cartoncino plastificato e un minifloppy con tut- 
to il software, sia in Applesoft sia compilato. 

L. 215.000 

Descrizione: MC n. 8 - 9 - 10 - 11 - 13 


EPROM 

per Commodore MPS-801 
set di caratteri con discendenti 

Si sostituisce al generatore di caratteri della stam- 
pante Commodore MPS-801 per migliorare la leg- 
gibilità della scrittura. L. 40.000 

Descrizione: MC n. 41 


Per acquistare ì nostri kit: 

Il pagamento può essere effettuato tramite conto cor- 
rente postale n. 14414007 intestato a Technimedia 
s.r.l.. o vaglia postale, o tramite assegno di c/c bancario 
o circolare intestato a Technimedia s.r.l. 

N.B. Specificare nell'ordine (indicando il numero di par- 
tita IVAI se si desidera ricevere la fattura. 


INDICE DEGLI INSERZIONISTI 


191 Algobii - C.so Genova 7 - 20123 Milano 

71 Ampcx luliana - Via Riccardo Gigante 4 

00143 Roma 

80/81/83 Apple - Via Rivoltana 8 - 20090 Sagrate (MI) 

19) Armonia • V.le Carducci S 

3i0l5 Conegliano Veneto (TV) 

108/109 Asem - Zona Artigianale 

33030 Santo Stefano Buia (UD) 

31/33/35/ Bit Computers • Via Carlo Perriet 4 • 00157 Roma 
37/39 

185 Bit Shop CoDipulers - Vìa Valeggìo S - 35100 Padova 

43 Cifco - Via Roggiuzzole 1 - 33170 Pordenone 

36 Calomino Software - Via Libertà tO 

87020 Cetraro Mar. (CS) 

III cop. C.B.S, Control Byte System - Via Comelico 3 
20153 Milano 

126/127 Coflipulerliae - Via U. Comandìnì 49 ■ 00173 Roma 
93 Data Ba.te - V.le Legioni Romane 5 - 20147 Milano 

19 Data Miti • V.le Restelli 3/7 - 20124 Milano 

Il cop./3 Dalalec - Via M. Boldelli 27/29 ■ 00162 Roma 
64/65/72/73 Oisilaco • Via Poggio Molano 34/C - 00199 Roma 
79 EDIA Borland - V.le Cirene 1 1 ■ 20135 Milano 

10/11 Electronic Devices - Via Ubaldo Comandini 49 
00173 Roma 

138 Elsico • Via Cavour 351 - Cislago (VA) 

15 Enel - Via G.B. Martini 3 - 00198 Roma 

89 ETP - Vìa del Macao 4 - 00185 Roma 

36 Faalaaofi • C.P. 21 - 57100 Livorno 

187 General Computerà - Calala San Marco 13 
80133 Napoli 

16/29 Gruppo Editoriale Jackson - Via Rosellini 12 
20124 Milano 

28 HEX Electronic - V.le Edoardo Jenner 16 - 20159 Milano 

21 Inierdali Siatemi - Via Attilio Ambrosini 72 

00147 Roma 

147/149/15) La Casa del Computer - Via della Misericordia 84 
56025 Poniedera (PI) 

30/32/34 Kyber Calcolatori - Via L. Ariosto 18 - 51 100 Pistoia 
26 Memor Informatica • Vìa Togliatti 4 

00680 Perignano (PI) 

41 Micromatica - Via Carlo Perrier 4 - 00157 Roma 

119 Microsoft - Vìa Michelangelo I 

20093 Cotogno Monzese (MI) 

183 Microstar - Via Aldo Manuzio 15 - 20124 Milano 

23/25/27 Microtek lulia - Via L. Settembrini 28 - 00I9S Roma 

26 Microweb • 9 Lane 146 sec. I 

Ta-Tung RD Hsichìh Taipei Hsien-Taiwan R.O.C. 

107 M.P.M. - Vìa Casorati 12 • 42100 Reggio Emilia 

139 Nhva Hard e Soft - Via B. Buozzi 94 
20099 Sesto San Giovanni (MI) 

188 Nuova Newel Elettronica - Via Mac Mahon 75 


20155 Milano 

135 PC Maini - Via Bertoloni 26 - 00197 Roma 

192 Porla Portese - Via di Porta Maggiore 95 

00185 Roma 

14 Saawel • PO-Boz 7-586 Taipei Taiwan R.O.C. 

190 se CoRipulers - Via S. Martino 2/b 

40024 Castel San Pietro T. (BO) 

9 Soflcoa - Pza del Monastero 17 - lOlOO Torino 

17 SVPT - Via Val CrisUllina 3 - 00141 Roma 

IV cop. Telcom • Via M. Civìtali 75 - 20148 Milano 

130 Tiber - Via Madonna del Riposo 127 . 00165 Roma 

154 UllliBobyte Editrice - Via Aldo Manuzio 15 

20124 Milano 

■8 Tnmer - C.so S. Martino 0/h - I0I22 Torino 

114 Xebec • L.go Tevere Raminio 66 - 00196 Roma 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



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Gutta 

cavat lapìdem 


Un gemile lettore veronese, tra mille complimenti per l'impostazione generale 
della rivista e la qualità delle varie rubriche o sezioni che la compongono, 
scrive: eli solo Editoriale di Paolo Nuti (mi perdoni) comincia a stufarmi: è 
daH'inizio di questo anno (l‘86, n.d.r.) che paria sempre dello stesso 
argomento. Posso capire che rispetto ad altri Paesi l'Italia sia indietro nel 
campo della telematica e questo è senz'altro dovuto all'uso sbagliato che si fa 
delle linee di trasmissione dati (leggi: monopolio, fuorilegge negli USA), ma si 
pensi anche che i nostri governanti (o meglio, politicanti) hanno problemi più 
importanti da risolvere, ora come ora. Diamo tempo al tempo. C'è solo da 
sperare che questi Editoriali vengano letti mensilmente anche da chi-di-dovere. 

e queste persone si annoino al punto da fare qualcosa». 

Ebbene si. caro signor Rasi: so per certo che i modesti parti della mia tastiera 
vengono letti anche «da chi-di-dovere». Il che naturalmente non significa che 
l'imminente liberalizzazione (o deregolamentazione) del modem trae origine 
esclusivamente dalla «noia» indotta dalla nostra campagna: se la SIP sta per 
(come diciamo a Roma) «ammollare l'osso», è essenzialmente per due motivi 
di ordine pratico: prima di tutta, non essendo più in grado di fronteggiare 
l'ondata di richieste di installazioni, subisce, come abbiamo documentalo, delle 
perdite di traffico che evidentemente non ha interesse a subire: in secondo 
luogo è stata chiamata dal Parlamento Europeo a rispondere di pratiche 
monopolistiche in violazione dei Trattati di Roma. 

Ciò non di meno la campagna che da circa un anno svolgiamo attraverso MC 
(e. aggiungerei, attraverso la sperimentazione di MC-link) ha certamente 
smosso le acque in ambiente parlamentare e governativo. Attenzione: già in 
altre occasioni fe mi riferisco alla triste vicenda del 16% che tre anni orsono 
paralizzò il mercato dell'alta fedeltà) ci siamo resi conto che il Palazzo è assai 
più sensibile di quanto, qualunquisticamente, non si sia portati a credere. 
Circa il fallo che i nostri governanti hanno problemi ben più gravi da risolvere, 
ci andrei piano: l'impatto della telematica sul piano non solo culturale, ma 
anche sociale, è. o sarà, talmente ampio e profondo da costituire già ora un 
problema politico di interesse primario. La rivoluzione dell'informazione 
generata e distribuita dagli stessi fruitori e non più solo ed esclusivamente dai 
centri ad essa preposti (televisione, giomaii, riviste) ribalta i tradizionali 
meccanismi informativi oligocentrici; e questo, ovviamente, è un fenomeno cui 
il mondo politico è vivamente interessato. 

Non a caso, io credo, la politica tariffaria adottata in Italia (ed in gran parte 
dell'Europa) per l'utilizzazione della rete a pacchetto è tale da comportare un 
costo della «carta bianca elettronica» pari a circa quattro volte quello della 
carta elettronica stampata da stato, parastato o partecipazioni statali. Se la 
liberalizzazione del modem è ormai a portata di mano, quello 
dell'abbattimento delle tariffe telematiche è un tema sul quale dobbiamo 
continuare a batterci con tutte le nostre forze, anche a costo di essere noiosi e 
ripetitivi. Gutta cavai lapidem. la goccia scava la pietra. 

Paolo Nuti 


Anoo VII - numero 59 
genoiio 1987 
L. 5.000 
Direttore: 

Paolo Nuti 
Condirettore: 

Marco Marìnacci 
Ricerca e sviluppo: 

Bo Amklil 
Collaboratori: 
Massimo Truscelli, 
Maurizio Bergami. 
Francesco Carlà, Rairaello 
De Masi, Andrea de Prisco, 
Valter Di Dio, Corrado 
Giuscozzi, David laschi, 
Fabio Marzocca. Maurizio 
Mauri. Tommaso Pantuso, 
Pierluigi Panunzi, Francesco 
Petroni, Elvezio Pelrozzi, 
Francesco Ragusa, Manlio 
Severi, Pietro Tasso. 
Segreteria di redazione: 
Paola Pujia (responsabile), 
Giovanna Molinari 
Roberto Rubino 
Grafica e impaginazione: 
Roberto e Adriana 
Saltarelli 

Grafica copertina: 
Paola Filoni 
Fotografia: 

Dario Tassa 
Amministrazione: 
Maurizio Ramaglia 
(responsabile) 

Anna Rita Fratini, 

Kna Salvatore 
Abbonamenti ed arretrati: 
Matteo Piemontese 
Direttore Responsabile; 
Marco Marìnacci 

MCmiaocorapuler e una 
pubbilcozione le^mmedia. 

Via Carlo Pmicr 9, 00157 Roma. 
Tel. 06/45!393l - 4515524 
MC-Uflk: 

06/4510211, 300 baud, 8/N/l 


C C^yn^l Technimedia s.r.: 


Pubblicità; 

Technimedia, 

Via Carlo Perrier 9, 
00157 Roma. 

Tel. 06/4513931 -4515524 
Cesare Veneziani 
(responsabile), 
Maurizio Zinelli 
segreteria; Gina Principi 

llaIia^L^a«ÓVE'rópa°e‘paeii del 


Grafìebe P.F.G.. Traspontìna 
46/48 - 00040 Ariccia (Roma) 


pendenza I Ib - Tel. 4940S4I. 

1987 - Anno VM 
gennaio n. 1 mensile 

Associalo liSPI 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



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que tutta la potenza di elaborazione e calcolo necessaria e la perfetta intercambiablllté con I modelli residenti. 
Sbalorditivo II modello AT, che con volume e peso cosi ridotti, offre tutte le prestazioni “plus" degli analoghi AT da 
ufficio nella configurazione: 


— Microprocessore 60286, velocità 6/6M0/12,5 MHz 

— RAM da 640 kByta a 4.5 MByte 

— Controller per 2 Driver da 1,2 MByte o 360 kByte e 
2 Hard disk da 20 MByte a 40 MByte 

— 1 o 2 Hard disk 20/40 MByte 


— 1 0 2 Disk Driver 1,2 MByte o 360 kByte 

— Compatibile MS DOS 3.2, 6W Basic e Xenix 
(quindi anche multiutente) 

— scheda video TTL o RGB con uscita printer... 

— Monitor 9" alta risoluzione 



Il modello PC portable si può configurare nello stesso modo, tranne per il 
microprocessore che ò un 8068, con velocità 4,77/8/10 MHz 
con RAM sino a 640 kByte. Tutti I modelli Llthius, 
compatibili a standard intemazionale, 
sono fomiti di licenza 
Microsoft Corp. 


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— 16/32 Bit 

— Microprocessore 80286 

— Clock doppia velocità: 

6 MHz completa e perfetta compatibilità 
8 MHz (cioè 33% più veloce) commutabile 
mediante switch esterno) 

— Memoria centrale RAM 640 kByte residenti 
ON-BOARD espandibili a 1024 mediante pon- 
ticello rimovibile 


— Scheda video monochrome grafica alta riso- 
luzione con uscita per stampante parallela 

— Tastiera 83 tasti 3 LEO indicazione stato 

— 1 Driver slim 1,2 MByte formattati 

— Controllore per due Hard disk e due Driver da 
1,2 MByte 

— 1 Hard disk Winchester da 20 MByte 





Niente Eprom per la MPS 803 

Sono possessore di una stampante MPS 
803 della Commodore e mi rivolgo a voi per 
chiedere ulteriori informazioni sulla EPROM 
presentata sul numero 41 di MC, che per- 
mette di ndefìnire I caratteri della MPS 801. 

In particolare, vorrei sapere se gli stessi 
effetti che si hanno sulla MPS BOI si hanno 
anche sulla MPS 803. e se. per la sostituzio- 
ne della EPROM, bisogna attenersi alle 
stesse indicazioni date per la MPS80I. 

Sicuro di una vostra sollecita risposta, 
porgo i miei complimenti per la rivista MC e 
invio i miei più distinti saluti. 

Salvatore Palmisano. Termini Imerese fPA) 

Niente da fare. La MPS 803 è compieta- 
mente diversa dalla 801 ed è. oltretutto, or- 
ganizzata In modo da non permettere un fa- 
cile adattamento del kit da noi realizzato. 
Sarebbe probabilmente possibile fare qual- 
cosa, ma bisognerebbe ricominciare da ca- 
po e non sarebbe semplice come nel caso 
della 801. In più. c'è da considerare che 
mentre i caratteri della 801 sono... tragica- 
mente brutti, quelli della 803 si possono 
considerare almeno presentabili, e non cre- 
diamo varrebbe la pena imbarcarsi In una 
grossa impresa per un miglioramento che, 
per forza di cose, non potrebbe essere che 
limitato. 


A proposito di IBM 
Ventiquattrore... 

...mi sono reso conto adesso di non 
aver menzionato. neirAnleprìma a pa- 
gina 48 (sulla quale è ormai lardi per in- 
tervenire), la presenza della «memoria 
continua». Ovvero, in qualunque mo- 
mento si spenga la macchina la si ritro- 
va, alla successiva rìaccensione, esatta- 
mente nello stato in cui era al momento 
dello spegnimento. Quindi nella RAM 
rimangono sia il programma, sìa ì dati 
che eventualmente vi fossero contenuti. 
Se il programma non accede al disco si 
può continuare quindi tranquillamente 
ad utilizzarlo; il sistema segnala errore 
nel momento in cui si tenta di accedere 
alia memoria di massa non presente. At- 
tenzione, a quei punto; ia segnalazione 
è la «Abort, Retrv Ignote'?» classica del- 
l'MS-DOS quando non c'è il dischetto, 
e a quel punto avete perso tutto perchè 
poi vi ritrovate in un ambiente MS- 
DOS. fuori della vostra applicazione. 
Sarebbe valsa la pena, visto che era sta- 
to Fatto trenta, fare trentuno preveden- 
do una segnalazione apposita per que- 
sto tipo di errore (che potrebbe essere 
frequente, proprio per la presenza della 
memoria continua), possibilmente me- 
no... traumatica. 


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USA 

Traduco riassumendo; Caro Carià. grazie 
per la tua lettera in cui ci chiedi informazioni 
sul nostro software. A causa dell'eccessiva 
presenza di pirateria sul mercato italiano, 
siamo spiacenti di non poterti inviare le in- 
formazioni richieste, essendo la nostra poli- 
tica quella di non Inviare in Italia it nostro 
software di simulazione. Ci dispiace di do- 
ver declinare la tua offerta, ma ti ringrazia- 
mo per l'interesse. 


Ecco qua. Contenti pirati? A tutto c'è un 



12 


D meglio del SOFTWARE 
pubblicato su 
MCmicrocomputet 

n meglio del SOFTWARE di MCm- 
crocomputer è una raccolta dei mi- 
gliori programmi pubblicati su 
MCmicrocomputer per l’Apple II e il 
Commodore 64. Costa 14,000 lire e 
ogni confezione comprende tre di- 
schetti, una scatolina e un manualet- 
to. 


I tre mìnifloppy sono ODP a doppia 
faccia e doppia densità, quindi pos- 
sono essere utilizzati (eventualmen- 
te riformattandoli) con il vostro per- 
sonal qualunque esso sia (se, ovvia- 
mente usa minifloppy da 5 pollici e 
1/4). É chiaro che i programmi per 
Apple n vengono letti solo da questo 
tipo di macchina (e compatibili), e lo 
stesso vale per i due dischetti di pro- 
grammi per il Commodore64. 

Ciascun programma è stato pub- 
blicato su MCmicrocomputer, e 
quindi descritto in maniera sufficien- 
temente ampia in quell'occasione. 
Sui dischetti è stato comunque inclu- 
so un file di help, che contiene le in- 
formazioni fondamentali per l'uso. 
Istruzioni più ampie si trovano nel 
raanualetto che fa parte delia confe- 
zione; specie per i programmi più 
complessi ai quali si è interessati, in 
ogni caso, può essere opportuno mu- 
tursi del numero di MCmicrocompu- 
ter sul quale è avvenuta la pubblica- 
zione (per ogni programma è indica- 
to il relativo riferimento). 

Se non trovate D meglio del SOFT- 
WARE pubblicato sa MCmicrocom- 
puter in edicola, richiedetelo diret- 
tamente alla nostra casa editrice uti- 
lizzando il tagliando nella pagina qui 
a fianco (o una fotocopia, oppure 
usate una richiesta su carta qualsia- 
si) . La confezione vi sarà tempestiva- 
mente spedila, in una confezione suf- 
ficientemente robusta, speriamo, da 
resistere alle... intemperie postali. 


Per chi ha on 
Commodore 64 Executive 

Se avete un 64 Executive, le cui ROM so- 
no diverse e quindi non è totalmente com- 
patibile con il 64 normale, potete tranquil- 
lamente usare i due dischetti a patto che 
non cerchiale di utilizzare il programma 
\ÒE34U che viene lanciato automaticamen- 
te all’accensione. E sufficiente che richia- 
miate i programmi secondo il loro nome, 
specificato nella direCTory dei dischi (soli- 
to load dollaro e poi Usi). Non dovreste 
avere problemi per identificaie i nomi 
(Reti Logiche si chiama RETI C*, Cross Re- 
ference CR; questi due sono probabilmen- 
te i nomi più «strani»). Per quanto riguar- 
da ‘riie Dark Wood, dovete rinunciale alla 
schermata di presentazione e caricarlo 
semplicemente con LOAD «DW». 8. Per 
avere gli help caricate il programma 
HELP: da questo, però, ricordate di non 
cercare di passare al programma MENU. 


MCmicrocomputer n. 69 - gennaio 1987 



Commodore 64 - (1) 


Commodore 64 • (2) 


EDITOR 

MC.P.A. 

HGR PRINT 
CATALOGO PARZIALE 
MOTOMURO 
TRAPPOLA 
NUMERI IN LETTERE 
BOOMERANG 
UTILITY IN LM 
heapsort 
supervai 
attributi video 
rilocatore 

and e or aritmetico 
dump 
turbo hgr 


FLIB 

SCARABEO 

MESCOLA 

NUMEROLOGIA 

PAROLIAMO 

VOTERS 

THE DARK WOOD 
OTHELLO 
UTILITY DISK 
REFLEX 
BEEP 

ANTIRESET 
FINESIRE 
G&G LABEL 
SPLIT RAM 
LOCATURE 
F1/F7 

ONE TOUCH 
STRISCIA 


PJT BASIC 
ADP BASIC 
SPREADSHEET 
GESTIONE BIBLIOTECA 
GESTIONE MAGAZZINO 
ARCHIVIO PROGRAMMI 
RUBRICA 
ENALOTTO 
RETI LOGICHE 
SPEED BASIC 
CROSS REFERENCE 
SUPERUST 
CHECK-SUM 
MAXI SCRITTE 
MAXI PRINT 


a.rn\rA\oppV \ 


Tutti I programmi sono completi di HELP e istruzioni per Ti 




Se II tuo edicolante ne fosse sprovvisto: 


Inviatemi n copie di 

Il meglio del SOFTWARE pubbllc 
al prezzo di L 14.000 cadauna 


MCmlcrocomputer 


Scelga le seguente lorms di pagamento: 

□ allego assegno di c/c intestato a Tectinimedia srl 

□ ho effettuato il versamento sul c/c postale n. 14414007 
intestato a Technimedia srl 

□ ho Inviato la somma a mezzo vaglia postale Intestato a 
Technimedia srl - Via Carlo Perrier 9. 00157 Roma 


. Città/Prov.: 


effettuano spedizioni In contrassegno 


PUBRLiCÀfO SU 



posta 


J 


limite, ed In Italia è stato (anzi lo avete) su- 
perato. Perché II nostro è diventato II paese 
della pirateria industrì^e, anzi industrializza- 
ta. Se è sciocco njbare per rubare, per gio- 
care ad avere quanti più programmi rubati 
possibile senza neanche sapere quali e a 
che servono, ma non più dannoso di tanto 
finché rimane attività... senza fine di lucro, 
forse è meno sciocco ma estremamente più 
dannoso fare del furto di programmi un'atti- 
vità economica che, ovviamente, può esse- 
re anche molto redditizia. Slamo passati da 
chi si imbarcava ogni tanto per l'Inghilterra, 
da dove tornava con una valigia di software 
regolarmente acquistato In un negozio loca- 
le per rivendere poi copie e copie ottenute 
clandestinamente datl’unlco originale, al 
software rubato venduto 'regolarmente» 
(ossia con fattura) a negozianti più o meno 
ignari della provenienza di quanto acquista- 
vano, e alla fine al software rubato distribui- 
to (sempre -regolarmente', ma con sempre 
più vlrgofettej In edicola. É stato cosi che 
un giorno mi sono ritrovato fra le mani, 
avendolo acquistato spinto un po' dalla cu- 
riosità un po' dal sospetto, nientepopodlme- 
no che Jet della Sublogic In versione per 
C-64: grazie ad un -professionale- lavoro 
era sparita dal dischetto la presentazione 
con II nome originale, e ovviamente altret- 


tanto era successo, molto più semplice- 
mente. per la confezione esterna. E cosi, 
quando Carlà ha scritto (come ha fatto e fa 
da tempo con Innumerevoli altre case) alta 
MlcroProse per chiedere di essere docu- 
mentato sulla produzione (secondo voi co- 
me si fa a scrivere Playworld, se non si han- 
no le informazioni necessarie?) si è visto ri- 
spondere -no. perché sei Italiano-. Chi ci ha 
rimesso? Lui, noi di Mcmicrocomputer e voi 
letton che non avrete notizie sulla produzio- 
ne MlcroProse. E che probabilmente non 
potrete acquistare quel software, che viste 
le premesse é probabile che non venga mal 
distribuito da noi. E I danni vanno al di là. Se 
la MlcroProse. tanto per usarla come esem- 
pio. sviluppa buon software e riesce a ven- 
derlo ed a guadagnare, continuerà a svilup- 
parne e a guadagnarne, e gli utenti di com- 
puter continueranno ad avere nuovi e Inte- 
ressanti programmi da utilizzare (dopo aver- 
li acquistati...). Se Invece la MlcroProse svi- 
luppa buon software ma non riesce a ven- 
derlo perché glielo rubano, non guadagnerà 
abbastanza soldi per continuare a sviluppa- 
re software e smetterà o cambierà attività. 

E addio nuovo software da usare con II 
proprio personal. Non fa una grinza. Il feno- 
meno non è solo Italiano, é vero, ma é altret- 
tanto vero purtroppo che rilalla. con II suo 


popolo cosi dinamico e industrioso, è uno 
dei paesi In cui i ladri sono più dinamici e In- 
dustriosi... di tanti primati, proprio questo 
dobbiamo avere? Guardate la vignetta, trat- 
ta da un numero di PC Wee)( preso al Com- 
dex, in novembre; il doganiere americano 
chiede se ha qualcosa da dichiarare ad un 
turista vestito da pirata, e Imbottito di di- 
schetti. Caso strano, sulla borsa del pirata 
c'é scritto Alltalla. E l'articolo cui fa da sup- 
porto (Protezione della proprietà intellettua- 
le) parla del danni recati dalla pirateria stra- 
niera alle case di software americane, ripor- 
tando I commenti di John F. Akers, -sola- 
mente' presidente della IBM: Akers parla di 
-bllllons of dollars- persi a causa del tatto 
che software protetto da copyright non é 
stato adeguatamente protetto dalle organiz- 
zazioni estere. E menziona specificamente 
l'Italia fra I paesi In cui -copie Illegali di co- 
stoso software sono vendute spudorata- 
mente- (traduco letteralmente shameles- 
slyl). precisando che alcuni fra i peggiori 
trasgressori (worst offenderà) sono In Euro- 
pa (Francia, Spagna, Portogallo. Italia). C'è 
una sola cosa da dire in... difesa del pirati; 
perché II software possa essere acquistato 
deve esserci qualcuno che lo vende, e In 
Italia poche organizzazioni si sono date da 
fare per rendere abbastanza facilmente re- 



COME TO US FIRST 

YOU WON T WANT TO DEAL 
WfTH ANYONE ELSE 



SANWEL-COMP 
ENTERPRISE CO.. LTl). 

P.O. BOX 7-586, Taipei. Taiwan, R.O.C. 

TEL: (02)7682170-1. 7660884. 7663346 
TELEX: 14618 SANWEL FAX: (886)-2-5634564 


Avviso ai Letton (3) 


Niente listati troppo lunghi... 

Questo ormai è il terzo numero in cui viene applicata 
quella che abbastaiua appropriatamente è stata deno- 
minata da alcuni «politica anti-listati». 

Ci avete scritto in molti; ohi approvando, chi appro- 
vando entusiasticamente, chi disapprovando, chi di- 
sapprovzmdo in maniera particolarmente energica. 

vorrei ricordare e precisare che non si tratta assolu- 
tamente di un'abolizione totale dei listati, ma molto più 
semplicemente deU'apertura alla possibilità di dare 
spazio anche a programmi la cui lunghezza appare ec- 
cessiva per la pubblicazione dell'intero listato sulle pa- 
gine della rivista: lo spazio occupato sarebbe troppo e 
d'altra parte continuo a ritenere che la copiatura SEN- 
ZA ERRORI di listati lunghi qualche metro sia quanto- 
meno problematica. Le numerose telefonate in reda- 
zione, nel caso di prr^rammi abbastanza lunghi, ne so- 
no una prova inequivocabile. 

I listati dei programmi di lunghezza. . . ragionevole ri- 
mangono: in questo numero manca solo quello di Mu- 
sic per Commodore 64, lungo un paio di metri. 

I listati non pubblicati possono essere acquistati 
presso la redazione direttamente su supporto magneti- 
co, o scaricati gratuitamente da MC-Link per chi si oc- 
cupa di telematica. 

Sembra che la cosa stia funzionando anche se, come 
già detto, non mancano le proteste. Continuate a scri- 
verci (anche per protestare), è utilissimo. 

tn.m. 





14 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





L’ENEL, con le decisioni del Consiglio di Amministrazione 
del 30 luglio 1986, si è posto all’avanguardia, in ambito 
europeo, per quanto concerne il rispetto deli’ambiente, nella 
produzione di energia elettrica con centrali termoelettriche 

Nelle nuove centrali policombustibili, l’ENEL produrrà 
energia elettrica secondo norme che si è autoimposto e 
che anticipano le direttive che la CEE, è previsto, 
dovrebbe approvare in futuro per le “Centrali pulite” 

Anche nelle centrali in fase di conversione (da petroiio a 
carbone), si avrà una drastica riduzione delie emissioni 
inquinanti che si ridurranno a meno di un terzo rispetto 
ai valori che si avevano prima della trasformazione 


ENEL 


IL SIGNIFICATO DI UNA PRESENZA 


MORDI IL FUTURO 

BYTES, CORSO AVANZATO 
DI CULTURA INFORMATICA 



IN EDICOLA ILI FASCICOLO 


PRENOTA SUBITO 
BYTES 

Dada grande sapienza Informatica Jackson 
nasce Bytes, il primo, vero corso di cultura 
informatica. 

Con Bytes avanzi nei linguaggi evoluti: For- 
tran, Cobol, Assembler. G Pascal, APL, ADA. 
Conosci a fondo le applicazioni: Cad/Cam, 
sistemi esperti, informatica musicale, com- 
putergrafica. Impari a procedere nella pro- 
grammazione e nei sistemi operativi, con 
sicurezza. Perché Bytes è una "pagina aper- 
ta", chiara, autorevole e completa, per chi 
studia, chi insegna, chi lavora. 

Bytes: la nuova cultura universale, da oggi 
in edicola in 60 fascìcoli settimanali, da rile- 
gare in 6 splendidi volumi, che li offrono tutto 
il sapere informatico a portata di mano. 
Scegli Bytes e sei pronto a mordere il futuro. 
Bytes. Nuovo da Jackson. 




k GRUPPO EDITORIALE 

I JACKSON 



peribili i propri prodotti. E un gatto che si 
morde la coda, é colpa dei furti o I furti sono 
piuttosto una conseguenza della poca repe- 
ribilità? Un po' e un po', probabilmente. 
Quello che è più urgente ed opportuno lare 
è smettere (o far smettere, con opportune 
azioni) di pirateggiare In maniera industria- 
lizzata. Il pirata -casareccio- non pub fare 
più danno di tanto e. qualche volta e... a pic- 
cole dosi, può anche far bene. A proposito; 
ci sono case che per scoraggiare i furti ven- 
dono i propri prodotti a prezzi particolar- 
mente contenuti. Il caso più significativo è 
quello della Borland, creatrice di prodotti 
eccezionali (valga per tutti il TurboPascal) 
venduti a due lire, che ha recentemente in- 
stallato una propria sede anche in Italia e 
mantiene la politica di vendita a prezzi 
-stracciati». Speriamo che non debba pen- 
tirsi della sua scelta. Anche perché in que- 
sto modo potrebbe rappresentare un esem- 
pio per altre organizzazioni, provocandone 
indirettamente l'insediamento in Italia e si 
potrebbe arrivare ad una situazione di una 
facile reperibilità di software interessante. In 
fin dei conti, spazio per -rubacchiare» potrà 
anche continuare ad esserci, nessuna di 
queste case si strapperebbe i capelli per -la 
copia regalata all'amtco». Il problema è 
quando II giro prosegue con -il cliente del- 
l'amico..,». 


128D e Link 64 

Possiedo da qualche mese un Commodo- 
re 128D che ha sostituito il glorioso 64 nelle 
mie fatiche quotidiane professionali ed hot- 
bysttche. 

Seguo con interesse da alcuni anni, quasi 
tutti gli articoli che hanno per oggetto pro- 
grammi e sistemi operativi, rivolgendo, ov- 
viamente, la maggior attenzione a quelli ri- 
guardanti la macchina che possiedo: devo 
congratularmi con la redazione per le scelte 
operate e per II taglio dato al materiale offer- 
to ai lettori. 

Non sono più giovanissimo e. con una 
certa difficoltà ho appreso da autodidatta il 
Basic, ma non sono andato oltre, per man- 
canza di tempo, per una marcata inattitudi- 
ne per I linguaggi alternativi, ed anche per 
insuperabili ignoranze tecniche. 

Ho letto sin dalla prima puntata gli articoli 
su MC-Unk e devo confessare che il tenore 
degli stessi mi aveva convinto che utilizzato- 
ri esclusivi di tale banca dati potessero es- 
sere solo I possessori di IBM e compatibili. 
Il numero di novembre u.s. di MC mi ha 
aperto gii occhi ed ho deciso di scrivervi per 
ottenere un chiarimento sui dubbi che anco- 
re persistono. 

Il programma Link 64 1.2 pubblicato sul 
numero 57 di MC, -gira- sul 128D in modo 
64? A causa della massiccia presenza di po- 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





APPLICAZIONI 
GIÀ PRONTE: 

CONDOMINI 
STUDIO MEDICO 
IMMOBILI 
PRIMA NOTA 
AGENZIA VIAGGI 
MAGAZZINO 


Forse non sai che la maggior par- 
te del tempo che trascorri nel tuo 
ufficio ti serve per spostare e 
convertire i dati di cui hai biso- 
gno per prendere le decisioni che 
contano. Tutto il tempo che ri- 
sparmi nella prima fase lo con- 
verti immediatamente in fatturato 
ed immagine della tua attività. Se 
stai pensando di elevare l'effi- 
cienza del tuo ufficio, pensa ad 
Open Access. 


Open Access è l'unico sistema di 
gestione del dati che ti permette di 
avere sotto controllo diretto l'ar- 
chivio. il mailing list. il bilancio, le 
telecomunicazioni, gli appunta- 
menti e tutto il resto, davanti ai tuoi 
occhi, in pochi istanti. 

Open Access gira sotto MS-DOS 
in configurazione comoda (con 
un hard disk), quindi va in tutto 
il mondo senza bisogno di assi- 
stenze ed interfacce. 


Sviluppo e Vendita di Prodotti Tecnologici 


V. Val Cristallina. 3 - 00141 Roma • Tei. 06-8278951 (5 linee). 


OA I: database relazionale da 32.000 
record per file, interrogazione contem- 
poranea di più archivi, tabellone 
programmabile da 648.000 celle 
con consolidazioni illimitate, 

WP e gralica d'uso immediato, 
pacchetto di comunicazione 
multistandard. agenda-calen- 
dario. OA II: come OA I, 
ma su 2.200.000.000 
di record (100 campi) 
e con linguaggio di ^ 
programmazione: 
grafici di 

superficie. ^ 


Cognome 



posta 


ke e peek aU'intemo Pi esso, nutro seri dub- 
bi sulla perfetta compatibilità dello stesso 
con la macchina che possiedo. Tali dubbi 
sono fondali? 

Ho letto da qualche parte che sul 1Z8D 
possono essere implementate le interfacce 
HS 232C (uguale a RS 232?) e Centronics, 
in quanto tale macchina ha al suo interno un 
integrato del tipo 6551: cosa e come fare 
per utilizzare dette interfacce? Disponendo 
della RS 232C è possibile utilizzare un mo- 
dem standard in alternativa a quello dedica- 
to? 

I -commodoriant- come comunicano con 
MC-Link. con protocollo X-modem o Nib- 
bio? 

Ritengo che quanto richiesto interessi 
una tetta abbastanza ampia di vostri lettori... 

Dichiarandomi solidale con la redazione 
per -niente listati troppo lunghi-, ringrazio 
per l'attenzione e formulo distinti saluti. 

Antonio Caridi - Diamante (CS) 


Innanzitutto mi scuso con II lettore per 
aver sottoposto la sua lettera a notevoli tagli 
per esigenze di spazio. 

In redazione ci è capitato più volte di ef- 
fettuare il trasferimento dei programmi 
Commodore nel formato MS-OOS utilizzato 
da MC-Link usando ii programma in que- 
stione in unione al C-12B senza riscontrare 
alcun problema. 


Sinceramente non sono a conoscenza di 
incompatibilità tra il 126 -normaJe- ed il 
128D, ma non ci dovrebbero essere proble- 
mi. 

Effettivamente è vero che è possibile im- 
plementare sia la porta RS 232C che la Cen- 
tronics, a dire il vero la prima già esiste ed è 
disponibile sulla porta utente, ma, contraria- 
mente ad una -vera» RS 232, i cui segnali 
logici sono di livello pari a 12 volt, sulla porta 
utente del 128 (e del 64) tali valori di tensio- 
ne rimangono intorno ai 5 volt. Basta un pic- 
colo -artifizio* tecnico che porti l segnali al 
livello giusto. Anche per la Centronics è 
possibile fruire di tutti i segnaii necessari 
prelevandoli sempre dalla porta utente: a tal 
proposito già nel numero 33 (settembre 
1984) l'argomento è stato affrontato da Leo 
Sorge nell’aitlcolo Easy Printer. 

Disponendo della interfaccia RS 232, nes- 
suno vieta di impiegare anche un modem 
senale in alternativa ai modelli -dedicati* 
(che comunque nulla hanno da invidiare per 
prestazioni ai cosiddetti modem standard), 
a patto che si abbia l'adatto software di ge- 

L'uttima domanda posta dal nostro lettore 
non è sufficientemente chiara, infatti non ho 
capito se si riferisce ai trasferimento di pro- 
grammi oppure alla comunicazione vera e 
propria ed al servizio di posta elettronica of- 
ferto da MC-Link. 

Nel primo caso possono essere usati in- 


differentemente entrambi i protocolli, anche 
se in termini di affidabilità e soprattutto ve- 
locità di trasferimento è da preferire l'X-mo- 
dem; il Nibble è un protocollo espressa- 
mente sviluppato dal gruppo di lavoro e 
sperimentazione di MC-Link. per la trasmis- 
sione di programmi per i Commodore, ma 
necessita, perché ii programma possa esse- 
re utilizzato dall'utente, di un approprialo 
software di decodifica (peraitro presente 
nell'area programmi Commodore). Nel se- 
condo caso si fa riferimento esclusivamente 
al protocollo ASCII per la trasmissione di file 
di testo, in proposito tutti I programmi di co- 
municazione per I computer Commodore 
(Link 64 compreso) sono dotati di un siste- 
ma di conversione dei codici di carattere dal 
modo Commodore al modo ASCII e vicever- 
sa. m.t. 

RGB e SCART 

È la prima volta che vi scrivo e spero ar- 
dentemente che vogliale aiutarmi a risolvere 
Il problema ohe mi sta a cuore. 

Sono in possesso di un PC IBM compati- 
bile con monitor monocromatico e sarei in- 
tenzionato ad acquistare la scheda color 
grafica con risoluzione 640 x 200. Tale sche- 
da ha connettore standard RGB ed uscita 
videocomposita. 

Vorrei poter collegare a quest'ullima 
uscita il video in mio possesso ed in alterna- 
tiva aU'uscita RGB. un televisore a colori do- 
tata di presa SCART. 

Mentre per il primo collegamento dovreb- 
be andar bene il cavo che ora collega l'adat- 
tatore video a! monitor, non sono riuscito a 
trovare da nessuna parte il cavo adatto alla 
SCART. Nel caso che quest'ultimo collega- 
mento sia fattìbile, vi sarei grato se mi indi- 
caste come procedere per autocostruirto. 
Credo che la cosa possa essere d'utilità an- 
che par altri lettori: in effetti, sono disponi- 
bili. sul mercato, cavi di questo tipo per ! più 
noti home computer. Saluti carissimi. 

Daniele Localelli - Bergamo 

In effetti ii collegamento tra l'uscita RGB 
di una scheda grafica per IBM (e/o compati- 
bili) e la presa SCART di un moderno televi- 
sore é cosa possibile e senza dubbio di 
grande utilità. 

Già qualche monitor adottato da alcuni 
computer è provvisto di tale possibilità, ad 
esemplo Amiga é collegato al monitor RGB 
1801 mediante un cavo che presenta alle 
sue estremità i connettori corrispondenti 
agli standard in questione. Tipicamente eu- 
roconnetlore SCART sul monitor e spinotto 
Cannon per l'uscita RGB del computer. 

Per realizzare II collegamento basta esse- 
re In possesso della piedinatura della presa 
SCART e della corrispondente sulla presa 
RGB del persona] computer. Qualche metro 
di cavo schermato e qualche saldatura ed II 
collegamento sarà pronto per essere utiliz- 
zato. 

Per avere maggiori informazioni sul come 
realizzare il collegamento può essere utile 
dare un'occhiata alTarticolo sullo standard 
SCART pubblicato sul numero 36 (dicembre 
1984), ed all'articoio -Commodore 128: pro- 
blemi di monitor- apparso sul numero 50 
(marzo 1986) di MCmIcrocomputer. ^ j 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




SFIDA È LANCIATA 


DàTAMILL si affaccia sul mercato italiano con una primizia: lo straordinario portatile Zenitb Z-181 
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Milano • Digital EgaipmeBi SpA V.le F. Tesò 1 1. 20092 Ciniselìo B. (MI) - Digitrooica 
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Reflei In itolioBO 


La Edia Borland comunica che dai I 
marzo 1987 sarà disponibile l'edizione ita- 
liana di Reflex, il programma di gestione 
dati in grado di visualizzarli secondo cin- 
que diverse modalità (vedi MC no. 51 pag. 
24). Questa caratteristica, unita alla possibi- 
lità di poter trattare dati provenienti da al- 
tri programmi del genere (dBASE, Lotus, 
ecc.). permette di poter visualizzare i dati 
sotto forme diverse contemporaneamente 
su più finestre gestite indipendentemente 
una dall'altra, 

I possibili modi di visualizzazione sono: 
Form View, List View. Graph View, Cross 
Tab View e Report View. 

II primo modo è quello più indicato per 
creare l'archivio dati, il secondo li organiz- 
za in forma di elenco, gli altri invece per- 
mettono la visualizzazione di grafici (linea- 
ri, istogrammi o a torta), delle interrelazio- 
ni nascoste Ira i dati, ed infine, la genera- 
zione di «report» organizzali secondo le 
più sofisticate esigenze. 

Reflex è molto facile da usare: i medesi- 
mi comandi sono impiegaci in tutti e 5 ì di- 
versi modi di visualizzazione e grazie alla 
gestione a finestre è possibile vedere con- 
temporaneamente diverse «view» senza ne- 
cessità di dover passare dall'una all'altra. 
Immettendo, o modificando un dato, auto- 
maticamente tutte le viste sono aggiornate, 
grafici compresi. Sono previsti ordinamenti 
secondo diversi campi, ricerche condizio- 
nale, logiche. Reflex gestisce fino a 5000 re- 
cord per data base, 128 campì per record, 
254 caratteri per campo. Alcune funzioni 
speciali sono integrate nel software e com- 
prendono; valore presente e futuro, am- 
mortamenti, minimo, massimo, medie, va- 
rianza, deviazione, indici, calcoli trigono- 
metrici. operazioni sulle date, operazioni 
logiche (if, then, else, case, ecc.). 

La configurazione hardware richiesta 
comprende PC IBM (o compatibile) con 
minimo 384 Kbyte di memoria RAM, MS- 
DOS 2.0 0 successivi, floppy disk da 360 
Kbyte, scheda grafica a colorì o Hercules. 

Per ordini e^etluati entro il 28 febbraio 
1987 la Edia Borland offre un prezzo intro- 
duttivo di L. 222.000 (IVA del 9%, inclusa). 
In seguito il pacchetto costerà L. 324.820, 
sempre IVA inclusa. 


Atarì passa airotta«o 

Dopo la sua prima comparsa ufficiale al- 
lo SMAU. dove ha suscitato grande interes- 
se esponendo i computer della serie ST, la 
Alari si appresta a sviluppare e concretizza- 
re una strategia rivolta alla conquista di 
nuovi spazi nel mercato informatico. Se- 
condo alcune dichiarazioni di Marco Guer- 
ra (Amministratore Delegato) e Marco Ve- 
ronesi (Direttore Commerciale), oltre che 
negli USA, anche in molti paesi europei la 
serie di computer ST Acari è ai primi posti 


nelle vendite. Il 520 ST ed il 1040 STF. per 
la loro tecnologia (entrambi sono basati sul 
chip Motorola 68000), per la potenza, la 
versatilità e la loro struttura aperta, che la- 
scia spazio alla creatività dei programmato- 
ri, e quindi allo sviluppo di software, fanno 
pensare ad una continua crescita che si svi- 
lupperà a ritmi impensati. 

Sono già in circolazione oltre 650 pac- 
chetti applicativi che coprono le esigenze 
più disparate: word processing, data base, 
spreadsheet, finanza, gestione, produttività, 
comunicazione, emulazione, grafica, musi- 
ca, programmazione, utility e giochi. Allo 
SMAU 86 hanno suscitato particolare inte- 
resse alcuni pacchetti software sviluppati 
sfruttando le buone caratteristiche della 
gamma ST: Fasicom, un programma di co- 
municazione dalle ottime prestazioni: 
DBman, un database che utilizza gli stessi 
comandi di dBASE 111: Terminal ST, per 
l'emulazione di una workstation grafica 
versatile ad un costo praticamente irrisorio 
e, in particolare, ad elevata compatibilità 
con DEC VT 100 e Tektronix 4010. 


Apricot Laser 

La Ditron Spa, importatore esclusivista 
dei prodotti Aprico! annuncia la disponibi- 
lità della stampante Aprico! Laser dalle ele- 
vate prestazioni in termini di versatilità e 
qualità. 

Risoluzione di 300 pumi per pollice e ve- 
locità di stampa massima di 10 pagine al 



minuto con possibilità di alimentazione 
della carta automatica o manuale; 50 foni 
residenti ed altri definibili dall'utente: 38 
tipi di codici a barre; 10 set di caratteri in- 
temazionali, tra i quali: USA ASCII, Gran 
Bretagna, Germania. Francia, Spagna, Sve- 
zia, Italia, Danimarca/Norvegia, sono solo 
alcune delle caratteristiche di questa ma- 
gnìfica stampante laser a procedimento 
elettrofotografico, basata sull'impiego di 
un Motorola 68000 con clock ad 8 MHz e 
memoria di 1 Mbyte. I formati di carta uti- 
lizzabili sono A4, BS, lettera e legale; la du- 
rata del toner è tale da permettere 3000 co- 
pie con un tempo di riscaldamento minore 
di 30 secondi. Le emulazioni consentite so- 
no HP LaserJet Plus. Diablo 630, NEC 
Spinwriter, Epson FX-80, Qume Sprint 1 1, 
IBM Graphics Printer e Line Printer; con 
interfaccia RS 232C o Centronics. Tra la 
dotazione standard della stampante, ven- 
duta al prezzo di listino di Lire 6.9ÓO.OOO 
IVA esclusa, è compreso anche il potente 
macrolinguaggio di controllo PRESCRI- 
BE. 


Souad Boord 

e porta CentroHÌ(s per il QL 

La Nuova Newel di Milano dispone di 
un interessante accessorio che non manche- 
rà di fare la gioia degli utenti del Sinclair 
QL; un generatore sonoro dotalo anche di 
interfaccia parallela Centronics. 

La QL Sound Board è basata sul genera- 
tore sonoro AY-3-8910 della General In- 
struments largamente impiegato sulle mac- 
chine attualmente più diffuse. Sono possì- 
bili 16 livelli di volume o, in alternativa, è 
possibile cedere il controllo del volume al 
generatore di inviluppi capace di produrre 
8 tipi di inviluppo regolabili in durata. L'a- 
dozione del chip della General Instruments 
offre anche la possibilità dì implementazio- 
ne di una porta parallela standard Centro- 
nics della cui mancanza il QL risente. 

La versatile interfaccia è completata da 
software di gestione in LM e rappresenta 
una ottima estensione hardware per lo sfor- 
tunato QL. 


20 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



2400 C * scheda modera sincrona/asincrona 
Haycs-SMATRMODEM™ compatibile. 
300/600/1200/2400 baud, aucodial, autoanswer 
costante, autospeed, CCITT V22A^22bis, BELL 
103/1 13/212A, incorpora una porta seriale RS232C. 

2400 M • modem sincrono/aslncrono 
Haycs-SMARTMODEM™ porapalibile, 
30Ó/600/1200/240Ò baud, aùdodial, autoanswer 
costante, autosróeed, CCITT V22/V22bis, BELL 
103/1 13/212A. 


1200 C - scheda modem asincrona 
Hayes-SMARTMODEM™ compatìbile. 300/600/1200 
baud, autodial, autoanswer costante, autospeed, CCITT 
V21/V22, BELL 103/212A, incorpora una porta seriale 
RS232C. 

1200 M - modem asincrono 
Hayes-SMARTMODEM™ compatibile. 300/600/1200 
baud, autodial, autoanswer costante, autospeed, CCITT 
V21/V22, BELL 103/21 2A. 


Disponibilità di modem e modemphone da 300 a I2(X) baud, con auto chiamata/risposta 
e modem per VIDEOTEL. 


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Desidero ricevere G materiale illustrativo 

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Nome e cognome . 

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Interdata Sistemi s.r.l. 

00147 Roma, via A. Ambrosini 72 
Tel 06542338015402295 


Telefono 


news 


Amerìca's Cup e Digital 


Proprio in questi giorni si svolgono le re- 
gale per la finale della prestigiosa Coppa 
America e la Digitai, già ampiamente impe- 
gnata nel settore sportivo rinnova la sua sfi- 
da tecnologica in un settore all'avanguar- 
dia fornendo al consorzio australiano 
«Task Force '87», proprietario delle «koka- 
burra» (dal nome di un uccello tipico au- 
straliano), un MicroVAX II, appositamente 
dimensionalo e racchiuso in un cabinet su 
misura per le imbarcazioni dallo strano no- 
mignolo. 

Il consorzio Task Force gareggia in com- 
petizione con il Consorzio Bond, proprieta- 
rio delle imbarcazioni Australia III e IV. 
per difendere il titolo vinto dall'Australia 
nel 1983. 

I dati registrati in ogni istante dagli ela- 
boratori Digital, comprendono velocità e 
direzione del vento, velocità delfimbarca- 
zione, rilevamento della posizione e della 
rotta, angolo di sbandamento, sovraccari- 
chi del sartiame, temperatura, ed altre in- 
formazioni vincolate, come è ormai tradi- 
zione, ad un rigoroso segreto. Quattro ter- 
minali impermeabili sono installati sulle 
imbarcazioni mentre un VAX/ 1 1-750 siste- 
mato a terra elTettua complessi calcoli di 
analisi numerica per ottimizzare il rendi- 
mento delle imbarcazioni. Sembra che nes- 
sun altro concorrente sia equipaggiato con 
un sistema di elaborazione cosi sofisticato 
e potente: l'undicesimo membra dell'equi- 
paggio. normalmente il navigatore, sulle 
«kokaburra» è un tecnico addetto all'ela- 
boratore che fornisce allo skipper le infor- 
mazioni utili per ottimizzare le operazioni 
di manovra del 12 metri. 


Stampante «3 in one» Toshiba 

È stato siglato un accordo commerciale 
tra la Data Base SpA e la Toshiba Corpora- 
tion per la distribuzione in Italia della fa- 
miglia di stampanti Toshiba «3 in one». 

Le caratteristiche principali di queste 
stampanti sono la testina di stampa a 24 
aghi, l'alta velocità (72 cps in Lq e 216 cps 
in draft per la P 321 e la P 341. 100 e 288 
cps per la P 351 e la P 351 C), 16 font diver- 
si di caratteri disponibili su cartuccia oppu- 
re su floppy disk da 5,25" con passibilità di 
generarne autonomamente con il «Font 
Editor». Possibilità di stampa a colori con 
l'adozione di un nastro a sette colori sulla 
P35IC. 

Molto elevala anche la risoluzione grafi- 
ca <180 X 180 o ISO X 360 dot per pollice 
per tutti i modelli). Sono disponibili nume- 
rosi accessori: introduttori per fogli singoli, 
automatici □ meccanici. 

Nell'accordo di commercializzazione è 
prevista l'assistenza da parte della Data Ba- 
se su tulio il territorio nazionale sia nel pe- 
riodo di garanzia di 6 mesi, sia successiva- 
mente con un contratto di assistenza. 


DaH'urna al (omputer: 
si opre la nuova ero della lOTTOMATICA 


In occasione della sua presentazione al 
Comitato Ristretto per il Lotto della 
Commissione Finanze e Tesoro della Ca- 
mera, il progetto Lottomatica è stato illu- 
strato anche alia stampa. 

Si tratta di una vera e propria rivolu- 
zione informatica del popolarissimo gio- 
co del Lotto proposta da un consorzio di 
aziende formalo da Banca Nazionale del 
Lavoro, IBM Italia, ISI lial Sistemi e Se- 
lenia, rivoluzione che si richiama alla leg- 
ge n. 528 del 2 agosto 1982 suH'automa- 
zione del Lotto, non ancora operante per- 
ché mancante del regolamento di attua- 
li progetto prevede, in luogo dei circa 
1.300 antiquati botteghini oggi esistenti, 
l'attivazione di migliaia di nuovi punti di 
gioco, ciascuno dotalo di un terminale 
adibito alla raccolta delle giocate, all'e- 
missione delle ricevute ed alla trasmissio- 
ne via cavo dei dati, prima verso dei con- 
centratori per mezzo di linee commutate 
e da qui verso l'elaboratore centrale me- 
diante linee dedicale. 

Accanto alla soluzione on-line, è previ- 
sta anche la possibilità di un funziona- 
mento off-line, con produzionedi un sup- 
porto magnetico amovibile; l'off-line é 
previsto sia per zone di difficile collega- 
mento che per casi di gravi guasti telefo- 

I terminali di gioco, concepiti per l'uso 
da parte di persone prive di esperienza, 
accetteranno automaticamente la giocata 
per mezzo di schedine precompilaie dai 
giocatori, saranno provvisti di una sem- 
plice tastiera funzionale, si collegheranno 
in maniera automatica con i concentrato- 
ri e visualizzeranno su un piccolo scher- 
mo tutte le operazioni, compresi i dati 
scambiati con il computer centrale, inol- 
tre. per il pagamento delle vincite, il ter- 
minale sarà in grado di effettuare i neces- 
sari controlli di validità, visualizzando 
l'importo della vincita e contabilizzando- 
lo per una situazione di rendiconto pre- 
sentabile a richiesta sul video. 

Particolari sistemi di sicurezza verran- 
no adottati per evitare qualsiasi tentativo 


di frode. NeH'ambìto del progetto la Sele- 
nia produrrà i terminali, l'IBM fornirà i 
computer centrali, la ISI assicurerà il 
software operativo e la BNL gestirà i flus- 
si monetari derivanti dal prevedibile in- 
cremento del gioco e finanzierà la realiz- 
zazione del sistema. 

Nel mettere a punto lo studio di fattibi- 
lità, il pool di aziende si è valso dei risul- 
tati di un'indagine sul gioco e sui giocato- 
ri del Lotto affidata al CENSIS. 

Da questa indagine emerge che il gio- 
catore-tipo è una donna di oltre 35 anni, 
di ceto medio, casalinga, che gioca da più 
di IO anni e che tenta la fortuna anche in 
altri giochi. 

Dallo stesso studio si evince anche che 
il 72% di quanti non hanno mai giocato al 
Lotto si accosterebbe al gioco se «si vin- 
cesse di più», «più spesso» e se si giocas- 
se «in luoghi più gradevoli». 

Quest'ultimo aspetto dovrebbe essere 
risolto daU'ormai certa affidazione della 
gestione del nuovo Lotto ai Monopoli di 
Stato, fatto che comporterebbe la possibi- 
lità di giocare in tutte le tabaccherìe del 
territorio nazionale che al momento sono 
oltre 60.000. 

I progetti concorrenti di Lottomatica 
sono stati presentati da Olivetti e da Ital- 
tel, ma nulla è trapelato su queste due 
proposte. 

È ipotizzabile che l'Olivetti preveda 
una soluzione totalmente off-line, in ana- 
logia con quella adottata per il Totocal- 
cio. mentre l'iialtel. che presenta come 
partner la SIP Mercato, sia orientata ad 
una completa copertura on-line. 

Un'ultima informazione riguarda i ter- 
minali che. come detto verrebbero pro- 
dotti dalla Selenia. azienda del gruppo 
IRl-STET che si colloca tra i leader mon- 
diali della elettronica dei grandi sistemi 
civili e per la difesa. 

La produzione avverrebbe nel moder- 
no stabilimento di Giugliano, situato alla 
periferia di Napoli: un legame in più tra 
nuove tecnologie e tradizione del gioco. 

Ehezio Pelrozzi 



22 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 






Se il vostro tornitore di PC non ha le giuste periferiche a cui collegarlo, 
potete sempre metterlo in contatto con molte altre cose. 


Le periferiche garantiscono l'efficienza 
del vostro computer. 

Per questo occorre sceglierle con cura. 
Solo la serietà e l'esperienza di chi è abi- 
tuato a risolvere le problematiche delle 
diverse realtà professionali,possono darvi 
la certezza di risposte appropriate ad 
ogni esigenza. 



PIU DIUN SEfiVIZIO 


Mìcrotok Italia Srl * Via A. Bortoloni. 2$ * 00197 
Remo • Ikl. 06/802440-802533477082-877674 




news 

Laboratori 

dello «Computer GrofUo» 

li Laboratorio della Fotografia di Roma 
inizia da questo mese un corso di computer 
grafica ed audiovisivi, tipicamenle video e 
mullivisione. 

La presentazione del corso, avvenuta ne- 
gli ultimi giorni di dicembre, ha visto la 
partecipazione di Rinaldo Funari direttore 
deH'Associazìone Italiana Computer Art 
«li Pulsante Leggero», alla quale collabo- 
rano anche Enrico Coccuccioni, critico 
d’arte; Mario Sasso, regista RAI; Giovanni 
Blumthaler, direttore artistico della 
SBPCGE; Massimo Verni, Maurizio Mala- 
bruzzi e Gianni Rufini della società di 
Computer Art «Videosintesi». 

Tutti i nomi citati sono molto conosciuti 
nell’attuale ristretto ambito della computer 
grafica italiana per l’aver realizzato clip 
con l’ausilio del computer e per essere stati 
esponenti in varie rassegne nazionali ed in- 
temazionali di opere realizzate al compu- 
ter, non ultimi il IV Festival Arte Elettroni- 
ca di Camerino, il 3Smo Congresso Inter- 
nazionale di Cinematografia Scientifica di 
Leningrado ed il V Forum «IMAGINA» di 
Montecarlo. 

Proprio grazie ai riconoscimenti ricevuti 
in occasione di tali manifestazioni, coordi- 
neranno le lezioni introduttive riguardanti 
le applicazioni in campo artìstico. 

Le lezioni teorico-pratiche su microcom- 
puter saranno tenute dall’lng. Paolo Fanto- 
nì e da Giuseppe Cardinale Cìccotti della 
Società Soft Thema Italia. 

Tra le finalità del corso è contemplata la 
produzione di software «creativo» adatto 
alla realizzazione di immagini sintentiche. 
che non necessariamente debbano per for- 
za essere realizzate su costosi e complessi 
sistemi dedicati; in proposito, nella serata 
di presentazione dei corso è stato possibile 
vedere un filmato della durata di 7 minuti, 
intitolalo Bird Land (dal tìtolo dell’oraoni- 
mo brano musicale, che nella versione dei 
Manhattan Transfer ne era anche la colon- 
na sonora), realizzato dal gruppo Videosin- 
tesi su uno Spectrum. con risultati sorpren- 
denti. 

Con questa iniziativa il Laboratorio della 
Fotografia inaugura un nuovo assetto che 
comprenderà settori che spaziano dall’illu- 
strazione al fumetto, alla Computer Grafi- 
ca; tutti settori conosciuti dai due coordi- 
natori: R. Zanello per l’illustrazione ed il 
fumetto: M. Carulli per le nuove lecnolo- 
gie. 


Interdota modem 

La Inlerdata Sistemi srl rende noto che è 
disponibile una nuova serie di modem mol- 
to versatili. 

I nuovi modem, che consentono di effet- 
tuare collegamenti in Full Duplex, sia in 
bassa velocità (300, 600 baud), sìa ad alla 
velocità (1200, 2400 baud), secondo gir 
standard CCITT e BELL, hanno la possibi- 


lità di essere installati internamente al PC, 
tramite una scheda, oppure di essere dispo- 
nibili anche in un box esterno. 

Tra le caratteristiche di maggior rilievo 
la piena compatibilità Kayes Smart, la pos- 
sibilità di scegliere fra trasmissione sincro- 
na 0 asincrona, rautochiamata, l’autorispo- 
sta e la capacità di sellare automaticamente 
la velocità in accordo con lo standard del 
chiamante, un altoparlante «on board» che 
consente di controllare lo stato della lìnea 
nelle chiamale. 

Nella versione su scheda è presente 
un’interfaccia seriale che permette la con- 
nessione di altre periferiche al PC quando 
il modem non è in funzione. 

La Inlerdata Sistemi é in grado di fornire 
alcuni pacchetti software per il logìn ed il 
collegamento automatico a molte banche 
dati. 


6RAM 7 Graphi( Music Composer 

La Square Software dì Moncalieri (TO) 
ha realizzato un package musicale rivolto 
agli utilizzatori di strumenti musicali elet- 
tronici che adottano lo standard MIDI. 
GRAM 7. è questo il nome del programma, 
è scritto per essere utilizzato con personal 
computer IBM PC oppure Olivetti M24 o 
M21 con I drive e memoria RAM di alme- 
no 384 Kbyte, dotati di scheda grafica Her- 
cules. monitor monocromatico e mouse Lo- 
gitech, Summagraphics o Microsofi. 

Tutte le operazioni vengono eseguite uti- 
lizzando il mouse in un contesto grafico e 
con la protezione, sempre attiva, contro 
rinserimento involontario di istruzioni non 
desiderate. 

Ogni operazione effettuata viene rappre- 
sentata graficamente per un immediato ri- 
scontro ed è possibile anche l’ascolto si- 
multaneo di tutte le operazioni di editing. 

Il controllo estremamente preciso delle 
funzioni permette una elevata facilità di 
correzione dei brani musicali e rende possi- 
bile il trasferimento sullo spanilo, median- 
te una notazione musicale di nuova conce- 
zione. anche di caratteristiche particolari 
come la dinamica e le più minute variazio- 
ni temporali non rappresentabili con la no- 
tazione tradizionale. 

Tutti i parametri musicali possono essere 
controllati direttamente e grazie aH’ìnler- 
faccia MIDI in dotazione, la gestione sulle 
16 piste di registrazione concernente la loro 
connessione sia in registrazione che in 
playback o per trasferimenti pista/pista è 
notevolmente facilitata. GRAM 7 permette 
la memorizzazione di brani musicali regi- 
strati da strumenti collegati al computer o 
composti direttamente mediante l'editor in- 
corporato. Le 16 piste sono costituite cia- 
scuna da 158 battute con un numero totale 
di note memorìzzabili pari a 8394. 

Grazie alla elevata facilità d’uso del pro- 
gramma, ottenuta dai tecnici della Square 
adottando la gestione a menu grafici di im- 
mediata comprensione, l’utente si trova ad 
avere un programma di elevate prestazioni 
che non è però affiitto da problemi dovuti 
alla difficoltà di gestione. 

Il prezzo finale del pacchetto compren- 
dente software, interfaccia MIDI e manuali 
in italiano, peraltro dalle ridotte dimensio- 
ni grazie alle caratteristiche «user friendly» 
del prodotto, è fissato a L. 700.000 IVA in- 
clusa. 


Computeriand Mirano 

Già nello scorso numero avevamo dato 
notizia dell’apertura in Italia di alcuni cen- 
tri Computerland. È di questi giorni la noti- 
zia che il Computerland store di Mirano 
avrà l’esclusiva territoriale per il Veneto 
con la possibilità di varare un piano di 
apertura di un negozio in ogni capoluogo 
di provincia con le medesime caratteristi- 
che del Computerland di Mirano. 

La posizione geografica colloca questa 
cittadina proprio nel nodo stradale che col- 
lega nel raggio di 15/20 Km alcune tra le 
più importanti provincie del Veneto: Trevi- 
so, Mestre-Venezia e Padova. 

Attualmente il Computerland store di 
Mirano parte con i marchi più importanti 
esistenti sul mercato; IBM, Olivetti, Hew- 
lett Packard. Apple, Compaq, Novell, 
Univation. Epson, Nec per l'hardware; per 
il software i nomi più illustri sono; Lotus, 
Microsoft, J-Sofl/Edor, Ashton Tate. Auto- 
desk Ag.. Italware. 

All’uso di questi prodotti saranno dedi- 
cati aggiornamenti continui e corsi di trai- 
ning. 


Rodime S20 + hard disk per Mo( 


Finalmente gli utenti Macintosh avranno 
a disposizione una memoria di massa dalle 
prestazioni in velocità ed affidabilità degne 
del proprio computer. La Contradaia, da 
tempo importatore esclusivo dei prodotti 
Rodime in Italia, offre un prodotto di alta 
tecnologia frutto dell’esperienza accumula- 
ta dalla multinazionale scozzese nella pro- 
duzione di hard disk e più generalmente, 
memorie di massa. 

L’hard disk S20-f- ha una capacità di 
20,8 Mbyte, si collega mediante il bus SCSI 
e viene fornito già inizìalizzato e pronto al- 
l’uso. completo di cavi e software di instal- 
lazione. La tecnologia di gestione della pe- 
riferica (Winchester 3,5") consente la possi- 
bilità di coltegare in rete fino a 7 subsistemi 
con piena compatibilità per Apple Talk; un 
test di autodiagnosi è inserito nel software 
in dotazione e la garanzìa su parti e mano- 
dopera è di un anno. 

L’S20-i- sarà venduto dalla Contradata 
ad un prezzo particolarmente vantaggioso, 
tale da favorire anche nel mercato Macin- 
tosh la penetrazione ottenuta dai Winche- 
ster Rodime nel settore MS-DOS. 


Hofflbit 86: pieno su<(esso 

Il primo Congresso Intemazionale «Ra- 
dioamatori e Computer», organizzato dalla 
Unigest sotto il patrocinio deH’Assocìazio- 
ne Radioamatori Italiani (ARI), con la 
sponsorizzazione della Cassa di Risparmio 
di Firenze, si é svolto neH’ambito di Expo- 
ser ’86 (IV Salone deH’Informatica, dell’Of- 
fice Automaiion e dei servizi per le azien- 
de) riscuotendo pieno successo e chiuden- 
dosi con grande entusiasmo dei partecipan- 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



Informatevi se il vostro fornitore di PC può garantirvi 
anche le parti di ricambio, oppure come nutrire i pesci tossi. 


Compùters e periieriche, come stampanti, 
tastiere, dischi, plotter, sono un investi- 
mento da salvaguardare nel tempo. È 
necessario, quindi, poter contare su di un 
servizio affidabile e duraturo, che fornisca, 
sempre, tutti i materiali di consumo e le 
parti specifiche di ricambio per ognuno 
dei vostri strumenti- 



PIU DI UN SERVIZIO 


Microtek Italia Srl • ina A. Berteleni. 26 • 00197 
Boma • TWL 06/802440-802533-677082-677674 


news 


Moderalo dal prof. Vito Cappellini (Do- 
cente deirUniversiià di Firenze e Direttore 
dell'Istituto di Ricerca sulle Onde Elettro- 
magnetiche del CNR, definito da una re- 
cente pubblicazione come il più illustre fra 
ì docenti universitari d'ingegnerìa elettroni- 
ca in Italia) Hambil 'S6 ha potuto contare 
anche sulla partecipazione del Generale 
Guido Martinelli, responsabile del settore 
telecomunicazioni della Proiezione Civile. 

Le relazioni presentate, alle quali è se- 
guita sempre una vivace discussione, han- 
no trattato i temi relativi alle nuove tecno- 
logie ed alla protezione civile oltre ai pro- 
blemi inerenti l'uso di esse nell'ausilio agli 
handicap ed alla gestione automatica di 
stazioni radio. 

Queste possibilità rendono praticamente 
subito disponibili dei veri e propri robot di 
grande utilità nei casi di emergenza nei 
quali sia necessaria una grande operatività 
a distanza. 

Fra le adesioni ricevute da Hambit sono 
da citare quella del Presidente della Repub- 
blica Francesco Cossiga, dei Ministri delle 
Poste e Telecomunicazioni e della Protezio- 
ne Civile Antonio Cava e Giuseppe Zam- 
berletti (tutti radioamatori), del Residente 
del Consiglio Bettino Craxi e del Ministro 
della Difesa Giovanni Spadolini. 


40.000 <m’ 
di infeiligenia otti» 

È questo lo slogan pubblicitario con il 
quale viene presentato lo scanner S 200 del- 
la Agfa Cevaert. 

Un apparecchio molto sofisticato e nel 
contempo anche molto compatto che con- 
sente di riprodurre le informazioni più sva- 
riate; testi, illustrazioni, fotografìe, timbri, 
firme, simboli, riproduzioni grafiche. 



Collegato ad un PC e ad una stampante 
consente all'utilizzatore di avere a disposi- 
zione un vero e proprio centro di stampa 
elettronico. 

Due lampade fluorescenti illuminano il 
documento da riprodurre mentre una cellu- 
la fotosensibile con circa 2000 sensori ana- 
lizza l'immagine in un solo movimento ed 
in modo molto rapido; 3 secondi per un 
documento in formato A4. 

Lo scanner Agfa S 200 presenta una par- 
ticolarità sorprendente; la capacità di adat- 
tare i dati riguardanti l'immagine analizza- 
ta in funzione delle possibilità del compu- 
ter. Se l'insieme delle informazioni deH'im- 
magine da trattare é superiore alla memo- 
ria dello scanner, automaticamente esse so- 
no suddivise ed inviate successivamente al 
computer con un metodo denominalo 
«analisi progressiva» protetto da un brevet- 
to Agfa Gevaert. 

Lo scanner S 200 è molto versatile e con- 
sente di poter eseguire molte operazioni di 
trattamento dell'immagine; è possibile ana- 
lizzare anche solo una parte delfimmagine: 
è In grado di modificare il contrasto, l'in- 
tensità della luce ed addirittura anche la ri- 
soluzione. 

È in grado di dividere o moltiplicare la 
risoluzione di base (ISO, 200 o 240 pixel per 
pollice) adattando il rapporto di risoluzio- 
ne orizzontale e verticale in funzione del 
computer o della stampante, evitando ogni 
deformazione delfimmagine. 

L'interfaccia utilizzala è seriale asincro- 
na protocollo RS 232C con una velocità 
massima di 9600 baud, oppure parallela. 



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Perchè : -sul prodotto Italia esiste davvero la garanzia 'SODDISFATTO 
0 RItIBORSATO' e noi la (acclamo valere 
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garantisce oltre te promesse del commerciante 
Perché : -è facile ottenere, anche dm TacQuIsto, informazioni tecniche 
da fonte sicura, basta telefonare In fabbrica 
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26 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 
















Qualora il vostro fornitore cU PC non disponesse di un tecnico 
per diagnosticare il guasto, potete sempre rivolgervi a Magda. 


Controlli ed assistenza qualificata non tutti 
sono in grado di poterli assicurare, ed un 
semplice tecnico non basta. 

Quindi, è indispensabile affidarsi a chi 
può garantirvi uno staff specializzato: pro- 
fessionisti esperti nella manutenzione di 
ogni singolo componente, per affrontare e 
risolvere i vostri problemi in maniera diffe- 
renziata. Un servizio completo, per assicu- 
rare, sempre, la continuità del vostro 
lavoro. 



news 


NEC Pinwriter Color 

Le stampanti Pinwrìter della NEC sono 
caratterizzate da elevate prestazioni in ter- 
mini di qualità e velocità e vengono rego- 
larmente importate e distribuite in Italia 
dalla Digitronica di Verona. 

La gamma si è ulteriormente arricchita 
con le stampanti P6/P7 e CP6/CP7 a colori 
dalle prestazioni notevolmente spinte. 

Otto colori del nastro; magenta, giallo, 
arancio, marrone, ciano, verde, violetto e 
nero: testa di stampa a 24 aghi con diame- 
tro degli aghi di 0,2 mm ; velocità di stampa 
compresa tra i 216 cps a 12 cpi ed i 60 cps a 
IO cpi in NLQ. 

Buffer di 8 Kb;^e e possibilità di usare 
12 set di caratteri intemazionali stampabili 
utilizzando due font a scelu: Letter gothic 

m 


oppure Courier. Le interfacce disponibili 
sono RS 232C oppure Centronics ed è pos- 
sibile adottare un vasto numero di accesso- 
ri: trattori di alimentazione della carta, ali- 
mentatori per foglio singolo a vaschetta 
singola o doppia, trattori bidirezionali per 
modulo continuo. 

Abbiamo avuto modo di vedere alcune 
prove di stampa ottenute in unione ad Ami- 
ga e la resa dei colori i veramente notevole. 


Epson LQ*2500 

La Epson-Segi ha introdotto la prima 
stampante intelligente capace di dialogare 
alla pari con l'elaboratore. 

La LQ-2S00 è equipag^aia con una testa 
di stampa a 24 aghi realizzata con metalli 
molto resistenti e capace di stampare docu- 
menti di alta qualità ad una velocità di 270 
cps in modo Draft e 90 cps in Letter Quali- 

ty- 

L’ergonomicìtà della Epson LQ-2S00 è 
studiata con particolare attenzione per l'u- 
tente che ha a disposizione un pannello 
frontale di comunicazione a cristalli liqui- 
di. attraverso il quale si può scegliere il tipo 
ed i parametri di stampa desiderati. 

È possibile la scelta di 5 font diversi; Ro- 
man, Courier, Prestige, Script e San Serif: 
sul lato destro della stampante possono es- 
sere alloggiati i moduli con font di caratteri 
speciali, ad esempio per la stampa di asse- 
gni. 


La nuova stampante è ideale anche per 
la realizzazione di grafici e bozzetti a colo- 
ri. Il nastro nero con il quale la stampante 
viene fornita può facilmente essere sostitui- 
to con un nastro a 4 colori. La Epson-Segi 
assicura per la neonata LQ-2S00, un'assi- 
stenza tecnica di primo ordine con una ga- 
ranzia di 12 mesi e la fornitura di manuali 
in italiano semplici e facili da consultare. 


CADKeyt CAD dellg II generaxione 

La Micro Control System statunitense, 
ha realizzato un nuovo sistema per la pro- 
gettazione assistita dal computer, con pos- 
sibilità di creazione ed intervento su model- 
li 3D. In Italia tale sofisticato software vie^ 
ne distribuito dalla Algol Logitech. 

Il CADKey i utilizzabile su un qualsiasi 
IBM PC 0 compatibile con almeno SI2 
Kbyte di memoria RAM, la sua funzionali- 
tà ne permette applicazioni nei settori più 
disparati: dall'uso nell'Ingegnerìa meccani- 
ca, all'ingegneria biomedica, nel rispetto di 
tutti ì requisiti corrispondenti alla realizza- 
zione di elaborati grafici conformi alle nor- 
me ISO oppure ANSI. 

Strutturato utilizzando una base di dati 
tridimensionale, il CADKey, permette l'in- 
tegrazione della documentazione 2D con la 
progettaziqne 3D, anche utilizzando pro- 
grammi esterni. 

Grazie all'uso di un sistema di codifica 
basato sulle normali coordinate cartesiane 
X, Y e Z ed all'impiego dì avanzate solu- 



28 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



NOVITÀ' JACKSON IN EDICOLA 




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In ogni numero un favoloso superga- 
me. importato direttamente dall'ln- 
gtiillerra nelle versioni per C64. C128. 
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E m più 20 pagine con un simpatico 
mixage di giochi, utility, notizie, cuno- 
sità. comandi e nuovi prodotti per 
mantenerti sempre più informato sul- 
I affascinante mondo del tuo home 
computer 




SUPaRCONMNOOORE 

La rivista di software perì Commodo- 
re C64 & 128 nata per soddisfare l'u- 
tente più esigente. In ogni numero 
programmi di utility, giochi, tante in- 
formazioni e idee per conoscere 
sempre di più il proprio computer e 
crescere nella fantastica arte della 
programmazione. 


BIT 

Sii è il mensile dedicato ai mondo dei 
personal computer. Dal incoio ho- 
me fino a un passo dal mimcomputer 
notizie, prove, programmi ti introdur- 
ranno e agglomeranno su tutto ciò 
che vi è di importante nell'ambito del- 
l'informatica indnriduale. 


QIOCHI PARLANTI 

Per la pnma volta, una raccolta di gio- 
chi che utilizzano la sintesi vocale per 
dialogare con l'utente. 

La Tombola, il Poker e II gioco del 
Sette e mezzo nella simpatica versio- 
ne gestita dal computer. 


Gauppo emTOiiiALf 

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zioni lecnologiche quali il linguaggio di 
progettazione avanzato CADL ed il tradut- 
tore tridimensionale bidirezionale IGES, il 
CADKey permette di trasmettere e ricevere 
disegni 3D da altri sistemi CAD/CAM. 

Tutte le viste sono create automatica- 
mente; modincando una parte, tutte le vi- 
ste sono simultaneamente aggiornate. È 
possibile ruotare, muovere, ingrandire, ri- 
durre ogni elemento oppure tutto l'insieme 
del disegno. Le routine di ricerca sono par- 
ticolarmente veloci: un'entità all'Interno di 
altre 2S00, può essere individuata in meno 
di un secondo. 

Tutte le operazioni matematiche vengo- 
no svolte utilizzando numeri in doppia pre- 
cisione con vìrgola mobile ed una accura- 
tezza di 14 cifre signincative. 

La maggiore dote de! CADKey è l’estre- 
ma versatilità che permette di accedere ad 
oltre venti comandi contemporaneamente, 
senza dover tralasciare il comando corren- 
te. 


A«ordo Olivetti • Microsoft 

La Olivetti ha sigiato un accordo per la 
distribuzione, attraverso la propria organiz- 
zazione commerciale, del pacchetto Win- 


dows prodotto dal «gigante» americano 
Microsoft, già creatore del sistema operati- 
vo MS-DOS. 

In base all'accordo la Olivetti promuove- 
rà lo sviluppo di applicazioni grafiche ba- 
sate su Windows. 

Grazie al software in questione il conte- 
nuto del video può essere suddiviso in due 
o più finestre che visualizzano simultanea- 
mente informazioni appartenenti a diverse 
applicazioni, e permettono lo scambio, se- 
condo le esigenze dell'operatore, di dati fra 
le varie applicazioni. In tal modo ì tempi 
morti nell'uso del computer vengono note- 
volmente ridotti. 


Wang, Sun e Apollo: 
siglato un occordo 

La Wang Laboratories Ine. con sede a 
Lowell, Mass, è una delle maggiori produt- 
trici di sistemi per l'elaborazione delle in- 
formazioni, inclusi dati, testi, immagini, vo- 
ce e sistemi di telecomunicazione. Dopo 
aver concluso con successo numerosi ac- 
cordi con enti pubblici e statali in tutto il 
mondo per l'automatizzazione dei servizi 
(sistemi Wang sono installali a Parigi nelle 
sedi municipali per la gestione burocratica, 
analogamente in molte sedi diplomatiche 
statunitensi gli elaboratori Wang sono in- 
stallati per gestire complesse documenta- 
zioni di ogni tipo), la Wang ha siglalo due 
accordi di collaborazione nelle vendite con 



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di una scheda. 

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la Sun Microsystems Ine. e la Apollo Com- 
puter Ine. 

Questi due accordi permettono alla 
Wang di penetrare nei settori di mercato 
come la progettazione, l'elaborazione 
scientifica e tecnica. I sistemi Wang VS 
(utilizzanti Wang Office, un'applicazione 
per la gestione delle informazioni e l'auto- 
mazione d'ufficio) saranno integrati con le 
stazioni di lavoro ad alte prestazioni Sun e 
Apollo. 

La futura strategia della Wang è quella 
di raggiungere un elevato livello di integra- 
zione tra i sistemi VS e l'NSF (Network Fi- 
le System) della Sun ed il Domain Apollo. 

I benefici che gli attuali e futuri poten- 
ziali clienti della Wang trarranno da questi 
accordi, consisteranno nella possibilità di 
accedere da ogni singola workstation a lutti 
gli ambienti operativi esistenti aU'intemo 
dell'azienda. Ognuna delle tre società prov- 
vederà a vendere le sue linee di prodotti in- 
tegrati tramile la propria organizzazione 
commerciale. Grazie all'accordo concluso 
la Wang potrà offrire a grosse aziende la 
possibilità di unificare e di integrare l'auto- 
mazione delle diverse organizzazioni e fun- 
zioni presenti. 


Nuovi supporti mognetici TDK 

Anche se non immediatamente disponi- 
bile al pubblico, la Epson-Segi distribuirà 
in Italia la completa serie dì supporti per 
memorie di massa di produzione TDK. 

La TDK, nata nel 1935, è il maggior pro- 
duttore mondiale dì dispositivi utilizzanti 
la fenile, e grazie alla propria esperienza, 
quantificabile con un fatturalo per il 1985 
pari a 2 miliardi di dollari, è divenuta an- 
che il maggior romiiore mondiale di nastri 
magnetici per impieghi generali e per l'in- 
formatica. 

La nuova serie di prodotti TDK, com- 
prendente anche supporti non prettamente 
magnetici (Video Floppy Disk, dischi ottici 
a sola lettura o sola scrittura), comprende 
tre nuovi tipi di floppy disk: Metal, Perpen- 
dicular Magnelic e Barium Ferrite. 

Nel primo lo strato di materiale magneti- 
co è composto da particelle metalliche di 
ferro puro; nel secondo la struttura magne- 
tica è composta da due strati di materiali 
differenti (uno di 0,5 micron con ferro-ni- 
kel, l'altro di 0,3 micron con cobalto-cro- 
mo). Il procedimento dì memorizzazione 
avviene nello strato inferiore in senso lon- 
gitudinale, in quello superiore in senso ver- 
ticale, consentendo la registrazione di ben 
3 Mbyte di dati su un singolo floppy da uti- 
lizzare in congiunzione ad uno speciale 
disk drive differente da quelli normalmente 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




bitcomputers 


....quando gli slogan non servono. 


Bit Computers è "solo" la più grande azienda italiana 
interamente rivolta alla vendita e all'assistenza 
dei personal computer Apple, IBM, Olivetti 
e PCbIt, i compatibili d'autore. 


BIT COMPUTERS 

• DIHeZONE GENEMLE: Aoma, viaCarloParrw4,lel.0e.4Sl9ll liSBneet.a.). 

• PUtm VENDITA aRETTl: Roma, \rialeJonio333/335. Kl. 06.8170632: viaNemorense 14/16. lei. 06.858296: via Satolli SS/S7SS, lei. 06.6386096: 
vie Tiberio inperaiofe 73. lei. 06.51 27618: via Tuscalaria35CV350a, lei. 06.7S43960. 

• RIVENDITORI PCbit-^UVETTI: Ancona: Sis»da, lei. 071. 880773: Aralo: CompuSng Service. l^.06.d84S2S7:Anhl IRC): ASanec, 01.0965.44671: Arezzo: 
V.R.,lel.0S7S.3S6933: Bari: DecSisiemi, lei. 080.420991: Busto Amalo (Va):BusloBil.tel.0331.62S034:Cagllarl:&I.N.T..lel.070.48514S: Campobasso: Ecom. 
lei. 0874.91303: CanIcattI (Agl: Computer Cenier, lei. 0922.858529: Caserta: O.P.C., lei. 0823.444Salflatanla: Elettronica Della, lei. 095.370170: Catania: 

Siel hlomialica, lei. 09S.S334l8:Cesenallco IFo): Mlcrosysiem, lei. 0547.81751; CInlaello Balsamo (M): FRA. ES., lei. 02.6127970; CIvilevecchla: 

Marine Pan Service, l^.0766.20267;Como: kpe, lei. 03124071 1;Conegliano Veneto (Tv): De MarinCompuar. lei. 0438.24845; Cuneo: Thema, 
lel.0171.60983; Fìrenia: Soluzioni EDP, lei. lks.245220: Foggia: ISilntsrmalica Sistemi, lei. 0881. 72823: Ftaneavllla Fontana (BrpHaitì House, 
lei. 0631. 940S32: Gaeta: Detta Computers, lei, 0771. 470168: Gallarate (Va); IrpeComputer, lei. 0331.784666: Genova: CampulerCenler, lei. 010.581474; 
Lamezia Terme (Cz):Sipre Elettronica, lei. 0968.29081; Latina: First Success, lei. 0773.495285; Lulno (Va): HacherSiutSo. lei. 0332.531126; Messina: 
Har^ivareSottware Service, lei. 090.775912; Mestre (Ve): Computer Service, lei. 041. 5310804; Milano: Computer Shop, tei. 02.2360015: Napoli: C.F.. 
tel.08l.76t2i44:Napolì: General Computers, lei. 081.3101 14; Napoli: Terminai, tal. 081. 404521: Palermo: Daiamax, lei. 091 575369: Perugia: SeldUnAria. 
tei. 07S.7272l;Piaeama: Genius, tei. 0523.31047; Piacema: PC Personal Computer, lei. 0523.20626: Pontedera (Pi): Datapon, lei. 1^7.53858; Pordenone: 
ElectionIcCenier. tei. 0434.44210: Rande (Cs):D.P. Service, lei. 0984.863790: Salerno: InformaticaKey Computers. tei. 089227433: S. Maria Capua Velare 
(Ce): ERREGl Computer, tal. 0823.79S770;Sassarì: Golden Computers, lei. 079.234309: Sassari: Servinbrm, lei. 079293324;Selaeea (Agl: Prolessional 
Computer, lei. a92S.26986;Sondrio: Tek.no bil, lei. 0342.219540; Torino: CesiL tal. 01 1.3190920; Udine: P.S. Elettronica, lei. 0432.482086: Varese: Irpe. 
tei. 0332.^39533.’ Venezia: MaricondaComputer. lei. 041. 29040; Varbania (Noì:Eaoa, tei. 0323.4357/. 



^news 


in uso actualmente. I floppy disk in bario- 
ferrite permettono di ottenere ottime pre- 
stazioni nella densità di memorizzazione. 

Un discorso a pane meritano i dischi ma- 
gneto-ottici, dalla capacità di 300 Mbyte su 
un dischetto di 13 cm di diametro, sono 
realizzati con uno strato di lega di allumi- 
nio incapsulato entro un contenitore di pla- 
stica trasparente. La struttura interna è 
molto complessa e permette l'incisione, la 
cancellazione o la lettura delle informazio- 


Upgrade per Frgmework II 

La Ashion-Tate rende disponibile a tutti 
gli utenti di Framework, la nuova versione 
del pacchetto Framework 11 (in prova pro- 
prio in questo numero di MC) con un ad- 
debito di 300-000 lire + IVA e spese di spe- 
dizione. 

La condizione essenziale per usufruire di 
questa offerta è di essere in regola con le 
modalità previste nella licenza d'uso del 
programma. Nel caso che la licenza fosse 
stata smarrita è indispensabile dame comu- 
nicazione alla Editrice Italiana Software 
precisando i propri dati anagrafici, il nu- 


mero di matrìcola del prodotto acquistato, i 
dati relativi al rivenditore dal quale II pro- 
dotto è stato acquistato. 

La fornitura dell'upgrade avviene auto- 
maticamente presentando una lettera, in- 
viata dalla E.I.S. a tutti gli acquirenti del 
Framework, ai rivenditori o concessionari 
autorizzati nel lermint di 90 giorni dal rice- 
vimento di tale comunicazione scrìtta. 

Inoltre, con l'aggiornamento del pro- 
gramma è possibile avere anche uno sconto 
di L. lOO.C^ sull'acquisto della scheda In- 
tel ABOVE BOARD- 


Amstrad KW 82S6 e CAD 

La notizia, di notevole interesse, riguar- 
da un programma grafico che sarà presto 
disponibile per il sistema di videoscrittura 
Amstrad PCW 8256 e che si qualifica come 
il primo sistema CAD a bassissimo costo: 
meno di quatirocentomila lire. Al momento 
non ci è dato di sapere altre caratteristiche 
salienti del prodotto né tantomeno la reale 
disponibilità sul mercato italiano: resta 
chiara però la elevata operatività del siste- 
ma Amstrad. che non si limita alla sola vi- 
deoscrìttura, ma anche ad altre possibili 
applicazioni Informatiche e telematiche. 

La GBC Italiana, distributrice dei pro- 
dotti Amstrad. conferma con l'occasione 
anche la disponibilità dei due nuovi model- 
li di stampanti Seikosha MP Serìes (da 80 e 
136 colonne), che tanto interesse hanno su- 
scitato in occasione dello scorso SMAU. 


MSX oH'HI'Fì Expo AdriatUo 

Sebbene si trattasse di una mostra di alta 
fedeltà. all'Hi-FI Expo Adriatico sono state 
presenti comunque alcune novità nel cam- 
po dell'informatica domestica, standard 
MSX in particolare. 

La prima viene dalla Toshiba, si chiama 
HX 5 1 ed è solo in parte una novità. Si trat- 
ta di un computer che si pone a metà strada 
tra il «vecchio» HX 10 MSX ed il più re- 
cente HX 22. 

Le caratteristiche tecniche sono le mede- 
sime del primo, la «carrozzeria», colore a 
parte, è quella dell'HX 22. 

Nel catalogo Toshiba sostituisce In un 
sol colpo i modelli 10 e 20, lasciando al so- 



lo 22 la caratteristica del word processing 
residente su ROM. 

Le altre novità riguardano alcuni prodot- 
ti «made in Philips»: la prima uscita uffi- 
ciale del neonato NMS 8255. descritto in 
altra parte di questa .stessa rubrica, e della 
cartuccia musicale Music Star (che, da 
quanto è invece scritto sulla confezione, si 
chiamerebbe Music Module) già Intravista 
a settembre In occasione del SIM. 


(EDEMA: Software didattico 


La Cederne di Torino, sfruttando le 
esperienze acquisite in ambito Industriale e 
nella collaborazione con numerose case 
editrici nella produzione di software e nella 
redazione di programmi didattici, ha pre- 
sentato, in occasione del primo Salone Na- 
zionale «La Scuola per il Lavoro», una se- 
rie di unità didattiche ad uso di insegnanti 
e studenti delle scuole medie e medie supe- 
ri contenuto delle unità didattiche ri- 
guarda una cernita di alcuni tra i principali 
argomenti trattati nei testi tradizionali di 
Fìsica, Matematica, Elettronica e Costru- 

Tutti i programmi della serie sono stati 
realizzati in Italia e funzionano su personal 
computer MS-DOS compatibili in configu- 
razione base di 256 Kbyte RAM e floppy 
disk drive da 360 Kbyte: adottando un mo- 
nitor a colori è possìbile scegliere il colore 
di visualizzazione. 

Tra le unità didattiche già realizzate: 
Geometrìa Analitica, Funzioni Goniometri- 
che, Studio di Funzioni, Cinematica, Moto 
Naturalmente Accelerato, Moto Vario, Ur- 
ti, Lenti, Bipoli e Filtri, Travi appoggiate e 
continue. Regioni d'Italia. 

I prezzi sono compresi tra le 100.000 lire 
per alcune delle unità didattiche di Fisica e 


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le ISO.OOO lire per il programma di studio 
delie Travi continue ed appoggiale. La Ce- 
dema annovera nel proprio catalogo anche 
programmi di gestione dedicati aH'ambien- 
le scolastico: Stipendi per Istituti, Contabi- 
lità rinanziaria. Gestione alunni ed Esami 
di maturità. 

Il costo dei programmi di segreteria sco- 
lastica è di L. 1. 500.000. 

Per ciò che riguarda i programmi didatti- 
ci. é possibile, a richiesta, ottenere in modo 
gratuito, copie ridotte o dimostrativi delle 
varie unità richiedendoli alla Cedema al- 
l'indirizzo specificato neH'apposilo spazio 
delle News. 


Refe Locale ARC Datopolnt 

La Datapoint Corporation ha annuncia- 
to alcuni nuovi prodotti che, combinati con 
quelli già esistenti, costituiranno una solu- 
zione avanzata al problema della integra- 
zione di apparecchiature diversificate. 

La più importante novità è l'elaboratore 
Starship II, un sistema multiutente capace 
di supportare da 40 a ISO posti di lavoro. 


Con il nuovo elaboratore, la rete locale 
ARC Datapoint arriva a competere con i 
più potenti super-mìni oggi presenti sul 
mercato. 

Il sistema operativo RMS (Resource Ma- 
nagement System) è stato riscritto per l'oc- 
casione, per permettere una operatività 
multiprocessore basata sul noto chip S0286. 

Contemporaneamente il nuovo RMS/ 
Extended Architecture rappresenta un si- 
stema capace di essere impiegato per lo svi- 
luppo dì software facilmente portabile sul 
nuovo e più potente microprocessore 
80386, 

Lo Starship 11 può sviluppare una capa- 
cità di circa 3,2 MIPS e lavora con 2-3 o 4 
processori 80286 concorrenti che condivi- 
dono l'accesso alla memoria, ai canali di 
I/O, alle unità di controllo ed alle periferi- 
che su un bus interno a 32 bit. 

Il Datapoint Starship II è adatto agli 
utenti che considerano adeguati alte loro 
esigenze i sistemi IBM 38 o 4381, i VAX 
8200, 8500 e 8550 della DEC ed i sistemi 
3000/68 o 70 della HP. 


Words & Fìgures 
compafibile Lotus 123 

La Lifetree Software Ine di Monterey, 
California, ha annunciato la disponibilità 
sul mercato americano di un nuovo pac- 
chetto in grado di ampliare e completare le 
già ottime caratteristiche di Lotus 123 (re- 


lease !A) denominato Words & Figures. Il 
nuovo programma combina le ottime carat- 
teristiche di uno spreadsheet con un polen- 
te word processor: capace di leggere e scri- 
vere nie di tipo .WKS, il programma è 
completamente compatibile con le macroi- 
struzioni. la grafica e la struttura di Lotus 
123. 

La principale caratteristica dì Words & 
Figures è la possibilità di visualizzare si- 
multaneamente spreadsheet e word proces- 
sor con la bidirezionalità delle operazioni: 
cambiando una formula nel w.p. automati- 
camente vengono ricalcolali ì dati nel ta- 
bellone, viceversa, alterando il contenuto 
di una cella dello spreadsheet viene modifi- 
cato il corrispondente valore nell'elabora- 
tore dì testi. 

Il nuovo prodotto può essere supportalo 
anche dalla espansione di memoria LIM, 
sviluppata congiuntamente da Lotus, Intel 
e Microsoft, raggiungendo il traguardo, no- 
tevole per uno spreadsheet, di 9999 lìnee 
per 256 colonne. 

Per accelerare le operazioni di ricalcoto 
è possìbile impiegare i coprocessori mate- 
matici 8087 oppure 8027. 

Il programma è scrìtto in Assembler ed è 
prevista la traduzione in altre lìngue, la pri- 
ma comparsa ufficiale è avvenuta in occa- 
sione dell'ultimo Comdex a Las Vegas ed il 
prezzo uITlcìale in America è per il momen- 
to di 195 dollari. 


Unitò mobile per Tomografia 
Assiaie Computerìnata 

La Divisione Sistemi Medicali Philips ha 
realizzato la prima unità mobile TAC circo- 
lante sul territorio italiano. 

Realizzalo su commissione della Clinica 
San Pio X di Milano, lo scanner autotra- 
sportato effettuerà indagini tomografiche 
presso presidi ospedalieri nel raggio di 100 
chilometri da Milano. 

Ostacolo principale alla dilTusione del 
TAC é stato l'alto costo delle apparecchia- 
ture di tipo fisso (circa un miliardo di lire) 
e la necessità di alloggiarle in appositi loca- 
li. 

La Philips ha risolto brillantemente il 
problema utilizzando il sistema TAC To- 
moscan ad alle prestazioni, alloggiato in un 
rimorchio di lunghezza inferiore ai 12 metri 
trainabile da una qualsiasi motrice senza 
autorizzazione speciale. 

Oltre ad essere dotala di particolari so- 
spensioni idropneumatiche capaci di assor- 
bire qualsiasi vibrazione, l'unità è intera- 
mente rivestita dì lastre di piombo per evi- 
tare l'emissione di radiazioni nocive. 

Il sistema si adatta panicotarmenle all'u- 
tilizzazione in aree nelle quali l'installazio- 
ne di un sistema fisso non sarebbe giustifi- 
cato in relazione ai costi ed alla densità di 
popolazione, oppure in situazioni di emer- 
genza come calamità naturali o incidenti. 
Diagnosi effettuate con l'unità mobile pos- 
sono essere trasmesse telefonicamente a 
centri specializzati con la certezza di poter 
ricevere diagnosi ad elevato livello dì sicu- 
rezza. II rimorchio può essere realizzato se- 
condo specifiche esigenze ed in diverse ver- 
sioni, ad esempio con un generatore auto- 
nomo diesel, oltre alle normali possibilità 
di allacciamento alla rete elettrica. 

MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


TELEXUNK 

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COMPLETAMENTE AUTOMATICO 



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tampoiìe. 

I Accende automaticamente 
il PC quando la memoria é 
piena di messaggi. 

I Reai time clock. 

I Interfaccia per stampante. 

I Schedulazione temporale 
dei messaggi. 

I Composizione automatica 
dei numeri e riprova. 

I Mail box input ed output. 

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news 


Novità MSX Philips 

Sono tante le novità della Philips ri- 
guardanti la gamma degli home computer 
appartenenti allo standard MSX. 

Le prime due riguardano l'uscita dei 
modelli NMS 8220 e NMS 8255, entram- 
bi MSX 2 supportati da una certa dota- 
zione di software. 

Il primo, grazie al programma «MSX 
Designer» rappresenta il punto di parten- 
za ideale per chiunque desideri dedicarsi 
alla programmazione ed alla creazione 
«artistica» sul proprio computer. 

Il secondo permette invece, grazie al 
pacchetto software «Home Ònice», di 
poter disporre di un completo package di 
produttività per rendere più facile, grade- 
vole ed efficiente il lavoro di contabilità, 
archiviazione e scrittura dei testi anche in 
casa. 

L'NMS 8220 può essere collegato di- . 
rettamente ad un normale TV oppure ad 
un monitor monocromatico o a colori 
della vasta gamma l’hilips. Completando 
l'attuale VG 8020, il nuovo NMS 8220 ag- 
giunge gli specifici benefici dello stand- 
ard MSX 2 specialmente a livello di gra- 
fica, ad esempio la visualizzazione su 80 
colonne, la capacità di gestione ulterior- 
mente estesa con altre istruzioni della 
grafica a colorì, e l'aumento di 192 Kbyte 
della capacità della memoria. 

L'NMS 8255, con la tastiera separata e 
con l'unità centrale che può supportare 
anche il monitor, ha una linea molto gra- 
devole ed elegante: due unità a dischetti 
da 720 Kbyte formattati ed una memoria 
di 256 Kbyte sono solo alcune delie carat- 
teristiche dì questo prodotto che è com- 
pletato da un package per le attività di 
elaborazione testi ed archiviazione, oltre 
alla produzione di fogli di lavoro elettro- 
nici e grafici gestionali. 

Proprio in questi mesi dovrebbero es- 
sere resi disponìbili anche un package di 
comunicazione per l'accesso a banche da- 
ti (e per la posta elettronica) che andrà ad 
ampliare la già ben fornita biblioteca 
software comprendente anche una cartuc- 
cia ad innesto «Music Star» per compor- 


re ed eseguire musica di qualsiasi genere. 

Music Star è dotato di un sintetizzatore 
FM capace di sintetizzare 60 «voci» o 
suoni prefissati corrispondenti agli stru- 
menti musicali più difTusi. Ogni voce può 
essere miscelata o combinata per creare 
composizioni con melodia ed accompa- 
gnamento. La possibilità di poter essere 
impiegato con diverse modalità di funzio- 
namento permette a chiunque, anche ai 
principianti, di poter creare subito le pro- 
prie composizioni con una cena facilità. 
Oltre alla disponibilità di molti pacchetti 
gestionali per MSX, in particolare il Gest 
Pack, composto da 5 pacchetti software 
modulari, un pacchetto di gestione denti- 
sti, alberghi e cartella clinica, la vera no- 
vità, almeno quella per molti aspetti più 
interessante, ò la prossima disponibilità 
del computer MSX 2 denominalo con la 
sigla NMS 8280. Il computer é composto 
di unità centrale e tastiera separata con 
cavo di collegamento, doppia unità a di- 
schetti da 3,5" cavo SCART per collega- 
mento a videoregistratori e televisori, ca- 
vo RF, cavi di collegamento audio e BNC 
per collegamento a telecamere e software 
di gestione delle possibilità grafiche, in 
unione a videoregistratori e telecamere, 
denominato Videographics. 

A completamento della dotazione ver- 


rà fornito anche un dischetto contenente 
l'MSX-DOS. Le possibilità offerte dal 
nuovo computer Philips nella creazione 
dì elTettì video sono innumerevoli: vanno 
dalla possibilità di creazione di titoli da 
sovrapporre alle immagini, alla creazione 
di «wipes». ovvero maschere video con le 
quali separare due sequenze visualizzate 
contemporaneamente sullo schermo; ani- 
mazione dì immagini digitali realizzale 
sul computer e miscelate con immagini 
provenienti dal videoregistratore; digita- 
lizzazione mediante telecamera, videore- 
gistratore 0 addirittura direttamente dal 
proprio TV. 

Tutte le immagini possono essere vi- 
sualizzate con una risoluzione di 256 x 
212 pixel, ma la caratteristica dì maggior 
importanza à che ogni pixel può essere, a 
scelta, dì uno dei 256 colorì che lo stand- 
ard mette a disposizione. Secondo la 
Philips le potenzialità grafiche e video 
del nuovo NMS 8280 sono tali da porre 
in diretta concorrenza questo computer 
con altri modelli particolarmente dotati 
dal punto di vista grafico, Amiga della 
Commodore compreso. 

Non appena il nuovo NMS 8280 sarà 
ufficialmente disponìbile speriamo di po- 
tervene parlare più diffusamente. 



Toois & Utilities per programmatori 


REMLINE. Toglie in automatico i numeri di linea non richiamali da funzioni, Riduce ti testo 
ed aumenta la velocità del programma compilato del 20%, 

PRPRINT. Stampa sorgenti senza numero di riga e non eseguibili da Basic. Completa il 
precedente, 

CRONOSS. Installa un cronometro residente nell'angolo dx del video. 

TASTOSP. Aumenta il buffer di tastiera da 12 a 128 battute. 

TURBOED. Editore in turtw pascal. Ottimo per la revisione di programmi interpretati. 
MIPENTO. Ripristina files cancellati. 

DEVICES. Mostra sul video la configurazione HD in uso. 

Tutti I programmi sono in unico dischetto. Costo lire 150.000 va e spedizione escluse Ordinazioni a: 

CALOMINO SOFTWARE Via Libertà 10. 87020 CETRARO MAR. (CS). tei. 0982/91008. 



36 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





L^^bitcomputers 


HDOPE-HD;:^;:bit 


a cura di Manlio Severi 



da 

«Business 

Week» 

17/11/86 


IBM al contrattacco 

International Business Ma- 
chines non i solo il più grande 
costruttore di computer del 
mondo, è anche la più grande 
azienda americana; non ci me- 
raviglia quindi trovare i suoi 
problemi sulla copertina di un 


settimanale economico. 

I profitti riferiti al terzo qua- 
drimestre deli'86 sono calati 
del n% rispetto allo stesso pe- 
riodo deirSS e questa situazio- 
ne non può essere imputata so- 
lo alle cattive condizioni gene- 


rali dell'economia americana 
visto che gli stessi dati indica- 
no un aumento del 10% per la 
media delle industrie del setto- 

È arrivalo il momento dì una 
severa autocritica e di prepara- 
re il contrattacco. Cinque sono 
i punti fondamentali del piano 
di risanamento: 

— taglio delle spese del 7% 
per II 1987 (circa 2.25 miliardi 
dì dollari) e questa è una ne- 
cessità immediata: 

— lancio di nuovi prodotti 
quali un nuovo personal più 
potente e più diffìcile da copia- 
re, un mini 9370 in grado di far 
girare il software scrìtto per i 
mainframe, il quinto elemento 
della serie 9030 e diverso nuo- 
vo software per le reti, al fine 
di frenare lo scivolone dei pro- 
fitti; 


— riduzione deU'orgamco a 
livello manageriale, per con- 
sentire una più veloce risposta 
burocratica alle variazioni del 
mercato e contenere i costi; 

— una politica di vendita 
più aggressiva ridistribuendo il 
personale in modo da creare 
ben 50(X) nuovi posti nel setto- 
re vendita con un incremento 
del 22%, ma soprattutto badare 
di più alle esigenze dell'acqui- 
rente adattando il prodotto ai 
suoi bisogni; per la prima volta 
riBM olTre di progettare ed in- 
stallare sistemi che includono 
macchinari di case concorren- 

— una strategia a lungo ter- 
mine che preveda l'ingresso 
della compagnia nel settore fi- 
nora trascurato dei servizi e del 
software per rafforzare le en- 
trate hardware. 


IIU 





SS Le macchine facsimile L'utenza si rivolge 

SS 

ss 



b si uniscono ai PC ai più veloci dischi RAM 

per un matrimonio anziché ai dischi rigidi 

1% di convenienza é rxxzse 

w 

■ 

k 

Ì3 


da «PC Week» 
11/11/86 


lAkino la mano guani! fra voi 
sapevano Jell'esisrenza di un 
seilimanale di più di 200 pagine 
dedicato unicamente ai personal 
computer IBM e compatibili! 
Questo ed altro negli States). 


Un programma che aiuta 
a progettare basi di dati 

Cosa si intende quando si 
parla di linguaggi non proce- 
durali di quarta generazione? 


Qualcosa del tipo «io disegno 
sullo schermo un esempio di 
ciò che desidero ottenere come 
risultato finale, ed il computer 
si incarica di estrapolare da 
questo esempio il codice in 
grado dì gestire le cose in ma- 
niera da ottenere il risultato 
che io desidero». Questo è 
quanto la Software Merchants 
Uniimited si è prefissa di ot- 
tenere presentando SIMPLE 
(System Implementation by 
Example). strumento software 
di sviluppo per applicazioni ti- 
po data-base su personal. 


Pare che alla fine quSIcuno 
si sia accorto che fax e perso- 
nal computer trattano entrambi 
dati di tipo digitale e sia stato 
colpito dall'idea di far lavorare 
assieme queste due macchine 
ormai presenti in ogni ufficio 
(USA almeno!). I vantaggi 
stanno nell'alio grado di stan- 
dardizzazione intemazionale 
raggiunto dalla trasmissione in 
facsimile, nella facilità d'uso e 
nella notevole velocità dì tra- 
smissione raggiunta (dai IS ai 
30 sec per pagina). Pacchetti 
software che sì incaricano di 
effettuare la conversione dal 
formato ASCII del PC a quello 
bit-mapped del fax non ne esi- 
stono molti per il momento, 
ma le software house tengono 
occhi e orecchie bene aperti e 
l'utenza pare interessala... 


e già non si vede I ora di mette- 
re le mani su un personal che 
abbia come motore l'80386. La 
velocità è tutto e i 4.77 MHz 
del vecchio PC oggi fanno sor- 
ridere; ma non c'è senso a pos- 
sedere un computer che «fa i 
12 MHz» se poi la sua memo- 
ria di massa non è in grado dì 
stargli dietro. E allora via con 
le mega RAM a batterìa! Un 
esempio; Fast Ram Plus, pro- 
dotta dalla BGl Computer Dì- 
vision; 15 Mbyte di capacità. 4 
ore di carica delle batterie per 
due giorni di autonomia a 
computer spento. In cantiere 
un prototipo su tecnologia 
CMOS da lOQ Mb che occupa 
lo spazio di un drive a mezza 
altezza e conserva i dati per tre 
.settimane senza ricarica. 


38 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



linea OKI 


Le slami»nli a matrice di pumi BITwriter linea OKI sono stale progettala a costruite 
dalla OKI con la precisione e la cura del dettagli ette fanno detenere al costruttore 
giaporase una posiziorre di leadership nel mercato. 

Al design accurato si accompagnano caratteristiche di llessibitilà e di semplicità d'uso, 


che rendono queste stampanti utilizzabiil in qualsiasi ambente operativo. La garanzia 
completa per un anno e il supporto lomllo dalla Bit Computers e dai suoi rivertditon 
autorizzati tanno delle BfTwnler Enea OKI la migliore soluzione per chi vuole dotare I 
propn PC di stampanti di elevata qualità a con prezzi compelilivi. 



Crittografia • tecniche di 
protezione dei dati riservati 

di Andrea Sgarro 


Franco Muzzio & C.. Editore 
Via Makallè. 73 - 35138 Padova 
1986 - 126 pagine. Lire 18.000 



Cosa ci fa un lesto di crìitografia sulle 
pagine di MC? Beh, molto più di quanto si 
potrebbe immaginare. La crìttograHa infat- 
ti non è più, come la si immagina pittore- 
scamente. un'arte esoterica riservata a po- 
chi eletti ma una scienza esalta, che si stu- 
dia a suon di teoremi e si applica a suon di 
programmi. Né si deve credere che le appli- 
cazioni della crittografia siano solo quelle 
di ambientazione fantapolitica, alla 007: 
con il crescere della diffusione di sistemi 
telematici di distribuzione delle informa- 
zioni, infatti, il bisogno di proteggere dati 
riservati dagli sguardi troppo indiscreti è 
diventato all'ordine del giorno e riguarda 
paradossalmente più la privacy dei singolo 
cittadino che non la stabilità di un governo 
0 la sicurezza di un Ministero delta Guerra. 

Ecco quindi la nuova faccia della critto- 
grafia; non più arte di proteggere un di- 
spaccio inviato a cavallo o qualche breve 
comunicazione radio nel corso di una bat- 
taglia ma tecnologia che possa assicurare la 
segretezza di flussi ininterrotti di informa- 
zioni elettroniche in viaggio quotidiana- 
mente fra elaboratori diversi; transazioni 
bancarie, posta elettronica, dati ammini- 
strativi qualunque cosa. Sappiamo tutti co- 
me sia relativamente facile «entrare» in un 
sistema telematico: solo un'accurata cifra- 
tura dei dati ne assicura la protezione a li- 
velli accettabili. 

Il testo di Andrea Sgarro (matematico 
italiano, membro della International Asso- 
ciation for Cryptologic Research) avvicina 
il lettore ai temi della «nuova crittogralla» 
rendendolo consapevole tanto dei possibili 
attentati alia sicurezza di dati riservati 
quanto dei metodi per renderli «sicuri» 
mediante cifratura. Il discorso viene affron- 


tato in modo estremamente diretto, senza 
riferimenti ai temi ed al metodi della cosid- 
detta crittograna classica se non quelli, im- 
mancabili, al cifrario di Cesare ed alle so- 
stituzioni polialfabetiche del Porta, dell'Al- 
beni e del Vigenere. Dopo questa parte, po- 
co più che introduttiva, si passa ad una bre- 
ve descrizione dei metodi della criptoanali- 
si statistica e ad un succintissimo cenno sui 
cifrari a rotore (famosa la macchina Enig- 
ma usata dai tedeschi durante l'ultima 
guerra), per passare poi subito all'aigomen- 
to centrale del volume, la «crittografia 
computerizzala» basata sull'algoritmo 
DES/DEA. La descrizione di questo cifra- 
rio, messo a punto originariamente dalla 
IBM col nome di Data Encryption Algo- 
rythm e successivamente certificato dal- 
l'ANSI (con la consulenza tecnica della 
NSA l'ente americano per la sicurezza) col 
nome di Data Encryption Standard, è piut- 
tosto chiara e, ci sembra, fra le prime ad 
apparire in italiano su una pubblicazione 
non specialistica. Il discorso prosegue poi 
con accenni al possibile uso crittografico 
del registri lineari a scorrimento (argomen- 
to tuttora in corso di approfondimento ne- 
gli ambienti di ricerca) per finire al dibattu- 
to argomento della crittografia a chiave 
pubblica, con descrizione dell'oramai cele- 
bre algoritmo RSA. Chiudono il volume 
una buona bibliografia di argomento critto- 
grafico ed un lodevole nonché correttissi- 
mo dizionarietto inglese-italiano di termini 
crittografici (quante volte, a questo propo- 
sito, ci è capitato di leggere termini obbro- 
biosi come «crìtiografare» o addirittura 
«encrlptare», quando la parola corretta è 
semplicemente «cifrare»!). 

Un giudizio complessivo sul testo non 
può essere che buono. Si lascia leggere be- 
ne, non è troppo complesso né troppo su- 
perficiale e dice cose istruttive in un modo 
chiaro ancorché rigoroso. La sua unica 
mancanza è, forse, l’eccessiva sintesi espo- 
sitiva. Talvolta si rimane con l’idea che 
l’autore avrebbe potuto parlare più a lungo 
di un argomento ma non l'ha fatto per 
mancanza di tempo o di... pagine. Ceno, in 
sole centoventi pagine non si può realizzare 
né un manuale di crittografia nè un testo di 
storia della crittografia. Purtuttavia ci di- 
spiace che la parte iniziale, quella delle ra- 
dici storiche, sia veramente troppo succin- 
ta; avremmo apprezzato anche solo dei 
cenni sui sistemi Delastelle, sul cifrario 
Playfair e sugli studi di Vemam. questi ulti- 
mi fondamentali per comprendere un buon 
numero di sviluppi della crittografia con- 
temporanea quali le macchine a rotore (an- 
ch'esse peraltro solo accennate). Ad ogni 
modo il testo ci sembra utile e, in definiti- 
va. consigliabile a chiunque possegga un 
interesse poco più che superficiale verso la 
materia. Tra l'altro gli algoritmi vengono 
descritti in uno pseudo-linguaggio di pro- 
grammazione strutturato simile al Pascal, e 
quindi chi volesse può utilmente imple- 
mentarli in programmi reali sul proprio 
personal senza troppi sforzi. 

Corrado Giustozzi 


40 


CoboI per microcomputer 

di Ruth Ashiey e Judi N. Femandez 

Gruppo Editoriale Jackson 
Via Rosellini. 12 - 20124 Milano 
1986 - 378 pagine. Lire 35.000 

Dalla editrice Jackson arriva questo cor- 
so di autoapprendimento dedicato ad uno 
dei più antichi linguaggi strutturati esisten- 
ti; il CoboI. In quattordici capitoli ed una 
breve appendice che elenca le parole riser- 
vate, le due autrici spiegano le basi comuni 
alle varie versioni del linguaggio commer- 
ciale. fornendo al lettore un efficace stru- 
mento didattico. 



A) fine di poter sfruttare appieno il testo, 
viene consigliato l'impiego parallelo di un 
elaboratore dotato di 64K di memoria e 
due unità a dischi, sul quale sia possibile 
far girare un editor ed un compilatore. Gli 
esempi sono stati compilati con l'ausilio 
del compilatore CoboI della Microsoft, ma 
si è curato di indicare sempre eventuali dif- 
ferenze di funzionamento riferite all'uso di 
altri due compilatori: il Ryan McFarland 
COBOL ed il Nevada COBOL della Ellis 
Computing. Il metodo impiegato è sicura- 
mente efficace anche se legalo più alla tra- 
dizione didattica americana che non a quel- 
la europea. 

In ogni capitolo vengono dichiarati all'i- 
nizio gli obiettivi da raggiungere, e dopo 
ciascun concetto esposto si fornisce una 
piccola serie di quesiti mirati a fissare ope- 
rativamente nella memoria ciò che si è let- 
to. Al termine del capitolo una prova di ap- 
prendimento dà modo allo studente di veri- 
ficare il livello di preparazione raggiunto. 

Ogni punto tematico viene trattato col 
minor numero di parole possibile. In modo 
che distrarsi durante la lettura diventa diffi- 
cile, ma non sorgono problemi allorché si 
deve sospendere lo studio per un motivo 
qualsiasi. Certamente, anche considerando 
l'argomento trattato, una esposizione di 
questo tipo può non ispirare simpatia a pri- 
ma vista; ma, se l'intenzione di chi legge 
non è solo quella di passare un po' di tem- 
po, questo libro è concepito per potersi 
adattare a qualunque ritmo di apprendi- 
mento. 

Da notare purtroppo la presenza di alcu- 
ni errori tipografici e di qualche incon- 
gruenza nella traduzione che a volte osta- 
colano la comprensione del lesto. 

Manlio Severi 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




ffìlgB§lfl§?l 


Apple 


per l'Università di Roma. 


Nel quadro dell'accordo tra la Apple Computer e 
l'Università "La Sapienza" di Roma, che entra a far 
parte del programma Apple University Consortium, è 
stata costituita neH'ambito del gruppo Bit Computers 
la società Micromatica, la quale si occuperà 
esclusivamente della gestione del rapporto tra 
Apple e la "Sapienza", con lo stile e la competenza 
tipici del gruppo Bit Computers, ma con risorse 
dedicate e specializzate. 


MICROMATICA - Apple University Center 

Sede commerciale: 00157 Roma, via Carlo Perrier4. tei. 06.4512117 - Telefax 06.4503842 
Sede legale: 001 59 Roma, via Maffio Maffii 27 


dì Elvezio Petrozzì 


Proposte di legge sulla tutela giuridica del saftware 



Riprendiamo questo me- 
se il discorso iniziato sul n. 
56 di MC relativamente alla 
tutela giuridica dei softwa- 

Lo facciamo per segnala- 
re due proposte di interven- 
to giuridico presentate ai 
due rami del parlamento: Il 
Disegno di Legge n. 1746 
presentato al Senato il 25 
marzo 1986 e, la Proposta 
di Legge n. 3907 presentata 
alla Camera il 9 luglio, del- 
lo stesso anno; entrambi i 
progetti sono stati assegnati 
alla Commissione Giustizia 
in sede referente. 

Prima di addentrarci nel- 
l'esame delle due iniziative, 
spendiamo ancora qualche 
parola sull'esigenza ormai 
indilazionabile di tutelare 
con strumenti adeguati ì 
prodotti software dell'indu- 
strìa informatica, attrezzi 
primari della rivoluzione 
Industriale oggi in atto. L'i- 
nammissibile situazione di 
incertezza giurìdica nella 
quale le legislazioni euro- 
pee ed extra-europee aveva- 
no posto i programmi per 
elaboratore viene via via ri- 
mossa da norme precise ed 
anche l'Italia sta per alline- 
arsi sul terreno dei provve- 
dimenti formulati espressa- 

A proposito degli inter- 
venti legislativi già interve- 
nuti nei paesi tecnologica- 
mente più avanzali, all'e- 
lenco presentalo nel prece- 
dente articolo sull'argo- 
menlo. vanno per comple- 
tezza aggiunti i due com- 
plessi di norme, entrambi 
statunitensi, stilali per pri- 
mi: il Software Copyright 
Act del 1980 ed il Semi- 
Conduaor Chip Act def 
1984; a questi va affiancato 
il Copyright Amendmeni 
Act auslrìaliano, sempre 
del 1984. 

Stiamo ricordando ed in- 
tegrando la lista dei provve- 


dimenti formulati in mate- 
ria poiché, da un loro atten- 
to esame, risulta sempre 
aperta la possibilità, anche 
in presenza di un prodotto 
sofiware, di un ricorso a 
norme preesistenti dell'or- 
dinamenio, le quali dise- 
gnano una tutela integrale 
dei programmi (ad esempio 
riguardo alla concorrenza 
sleale cd al servizio indu- 

Quesio avviene anche nel 
caso delie due proposte ita- 
liane, le quali mirano en- 
trambe alla modifica di leg- 
gi già varate ed operanti in 
modo da renderle capaci di 
regolamentare in modo ar- 
ticolato anche la difficile e 
tortuosa rete di problemi le- 
gali al nuovo mondo infor- 
matico. 


Disegno di legge n. 1746 
Senoto 

Si tratta di sette anicoli 
che compongono uno sche- 
ma di adattamento della già 
esistente tutela brevetiuale 
e dì diritto d'autore alla na- 
tura speciUca dei program- 
mi per elaboratore. 

Anche sulla base di indi- 
cazioni ricevute da ricerca- 
tori e studiosi (tra i quali va 
ricordata l'equipe del Cen- 
tro studi giuridici sull'ìnfor- 
maiìca deirUniversìtà di 
Pavia), i proponenti hanno 
individualo una serie di in- 
tegrazioni tese a sanare la 
situazione di contraddizio- 
ne ed incertezza creatasi a 
seguito della riforma del 
1979 in materia di invenzio- 
ni brevellabili. 

Tale normativa era stata 
introdotta per armonizzare, 
la legge italiana con te di- 
sposizioni della Convenzio- 
ne sul brevetto europeo, pe- 
raltro puntualmente ratifi- 
cata anche dall'Iialia. 


L'obiettivo, perlomeno 
per quanto attiene ai pro- 
dotti software, non è stato 
raggiunto e il Disegno di 
Legge in oggetto vuole ap^ 
punto ottenere lo scopo me- 
diante la modifica della 
normativa in materia di 
brevetti per invenzioni e 
modelli industriali (e cioè il 
Regio Decreto 29 giugno 
1939 n. 1127, il Regio De- 
creto 25 agosto 1940 n. 
1411, il Regio Decreto 31 
ottobre 1941 n. 1354) e di 
diritto d'autore (e quindi la 
Legge 22 aprile 1941 n. 
633). 


Proposta dì Leggo n. 3907 
Camera 

In questo caso l'attenzio- 
ne viene posta non a] supe- 
ramento degli steccati tra i 
fautori delta brevettualità e 
quelli del diritto d'autore, 
ma al concepimento dì nor- 
me il più possibile in armo- 
nia con le scelte legislative 
operate negli altri paesi. 

La quantità di problemi 
che rimangono irrìsoili dal- 
l'applicazione per via ana- 
logica delle norme sui bre- 
vetti o sul diritto d'autore, 
consiglia l'introduzione di 
un regime legislativo speci- 
fico per il software; in que- 
sto senso si registrano an- 
che i lavori deirOMPI (Or- 
ganizzazione Mondiale del- 
la Proprietà Intellettuale) 
che già nel 1978 ha pubbli- 
cato, in «Disposizioni-tipo 
sulla protezione del softwa- 
re», una raccolta di racco- 
mandazioni cui però, sino 
ad oggi, si è curiosamente 
adeguata la sola Bulgaria. 

La Proposta in questione 
perciò, si sviluppa in nove 
articoli che modificano ed 
innovano un'unica legge 
esistente, la n. 633 del 22 
aprile 1941 sul diritto d'au- 


Interessante risulta, in 
questo documento, l'esten- 
sione della tutela non solo 
al «programma di elabora- 
tore», ma anche alla «docu- 
mentazione ausiliarìa», qui 
intesa come «descrizione 
delle funzioni e dei requisi- 
ti del programma di elabo- 
ratore, quali le specifiche, 
nonché la descrizione ope- 
rativa destinala all'uso ed 
alla manutenzione del pro- 
gramma di elaboratore, 
quali le guide e le istruzioni 
ad uso degli utenti, ì ma- 
nuali di installazione ed ap- 
plicativi». 

Da rilevare anche l'indi- 
cazione del deposito delle 
opere presso la SIAE, So- 
cietà Italiana degli Autori 
ed Editori. 

Nelle prossime puntate 
della rubrica avremo sicu- 
ramente occasione dì torna- 
re sull'argomento per un'a- 
nalisi più approfondita dei 
contenuti dei due docu- 
menti, ma vale sin d'ora la 
pena rilevare come in en- 
trambe venga chiarito che il 
diritto esclusivo sui pro- 
grammi realizzali nell'ese- 
cuzione 0 nell'adempimen- 
to di un contratto o di un 
rapporto dì lavoro debba 
appartenere al datore di la- 
voro, fatto salvo il diritto 
dell'autore o dei coautori al 
riconoscimento della pater- 
nità dell'opera. 

Quello che preme in que- 
sto momento è mettere in 
risalta come del resto fanno 
con chiarezza ì presentatori 
dei due progetti, l'urgenza 
di un chiarimento legislati- 
vo circa la tutela del soft- 
ware che possa evitare li 
perìcolo di consolidamento 
per situazioni incontrollate 
di mercato, già oggi tali da 
danneggiare sia i produttori 
che gli utilizzatori di quei 
«beni» particolari che sono 
programmi per computer. 


42 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


i 



Via Roggiuzzole 1 , 331'70 Pordenone, Tel. 0434/550340-550044 
Telex 460848 - Telefax 0434/550044 


Desidero ulteriori informazioni 
al seguente recapito: 

Nome 

Cogr>ome_ 

Indirizzo 


— CPU 8088-2 8 Mhz opzionale. 

— BIOS (IBM* compatibile). 

— 8 K ROM espandibile a 48 KB. 

— Due floppy disk drivers da 5 1/4" 

\ 360 KB DD/DS. 

— Scheda per grafica a colori 6845 
con porta parallela per stampante. 

— Tastiera IBM’ compatibile. 

Monitor 12” grafico monocromatico. 
Hard disk drives da 10-20-33 MB 


CA CO. 


— 640 K RAM espandibile a 16 MB, 
piastra madre a 5 lay-out. 

— Un Floppy disk drive da 1,2 MB 
DS/DD. 

— Un Hard disk drive da 20 MB. 

— Una porta seriale/Una porta 
parallela. 

— Tastiera (IBM* compatibile). 

— Espandibilità della memoria di 
MASSA (HDD) fino a 1 1 8 MB. 

— Monitor 12" grafico monocromatico. 


•MS-OOS. GW.BASk:. CPM/S6 ! 





■ Torno ancora per un mese sulTargomento MC-Link per 
illustrarvi le numerose novità che riguardano il sistema. A 
partire da metà gennaio, ossia circa per quando leggerete 
queste righe, sarà in linea la versisone 2.0 di MC-Link. 
intéramente riscritta dal nostro Bo Arnklit in vista della prossima 
attivazione di un sistema a più linee. Questa nuova versione, oltre ad 
implementare tutta una serie di accorgimenti tecnici necessari per la 
gestione condivisa delle risorse, incorpora numerosi suggerimenti dettati 
dall'esperienza d'uso del sistema, sia maturati nell'ambito del gruppo di 
lavoro responsabile del progetto e della messa a punto del sistema stesso, sia 
proposti dagli utenti durante i mesi di sperimentazione pubblica di MC-Link. ■ 


MC-Ull 


di Corrado Giustozzi 


D opo soli quattro mesi di sperimenta- 
zione pubblica di MC-Link (scrivo 
queste righe a fine dicembre), devo 
dire che le cose sono andate in un modo che 
mai ci saremmo aspettati. La misura tangibi- 
le de! successo di MC-Link è data, oltre che 
dalle manifestazioni di apprezzamento rice- 
vute da più pani, soprattutto dal numero 
sempre crescente dì utenti: il sistema attual- 
mente ha circa 1200 utenti, molto più di quel- 
li che è in grado di sopportare con una sola li- 
nea di comunicazione. Ed infatti, come già vi 
ho accennato nei mesi scorsi, siamo al lavoro 
per passare MC-Link su più linee. Il passag- 
gio avverrà in due fasi: la prima, già a buon 
punto, consiste nell'attivazione di un sistema 
a due linee derivato dall'attuale e basato su 
un hardware AT-Uke: la seconda, assai più 
impegnativa, prevede l'installazione di un si- 
stema interamente nuovo, sia dal punto di vi- 
sta hardware che software, il quale nelle 
aspettative gestirà diverse linee ed offrirà 
una sensibile evoluzione nei servizi offerti. 

Attualmente, come accennavo, siamo im- 
pegnati nella prima fase, consistente nella 
migrazione del sistema attuale in un ambien- 
te multitask ospitato da un compatibile AT. Il 
buon Bo Arnklit ha quindi dovuto rimettere 
pesantemente le mani sul programma MC- 
Link per adattarlo a questo nuovo environ- 
ment. Abbiamo quindi pensato di sfruttare 
l'occasione per modificare la struttura del 
programma alla luce dei suggerimenti e delle 
proposte comunicateci dagli utenti del siste- 
ma stesso, nonché delle esperienze personali. 


É nata cosi la seconda versione di MC-Link, 
denominata appunto MC-Unk 2.0. che al 
momento in cui scrivo è in fase di test interno 
e dovrebbe presumibilmente essere già in li- 
nea nel momento in cui leggerete queste ri- 
ghe. La presente puntata è quindi dedicata a 
descrivere brevemente la nuova struttura di 
MC-Link. 



Le modillche apportate al programina 
MC-Link sono di due tipi. Alcune sono im- 
mediatamente visibili aìruienle, per esem- 
pio una diversa sintassi di un comando o 


Velocità: ÌOO baud, full duplex. 

Parola: 8 bit di dati, I bit di stop, | 
nessuna parità. 

Echo: il sistema genera l'ect 

Hand.shake: Xon-Xoff, receiver-dri- ( 

Caratteri: accettabili maiuscole i 
minuscole indifTerentemente. 

Protocolli: ASClI-texL Xmodem. D 
Nibble. 

Telefono: (06) i5.\0.7i\. 

Orario: 24/24 h. tutti i giorni (salvo P 
manutenzione). 


una nuova configurazione della struttura 
ad albero. Altre sono invisibili in quanto ri- 
guardano solo il funzionamento interno del 
programma e non si riflettono direttamente 
sul suo modo di apparire all'utente. Le mo- 
difiche di questo secondo tipo, pur meno 
appariscenti, sono state quelle preponde- 
ranti. Ve le cito brevemente sia per puro 
dovere di cronaca che per darvi un'idea del 
notevole lavoro svolto da Bo. 

Il problema fondamentale da affrontare 
dovendo adattare un qualunque progamma 
alla mulliutenza è quello delta condivisione 
delle risorse e relativa soluzione degli im- 
mancabili conflitti di richieste. Un pro- 
gramma monoutente può tranquillamente 
allocarsi tutti i file di cui ha bisogno per 
tutto il tempo che vuole, senza rendere con- 
to a nessuno del suo operato: un program- 
ma multiutente no. deve rispettare certi vin- 
coli e certe priorità per utilizzare I file e le 
risorse di cui ha bisogno. Il programma de- 
ve rendere conto delle sue azioni ad un ap- 
posito supervisore, che può essere il siste- 
ma operativo od un altro programma, il 
quale stabilisce di volta in volta quali ri- 
chieste debbano essere soddisfatte ed in 
che modo: ovviamente l'interfaccia fra pro- 
gramma e supervisore deve essere ottimiz- 
zau. ed il programma non può pretendere 
di avere sempre tutte le risorse disponibili. 
Ciò ha comportato nella pratica una so- 
stanziale riscrittura delle sezioni in cui si 
elTettuano accessi ai file, che ora avviene in 
modo più responsabile (a livello di rìchie- 


44 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


MC-LINK 2.0 


ste di programma) ed é gestita mediante 
l'uso di «semafori» globali che stabiliscono 
quali file possano essere acceduti e da chi. 

Un secondo problema che il nostro Bo 
ha dovuto risolvere è stato quello delle 
lemporizzazioni nelle operazioni di I/O. Un 
ambiente multitasking manda avanti più 
programmi contemporaneamente mediante 
la tecnica del lime-sharìng, nel quale si de- 
dica tempo di CPU alternativamente ad 
ogni programma. Ciò può portare a delle 
inefndenze nell'uso delle risorse, partico- 
larmente visibili nel caso delle operazioni 
di I/O su video e sulle periferiche lente. Nel 
caso di più utenti collegati contemporanea- 
mente, ognuno vedrebbe infatti il sistema 
funzionare «a scatti», per via appunto del- 
la gestione non simultanea delle porte se- 
riali. Per ovviare a questo fatto, ed assicura- 
re un funzionamento più efficiente delle ri- 
sorse eliminando nel contempo il difetto 
estetico del funzionamento a scatti, è stato 
necessario modificare radicalmente le mo- 
dalità dì I/O del programma. In particolare 
adesso ogni operazione di I/O verso i termi- 
nali è gestita sotto interrupt e bufferizzaia, 
e ciò oltre a risolvere i problemi citati ha 
portato l'ulteriore vantaggio di un migliora- 
mento delPefficienza globale del sistema 
grazie alla sovrapposizione dei tempi di 1/0 
e di accesso al disco. 

Per poter effettuare queste modifiche, e 
le altre che vedremo fra un attimo, è stato 
necessario mandare in overlay il program- 
ma: ciò non ha comportato un particolare 
appesantimento del sistema ma ha lasciato 
maggiore libertà di movimento nell'am- 
pliare quelle sezioni del programma che 
precedentemente erano state lasciate ai mi- 
nimi termini per colpa dell'eccessivo in- 
gombro in memoria. 



I cambiamenti esterni nella struttura di 
MC-Link sono altrettanto sostanziali. Ciò 
che abbiamo cercato di fare è stato rendere 
MC-Link ancora più coerente e consistente 
nelle sue varie sezioni, e ancora più user- 
friendly ed intuitivo nell'uso- Ciò ha porta- 
lo innanzitutto ad una revisione dei termini 
adoperati per Indicare i comandi e le opzio- 
ni disponibili: ora tutti i termini sono defl- 
nitivamente in italiano e, crediamo, chiari e 
senza possibilità dì equìvoci. 

Le modifiche principali si sono concen- 
trale sull'ediior dell'area M)essaggi. che è 
adesso notevolmente più evoluto. II testo 
digitato viene formattato sullo schermo 
man mano che viene scritto, con tanto di 
wraparound fra le parole e numerazione 
automatica delle linee. L'editor rimane so- 
stanzialmente orientato al blocco (e non al- 
la linea), ma sono state migliorale le fun- 
zioni di ricerca e sostituzione neH'ambiio 
di una riga. Ora è più semplice e meno 
esposto agli errori il richiamo dì un testo 
già scritto (o letto), ed è inoltre possibile in- 
viare copie multiple di un messaggio. Ora il 
Comrol-Z usato come segnale di fine lesto 
non viene più inviato indietro durante la ri- 
lettura e quindi non è più potenziale causa 
di problemi per gli utenti MS-DOS. Infine 
la struttura logica dell'albero dei comandi 
«intorno» all'ediior è stata rivista, per cui 
ora le varie operazioni compaiono in un or- 
dine più naturale e più semplice. 

Anche la ricezione di messaggi, siano es- 
si P)osta o Oonferenze, è ora realizzata in 
modo diverso. Adesso é possibile vedere I 


messaggi inseriti successivamente ad una 
cena data, che per default è quella deU'uIli- 
ma sessione, ma può essere variata a piaci- 
mento: inoltre si può chiedere di vedere il 
solo sommario dei messaggi oppure i mes- 
saggi stessi, per intero ed in successione 
futile per scaricare su disco tutta la posta 
per esaminarla con calma una volta off-li- 
ne), Naturalmente è sempre possibile legge- 
re il singolo messaggio, passando al prece- 
dente od al successivo nella lista, ed in que- 
sto caso si ha ancora la funzione di risposta 
automatica. Queste modifiche hanno com- 
portato di conseguenza una leggera revisio- 
ne della struttura dell'albero dei comandi 
intorno alle funzioni di lettura. 

Adesso ogni funzione del sistema che 
produce ampi volumi di output può essere 
«filtrata» con una chiave: ossia il sistema 
emetterà solo quelle linee che contengono 
al loro interno una parola specificata dal- 
l'utente. Come prima, le liste possono esse- 
re sospese e riprese con Comrol-S e Con- 
trol-P. e terminate immediatamente con 
Control-C. 

Un sostanziale miglioramento in quanto 
a semplicità ed immediatezza di uso si ha 
ora nella procedura di primo login: i mes- 
saggi del sistema sono più chiari e ad ogni 


richiesta viene visualizzata la lunghezza 
massima del campo relativo. È stato infine 
migliorato il controllo sul superamento del 
tempo massimo concesso (che in preceden- 
za lasciava spazio ad un ceno tipo dì ope- 
razioni malevole tese a paralizzare ti siste- 
ma per un ceno tempo), e rivista la politica 
di assegnazione del tempo stesso; ora il 
tempo di collegamento è assegnalo su base 
quotidiana, per impedire che uno stesso 
utente tenga occupato il sistema per troppo 
tempo consecutivamente. 



Questo dunque è. nelle grandi linee, 
MC-Link nella sua versione 2.0; manca so- 
lo una cosa, la seconda linea. Per essa toc- 
cherà attendere ancora un pochino, sia per- 
ché la SIP non ci ha ancora fornito il mo- 
dem, sia perchè la sperimentazione interna 
del sistema multilinea non é ancora termi- 
nata. Ovviamente vi farò conoscere, al mo- 
mento opportuno, tutte le novità in merito. 
Ne! frattempo potete cominciare a prende- 
re confidenza col nuovo sistema, che sarà il 
medesimo che troverete nella versione a 
due lìnee. E quindi, in attesa dì novità, 
buoni collegamenti monolinea! lac 




SQNO IN EOICGLA AUDIQrevie» n.S 


9/12/Ss sre lS;3S 


Attenaere. . , 

Teepo ai collegeeento 00 «jn. 
COnANDG: messss9Vr Pirosrssni 

HESSAGSI: PIOSCS, Cionieren:e, 


tepu, Slervici, Hielp, S)y 
steni, H)elp, O'Uit? p 


nesssggi in ercivo: 

ssg: Oats: Ora: Oa: Oggetts: 

3167 17/12/&S ls;27 LEPPO nARCC FAélO NON FUNZIONA 
3232 19/12/aS 22: 18 nESSINEO FRANCESCO PROBLENI DI LUCE' 

3260 21/12/86 02:n>. STAGNARO LUCA PROTOCOLLI 01 COHUNICAZIONE 

3261 21/12/66 0n:SS CORTI 4LSERTQ PENTAHINI 


»DSTA: EH 
NESSASSI: : 
Tespo ai c> 
CDnANOO: n 

22/12/66 Ore 


Slpeoire, NIelp, 


nC-LINl c 


iGllegaeento OS 6 


45 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


Persomi Modem M 23Ù 

di Corrado Giustozzi 



C loni PC. cloni AT... perché non 
«clonare» anche i modem? Que- 
sto si debbono essere deni fra sé e 
sé i Taiwanesi quando hanno progettato 
questo Personal Modem: il quale è. ap- 
punto. un clone del famoso Smartmo- 
dem prodotto dall’americana Hayes. 

Per chi non conoscesse i modem Ha- 
yes diciamo che questa casa è stata la 
prima ad inventare e produrre i cosid- 
detti modem «intelligenti»: apparecchi 
che possono dialogare col computer che 
li controlla per mezzo di un apposito lin- 
guaggio di comandi, detto «AT» in 
quanto ogni strìnga deve neces.saria- 
mente iniziare con questa coppia di sim- 
boli. Tramite questo linguaggio è possi- 
bile istruire il modem sia per configurar- 
lo da software fai posto dei vari interrut- 
tori e microswiich imposti dalla configu- 
razione hardware) che per fargli svolge- 
re automaticamente funzioni evolute 
quali comporre il numero o rispondere 
alle chiamale entranti. 

In particolare il Personal Modem che 
vediamo que.sto mese è un apparecchio 
intelligente, Hayes-compatibile. mulii- 
funzione ma monostandard essendo 
configurato .solo secondo lo .standard 
CCITT V.2! (ossia 300 baudfuU duplex 
a norme europee), con possibilità di au- 
lodiat e autoan.swer. 



A vederlo non si direbbe un mo- 
dem, almeno come uno se lo figura so- 
litamente: ossia uno scatolotto con un 
pannello pieno di led e interruttori. Il 
Personal Modem WD 230 si presenta 
invece come un basso parallelepipedo 
di plastica color panna, senza alcuna 
scritta particolare ma con due soli in- 
terruttori a slitta e quattro led rossi po- 
sti sul pannello superiore. A sinistra 
una scanalatura, forse un alloggiamen- 
to per qualcosa di non meglio definito 
(un microtelefono dalla foggia partico- 
lare?) contribuisce a movimentare un 
po’ l’estetica dell’apparecchio, che tut- 
tavia rimane sobria e poco appariscen- 
te. 

L’assenza di controlli si spiega con 
la programmabilità software del mo- 
dem: ed in effetti i due interruttori 
presenti servono ad inserire od esclu- 
dere il modo di funzionamento di pro- 
va (ioopback digitale) ed ad accendere 
o spegnere l’apparecchio. 1 quattro led 
segnalano invece lo stato di accensio- 
ne (POWER), ed i tre stali più impor- 
tanti del processo di comunicazione: 
la rivelazione della portante del mo- 
dem remoto (DCD) ed il transito dei 
dati in arrivo (RD) e in partenza (TD). 

Sul pannellino posteriore sono di- 
sposte tutte le connessioni che servono 
al modem per dialogare col mondo 
esterno. Da sànistra a destra troviamo 
il jack di ingresso dell'alimentazione 


(fornita da un trasformatorino esterno 
tipo calcolatrice), i due connettori per 
il collegamento alla linea ed al micro- 
telefono (del tipo RJ-11 americano, 
praticissimo ma pressoché introvabile 
qui da noi) ed infine il connettore del- 
la RS-232, realizzato con un DB-9 al 
posto del più classico DB-2S per ovvi 
motivi di ingombro. 

Col modem, contrariamente a quan- 
to avviene con modelli superiori an- 
che della stessa casa, non viene fornito 
un microtelefono: l'utente deve quindi 
provvedere per conto suo a collegare 
un apparecchio telefonico a monte del 
modem. Ciò in teorìa non è indispen- 
sabile in quanto il modem come dice- 
vamo è in grado di comporre automa- 
ticamente il numero; tuttavia è conve- 
niente perché cosi si può sfruttare il 
punto telefono anche per normali 
chiamate in voce, mentre altrimenti si 
rimarrebbe obbligati alle sole chiama- 
te «telematiche». 

Col modem vengono forniti due ca- 
vi di collegamento. Il primo è un cavo 
RS-232 per il collegamento al compu- 
ter, cosa decisamente utile in quanto 
purtroppo lo standard RS-232... non è 
affatto standard, e il tipo di cavo op- 



portuno varia quasi aleatoriamente in 
funzione dei due apparecchi da colle- 
gare. Quello fornito, in particolare, 
funziona specificamente con le porte 
seriali in dotazione al PC-IBM e com- 
patibili vari, ma dovrebbe andare bene 
in lìnea di principio con quasi tutti ì 
computer. Non va bene tuttavia con 
l’AT in quanto questo computer adot- 
ta connettori DB-9 per le connessioni 
seriali, al posto dei più comuni (ma 
più ingombranti) DB-25. Il secondo 
cavo serve invece per collegare il mo- 
dem alla linea: questo è ancora più 
importante dell'altro in quanto, come 
accennavamo poc’anzi, le prese sul 
modem sono fatte con i connettori te- 
lefonici standard americani (RJ-il) i 
quali non si trovano qui da noi nean- 
che a pagarli oro! 11 cavetto fornito 
termina da un Iato con un RJ-I I e dal- 
l’altro con due pagliette fermacavo, 
applicabili in qualsiasi tipo di spina 
telefonica senza difficoltà. Il problema 
semmai sorge nel collegamento del- 
l'apparecchio telefonico: il nostro 
consiglio è quello di procurarsi uno di 
quegli economici telefonini «giappo- 
nesi», che spesso hanno in dotazione 
un cavo come quello che serve e quin- 
di possono essere collegati al Personal 
Modem direttamente. 



Aprire l’apparecchio è semplicissi- 
mo, basta svitare quattro viti sul fondp 
per poter separare i due gusci di pla- 
stica che formano la carrozzeria. No- 
tiamo che le viti strìngono in madreviti 
metalliche annegale nella plastica, in- 


MCmlcrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




PERSONAL MODEM WD 230 



dice di una cura costruttiva spesso tra- 
lasciala da molti produttori di Taiwan. 
Fra i due gusci, come il prosciutto nel 
panino, troviamo una scheda a circui- 
to stampato che contiene tutto il mo- 
dem. La costruzione è pulita e lineare, 
il cablaggio praticamente inesistente. 
Gli unici nii che si vedono in giro so-> 
no quelli fra la scheda e gli RJ-II. La 
scheda stessa è solo incastrata fra i 
due gusci e può essere estratta con 
estrema facilità. Su di essa si notano 
facilmente la sezione alimentatrice ed 
il modem vero e proprio, contenuto in 
un solo integratore. Ottima realizza- 
zione ed ottima ingegnerizzazione, per 
un apparecchio lutto sommato di un 
certo impegno. 



1) primo passo da compiere per po- 
ter utilizzare il modem consiste ovvia- 
mente nel collegarlo al computer ed 
alla lìnea. I problemi sono quelli ac- 
cennati poco sopra: e se per il compu- 
ter va generalmente bene il cavo RS- 
232 fornito, per la linea e per l’appa- 
recchio telefonico le cose possono es- 
sere più complicate vista la maggiore 
difTicoltà di procurarsi i cavi e/o i 
connettori adatti. Supponiamo co- 
munque risolto anche questo aspetto 
della questione, e passiamo a vedere 
più da vicino il funzionamento del 
modem. A questo proposito ci aiutano 
abbastanza sia il m.inualetto originale 
dell'apparecchio che la sua revisione 
italiana fornita daH’importatore. In es- 
sa vengono descritti piuttosto chiara- 
mente. anche se non troppo in profon- 
dità. i vari aspetti sia del funziona- 
mento teorico che deH'utilizzazìone 
del modem. Ovviamente è necessario 
avere un programma di comunicazio- 
ne in grado di sfruttare i comandi AT 
(praticamente tutti quelli sul mercato) 
e... un numero da chiamare. Noi ab- 
biamo usato CrossTalk e dobbiamo 
dire che tutto ha funzionato al primo 
colpo. Nel caso di autodial, ossìa chia- 
mata automatica, il modem è in grado 
di comporre il numero sia sfruttando 
il sistema ad impulsi (europeo) che 
quello a frequenze (americano ma in 
uso anche nei moderni PAB o «centra- 
lini intelligenti»), di accorgersi della 


presenza o meno della portante del 
corrispondente e di informare di ciò il 
computer. Nel caso di autoanswer, os- 
sia risposta automatica, il modem si 
accorge che qualcuno sta chiamando 
e, dopo un numero prefissabile di 
squilli, risponde emettendo la sua por- 
tante ed attendendo l'aggancio con 
l'allro modem. Anche in questo caso il 
computer viene mantenuto al corrente 
di ciò che sta succedendo grazie ad al- 
cuni messaggi di stato emessi dal mo- 
dem. Sfruttando i'autoanswer occorre 
tuttavia esercitare qualche precauzio- 
ne se si usano quei programmi di co- 
municazione che, come Cross Talk, 
sfruttano determinate linee di control- 
lo della RS-232 per determinare lo sta- 
io del modem (ad esempio il segnale 
di Ring Detect); in questo caso occor- 
re disabilitare sul modem il colloquio 
mediante stringhe di caratteri, cosa 
che si fa con uno dei tanti comandi 
AT. 

Per il resto nessun problema: il mo- 
dem è praticamente privo di controlli 
e quindi di potenziali problemi per l'u- 
tente inesperto, docile ai comandi del 
computer e praticissimo da usare. Per 
chi è abituato ai modem a chiamata 
manuale il Personal Modem è una ve- 
ra liberazione: l'operatore non deve 
fare più nulla se non comunicare al 
computer il numero da chiamare. Se 
poi si sfruttano le possibilità di memo- 
rizzazione dei parametri e di auto-lo- 
gin olTerte dai più moderni program- 
mi di comunicazione, il processo di 
connessione ad un computer remoto si 
riduce ad un gioco: computer, pro- 
gramma e modem cooperano per chia- 
mare automaticamente il numero e 
collegarsi aH'host, fornendo anche l'e- 
ventuale sequenza di login e/o pass- 
word richieste. Di più ancora: con i 
programmi «programmabili» (scusate 
il bisticcio ma è proprio cosi) sì può 
fare addirittura in modo che ad una 
determinata ora, magari della notte, il 
computer chiami spontaneamente un 
corrispondente remoto, si colleghi, 
svolga un determinato numero dì ope- 
razioni (scambio di file, scarico dì 
messaggi in una mailbox eccetera ec- 
cetera) e si scolleghi, il tutto automati- 
camente e senza alcun intervento uma- 


no. Il Personal Modem supporta tutto 
questo tipo di operazioni, essendo co- 
me dicevamo compatibile con il lin- 
guaggio di comandi Hayes, lo stan- 
dard di mercato accettato da tutti ì 
principali programmi dì comunicazio- 



Per concludere ci sembra giusto lare 
un'annotazione commerciale su quella 
che potrebbe sembrare una limitazio- 
ne di questo modem, ossia la sola pos- 
sibilità di funzionamento a 300 baud 
V.21 CCITT. Secondo noi si tratta in- 
vece di un vantaggio, una precisa scel- 
ta commerciale che va a tutto favore 
deH'acquirente. Bisogna infatti consi- 
derare che nella maggior parte dei casi 
le maggiori velocità si dimostrano non 
così utili come sembrerebbe, e quindi 
finiscono per non essere sfruttate ade- 
guatamente: in definitiva servono solo 
a far pagare di più un apparecchio che 
verrà quasi sempre usato a 300 baud. 
In secondo luogo occorre tener pre- 
sente che i 1200 baud sbandierati dai 
modem più economici sono solitamen- 
te a norme V.23, ossia half duplex con 
segnale modulato in frequenza, che 
sono quasi perfettamente inutili: come 
dicevamo la volta scorsa ciò che even- 
tualmente serve sul serio sono i 1200 
baud V.22 (full duplex con segnale 
modulato in fase), ma questo standard 
sì trova solo su apparecchi di costo 
piuttosto alto. Anche la mancanza del 
modo di funzionamento a norme Bell 
(americane) non ci sembra grave: chi 
di voi pensa veramente di chiamare un 
CBBS americano in teleselezione a 
300 baud? Per cui ci sembra giusta la 
scelta del costruttore, che ha preferito 
fare un apparecchio poco costoso ri- 
nunciando al multistandard ma non 
alle facìlity costituite dalla program- 
mabilità Hayes. 

Il Personal Modem è quindi un ap- 
parecchio commercialmente intelli- 
gente, dotato di quelle cose che servo- 
no sul serio e privo di quelle che po- 
trebbero servire ma alzerebbero il 
prezzo. Alla luce di queste considera- 
zioni il suo rapporto prezzo/prestazio- 
ni ci sembra decisamente favorevole. 

«c 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


47 


IBM Ventìtfuattnre 

di Marco Marinacci 


In Italia è stato denominato ufficialmente «Ventiquattrore» il portatile 
che la più grossa casa di computer del mondo ha presentato ai primi del 
mese di aprile al Comdex di Los Angeles. Ne abbiamo dato qualche 
anticipazione nel numero di giugno, riportando le informazioni che 
Filippo Colangeli, nostro corrispondente negli Stati Uniti, aveva potuto 
racimolare nello stand di Big Blue. Ora che è iniziata la 
commercializzazione de! prodotto anche in Italia, abbiamo potuto 
averne fra le mani un esemplare messoci a disposizione dalla Bit 
Computers. In attesa della prova completa, prevista per il prossimo 
numero (forse a confronto con un agguerritissimo concorrente...!, eccovi 
le impressioni del primo, rapido contatto. 



£ un po' che il mercato dei portatili è 
in fermento. Probabilmente non vale la 
pena, qui. di ripercorrerne la storia; fat- 
to sta che è ormai da qualche anno che 
più o meno tutti coloro che seguono ab- 
bastanza da vicino il mercato dell'infor- 
malica guardano con occhio interessato 
le novità che a mano a mano vengono 
presentate nel settore prima dei... vali- 
gioni (tipo Osborne 1 per intenderci, 
che é probabilmente stato il primo qua- 
si-portaiile) ed ora dei «lap top», come 
sono stati ormai universalmente deno- 
minati i computer abbastanza piccoli 
(ed autonomi) da poter essere utilizzali 
anche tenendoli sulle ginocchia. 

I primi portatili finirono col cambia- 
re la loro denominazione in quella di 
«trasportabili», quando ci si rese defini- 
tivamente conto che chi li acquistava 
non era molto invogliato a «portarseli 
appresso», ma piuttosto poteva «tra- 
sportarli facilmente»; poi cominciarono 
ad arrivare i «portatili sul serio», che 
solo recentemente sono stati battezzati 
lap top; dopo i primi esemplari, dalle 
prestazioni relativamente interessanti 
ma obiettivamente limitate, si è arrivati 
a prodotti veramente potenti e funzio- 
nali, in particolare non solo in MS- 
DOS. ma in grado di assicurare la com- 
patibilità (in molti casi praticamente to- 
tale) con «lui»; il PC IBM. 

Chi è arrivato per ultimo nell'arena 
dei portatili davvero compatibili IBM? 
La IBM. II che non è male: primo per- 
chè non arrivando per prima ha lasciato 
spazio agli altri, utili per movimentare il 
mercato, lasciare al pubblico possibilità 
di scelta e stimolare (grazie alla concor- 
renza) la realizzazione di prodotti inte- 
ressanti c competitivi ; secondo, perché 
arrivando «lei» ha in pratica conferito 
la patente di «possibile» al mercato dei 
lap top. Nel senso che molti dei... ben 
pensanti sprovveduti possibili acquiren- 
ti penseranno, probabilmente, che se 
anche la IBM costruisce un prodotto di 
questo genere vuol dire che può funzio- 
nare e che forse vale la pena comprarlo, 
della IBM o di un'altra marca poco im- 
porta... D'altronde non bisogna dimen- 
ticare che quando la IBM usci con il 
personal, negli Stati Uniti la Apple im- 
postò una campagna pubblicitaria che 
suonava più o meno «grazie, IBM, di 
essere entrala net mercato del personal, 
perché ci aiuti a vendere i personal alla 
gente». 

La IBM, come già accennato nel cor- 
sivo iniziale, ha presentato per la prima 
volta il Convertible al Comdex di Los 
Angeles, ai primi di aprile. Da allora, lo 
si è potuto vedere in tutte le successive 
manifestazioni fierìstiche americane; in 
Italia ha fatto una... strana apparizione 


in occasione dello SMAU, in settembre, 
dove é stato esposto non nello stand 
ma, zitto zitto, quale partecipante al 
premio Industriai Design (premio che il 
Convertible ha. peraltro, ricevuto). Del 
Convertible, in Italia, non si è saputo 
ufficialmente nulla fino a che. verso la 
metà di novembre, non é comparsa su 
alcuni quotidiani una pagina intera di 
pubblicità che diceva di andare a vede- 
re il Ventiquattrore, come era stato bat- 
tezzalo, presso i rivenditori IBM, che in 
quel momento peraltro ne erano sprov- 
visti. Ai primi di dicembre abbiamo fi- 
nalmente ricevuto un comunicato stam- 
pa. datato 18 novembre. Ci si sarebbe 
aspettati una qualsiasi specie di confe- 
renza di presentazione, vista l'assoluta 
novità deH'oggetio nella gamma di pro- 
dotti IBM, ma cosi non è stato. Il Venti- 
quattrore é spuntalo fuori improvvisa- 
mente e quasi dal nulla: speriamo non 
significhi che verrà abbandonato a se 
stesso: è, al contrario, un prodotto che 
necessita di essere seguito e supportato 
ed al quale la IBM farà bene a dedicare 
le necessarie energie. 

Nel suo .settore il Ventiquattrore si in- 
serisce, da un certo punto di vista, nel 
modo migliore. Non... stravince nei 


confronti dei concorrenti, anzi non sem- 
bra neppure essere il migliore. Però non 
é assolutamente un cattivo prodotto, e 
gli altri... non sono IBM. Quindi il di- 
scorso è aperto: c'é spazio per un buon 
successo del 24ore, un po' perché é un 
buon prodotto, un po' perchè é IBM, 
quindi presumibilmente più facile da 
trovare per un possibile acquirente (leg- 
gi meglio distribuito) e. come si diceva 
prima, queste tre magiche lettere posso- 
no pesare nella scelta di chi non è abba- 
stanza informato da saper valutare le 
prestazioni di una macchina e decide 
quindi di affidarsi solo al nome. Ma c'é 
spazio anche perché ci sono varie mac- 
chine che hanno le carte in regola per 
dire la loro, delle quali non è mancala 
occasione di parlare su MCmicrocom- 
puier. Citiamo l'ottimo Zenith 181, ma 
anche l'economico Bondwell 8, entram- 
bi in prova sul numero 57, E chi ha letto 
il reportage dal Comdex di Las Vegas, 
nel numero scorso, avrà visto che la 
Nec ha un portatile a dir poco favoloso, 
con tanto di lastierìno numerico vero e 
clock a due velocità (ci sarà in Italia?). 
E in fondo lasciamo quello che per ora 
è sicuramente il più agguerrito sfidante 
(anzi sfidalo), il Toshiba 1 100, del quale 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


IBM VENTIQUATTRORE 


peraltro sta arrivando anche da noi la 
versione Plus (più veloce, con due dri- 
ve. con display migliorato). Prestazioni, 
prezzi, reperibilità, «blasone», ma an- 
che aggressività ed efficacia della pub- 
blicizzazione: saranno queste, occhio e 
croce, le armi principali della sfida. La 
prova completa delI'IBM Ventiquattro- 
re è prevista per il prossimo numero. Se 
sarà possibile, ci sarà contemporanea- 
mente anche il 1 100 Plus, ma forse non 
si farà in tempo ad averlo e non è quin- 
di una promessa. 

Nel frattempo, per i più impazienti, 
cerchiamo di dare uno sguardo rapidis- 
simo. £ un portatile e cominciamo dal... 
guscio. Chiuso, innanzi tutto: ottima la 
presenza della maniglia, motto robusta, 
che tra l'altro può fungere anche da ap- 
poggio per i polsi mentre si scrive. La 
forma del contenitore è molto squadra- 
ta, sta benissimo in piedi tipo valigetta, 
ed il tutto è abbastanza robusto da non 
far temere urli (almeno quelli «norma- 
li». è sempre un computer). Il peso è di 
poco superiore ai cinque chili, quindi 
non contenutissimo ma più che ragione- 
vole: i piedini antiscivolo sono molto 

Aprirlo non è forse semplicissimo: ci 
sono due piccoli pulsanti sul frontale, al 
di sotto della maniglia, non troppo age- 
voli da premere mentre si solleva il co- 
perchio-display. Durante l'apenura di 
quest'ultimo, il lutto si articola in modo 
che sia la tastiera, sia la parte su cui è la 
cerniera e che contiene le due unità mi- 
crofloppy assumano una posizione er- 
gonomicamente inclinata, ed il sistema 
rivela la sua estetica obiettivamente 
molto gradevole. II 24ore è serio ma cu- 
rato. non banale, e dà un'ottima impres- 
sione di robustezza nonostante il com- 
plesso snodo e l'articolazione del di- 
splay. A proposito di quest'ultima biso- 
gna dire che se è apprezzabile la possi- 
bilità di asportare mollo facilmente il 


display, non è viceversa possibile incli- 
narlo oltre l'angolazione mostrata nella 
foto, cosa che invece sarebbe in parec- 
chi casi desiderabile; per un uso lette- 
ralmente «lap top» ad esempio, ossia 
tenendo la macchina sulle ginocchia, o 
semplicemente per ottenere che il di- 
splay sia illuminato nella maniera più 
conveniente in un ambiente particolare. 
Per fare un caso concreto, ci sono dei 
problemi se si tenta di lavorare utiliz- 
zando come unica sorgente il lume del- 
la scrivania, a meno di non posizionar- 
selo quasi come... un cappello. La leggi- 
bilità è abbastanza buona, anche se non 
eccezionale non trattandosi né di un 
back lit (display a cristalli liquidi dotato 
di illuminazione propria del fondo) né 
di un super-twist (i cristalli si dispongo- 
no in modo da essere più opachi alla lu- 
ce). È molto meglio di quello del Bond- 
well. é più 0 meno come quello del To- 
shiba seconda serie (il primo era peg- 
giore), ma decisamente inferiore al back 
lit super-twist dello Zeniih. Per il 24ore 
la IBM ha previsto un apposito monitor 
tradizionale esterno, a fosfori verdi (del 
quale per ora non c'è traccia in Italia), 
da usare una volta rimosso il display 
LCD in modo da trasformare la mac- 
china in una specie di desk top dalle di- 
mensioni particolarmente contenute. Il 
«tocco» della tastiera é ottimo; il lasiie- 
rino numerico é «annegato» nella ta- 
stiera (accessìbile tramite il tasto blu 
Functìon), mentre i tasti funzione sono 
in una fila superiore e quelli per il cur- 
sore disposti, intelligentemenie. a croce 
(quasi) e in basso a destra. 

L'accesso ai microfloppy é ovviamen- 
te. grazie alla loro posizione frontale, 
molto comodo. Viene fornito un disco 
di Start-Up. che contiene fra l'altro un 
articolatissimo diagnostico e le cosid- 
dette applicazioni; tools, blocco note, 
elenco telefonico, calcolatore e agenda- 
scheduling: quest'ultima, in panicolare. 


colpisce per caratteristiche e facilità dì 
impiego. Alle applicazioni si accede 
premendo uno dei tasti funzione, secon- 
do un menu a icone che compare sullo 
schermo. 

Sul funzionamento non credo che 
valga la pena di dare molto più che que- 
sti accenni, rimandando ovviamente il 
tutto alla più volte annunciata prova: 
ad un primo approccio la macchina non 
sembra comunque velocissima, almeno 
per quello che riguarda i drive che si 
mettono in moto con un ritardo vicino 
ai paio di secondi quando si impartisce 
il comando. Non sì tratta, é ovvio, di un 
dato che possa essere preso come signi- 
ficativo più di tanto. Ben di più stupi- 
sce. invece, la mancanza della dotazio- 
ne dì serie di un'interfaccia di qualsiasi 
tipo; esiste a listino, per 412.000 lire, 
una scheda aggiuntiva con interfacce 
seriale e parallela. Cosa si fa con un 
computer senza interfaccia, come si 
stampa? risposta, probabilmente; con la 
stampante apposita, termica, che si 
monta sul fondo dell'apparecchio (co- 
sta 627.000 lire). Continuiamo in tema 
di prezzi, già che ci siamo: l'adattatore 
colore, per collegare il monitor esterno, 
costa 8SI.000 lire, più 20.S00 di cavo: i 
drive esterni costano 347.000 il 3" e 
i /2. 68 1 .000 e 762,000 i 5" e 1 M rispet- 
tivamente da 360 K e 1.2 M. Infine, 
3.975.000 lire è il prezzo del Ventiquat- 
trore con 512 K di RAM e due micro- 
floppy da 720 K. con alimentatore, bat- 
teria ricarìcabile, DOS 3.2 e disco Start- 
Up con applicazioni. Per ora. ed é que- 
sta forse la cosa più criticabile, é dispo- 
nibile la sola unità base. Come dire che 
chi oltre ad elaborare o immagazzinare 
vuole stampare, bisogna che aspetti 
(qualche mese, secondo i primi annun- 
ci). 

I nostri lettori, dal canto loro, do- 
vranno aspettare un mese per saperne 
di più... 







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MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



PRAMEWORKII 


D ella precedente versione del Fra- 
mework. il pacchetto integralo 
della Ashton Tate. MCmicrocompuier 
ha pubblicato la prova nel maggio del 
1985. Si iraiiava del Framework l.l. 
versione italiana. 

Nell'articolo venivano analizzate tutte 
le funzionalità del prodotto, e veniva 
colta la .lua filosofia di strumento stu- 
diato in particolare per analizzare e tra- 
durre in espressioni formali le idee. Idee 
che in genere nascono in maniera disor- 
dinata ed estemporanea e che quindi si 
rischia di perdere, se non si appuntano e 
mettono al più presto a fuoco. 

E ora uscita la nuova edizione, solle- 
citamente tradotta nella versione Italia- 
na dalla Editrice Italiana Software, che 
ne cura la distribuzione in Italia. 

Il Framework è un prodotto integralo, 
che quindi, per definizione, è in grado di 
«fare tutto». Possiede una serie di mo- 
duli. ciascuno specializzato per una sin- 


di Francesco Petroni 


gola attività (tabella, testo, grafica...) in- 
tegrabili l'uno rispetto all'altro. 

I concorrenti del Framework sono og- 
gi fondamentalmente tre: il Symphony 
vers. 1.1 della Lotus Corporation, distri- 
buito dalla J. Soft, Open Access II della 
Software Product International distri- 
buito dalla SyPT. e infine Enable realiz- 
zato dalla The Software Group e distri- 
buito dalla Channel Italiana. 


Va notaio che questi quattro prodotti 



La casa che ha prodotto il Frame- 
work è una di quelle che hanno fatto la 
storia del PC. E la Ashton Tate, nata sul 
successo del Data Base ll/Ill. che co- 
stituisce il vero standard nei prodotti di 
gestione archivi su Personal. Di questa 
parentela il Framework conserva parec- 
chie tracce, vedremo quali. 


La nuova edizione ha il nuovo nome 
«Framework II», per significare che non 
si tratta di un semplice aggiornamento, 
ma di un prodotto pressoché nuovo. In- 
fatti i miglioramenti sono numero.sissi- 
mi, e riguardano anche quelle caratteri- 
stiche che avevano suscitato le critiche 
da parte degli utilizzatori. 

Citiamo la gestione della memoria, 
che nella versione precedente impediva 
la realizzazione dì tabelle di cene di- 
mensioni. 

La risposta a questo, che era il limile 
più importante, è duplice. E sia softwa- 
re. in quanto le routine di gestione della 
memoria sono state riviste e permettono, 
a parità di «ingombra» dell'applicazione 
(ad esempio un tabellone elettronico), 
un «risparmio» variabile dalle 2 alle 5 
volte. È anche in un certo senso Har- 
dware in quanto è possibile configurare 
il prodotto riconoscendo una scheda 
EMS. 



50 


n. 59 - gennaio 1987 


FRAMEWORK 


Per chi non lo sapesse, da un accordo 
Ira Microsoft. Intel /del gruppo IBM) e 
Lotus Corporation, è nato uno standard 
per le schede di espansione RAM. chia- 
mato Extended Memory Specifìcalion. 
oltre i fatidici 640 khyte. 

Sono schede che permettono espan- 
sioni fina a 8 megahyte. indirizcabiti in 
maniera trasparente daU'applicativo. 
utilizzando^ tecniche di Banking della 
memoria. È noto che il microprocessore 
8088 indirizza infatti solo I mega. 

In questa maniera i limiti di utilizza- 
bilità del Framework, che lavora preva- 
lentemente in memoria centrale, si «al- 
largano» di un fattore variabile tra 30 e 
50. 

Inoltre il Framework II. rispetto al 
.suo predeces.sore. possiede numerosi co- 
mandi in più. alcuni già visibili a livello 
di barra dei menu, come ad esempio la 
completa integrazione del modulo Co- 
municazioni. che prima era assoluta- 
mente esterno, altri meno appariscenti, 
ma altrettanto importanti, come numero 
di funzioni utilizzabili. 

Altra innovazione sostanziale è il pro- 
gramma di SETUP, che. oltre a permet- 
tere l'adeguamento praticamente a tutte 
le periferiche oggi in produzione (schede 
video e video, stampanti, plotter, mouse) 
e la configurazione «una tantum» delle 
specifiche d'uso, si gestisce via menu 
successivi, semplificando al massimo l'o- 
perazione di installazione e di eventuale, 
di.sinstallazione. 



I manuali sono quattro, più alcuni 
opuscoli, e i dischetti in dotazione so- 
no 9 (nove!). 

I quattro manuali corrispondono ad 
un crescendo neirapprendimento. Il 
primo si chiama «Primi Passi con il 
Framework II» e si occupa della Tase 
di installazione, che lavorando con 9 
dischetti, comporta una serie di passi 
successivi a seconda della configura- 
zione Hardware a disposizione. 

II secondo manuale «Conoscere 
Framework II» permette di fare la co- 
noscerua con le funzionalità principali 
del prodotto, e cioè la creazione e la 
gestione dei quadri, nome che corri- 
sponde, in prima approssimazione, al 
concetto di WINDOW, Poi la costru- 
zione di un quadro di Testo, di un 
quadro di tipo Spreadsheet, di un Gra- 
fico. costruito sullo spreadsheet, dì un 
Database e infine di un quadro di tipo 
Profilo, particolare organizzazione che 
permette di collegare con una logica 
«ad albero» più quadri anche di tipo 
differente. 

Il terzo manuale è il più voluminoso 
(oltre cinquecento pagine) ed è quello 
che si usa «a regime». È organizzato 



cino delle copertine, per cui lo sfoglia- 
re le pagine non risulta molto agevole, 
e si rischia, se lo si fa con un certo vi- 
gore. di sfilare qualche foglio. 

Tra gli opuscoli c'è il solito fonda- 
mentale manuaietto con il riassunto di 
tutti i comandi e le funzioni (si chiama 
Guida di Consultazione Framework 
II). 



I dischetti sono, come detto, nove. 
Su ognuno di essi è stampigliato il nu- 



in 1 1 capitoli ciascuno dei quali tratta 
in modo approfondito un argomento, 
ad esempio Profili, oppure Stampa dei 
Documenti, ecc. 

In questo manuale è anche affronta- 
ta la problematica delle MAGRO, nel 
capitolo intitolato Framework II a mi- 
sura deirUtente. che permettono una 
prima forma di programmazione, rea- 
lizzabile anche da un utilizzatore fina- 
le con un minimo di esperienza. 

Chiudono il volume, come consue- 
tudine. una serie dì appendici tecni- 
che, e l’indice per voce. 

Il quarto ed ultimo manuale è 
«Fred e Telecomunicazioni». FRED è 
il linguaggio di programmazione «pro- 
prio» del Framework. Sono quindi 
raccolti in un volume a sé gli aspetti 
più tecnici del prodotto e che, in un 
certo senso, riguardano solo gli utiliz- 
zatori più avanzati. 

I quattro volumi ricalcano lo stìling 
della Ashton Tate, e sono stampati 
con estrema cura sìa da un punto di vi- 
sta esteriore (qualità della carta e della 
stampa) che da un punto di vista so- 
stanziale (contenuti). Sono racchiusi, 
assieme al contenitore rìgido dei di- 
schetti, in un cofanetto di cartoncino 
rìgido. 

Se proprio volessimo fare un appun- 
to a tanto lusso potremmo dire die la 
soluzione della chiusura a spirale mal 
si combina con la rigidezza del carton- 


mero di serie del prodotto che identifi- 
ca il cliente presso la casa distributrice 
e che quindi va citato quando sì vuole 
usufruire dei vari servizi compresi nel- 
la Licenza d'Uso (ad esempio la con- 
sulenza via Hot Line). Ricordiamo che 
il Framework. cosi come altri impor- 
tanti prodotti software, non viene ven- 
duto. ma ceduto in licenza d'uso ad un 
cliente che si impegna a rispettare le 
clausole della licenza, e che in tal mo- 
do può usufruire dei numerosi servizi 
accessori. 

I primi due dischetti contengono il 
prodotto. Il primo disco, quello con 
cui sì carica la prima parte del prodot- 
to, è protetto con il Superlock e quindi 
non è copiabile. Ne è fornita una co- 
pia di backup (e siamo a tre). 

Un disco di configurazione contiene 
il programma Setup, del quale parlere- 
mo poi. e utilizza anche un dischetto 
con ulteriori driver (ad esempio sono 
riconosciute circa 80 stampanti diffe- 
renti). E siamo a cinque. 

C'è il dischetto delle applicazioni, 
ovvero i moduli esterni al FW ma ri- 
chiamabili direttamente via MENU. 
C’è poi il dischetto di controllo orto- 
grafico (ancora in inglese), per la cor- 
rezione automatica dei testi prodotti 
sotto word processor. 

Gli ultimi due dischetti contengono 
i Tutorial. II programma autodidattico 
si svolge lungo una specie di storia di 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


51 





FRAMEWORK 



argomento poliziesco, che via via per- 
mette in maniera automatizzata, di 
analizzare le varie funzionalità. I vari 
moduli del programma di autodidatti- 
ca sono ovviamente scritti in FRED, 
che è il linguaggio di programmazione 
del Framework. 



Per configurare il Framework, adat- 
tandolo al proprio hardware, si utiliz- 
za il programma SETUP, che per mez- 
zo di menu successivi, guida l'installa- 
zione. Trattandosi di un prodotto re- 
centissimo sono previste tutte le novità 
hardware. Ad esempio configurazioni 
per Olivetti, schede grafiche avanzate, 
schede di espansione memoria, ecc. 

Se si lavora con Hard disk occorre 
installare il prodotto su tale disco, pre- 
levandolo dal dischetto che ovviamen- 
te dopo non «funziona» più. La pro- 
cedura di Setup permette anche la di- 
sìnstallazione, restituendo al dischetto 
la sua piena funzionalità. In figura 1 
vediamo una fase di tale operazione. 

I vari menu che appaiono durante 
la fase di installazione permettono le 
più svariate configurazioni, ad esem- 
pio le specifiche standard per i drive 
di lavoro, per la stampante, per il mo- 
dem, per la memoria RAM. Esistono 
anche specifiche indicate come PRE- 
FERENZE. per la scelta dei colori 
dello schermo di lavoro, la dimensio- 
ne dei quadri standard, ecc. 

Facciamo notare la possibilità di 
utilizzare le nuove schede video, sia la 
EGA (Enhanced Graphic Card del- 
riBM), identificata come scheda grafi- 
ca sofisticata, che permette quattro 
differenti installazioni, sìa la Hercules 
Graphic Card Plus. 

Quest'ultima scheda, tra l'altro an- 
ch'essa distribuita dalla E.I.S., nel di- 
schetto dì installazione contiene nuovi 
driver che permettono di lavorare in 


due modalità; 29 righe per 90 colonne, 
e 43 righe per 90 colonne. Ne parlere- 
mo prossimamente. 

Sempre per quanto riguarda le sche- 
de video citiamo la presenza, ormai 
costante, di driver per Olivetti. 



La parola Framework è composta 
da Work, che come noto significa lavo- 
ro. e frame, che come meno nolo, si- 
gnifica quadro. In questa parola, che 
opportunamente non è stata tradotta è 
racchiusa la filosofia del prodotto e 
anche il suo modo di lavorare. 

Il concetto dì base non è il foglio 
elettronico, altrettanto valido ma in un 
certo senso «solo» bidimensionale, il 
concetto è quello del quadro, inteso 
come struttura omogenea al suo inter- 
no, che però può avere qualsiasi tipo 
di contenuto (numeri, testi, dati, grafi- 
ci) e che può essere collegata con rap- 
porti di «parentela» ad altri quadri an- 
che non omogenei a sé. 

Il Framework permette quindi sia di 
costruire quadri di vario genere sia di 
costruire strutture particolari di colle- 
gamento tra i quadri, sia di gestire gli 
interscambi tra i quadri. 

Questa filosofia di lavoro, peraltro 
già descrìtta in maniera esauriente sul- 
la citata prova del Framework 1.1. ben 
si presta a quella particolare attività 
della mente umana che è il pensare e il 
trasformare un'idea, magari abbozza- 
ta. via vìa in qualcosa dì formalizzato 
e quindi in qualcosa di concreto e 
complesso. 

Il termine inglese, peraltro usato 
nella manualìstica, che definisce tale 
attività è il Brainstorming, che vuol di- 
re lasciar scaturire le idee, idee che 
spesso vengono perse in quanto non 
viene esercitata un'attività di «messa a 
fuoco» e di «rielaborazione» e di «fis- 
saggio» delle stesse. 


Il Framework si pone come stru- 
mento ideale per tale tipo di attività, 
vantando una serie di funzioni specifi- 
camente studiate, la principale delle 
quali è senza dubbio il profilo, che 
permette, anzi stimola, a buttare giù le 
idee. 

A fronte di questa filosofia il modo 
dì lavorare del Framework segue la or- 
mai collaudata metafora della scriva- 
nia. con vaschette dalle quali preleva- 
re e nelle quali immettere documenti 
(quadri) e sulla quale aprire, chiudere 
e spostare «pratiche». 

Su tale scrivania assumono partico- 
lare importanza gli strumenti di lavo- 
ro, le cui funzioni sono ovviamente 
svolte dalla tastiera, per cui ad alcuni 
tasti vengono assegnali nuovi nomi, 

Esistono, nella voluminosa confe- 
zione, anche due «mascherine» che si 
posizionano sulla tastiera e che per- 
mettono di avere sempre sotto control- 
lo i nuovi significati dei tasti. Per fare 
un esempio F3 diventa «SPOSTA», il 
tasto + all’estrema destra diventa 
DENTRO (cioè entra nel quadro). 


Analisi del prodotto 


La prima difficoltà nell'accìngercì a 
descrivere un prodotto tanto versatile 
e complesso sta nella scelta dei meto- 
do, che può essere quello di percorrere 
la barra menu e di descrìvere in modo 
ordinato le varie funzionalità, oppure 
quello di suddividere la trattazione in 
argomenti specifici. 

In certi casi seguiremo il primo, in 
altri casi il secondo metodo. L'analisi 
sarà per forza «di spazio» non appro- 
fondila. ma ci ripromettiamo di scen- 
dere un po’ più in dettaglio in succes- 
sivi artìcoli, realizzati nell’ambito del- 
le rubriche della rivista, dedicali a spe- 
cifiche funzionalità. Approfondimenti 
che il prodotto, per la sua importanza, 
merita. 


52 


MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987 




FRAMEWOHK 



I liM Cn« Ujt tifiiiTuhAbi TkU )Mrn Crtfut ItWHjK 



Il sistema di lavoro del Framework 
è per mezzo di una barra di menu in 
cui sono indicati i titoli dei vari menu 
operativi che scendono quando richia- 
maci. 

Per posizionarsi sulla barra menu si 
utilizza il casto INS, a cui è delegala 
per sempre questa importante funzio- 
ne. Per scegliere le opzioni ci si muove 
facilmente e incuilivamence con le 
frecce o in orizzontale o in verticale. 
Per comare indietro nel percorso o in 
generale per annullare una scelta ap- 
pena fatta ma ancora non confermata 
ESC. 

Esistono inoltre delle «scorciatoie» 
per passaggi più veloci, e per inserire i 
vari passaggi anche in un programma. 

Senza entrare nel dettaglio di cia- 
scun sottomenu citiamo almeno gli ar- 
gomenti dì ciascuna di esse. 

APPLICAZIONI particolari funzio- 
nalità estranee al FW ma richiamabili 
e gestibili dal suo Interno. 

DISCO per caricamento e salvatag- 
gio di file FWII (hanno la desinenza 
•.FW2). oppure importazione esporta- 
zione da e verso altri formati (DB 11/ 
DB III, Lotus 123, Word Star. Display 
Writer. Visicalc e ovviamente, il for- 
mato ASCII). 

Va notaio innanzitutto che il carica- 
mento di fogli di lavoro Lotus 123. 
permette la «traduzione» delle formu- 
le. Inoltre è apprezzabile la possibilità 
di «esportare» traducendo nel forma- 
to del prodotto sul quale sì vuol passa- 
re. 

In tale sociomenu sono presentì an- 
che il comando di pulizia area di lavo- 
ro (a proposito la memoria disponibile 
su una macchina 640 kbyte è di circa 
340.000 byte) e di uscita da Frame- 
work. 

CREA per realizzare quadri Testo, 
Tabella, DataBase e Profili. Inoltre 
per dimensionare le tabelle aggiungen- 


do righe e/o colonne. Da questo menu 
si accede anche alle librerie di macro 
(funzione che vedremo dopo). 

EDIT varie funzionalità di editing, 
valide in vari ambienti. 

ORGANIZZA per le elaborazioni 
di database come ricerca, modifica, 
sostituzione, ordinamento, ecc. 

QUADRI per la gestione del WIN- 
DOWING. 

TESTO per le funzionalità di word- 
processor. 

NUMERI definizione dei formati di 
visualizzazione dei contenuti numerì- 

GRAFICA per la creazione di grafi- 
ci, definendone le varie tipologie e ca- 
ratteristiche. 

STAMPA funzionalità di stampa 
comuni ai vari modi di lavoro. 


I profili 


Il profilo rappresenta la formalizza- 
zione che si dà della struttura del lavo- 
ro. Ad esempio supponiamo di dover 
realizzare un progetto che si compone 
di vari elementi, anche di tipo diffe- 
rente tra dì loro, testi, tabelle, conteg- 
gi. elenchi ragionati dì dati, disegni, 
ecc. (fig. 2). 

Ipotizzando che ciascun elemento 
indivisibile del progetto occupi un 
quadro, occorre realizzare una struttu- 
ra che raccolga in un quadro «conteni- 
tore» un insieme dì quadri elementari. 
A loro volta i quadri contenitori po- 
tranno appartenere a contenitori di 
più alto livello e così via. 

Il concetto è ben individuabile dalla 
foto che illustra tale funzionalità. Si 
vede come il Profilo possa essere assi- 
milato ad un indice ragionato, a più li- 
velli, che può via via esplodere mo- 
strando il suo contenuto. 

Il grosso vantaggio del lavoro con 
tale struttura sta oltre che nel fatto di 
organizzare nella maniera più logica il 


lavoro (di qualsiasi tipo esso sia), an- 
che nel fatto che non si è costretti u se- 
guire una sequenza ordinata di lavoro. 

È la struttura che riordina i vari ele- 
menti costruiti via via in maniera di- 
sordinata. Inoltre ogni elemento finale 
di un profilo può essere un quadro di 
qualsiasi tipo, indipendentemente dal- 
la tipologia degli altri quadri. 

Se si lavora con i profili, la tastiera 
permette una serie di movimenti per 
percorrere rapidamente la struttura sia 
in senso orizzontale (cioè a parità di li- 
vello) che in senso verticale (dentro/ 
fuori). 


I quadri tabella 


In modalità Tabella il quadro diven- 
ta un tabellone elettronico, di dimen- 
sioni iniziali definibili via configura- 
zione, ma variabili se durante l'uso se 
ne ravvisa la necessità (fig. 3). 

Il tabellone è, al pari delle altre fun- 
zionalità, molto evoluto, anche se al- 
cune operazioni tipiche del lavoro su 
uno spreadsheet non risultano molto 
agevoli, in quanto debbono per forza 
di cose essere condivise con gli altri 
modi di lavorare. 

È questo un po' il problema di tutti 
gli strumenti integrati. Ad esempio l'o- 
perazione SPOSTA è necessaria in 
ogni ambiente (esempio Tabella. Te- 
sto, ecc.). ma non è detto che le carat- 
teristiche dei vari ambienti permettano 
l'ottimizzazione del comando. 

Le funzioni sono moltissime, anche 
perché sono le stesse riconosciute dal 
FRED, linguaggio di programmazione 
del Framework. del quale parleremo 
tra un po'. 

Anticipiamo il fatto che la formula 
inseribile in una cella non ha un limite 
superiore di dimensione, in quanto la 
cella può all'occorrenza (se per e.sem- 
pio deve contenere una formula com- 
plicata, con controlli, calcoli, ecc.) di- 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


53 






FRAMEWORK 



ventare un quadro il cui scopo è pro- 
prio quello di contenere la formuia. 


I quadri DataBase 


I Data Base possono essere rappre- 
sentali in tre forme, swiichabili via ta- 
sto FIO (che significa VISTA). In for- 
ma tabellare, con le colonne che indi- 
cano i campi e le righe che rappresen- 
tano i record (fig. 4). 

Le altre forme sono la forma Data 
Base, che assomiglia alla maschera 
standard degli archivi DB III. con no- 
me dei campi sulla sinistra e contenu- 
to dei campi sulla destra, racchiusi tra 
caratteri delimitaiori. e la forma Sche- 
da. nella quale ciascun campo diventa 
un piccolo quadro il cui titolo, in alto 
a sinistra, é il nome del campo. 

Anche nella modalità Data Base é 
possibile utilizzare formule, ad esem- 
pio per inserire campi calcolali (ad es. 
con la funzione di assegnazione 
@SET). oppure per eseguire controlli 
(ad es. con la funzione logica ®IF). 

Si può lavorare sull'archivio cosi co- 
struito con i comandi del menu OR- 
GANIZZA che permette RICERCHE, 
ORDINAMENTI, o con la funzione 
di filtraggio, che si attiva impostando 
una funzione logica, con una condi- 
zione. 



Il Word Processor del Framework 
viene attivalo aprendo un quadro di ti- 
po testo. Anche in tale tipologia di 
quadro valgono gli stessi comandi co- 
muni agii altri ambienti, come ad 
esempio copia, sposta, ecc. (fig. 5). 

Sono condivisi anche altri comandi, 
richiamabili via barra dei menu, come 
ad esempio RICERf A e SOSTITUI- 
SCI. 

Specifici de! word processor sono i 
comandi sotto TESTÒ, che permetto- 
no di definire la tipologia della stam- 


pa ( Normale. Corsivo, Grassetto e Sot- 
tolineato). Notiamo con l'occasione 
che l'aspetto di un lesto sul video di- 
pende dalle specifiche deH'hardware. 
In pratica se si lavora in testo a colori 
gli effetti vengono mostrati mediante 
l'uso di più colori, se si dispone di un 
video grafico gli effetti sono più reali e 
il corsivo diventa effettivamente corsi- 
vo. 

Sempre sotto TESTO sono inseriti i 
comandi di giustificazione, e quelli di 
definizione dei margini. Per eseguire 
tutte le funzionalità che lavorano su 
zone è necessaria la preventiva defini- 
zione. che si fa con F6, della zona stes- 
sa. 

La giustificazione, all'interno del 
paragrafo è automatica, e inoltre è 
possibile, ma va richiamata tramite 
specifica funzione, dal menu EDIT. la 
divisione della parola, che quindi non 
é automatica, ma va decisa volta per 
volta. Anche sotto EDIT è posto il co- 
mando provoca la forzatura del salto 
pagina. 

Le operazioni di stampa si eseguono 
attivando lo specifico MENU, che é 
ovviamente comune ai vari Moduli, e 
che permette di definire, al solito, sia 
cosa stampare sia come stampare, im- 
postando opportune specifiche. 

Il modulo WP è in linea con gli altri 
moduli e quindi sufficientemente com- 
pleto per eseguire lavori complessi, in 
più permette operazioni di taglia e cu- 
ci con altri quadri, per poter ad esem- 
pio inserire una tabella nel testo, op- 
pure un grafico. 

Molto utile, e lo sarà ancor di più 
quando sarà disponibile un vocabola- 
rio Italiano, la correzione ortografica, 
e il facile collegamento con la Appli- 
cazione MaìImerge. 

L'unico problema, ma se proprio si 
vuol cercare il pelo nell'uovo, sta nel 
fatto che il tasto INS è comunque de- 
stinato al richiamo dei menu a caduta, 
per cui l'operazione di passaggio delle 


modalità Inserimento/Sovrascritturu. 
per chi è abituato ad altri prodotti e 
quindi lo esegue con meccanicità, va 
eseguila via menu. 


I quadri Grafico 


Anche la modalità Grafico presenta 
numerose facce. Si possono infatti rea- 
lizzare grafici come forma di output di 
una zona di una tabella, ed è questa la 
maniera più semplice. Ma si possono 
anche realizzare grafici mediante spe- 
cìfici comandi, inseribili individual- 
mente in una formula che gestisce in 
un quadro. 

Infine poiché il Framework dispone 
di numerosi comandi grafici utilizzabi- 
li all'interno di una struttura program- 
ma, è possibile eseguire veri e propri 
programmi di grafica interattiva. 

Qui per brevità presentiamo un sem- 
plice esempio riferito alla prima mo- 
dalità, ma ci impegnamo fin d'ora ad 
approfondire l'argomento Grafica con 
Framework, in un prossimo articolo di 
Computer Grafica (fig. 6). 


Le Applicazioni 


La opzione AI’PL (Applicazioni) è il 
solo nuovo comando che appare nella 
barra principale dei Menu. Nel menu 
a caduta che appare posizionandovisi 
sopra con il cursore sono indicate le 
applicazioni richiamabili direttamente 
daÌTambiente FW. 

Per applicazioni si intende program- 
mi esterni, che quindi vanno caricati, 
ma con i quali FW può interagire. 
Quelli presenti all'inizio, ai quali se ne 
possono aggiungere altri in sede di in- 
stallazione sono Telecomunicazioni 
(che è residente). Controllo Ortografi- 
co. Mailmerge. Stampa Etichette e 
dBase MI. 

La sessione dì comunicazioni si atti- 
va mediante una serie di menu succes- 
sivi, che permettono, al solito di tra- 
smettere 0 ricevere testi e file, oppure 


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MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 







FRAMEWORK 


di configurare al volo le modalità di 
colloquio, se differenti da quelle di in- 
stallazione. 

Il controllo onografico viene ese- 
guito o ricorrendo ad un dizionario 
SPELL.OVR. che però è ancora in in- 
glese. oppure è possibile costruire uno 
o più propri dizionari. 

Interessante è il fatto che il control- 
lo permette anche di individuare erro- 
ri dovuti ad inversioni di caratteri. 

Il Mailmerge permette la stampa di 
lettere, personalizzandone l'indirizzo e 
il contenuto con dati provenienti da 
Data o da una Tabella. Anche la fun- 
zione di stampa Etichette, ovviamente, 
si appoggia su un archivio in linea. 

Del dBase IH parleremo dopo. 

È poi possibile lanciare applicazio- 
ni. predefinendole in fase di installa- 
zione. 



Esiste la possibilità di costruire del- 
le Macro, intese come memorizzazio- 
ne di un insieme di comandi, che pos- 
sono essere eseguiti tutti insieme pre- 
mendo un solo tasto. 

Tale opportunità è talmente elemen- 
tare che risulta praticabile anche da 
un utente finale, che abbia comincialo 
da poco a lavorare con un personal, e 
magari usa solo il FW, 

Una macro occupa un quadro e va 
battezzata con un nome composto dal 
tasto ALT e una lettera. In tal modo 
può essere richiamata in qualsiasi mo- 
mento premendo la combinazione di 
ta.sti che la identifica. Può essere co- 
struita utilizzando espre.ssioni ricono- 
sciute da FW II, e quindi compren- 
dente funzioni o addirittura altre ma- 
cro già definite. 

Altra possibilità è quella di realizza- 
re vere e proprie librerie di abbrevia- 
zioni. in cui sono in un certo senso co- 
dificate delle frasi a ciascuna delle 
quali va attribuita una abbreviazione. 
Durante il lavoro è possibile imposta- 
re le abbreviazioni e poi, con un appo- 
sito comando, tradurle automatica- 
mente nel loro reale significato. 



il Framework Editor (Fred) è il lin- 
guaggio dj programmazione proprio 
del FW. È totalmente integralo nel 
pacchetto e quindi non va caricato per 
poter essere utilizzato. 

Inoltre condivide le funzioni utiliz- 
zabili nei vari ambienti. Quindi la pri- 
ma categoria di istruzioni inseribili in 
un programma Fred sono le funzioni 
FW II. che sono quasi 200. 

Comprende inoltre una serie di co- 
mandi che sono la traduzione dei cor- 
rispondenti comandi FW, quelli ad 
esempio che l'utente attiva premendo 



la tastiera. Ad esempio FI, oppure 
Freccia Su, ecc. in tal modo si riesce a 
realizzare un'applicazione che utilizza 
appieno gli standard di lavoro FW. 

Esistono ovviamente anche varie 
funzioni tipiche della programmazio- 
ne, che hanno cioè senso solo se inse- 
rite in un programma. Ad esempio, lo 
diciamo in BASIC. IF, WHILE, RUN. 
RETURN, INPUT. PRINT. ecc. 

Vediamo un esempio di programma 
scritto in FRED, per realizzare il quale 
occorre aprire un quadro, al quale si 
attribuisce il nome, che poi è il nome 
del programma. Per editarlo occorre 
entrare nel quadro che va ampliato, 
con una operazione ZOOM, e sul qua- 
le si lavora in modalità WP (fig. 7). 



Va di nuovo precisato che pur lavo- 
rando con strutture omogenee al loro 
interno (quadri) sono consentite tutte 
le operazioni di collegamento tra i sin- 
goli quadri, ad esempio sia per trasfe- 
rire dati da una parte all'altra, sia per 
utilizzare in un quadro valori desunti 
da un altro, ecc. (fig. 8). 



La Ashton Tate ha prodotto sia il 
Data Base 111 (noto come DB III) che 
il Framework II. Questa parentela è 
dichiarata a tal punto che il Frame- 
work privilegia il rapporto con il DB 
HI. riconosciuto sìa in sede di Appli- 
cazione, quindi richiamabile diretta- 
mente via barra dei menu, sia via fun- 
zionalità DISCO IMPORTA, che im- 
porta un file data Base IH, che ha de- 
sinenza *.DBF, sia infine via funzione 
©DBASEFILTER. che accetta para- 
metri che permettono di eseguire una 
vera e propria estrazione dal file origi- 

In tal modo il Framework si può ri- 
velare utile per chi, lavorando con il 
dBase III. si trova a maneggiare archi- 
vi di grosse dimensioni dai quali vuole 


trarre ulteriori elaborazioni, ad esem- 
pio di tipo grafico, oppure di tipo 
Mailmerge, ecc. 



Una prova di poche pagine è senza 
dubbio sproporzionata rispetto alla 
complessità del prodotto, che tra l'al- 
tro presenta molteplici facce, differen- 
ti a seconda dell'esperienza e degli in- 
teressi dell'uiente. 

Ci ripromettiamo fin da ora quindi, 
e lo faremo neH'ambito delle rubriche 
di MC. di riparlarne ancora. 

Fugate le perplessità di tipo tecnico 
che il Framework prima versione ave- 
va generato soprattutto negli speciali- 
sti. il Framework li si impone come 
prodotto innovativo, estremamente 
potente e versatile, pronto ad adattarsi 
a qualsiasi tipo di lavoro. 

Il compromesso con l'utente va rea- 
lizzato sul modo di eseguire tale lavo- 
ro. L'utente deve o accettare la filoso- 
fia del FW 0 . e sarebbe meglio, condi- 
viderla. 

In tale maniera il prodotto diventa 
insostituibile per chi lavora in maniera 
«creativa», e deve dare forma e con- 
cretezza alla sua creatività. 

Inoltre è -un prodotto «tutto da sco- 
prire» in quanto dispone di numerose 
funzionalità, e non è detto che si arrivi 
ad utilizzarle tutte, e di vari livelli di 
utilizzabilità. Da un livello di tipo co- 
mandi diretti, ad un livella intermedio, 
in cui tramite macro l'utente «costrui- 
sce» nuove funzioni. 

Il livello superiore è l'uso del 
FRED, vero e proprio linguaggio, che 
oltre alle funzioni tipiche di un lin- 
guaggio dispone di funzioni che gesti- 
scono completamente il sistema Fra- 
mework. 

Altra menzione di merito va alla cu- 
ra con cui sono state curate le «pubbli- 
che relazioni» con l'esterno sia in ter- 
mini di programma di comunicazione, 
sia in termini di colloquio con altri 
prodotti diffusi sul mercato. 

«c 


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Mari 1040 ST 



E ccolo qui. Signori e Signore ecco 
qui a voi l'Aiari 1040. tomo desi- 
deralo. tanto aspettalo, tanto... 

Beh. non cominciamo subito con gli 
entusiasmi. De! resto il 1040 essendo 
molto simile al 520. dovrebbe essere già 
noto ai più. Di diverso, un drive dentro 
doppia faccia doppia densità per un to- 
tale di 720 kappa formattati, un mega- 
byte di memoria on line, l'alimenlaiore 
incorporalo e non quelle orribili scatolet- 
te tanto yic-eggianii (oh. pardon!), ij si- 
stema operativo dentro, su Rom. prei-ó- 
porter. 

Per chi invece non conosce già il suo 
fratellino minore (provato sul numero 46 
di MC) diremo che gli Alari della serie 
ST dispongono, ad un presso che rasen- 

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di Andrea de Prisco 



ta l'incredibile, di una grafica da leccar- 
si i baffi, la fantastica interfaccia utente 
Mac-like con finestre, icone e appendice 
grigio-chiaro di nome mouse, un 16-32 
bit di nome 68000 e cognome Motorola 
(scusale se è poco), una interfaccia Midi 
per strumenti musicali Midi-compatibili, 
una interfaccia per hard disk, il lutto, 
come detto, compreso nel prezzo. 

Già. il prezzo: con quel poco che costa 
un Atari ST fin configurazione minima) 
rivolgendosi ad altri si e no otteniamo 
una scarno 8 bit con un quarto della me- 
moria ed un fioppino da 200k. 

Magari ci restano 100 mila lire in la- 
sca. ma sicuramente un ST non l'abbia- 
mo mai visto. Andiamo, dunque, a inco- 
minciare... 

MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




ATARI 1040 ST 




Se nel vedere un 520 si aveva un’im- 
pressione di enorme disordine genera- 
le essendo questo formato, in configu- 
razione accendibile, da almeno 5 pez 2 i 
distinti tutti collegati tra loro, guar- 
dando un I040 l'impressione è assolu- 
tamente diversa. La pulizia dell'insie- 
me è unica: un solo pezzo con un cavo 
per ralimentazione, direttamente alla 
duevventi. e il cavo per il monitor. Si 
risparmiano dunque tre pezzi, costitui- 
ti dai due alimentatori (del computer e 
del drive) contenuti in forma unica al- 
l’interno del I040 e del drive stesso an- 
ch’esso dentro con tutto il resto. 

Spicca, al primo colpo d'occhio, 
l'imponente tastiera di cui la macchi- 
na dispone. I tasti sono in tutto 95, di- 
sposti ergonomicamente e sufficiente- 
mente dimensionati per facilitarne la 
«presa». A tutto questo è doveroso ag- 
giungere che il tocco è molto sensibile 
e sicuro, anche per il grazioso beep 
che viene emesso dall’altoparlantino 
del monitor ad ogni pressione. Discor- 
so a parte per i tasti funzione, belli da 
vedere ammesso che ci si renda conto 
della loro esistenza: sono un po’ trop- 
po mimetizzati nell'estetica generale 
di tutto il computer e le scritte Fl-FlO 
sovrastanti sono appena leggibili. 
Bianco su fondo grìgio chiaro del I040 
risalta davvero poco: se fossero state 
nere o grigio .scuro l’effetto (visivo) sa- 
rebbe stato certamente migliore. Il ta- 
stierino numerico è intelligentemente 
dotalo di operatori aritmetici, parente- 
si ed Enter in modo da non doverceli 
andare a cercare chissaddove quando 
dobbiamo fare i nostri conticini. 

Il resto della facciata superiore dei 
computer è occupalo da una grande 


Drive iniemo do 720 K formauau. 


grìglia di areazione anch'essa abilmen- 
te mimetizzata nello stiling di tutta la 
macchina (stavolta non avrebbero po- 
tuto fare di meglio): il 1040 non dispo- 
ne di una ventola di areazione cosa 
che. se da una parte si traduce imme- 
diatamente in una ovvia silenziosità di 
tutto l’apparato, dall'altra fa venire in 
mente che una sincera ventola silen- 
ziosa funziona meglio dì una silenzio- 
sa griglia. 

Sui fianco destro, troviamo la fessu- 
ra relativa al drive interno doppia fac- 
cia doppia densità capace di leggere 
anche i dischi singola faccia. Questo 
per garantire compatibilità totale col 
520 che poteva disporre di drive nei 
due formati sopraindicati. Spariscono 
dal fianco destro le prese per joystick 
e mouse che ritroviamo sul fondo del- 
la macchina in un apposito incavo che 
ne permette l’installazione senza che ì 
connettori diano noia. L'effetto finale 
è uno 0 due fili, a seconda che siano 
attaccali il solo mouse o uno o due 


Joystick, che escono da sotto la mac- 
china. sempre in quel tono di totale 
pulizia di insieme che avvolge tutto il 
1040. 

Dal versante opposto, ovvero sul 
fianco sinistro, troviamo le fatidiche 
prese pentapolari deH'interfaccia Midi 
per strumenti musicali evoluti (una 
per l’input e una per l’output) più un 
connettore mulii-pin per le cartucce 
contenenti espansioni Rom. 

Sul retro dell’apparecchio, da sini- 
stra a destra, troviamo neH’ordine; 
una porta RS-232 per modem (valida 
anche per stampanti seriali): una por- 
ta parallela per stampami (parallele): 
un connettore per hard disk collegato 
in DMA alla memoria del computer 
(ovvero un trasferimento da HD a me- 
moria non richiede l’intervento del 
processore se non a inizio e a comple- 
tamento dell’operazione): un connet- 
tore a 14 poli per floppy disk esterno: 
un’unica presa per il monitor a colori 
0 in bianco e nero: l'interruttore di ac- 


I 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


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ATARI 1040 ST 



censione; il connettore a vaschetta per 
l'alimentazione c non ultimo il reset di 
sistema che non guasta mai. anche se 
nel caso dei I040 è un po' troppo 
esposto quindi facilmente colpibile 
per sbaglio. 

Manca all'appello la presa per tele- 
visione, se non altro perché è citata sul 
manuale fornito con la macchina: 
avrebbe fatto molto comodo a chi, giu- 
stamente 0 ingiustamente squattrinato, 
vuole un computer e non un monitor. 
Probabilmente la mancanza sta nel 
fatto che nei computer europei, a cau- 
sa della diversità di standard televisivo 
con l'America (maledetto NTSC!) si 
sarebbe dovuta riprogettare la sezione 
video e la cosa certamente non avreb- 
be lasciato invariati i costi di produ- 
zione. La soluzione migliore sarebbe 


stata allora una bella interl'accina che, 
partendo dal segnale RGB presente 
dentro al computer e prelevabile dal 
connettore video, tirasse fuori un bel 
video composito PAL da mandare poi, 
in video frequenza, al televisore trami- 
te un modulatore. A questo punto si 
sarebbe potuto scegliere tra l'acquisto 
del monitor o dell'interfaccina. accon- 
tentando così tutti. 



Per spogliare il I040 delle sue ele- 
gantissime plastiche vesti, occorre svi- 
tare 7 viti dal fondo della macchina, 
per la precisione quelle nei buchi qua- 
drati. Le rimanenti tre viti tengono an- 
corato il drive e quindi le sviteremo tra 
breve. Rivoltato il computer, e solleva- 


to il coperchio superiore troviamo una 
buona schermatura contro i radiodi- 
sturbi (in America sono severissimi 
per queste cose) e possiamo comincia- 
re a contare i pezzi fondamentali di 
cui è composta la macchina. Troviamo 
la tastiera, uno scaiolotto per l'alimen- 
tatore a sinistra, il drive a destra (come 
era prevedibile) e. ancora impacchet- 
tata nel metallo, la scheda madre. A 
proposito della tastiera, c'è da dire che 
essa è collegata al resto del computer 
da solo 6 fili, ergo, si tratta di un'unità 
intelligente che dialoga col resto del 
computer. Senza contare che ad essa é 
abbinata anche la presa del mou.se. In 
altre parole non è l'unità centrale che 
si occupa della scansione della tastie- 
ra. ma il compito é demandato all'inte- 
grato po.sto sotto questa che provvede 
a comunicare al resto del I040 cosa 
l'operatore sta facendo (tasti, mouse, 
joystick). 

Detto questo, separiamo la tastiera 
dal resto, smontiamo la calotta sopra 
aH'alimentazione e sopra al connettore 
del drive; rivoltiamo il I040 e svitiamo 
le viti che mantengono questo. Tornati 
in superficie, occorre togliere il drive, 
il blocco alimentatore e allentare i fer- 
mi che tengono uniti i due gusci metal- 
lici che rivestono la scheda. Ancora 
qualche vite lungo il perimetro e... ab- 
biamo aperto completamente il nostro 
amato I040. La modularità dell'insie- 
me non fa che facilitare al massimo le 
operazioni di smontaggio; certo viti ce 
ne sono tante, ma se fossero mancate 
sicuramente l'impressione di robustez- 
za che abbiamo avuto sarebbe venuta 
meno appresso alle viti mancanti. 

Messa completamente a nudo la 
scheda, possiamo ora divertirci a indi- 
viduare le pani salienti deirdeiironica 
di questo Atari. Inutile dire che il pez- 
zo più bello, appariscente, maestoso e 
autoritario é il capo: il Motorola 
68000, il chippone a 64 piedini che 
possiamo vedere all'estrema destra 




58 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




circa sei volle. Il coprocessore può inol- 
tre essere nioniato anche sui 1040 e 520 
la cavallo del 68000, nel vero senso del- 
la parolai assieme al nuovo si.srenia ope- 
rativo in grado di gestirlo. Ritorneremo 
suirargomenlo quando avremo notizie 
più precise. 

La nostra visita alTinterno del 1040 
continua con uno sguardo alle 6 rom 
da 32 k contenenti in forma residente 
il sistema operativo, alla sezione video 
ulteriormente schermata da una calot- 
ta metallica e ai vari chip (custom e 
non), presenti in alto a destra, che con- 
trollano i floppy disk, l'accesso in 
DMA dell’hard disk, il suono, l'inter- 
faccia con la tastiera (che come abbia- 
mo detto è una unità a sé stante) e l'in- 
terfaccia Midi per strumenti musicali. 

Guardando il computer da dentro, 
si nota come il modulatore video do- 
vrebbe proprio esserci dato che esiste 
un vuoto sulla scheda in alto al centro 
e la lamiera della schermatura già fo- 
rata per la connessione al tv e per il 
trimmer di taratura. 

Rimontato il computer, prima di ini- 


della scheda. 

Oltre a «Lui» fanno bella mostra di 
sé i trentadue chip da 256 k-bit l'uno 
per un totale di 1 megabyte di memo- 
ria centrale. Accanto a questi, l'inte- 
grato quadrato che potete vedere nelle 
foto, è un chip custom controllore di 
tutta la memoria. È lo stesso che tro- 
vammo nel 520. che non solo é in gra- 
do di gestire 32 invece che 16 chip di 
ram da 256 k-bit. ma pare che sia in 
grado di supportare l'uso di chip da I 
megabit. pe un totale dunque di 4 me- 
gabyte di memoria centrale. In virtù di 
questo fatto il 520. qualche tempo do- 


po la sua commercializzazione, era già 
disponibile con un megabyie di me- 
moria. Chissà se presto non vedremo 
un 1040 espanso a 4 mega; non ci di- 
spiacerebbe affatto. 

Visto: le linee che stale leggendo in 
questo momento sono stale aggiunte al- 
la prova deU'Atari 1040 ST all'ultimo 
momento. Sul numero di Bvte di novem- 
bre '86 leggiamo, a conferma della no- 
stra eprofeziav che la Alari ha presenta- 
to il 2080 e 4160 rispettivamente con 
due e quattro mega di memoria centrale 
e con un coproces.sore grafico che au- 
menta la velocità di tali applicazioni di 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


59 


ATAflI 1040 ST 



ziare una sessione di lavoro, diamo 
uno sguardo al monitor. 


Bianco/nero o colore 


Appurato che all'Atari i040 ST non 
è possibile collegare un televisore, esi- 
stono due possibilità per risolvere il 
problema della visualizzazione: moni- 
tor a colori 0 in bianco/nero. Il primo 
costa di più, il secondo è migliore: cer- 
chiamo di capire perché. 

Per una scelta fatta dalla Atari evi- 
dentemente sin dal concepimento del- 
la serie ST, ciò che è visualizzabile con 
uno dei due monitor non io è con l'al- 
tro. Nella fattispecie, a seconda del di- 
spositivo di output video collegato al- 
l'unità centrale, questa stessa si ricon- 
figura impostando una diversa risolu- 


II moine 

Si noli 
la falidka 
pallino. 


zione video che si traduce in un diver- 
so formato di schermo. In bianco e ne- 
ro avremo una risoluzione di ben 
640x400 pixel, a colori la metà o un 
quarto: 640x200 o 320x200. Ovvia- 
mente al diminuire della risoluzione 
aumentano le possibilità di colore per 
ogni pixel: in altissima risoluzione 
avremo solo due «colori» per pixel 
(bianco o nero), in media risoluzione 4 
colori per pixel (a scelta in una tavo- 
lozza di 512 colori), in bassa I6 per pi- 
xel sempre scegliendo dalla tavolozza 
di prima. Quindi acquistando il moni- 
tor a colori po.ssiamo scegliere tra vi- 
sualizzare in media o in bassa risolu- 
zione, usando, di contro, il monitor in 
bianco e nero avremo output solo in 
altissima risoluzione. Fin qui potrebbe 
anche essere accettabile: un monitor a 


colori capace di visualizzare una im- 
magine 64Ux400 certamente costa mol- 
to e avrebbe Unito per far pagare tutto 
il sistema davvero troppo. Il problema 
però è che le immagini in una determi- 
nata risoluzione non sono compatibili 
affatto con quelle di altre risoluzioni, 
tant'è che provare a caricarne una nel 
modo sbagliato può finanche provoca- 
re il blocco totale del sistema fino a 
nuovo reset. 

Considerato poi che a parte i giochi, 
(uno) la maggioranza degli applicativi 
non richiedono ardentemente il colo- 
re; (due) il monitor a colori costa mol- 
to di più di quello in bianco e nero: 
(tre) la risoluzione intrin.seca di quello 
a colori non è eccellente (pitch 0..‘'l è 
davvero pochino, oltre a dare abba- 
.stanza fastidio agli occhi quando si 
tratta di permanere a lungo davanti al 
video): (quattro) perdiamo la possibi- 
lità di output grafici ad altissima riso- 
luzione; (cinque) il monitor in bianco 
e nero è. di contro, eccellente... non ce 
la sentiamo di non consigliarvi l'acqui- 
sto di quest’ultimo tranne il caso in 
cui non possiate proprio farne a meno. 
Tutto qui. 


Mouse e dintorni 


Detto questo, mouse in mano, dia- 
mo corrente al nostro Atari e vediamo 
cosa succede. Come già anticipato, 
ora il si.stema operativo della macchi- 
na. a differenza di quanto succedeva 
coi primi esemplari di 520. è fornito 
direttamente nei \92 kbyte di rom con- 
tenuti nella macchina. Ovvero per 
«partire» è sufficiente inserire un di- 
schetto anche vuoto (purché formatta- 
to) per vedere dopo pochissimi secon- 
di la ben nota scrivania con le icone 
che rappresentano oggetti di uso abba- 
stanza comune. Senza inserire il di- 
schetto. la scrivania appare ugualmen- 



II desktop 




60 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 







ATARI 1040 ST 



le sebbene con qualche secondo di ri- 
tardo. L'imerfaccia a icone «montata» 
dall'Atari è la ben nota GfìM (Gra- 
phic Environmenl Manager) della Di- 
gital Research, disponibile ora anche 
su computer di natura ben diversa, co- 
me gli IBM e company. Li troveremo 
un cestino dei rifiuti, due schedari che 
identificano altrettante unità a dischi, 
e la freccetta del mouse che possiamo 
muovere sullo schermo spostando il 
«topo» in tutte le direzioni sopra il no- 
stro tavolo. Il funzionamento di tale 
animaletto è mollo semplice: al suo in- 
terno è posta una pallina gommata 
che sporgendo un po' dalla superficie 
inferiore del mouse, rotola nella stessa 
direzione di spostamento del mouse 
stesso. A questo punto, basta trasferire 
il movimento della sferetta a due albe- 
rini disposti perpendicolarmente i 
quali a loro volta con un meccanismo 
opio-meccanico e un po’ di circuiteria 
inviano impulsi all'unità centrale a se- 
conda delle loro rotazioni. Dentro al 
computer un apposito drawer del 
mouse muoverà la freccetta sul video 
a seconda della velocità con cui perce- 
pirà le rotazioni degli alberini orizzon- 
tale e verticale. Semplice, no? 

Gli elementi visibìli sulla scrivania 
possono essere spostati col mouse, e 
qualsiasi cambiamento può essere sal- 
vato su disco in modo da ritrovarlo a 
nuova accensione (col medesimo di- 
sco. ovviamente). 

Come Mac insegna, se vogliamo ve- 
dere il contenuto di un dischetto (ve- 
dere è il termine esatto come vedremo) 
basta portare la freccetta sull'icona del 
drive al quale siamo interessati e click- 
are (premere il pulsante del mouse, nel 
nostro caso quello di sinistra) rapida- 
mente due volte. Al primo click l’ico- 
na diventerà nera (l'abbiamo selezio- 
nata) al secondo, purché dato imme- 
diatamente dopo, diamo ordine al 
computer di aprirla per mostrarci il 
suo contenuto. In alternativa, specie 


se non riusciamo ad essere abbastanza 
veloci col doppio click, possiamo sem- 
plicemente selezionare l’icona, accer- 
tandoci che diventi nera, e scegliere 
l’opzione OPEN dai menu a discesa. 
Di questo ci occuperemo tra un po’. In 
tutt’e due i casi. l'elTetto sarà quello di 
veder aprire una finestra sui video 
contenente altre icone: possiamo rico- 
noscere tra queste i programmi, rap- 
presentati da un rettangolo col bordo 
superiore scuro; i file, rappresentati 
da tre fogli di cui quello superiore con 
un angolo ripiegato; i folder, rappre- 
sentati da un raccoglitore per archivi a 
cassettoni, i quali altro non sono che 
delle subdirectory contenenti altre ico- 
ne (per accedervi basta bi-clickarci so- 
pra). 

Potrà capitarci che la finestra aperta 
dal sistema sia troppo piccola per mo- 
strare tutto il suo contenuto: niente 
paura, basta allargarla un po’ trasci- 
nando il suo angolo inferiore destro 
con la freccia del mouse e il tasto pre- 
muto oppure possiamo aprirla diretta- 
mente a lutto schermo click-ando sul 


suo angolo superiore destro. Oltre a 
questo le finestre del GEM pos.sono 
essere spostale trascinando, allo stesso 
modo visto per allargarle, il loro bor- 
do superiore. Per chiudere una fine- 
stra, infine, è sufficiente click-are sul 
suo angolo superiore sinistro. 

Per cancellare un file si osa il cesti- 
no dei rifiuti semplicemente trascinan- 
do sopra a questo l’icona del file che 
non ci interessa. Attenzione però che 
un file cancellato non può più essere 
ripreso da dentro al cestino, come suc- 
cede su altri computer orientati a ico- 
ne. Analogamente, per effettuare co- 
pie di file, trascineremo l'icona dalla 
finestra di partenza in quella d'arrivo 
come effettivamente faremmo mani- 
polando oggetti fisici sul nostro tavo- 
lo. 

Quando più finestre si sovrappon- 
gono l’un l’altra sullo schermo, dato 
che sempre solo una di esse é attiva, 
prima di manipolarla occorre selezio- 
narla clickando su di questa in un suo 
punto qualsiasi. In questo modo si ha 
anche l’effetto di far sovrapporre a 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


61 





ATAftl 1040 ST 




tulle le ulire la finestra selezionata se. 
per esempio, prima era parzialmente 
nascosta dalle altre. Manca però un 
dispositivo inverso per far andare una 
finestra alla quale non siamo interes- 
sati sotto alle altre: tale necessità si 
manifesta ad esempio quando la fine- 
stra che vorremmo è completamente 
coperta da altre più grosse: dobbiamo 
spostarle, restringerle, chiuderle fino a 
quando non vedremo apparire un solo 
pezzetto della finestra che vogliamo 
per poi clickare su questa. 

C ome per curiosare nella directory 
di un dischetto, per mandare in esecu- 
zione un'applicazione basta bi-c!icka- 
re la sua icona o selezionarla ed aprir- 
la. come prima, con un OPEN. Oltre a 
ciò possiamo accedere a un file per 
stamparlo o listarlo, o se l'applicazio- 
ne che lo ha creato é «istallata» su 
quel dischetto, aprendo la sua icona 
provochiamo anche il caricamento del 
programma adatto. Ad esempio se 
apriamo l'icona di un lesto crealo col 
word- processor e questo è istallalo sul 
dischetto avremo Teffetlo di caricare 
sia il programma di trattamento testi, 
sia il lesto al quale siamo interessati. 


Menu e discesa 


Portando la freccia del mouse sul 
bordo superiore dello schermo, su una 
delle scritte visibili in alto a sinistra, 
vedremo scendere dall'alto un'altra 
delle componenti dell'interfaccia gra- 
fica GEM di cui gli Atari ST dispon- 
gono: i menu a discesa. Ognuno di 
questi mostra un po' di opzioni previ- 
ste daH'ambiente in cui ci troviamo: 
aH'accensione avremo certi menu, se 
carichiamo un programma ne avremo 
degli altri, se usiamo il Basic altri an- 
cora e cosi via. Una volta comparso 
uno di questi menu, possiamo sceglie- 


re l'opzione che ci interessa semplice- 
mente puntandola col mouse e click- 
andoci sopra. I più attenti avranno no- 
tato dalle foto che alcune di queste op- 
zioni sono scritte in nero altre in gri- 
gio: queste ultime non sono disponibi- 
li in quel momento e quindi è impossi- 
bile selezionarle. Ad esempio, l'opzio- 
ne OPEN del menu FILE risulta esse- 
re in neretto solo se abbiamo selezio- 
nato l'icona che intendiamo aprire, in 
grigio altrimenti. 

Dal menu a discesa relativo alla po- 
sizione VIEW possiamo effettuare al- 
cune scelte in merito alla visualizza- 
zione della directory di un dischetto: 
possiamo ad esempio indicare in qua- 
le ordine vogliamo visualizzarla o ad- 
dirittura se tenerci le nostre brave ico- 
ne 0 optare per un più classico catalo- 
go composto da linee di testo. 

Ancora, sempre dai menu a discesa, 
possiamo installare unità a dischi, in- 
stallare applicazioni, scegliere (quan- 
do possibile) la risoluzione, i colori, la 
velocità di click e altro. 

Non ultimo, possiamo passare all'e- 
mulalore di terminale VT 52 col quale, 
una volta collegato un modem, possia- 
mo dialogare via telefono con chic- 
chessia (MC Link compreso!). 

Queste due ultime featurcs. sono di- 
sponibili nei menu a discesa, solo se 
sul dischetto col quale abbiamo boot- 
strap-aio il sistema .sono presenti i file 
CONTROL.ACC ed EMULATOR- 
ACi . In caso contrario avremo un 
menu a discesa relativo alla voce DE- 
SKTOP più scarno: solo Desktop Info 
che visualizza alcuni messaggi di co- 
pyright delia Alari Corporation. 


Due dischetti 


Con la macchina vengono forniti 
due dischetti da tre pollici e mezzo 


(singola faccia), il primo intitolato 
«Language Disk» l'altro «IST- 
WORD». Nel primo, oltre aH'interpre- 
te Basic è presente il linguaggio Logo 
e il programma di grafica a colori in 
bassa risoluzione NEOchrome, sul se- 
condo dischetto un word processor. 
Procediamo con ordine. 

Caricando il Basic, appaiono sul vi- 
deo 4 finestre: COMMAND, Ol T- 
PUT. LIST ed EDIT, quesi'ultima sot- 
to le altre, appena visibile negli inter- 
stizi delle prime. 

La finestra COMMAND serve per 
dare comandi Basic e per digitare i 
programmi. Dando ad esempio il co- 
mando LIST vedremo il nostro listalo 
scorrere nella omonima finestra. Se 
diamo Run. gli output avverranno nel- 
la loro finestra, cosi come per editare 
un programma che abbiamo preceden- 
temente scritto o caricalo. 

Il set di comandi e funzioni presenti 
nel Basic del 1 04(1 è dei più ricchi (ben 
124 pagine del manuale spiegano uno 
per uno come usarli) senza considera- 
re che con gli oltre 700 k che restano 
liberi una volta caricalo il Basic sicu- 
ramente non avremo problemi di al- 
cun genere per programmare lutto ciò 
che ci pare. Non manca ovviamente 
una buona gestione della grafica non- 
ché potenti costruiti iterativi e alterna- 
tivi degni dei migliori Basic. Per gli 
amami dei numeri, diremo che il ben- 
chmark Basic listato in una delie foto 
é eseguito in 21 secondi circa contro, 
ad esempio, i circa 31 secondi circa 
impiegali da un IBM PC XT. 

Sempre sul dischetto «Language...» 
troviamo il linguaggio Logo che come 
tutti sanno è orientato alla grafica faci- 
le. tanto facile che é usato per Insegna- 
re i primi fondamenti di programma- 
zione ai bambini. Se a ciò aggiungia- 
mo che il Logo, essendo un linguaggio 
di programmazione ricorsivo, permei- 


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MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987 




ATARI 1040 ST 



Il rimi Kraficii Geo Paini. 


Il unni pmieisor IST-H ord. 


te di fare con poche linee di listato di- 
segni che hanno dell'incredibile (tipo 
frattali & affini) non resta che conclu- 
dere che sugli ST, che hanno un eccel- 
lente grafica ad altissima risoluzione, 
non poteva fare fine migliore. F, poi è 
compreso nel prezzo, che cosa deside- 
rare di più? 

Un altro bel programma fornito con 
la macchina è il NEOchrome col qua- 
le è possibile, semplicemente muoven- 
do il mouse, disegnare sullo schermo a 
bassa risoluzione con 16 colorì a scelta 
in una tavolozza di 512. A proposito di 
questa c’è da dire che essa è sempre 
presente nella metà schermo inferiore 
quindi qualsiasi colore ci serve dob- 
biamo. come al solito, soltanto bi-clic- 
karlo per ottenerlo. Per la cronaca, il 
disegno visibile nella foto di apertura 
di questa prova è stato realizzato a 
notte fonda col suddetto programma, 
davvero piacevole ad usarsi proprio 
per la sua semplicità. Tra l'altro, quan- 
do disegniamo qualcosa col mouse, la 
finestra contenente la tavolozza di co- 
lori si trasforma automaticamente in 
una finestra zoom che riproduce in- 
grandita la zona di schermo in cui stia- 
mo disegnando. Naturalmente l'intera 
metà campo inferiore tramite la pres- 
sione del tasto ESC può essere tolta, 
in modo tale da mostrare l'intera pagi- 
na grafica. Una nuova pressione del 
medesimo tasto fa ritornare il quadro 
di comando. Tra le features più inte- 
ressanti citiamo la possibilità di far ci- 
clare velocemente i colori al fine di 
creare effetti movimento, come la fa- 
mosa cascata d'acqua dell'Atari. 

11 word processor fornito sull'altro 
dischetto, pur non essendo ecceziona- 
le (è a dire il vero un po' macchino.so 
da usare) è pur sempre un processore 
di testi WY.SIWYG (what you see is 
what you get) ovvero formatta il testo 
man mano che viene digitalo. Tra le 


possibilità più interessanti, il fatto che 
può gestire fino a quattro lesti diversi 
contemporaneamente su altrettante fi- 
nestre, più un comodo riquadro dove 
troviamo tutti i caratteri speciali ri- 
chiamabili col solito, immediato, sim- 
paticissimo colpo di mouse (click!). 
Da notare il file GUIDE, presente sul 
dischetto, è un «piccolo» testo che oc- 
cupa meno di un decimo della memo- 
ria del 1040 digitato dal produttore 
per spiegare il programma ed è lungo 
«solo» 44 pagine (che bello avere un 
mega...). 


Conclusioni 


Trarre delle conclusioni in merito a 
una macchina come l'Atari 1040 ST è 
cosa molto facile. Col prezzo col quale 
esso è stato letteralmente buttato sul 
mercato non possiamo che trarre con- 
clusioni molto positive: circa 1.5 lire a 
byte di memoria non s'erano ancora 
viste e crediamo che continueranno a 
non vedersi per un pezzo. Basta pensa- 
re che un Macintosh con stessa memo- 
ria. stesso drive, stesso processore, 
stesso video, stesso mouse, stesse fine- 
stre costa quasi il triplo. 

Tutto ciò non vuol dire che il 104(1 
sia privo di difetti- Ma si tratta, in mol- 
te occasioni, di difettucci che per alcu- 
ni utenti possono anche non esserlo, 
mentre altri di questi potranno essere 
risolti dalla Atari stessa nelle prossime 
release. 

Un esempio è il monitor a colori. 
Siamo su livelli appena accettabili per 
i videogiochi, ma certamente non sop- 
portabili per chi coi computer vuole 
anche lavorarci. Di contro il monitor 
in bianco e nero, coi suoi 640x400 pi- 
xel (più di papà Mac) i suoi 70 Hertz 
di frequenza di quadro (contro i 50 di 
un normale monitor) è davvero il mi- 


glior monitor in as.Koliiio che sia pre- 
sente sul mercato sotto le ireceniomila 
lire. Dello tra le quinte, peccato che 
non sia facilmente collegabile ad altri 
computer (...). 

Oltre a tutto ciò. come abbiamo già 
detto, molti programmi scritti per il 
monitor in bianco e nero (che dovreb- 
be essere quello più diffuso) non gira- 
no su macchine che hanno installalo 
quello a colori a causa della diversità 
di risoluzione: questo veramente non è 
perdonabile. 

L'unica soluzione sarebbe quella di 
acquistare entrambi i monitor: ma non 
la si può propriamente considerare 
ideale da un punto di vista economi- 
co... 

Un ulteriore piccolo appunto si po- 
trebbe fare all’estetica, curatissima ma 
poco consona alle caratteristiche della 
macchina. II 1040 è una macchina 
troppo seria per una forma, seppur 
bellissima e curatissima, che ripete le 
linee del piccolo Alari 130 XL. Tastie- 
ra staccata e drive in posizione un po’ 
più comoda (spe.sso occorre affacciar- 
si lateralmente per capire che fine ha 
fallo il buco) avrebbero sicuramente 
strappato qualche applauso in più. È 
vero che cosi il tutto è molto più com- 
patto. ma é anche vero che il Mac è 
ancora più piccolo, anche se costa 
quasi il triplo... 

In realtà, per la sua natura, il 1040 
andrebbe paragonalo piuttosto con il 
llgs che con il Mac. olire che natural- 
mente con il... più diretto contendente. 
l’Amiga. E quello che faremo a brevis- 
sima scadenza... ma per ora non vi 
posso dire di più. 

Continueremo ad occuparci di Atari 
ST per il quale, come anticipalo nella 
posta in uno dei numeri scorsi, è previ- 
sta (imminente) l’i.stituzione di un'ap- 
posita rubrica. 

JéC 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


63 






IL PC COMPATIBILE TURBO DA 1024 K 





999 


000 


L. 


VA 


PRESENTA 


PUNTI VENDITA 

sifsr: 

liiìr 



PC bit ut 

dì Corrado Gìustozzì 


P iccoli, sempre più piccoli. E più 
polenti. E. incredibilmente, sem- 
pre meno cari. Questo è ciò che ci offre 
il mercato dei compatibili AT con i suoi 
ultimissimi annunci. La cosa è stupefa- 
cente ma assolutamente vera. Inoltre si 
sta assistendo ad una interessante ten- 
denza al superamento de! clone: se all'i- 
nizio il mercato si limitava a proporre 
dei «semplici» cloni AT. ora invece si dà 
da fare per presentare macchine real- 
mente compatibili, ossia diverse (non co- 
piate). spesso con diversi vantaggi tecni- 
ci rispetto airoriginale ma pur sempre 


compatibili con esso, o.ssia in grado di 
accettare tutto (o quasi) il sfftware e 
ihardware ad esso dedicati. 

Bene, la macchina in prova questo 
mese segna una piccola rivoluzione nel 
mondo dei compatibili AT in quanto è 
una delle prime, almeno per il nostro 
mercato, a sfruttare una scheda madre 
dalle dimensioni estremamente ridotte 
grazie all'adozione di ct>cM»7t VLSI. So- 
lo pochi costruttori hanno attualmente 
in produzione AT «piccoli»; il primo 
esemplare che abbiamo visto in Italia è 
stato lo Sperry PC micro/IT (provato su 


MC 56 dello scorso ottobre), il secondo è 
stato TApricoi XEN-i (provato su MC 
57 di novembre 86) ed il terzo è questo 
PC bit at, prodotto di punta della rinno- 
vata ed ampliata linea PC bit. importata 
e distribuita dalla Bit Computers di Ro- 
ma. È quasi inutile sottolineare quanto 
Taccostamento con due fra i più blaso- 
nati costruttori sia piuttosto lusinghiero. 

In effetti del PC bit al ci eravamo già 
occupali qualche mese fa. proprio all'ini- 
zio della nostra lunga carrellata nel 
mondo degli AT (MC 51. aprile 86). Do- 
po nove mesi, tuttavia, le cose sono radi- 



66 


MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987 




calmeme cambiale: ed eca)ci quindi a 
presentarvi questo "nuovo^ PC hit ai. 
presentato da pochissimo ed in commer- 
cializzazione da questo mese tper la cro- 
naca. la macchina in nostro possesso è 
uno dei primissimi esemplari de/ìnilivil. 

Di diverso rispetto al modello prece- 
dente il nuovo PC bit al ha quasi lutto, 
o meglio quasi tutte le cose che contano. 
La sua caratteristica fondamentale ci 
sembra il ridottissimo ingombro, ottenu- 
to appunto grazie all'adozione di una 
nuovissima moiherboard a quattrt) stra- 
li con circuiti integrati in tecnologia 
VLSI. Tuttavia pur es.sendo quella che 
balza immediatamente agli occhi non è 
la sola innovazione di questa macchina. 

Il sistema si basa ovviamente su un 
microprocessore Intel 80286. la cui fre- 
quenza di clock è però selezionabile fra 
6 MHz e 8 MHz. La RAM fornita di ba- 
se è di SI2 KByle. ma la scheda madre 
è espandibile jìno a 1024 KByle «on 
board». Le memorie di ma.s.sa /ornile 
sono variabili in funzione del modello: 
tuttavia lo standard può essere conside- 
rato quello con un drive per minifloppy 
da 5.25" ad alta capacità il.2 MBytel 
ed un Winchester da 20 MByle normale 
i85 ms di tempo medio d'accesso) o velo- 
ce i4ll ms). Oltre alla possibilità di va- 
riare la velocità di funzionamento della 
CPU è anche disponibile un la.sto che ef- 
fettua il resei hardware della macchina. 
All'interno dell'unità centrale é po.ssihUe 
insuillare otto schede di e.spansione 
»lungbe» idi cui sei col doppio bus a 
816 hit tipica delTAT e due col solo bus 
a olio hi! de! PCt. e c'é lo spazio per 
montare una terza unità di memoria di 
massa, a scelta fra un .secondo floppy, 
un secondo Winchester oppure un'unità 
di backitp a cartuccia di nastro. 

Per concludere Tiniroduzione convie- 


ne ricordare due «atout» che distinguo- 
no ulteriormente il PC bit al. In primo 
luogo la macchina giunge all'utente 
completa di MS-DOS 3.20 e relativo in- 
terprete Basic, che la Bit Computers di- 
stribuisce ufficialmente grazie ad una 
regolare licenza stipulata con la Micro- 
soft. In secondo luogo ci piace .sottoli- 
neare che il PC hit at non è interamente 
«cinese» ma ha molto di italiano: gli ot- 
timi Winchester Olivetti OPE. per e.sem- 
pio: alcuni dei monitor con cui può esse- 
re collegato: e l'assemblaggio, che viene, 
fatto in Italia direttamente dalla Bit 
Computers. 

Sulla carta. in.somma, questo nuova 
PC hit at .sembra avere tutte le creden- 
ziali in regola per diventare un successo 
commerciale (l'enne.simo della aggres.si- 
va organizzazione romana). È quindi 
con sincero interesse che ci accingiamo 
a provarlo ed a descrivervi le nostre im- 
pre.ssioni. 




Beh. che la macchina sia piccola lo 
abbiamo detto e Io si capisce dalle fo- 
to: ma a vederla è ancora più impres- 
sionante, é proprio piccola! iconside- 
rando che dentro c'è un vero AT, ov- 
viamente). Le sue dimensioni sono di 
circa 42 X 16 x 43 cm, Ìl che significa 
che la differenza nell’impronta (1800 
cm-) è veramente minima rispetto ad 
altri noti lillipuziani quali l'Apricot 
XEN — i e lo Sperry micro/IT. Le di- 
mensioni leggermente superiori rispet- 
to ai concorrenti consentono però un 
sostanziale aumento di hardware in- 
stallabile: ricordiamo infatti che sia 
l’Apricot che lo Sperry possono mon- 
tare solo due unità di memoria di mas- 
sa mentre il PC bit at tre, e per quanto 
riguarda le schede di espansione gli 
slot disponibili sono addirittura solo 
tre (Apricot) o cinque (Sperry) contro 
gli otto del PC bit at (tra l'altro gli slot 
effettivamente utilizzabili nello Sperry 
sono solo quattro in quanto uno è de- 
dicato al controller per i dischi). 

Passando all’esame ravvicinato del 
computer, notiamo subito come il pan- 
nello frontale si differenzi leggermente 
da ciò che è rapidamente divenuta la 
norma. L’elemento di differenza è co- 
stituito da un pannellino posto al cen- 
tro del frontale nel quale si trovano, 
oltre alla consueta serratura di sicurez- 
za ed alle spie di alimentazione e di at- 
tività del Winchester, due pulsanti... 
romanisti (ossia di colore giallo e ros- 
so) ed una spia a led marcata «Tur- 
bo». Di cosa si tratta'.’ Bene, il pulsan- 
te rosso effettua il reset hardware della 
macchina, permettendo di uscire da 
quelle situazioni particolarmente mali- 
gne in cui anche il Ctrl-i- Alt-t- Del non 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


67 


PC BIT AT 




Aieuni porricolori del .tisiema: i due pannelli, anie- 
nore e potierìore. ed il monilor. Quesi'ullimn, da 
N" a fosfuri verdi, è di produeinne iioliana. 


sortisce alcun effetto. Peccato che non 
disponga di alcuna protezione, e quin- 
di sia pericolosamente esposto ad 
azionamenti accidentali dagli esiti pre- 
sumibilmente disastrosi (tra l'altro 
non compare neppure una scritta che 
dica di cosa si tratti). Il pulsante gial- 
lo, che poi è un interruttore, serve in- 
vece a commutare la frequenza di 
clock della CPU da 6 MHz (normale) 
a 8 MHz («Turbo»): la cosa viene se- 
gnalata dall'accensione di una spìa 
rossa (che contribuisce a confondere 
le idee riguardo ai colori dei pulsan- 
ti!). 

Sulla parte destra del pannello fron- 
tale trovano posto le memorie di mas- 
sa: tre unità in tutto, di cui due acces- 
sibili dalTestemo (tipicamente floppy 
0 cartucce di nastro) ed una esclusiva- 
mente interna (Winchester). Sulla sini- 
stra del frontale troviamo il marchietto 
Bit Computers ed una ampia fascia di 
fessure di areazione. Rimanendo per 
un attimo ancora sul pannello fronta- 
le. non possiamo non sottolineare la 
presenza dì un bollino di controllo au- 
toadesivo, di colore dorato e col mar- 
chio Bit Computers; si, è proprio il 
controllo di qualità! Ogni macchina 
prodotta viene testata dopo l'assem- 
blaggio. ed il bollino certifica appunto 
che t'esemplare è stato riscontrato pri- 
vo di difetti. Ci sembra un buon indice 
di serietà, anche se fa assomigliare 
tanto il computer ad una macchina fo- 
tografica giapponese... 

il pannello posteriore, piuttosto pu- 
lito per essere quellu di un compatibi- 
le. è decisamente spanano e si divide 
grosso modo in due pani. Sulla sini- 
stra si trova la sezione alimentatrice, 
con tanto di cambiatensione, ventola 
di raffreddamento e spina lEC asser- 
vita all’interruttore generale. Sulla 


pane destra invece sono presenti le fe- 
ritoie di accesso agli slot interni, in nu- 
mero di otto. Completa la dotazione il 
connettore della tastiera, posto pro- 
prio al centro fra le due sezioni. 

La tastiera è una versione più eco- 
nomica di quella IBM ma presenta un 
buon tocco ed è piacevole da utilizza- 
re. Per quanto riguarda il monitor so- 
no disponibili diverse alternative in 
funzione di ciò che si desidera ottene- 
re e spendere; si va dal semplice moni- 
lor b/n da 14" visibile nelle foto al 
monitor avanzato a colori ad alta riso- 
luzione (per nababbi): ovviamente ac- 
canto al monitor occorre acquistare il 
relativo adattatore video che, a secon- 
da dei casi, può essere monocromati- 
co, CGA-compatibile. Hercules-com- 
palibile ed infine EGA-compatibile. 



Mentre la maggior parte dei cloni 
PC e AT si aprono con un meccani- 
smo a compasso, magari poco serio 
ma assai pratico, questo PC bit at si 
comporta nel modo più tradizionale: 
il coperchio superiore è inserito «a 
cassetto» sulla scocca ed è bloccato 
mediante cinque robuste viti poste sul 
pannello posteriore. Non occorre tut- 
tavia aver sbloccato la serratura di si- 
curezza per poter procedere allo 


smoniamento della macchina; infatti, 
contrariamente a quanto avviene nel- 
l'AT «vero», il meccanismo di chiusu- 
ra si limita a disattivare la tastiera e 
non blocca il coperchio nella sua sede. 

Bene, ci credereste che nonostante 
le ridottissime dimensioni, airinterno 
del PC bit at si trova un sacco di spa- 
zio vuoto'.' In effetti la sensazione di 
vuoto è data dall'assenza, nella mac- 
china in prova, di schede di espansio- 
ne installate: lo spazio che sembra li- 
bero è quello che in realtà verrebbe 
occupato dalle eventuali schede. L'as- 
senza dì espansioni ci fa comunque 
ammirare comodamente la bellissima 
scheda madre. Sì tratta di una piastra 
in vetronìte a quattro strati, sulla quale 
viene fatto largo uso di circuiti inte- 
grati VLSI prodotti dalla «solita» 
CHIPS. Su di essa si notano facilmen- 
te il banco delle RAM (nel modello in 
prova riempito solo per metà, ossia 
512 KByte), l'80286 avvolto in un raf- 
freddatore metallico, lo zoccolo vuoto 
per l'80287. Posteriormente, a fianco 
del connettore per la tastiera, si trova 
una grossa batteria al lìtio responsabi- 
le del mantenimento del clock di siste- 
ma. Quasi al centro, invece, spicca l'u- 
nico dìp-switch della scheda, col quale 
si imposta la quantità dì RAM presen- 
te e sì seleziona il monitor dì defauli. 

La costruzione della scheda madre è 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



PC BIT AT 


esemplare: ma in realtà tutto il com- 
puter appare ben costruito, certamente 
al di sopra degli standard «cinesi». La 
scocca é molto robusta, ralimentato/e 
ben dimensionato, le memorie di mas- 
sa di ottima qualità (NEC e Ope), ed il 
tutto é ben assemblato e molto rìgido. 
La parte destra (per chi guarda dal 
frontale) è occupala dal poderoso ali- 
mentatore e dalle memorie di massa; 
quella sinistra è riservata alla mother 
board e. sopra di essa, alle schede di 
espansione- I fiat cable volanti che si 
notano sono quelli che connettono i 
drive al controller e permettono l'in- 
siallazione della terza unità di memo- 
ria di massa, operazione quanto mai 
semplice per la quale bastano un cac- 
ciavite e cinque minuti. Nell'esempla- 
re in prova la filatura rimanente (so- 
prattutto quella fra mother board e 
pannellino frontale) è piuttosto poco 
elegante; ciò tuttavia dipende solo 
dall'essere questo uno dei primi esem- 
plari pre-definilivi; i modelli definitivi 
disporranno di una filatura più ordi- 

L'unico appunto che ci sembra ne- 
cessario muovere alla costruzione si ri- 
ferisce alla collocazione dell'alimenta- 
tore. o forse al tipo stesso di alimenta- 
tore che evidentemente è previsto per 
rinstaliazione in contenitori di dimen- 
sioni maggiori. Il fatto è che ì numero- 
si cavi di alimentazione C.C. escono 
dal lato verso le schede di espansione, 
creando così qualche problema nel- 
l'accesso all'oitavo slot, quello più vi- 
cino aH'alimentatore stesso. A nostro 
parere sarebbe stato meglio se fossero 
stati fatti uscire dal lato anteriore. Il 
problema sorge per via del controller 
per i dischi; da esso partono infatti di- 
versi fiat cable, che con la loro presen- 
za rendono impossibile il montaggio 
di schede lunghe fra il controller stes- 
so e l'alimentatore. Occorre quindi, 
per evitare di sprecare slot, montare il 
controller nello slot più vicino all'ali- 
mentatore. Questo però è molto diffi- 
cile da farsi per colpa, appunto, dei 
cavi in uscita dall'alimentatore, i quali 
ingombrano proprio lo spazio sopra- 
stante l'ottavo slot. Come si vede nelle 
foto siamo ugualmente riusciti ad infi- 
lare il controller neH'alloggiamento, 
ma solo a costo di qualche sforzo e 
grazie all'elasticità naturale della ve- 
tronite (la scheda rimane un po' fles- 
sa): cinque millimetri in più di distan- 
za fra alimentatore e mother board, o 
un foro sul frontale dell'alimentatore 
anziché sui fianco, avrebbero evitato 
questa difficoltà. Fra l'altro non si può 
montare il controller nello slot nume- 
ro sette, che non dispone del bus ad 
otto bit. e quindi l'alternativa consiste 
nel montarlo sullo slot sei. lasciando 
cosi il sette e l'otto praticamente inuti- 
lizzati se non. magari, per schede par- 
ticolarmente corte e «sottili». Per la 



cronaca, e già che siamo in tema, la 
scheda controller è bellissima, piccola 
piccola grazie all'ampio uso di inte- 
grati VLSI di tipo planare, ossia salda- 
ti sulle piste .senza fori nel circuito 
stampato; forse è proprio colpa sua 
questo bisticcio di cavi, se fosse stata 
lunga come tutte le altre schede i fiat 
cable non avrebbero dato fastidio... 

I drive, come dicevamo prima, sono 
di produzione NEC (floppy) e Ope 
(Winchester). Si tratta di due unità di 
ottima qualità, certamente adatte ad 
una macchina di questo livello. Il Win- 
chester presente sul modello in prova, 
in particolare, è del tipo a basso tem- 
po di accesso e permette prestazioni 
complessive veramente elevate a sca- 
pito ovviamente di un certo costo. È 
possibile risparmiare qualcosina ordi- 
nando la macchina col Winchester nor- 
male; per applicazioni che non preve- 
dano un uso particolarmente intensivo 
dei dischi questa soluzione non degra- 
da in modo sensibile il troughpui del 



Il bel drive da 20 Mhrie veloce di produzione Oli- 
velli OPE. 



dei clock Sopra, il hollino di |■a^lrllllo di prodiizio- 


sistema e conviene maggiormente sul 
fronte... del quattrino. 



Fossero tutti cosi gli AT compatibi- 
li, la vita di un povero redattore sareb- 
be certamente più leggera! Provate a 
fare su e giù fra scale, ascensori, auto- 
mobili, magari tre o quattro volte in 
una sola giornata, con un AT normale 
e con questo, e vi accorgerete della 
differenza. E se le motivazioni «mu- 
scolari» non vi bastano, pensate alla 
vostra scrivania con sopra un AT gran- 
de e un PC bit at. Convinti? Piccolo è 
hello, piccolo è comodo: soprattutto 
quando nel «rimpicciolimento» non si 
perde in potenza, ed anzi se ne guada- 
gna. Il PC bit at in modo «turbo» va 
che é una bellezza; non sarà il più ve- 
loce AT del mondo, oramai ci hanno 
abituato a cose incredibili, ma il suo 
posto sul podio comunque se lo gua- 
dagna. Da notare che la commutazio- 
ne fra normale e turbo può avvenire in 
qualunque momento, senza bisogno di 
spegnere o ri-bootstrappare la macchi- 
na: e ciò si rivela spesso piuttosto im- 
portante. Particolare di cronaca, ripor- 
tato a solo titolo di curiosità per far 
vedere cosa succede con gli esemplari 
semi-definitivi: l'interruttore del turbo 
è montato al contrario, dimodoché 
quando la spia è accesa è proprio il 
momento in cui la macchina va piano! 
Nulla di grave, sono cose che capita- 
no. Segnalando la cosa alla Bit Com- 
puters (se n'crano già accorti anche lo- 
ro...) abbiamo fatto anche presente la 
necessità di proteggere il tasto di reset 
dagli azionamenti accidentali; credia- 
mo quindi che gli esemplari definitiva- 
mente commercializzati non avranno 
più questo inconveniente, il quale ver- 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





rà risolto probabilmente ritardando 
l'azione del pulsante (ad esempio Ta- 
cendo si che occorra tenerlo premuto 
per un paio di secondi affinchè abbia 
effetto). 

Proseguendo con le impressioni d’u- 
so. dobbiamo dire che ci ha fatto un 
buon effetto la tastiera, di buona qua- 
lità nonostante la classe economica . 
Tra l’altro il cordone è parzialmente li- 
scio e molto lungo, ossia fatto come sì 
deve: e permette di collocare l'unità 
centrale anche in posizione piuttosto 
decentrata senza problemi. Per i moni- 
tor. stante il discorso fatto poc’anzi, 
non si può dire gran che: quello b/n é 
molto ben definito e non stanca, è 
orientabile e costa poco. Degli altri 
parleremo semmai in altre occasioni. 

Con il PC bit at viene fornito il si- 
stema operativo MS-DOS in versione 
3.20 assieme al corrispondente rilascio 
dell’interprete GW-Basic. Ciò consen- 
te, tra l’altro, dì installare sulla mac- 
china anche drive per microfloppy da 
3.5" (720 KByte di capacità), cosa che 
grazie alla diffusione dei portatili sta 
cominciando ad essere molto utile. 
Comunque questa versione del DOS 
contiene anche qualche altra miglioria 
rispetto al 3.10 (distribuito da IBM), 
ad esempio la possibilità di definire 
uno spazio maggiore per l’environ- 
ment. un miglior controllo dei device 
driver, una più completa gestione del- 
le reti. È ancora in inglese, ma voci di 
corridoio danno come possibile una 
italianizzazione a cura della stessa Bit 
Computers. 

Per concludere con le impressioni 
d'uso: la macchina funziona bene, non 
ci ha dato problemi, è ben costruita e 
facilmente adattabile e/o espandibile. 
Che volete di più'.’ 



Soldi, soldi, soldi... quanto costa 
questo PC bit at? Allora, facciamo un 


po’ di conti. L’unità centrale come 
quella in prova, e cioè con 512 KByte. 
Winchester veloce da 20 MByte, flop- 
py ad alta densità da 1.2 MByte viene 
cinque milioni pressoché tondi. Ag- 
giungendo la scheda vìdeo b n ed il 
monitor da 14" a fosfori verdi si sale 
di altre seicentomila circa, che però si 
possono quasi tutte recuperare se si 
prende il Winchester normale al posto 
di quello veloce (differenza cinquecen- 



per/eiiamenie. ma la scheda nmane «ri po' ftissa. 


tornila lire). Passando ai monitor a co- 
lori le cose cambiano, pur rimanendo 
sempre a livelli accettabili in funzione 
del mercato; centosessaniamìla lire la 
scheda CGA. settecentocinquantamila 
la EGA; da otlocentomila a un milio- 
ne e seicentomila i monitor, in funzio- 
ne della risoluzione. Per i Winchester 
si va sui 20 MByte che costano un mi- 
lione ed un milione e mezzo (rispetti- 
vamente normale e veloce), o sui 40 
M Byte che co.stano due milioni e due- 
centomila lire (veloce). 

Ad ogni modo la macchina in prova 
costa meno dì sei milioni, un prezzo 
piuttosto concorrenziale in assoluto e 
particolarmente attraente se si portano 
in conto ì vantaggi consentiti dalle ri- 
dotte dimensioni. 

E per chi non potesse spendere tutti 
questi soldi? 

Beh, come già accennavamo nelle 
new.s dello scorso mese, la Bit Compu- 
ters sta puntando molto su un prodot- 
to originale basato sulla medesima 
scheda che equipaggia questo at. Par- 
liamo del cosiddetto PC bit mini at. un 
«ibrido» che unisce prestazioni vicine 
a quelle AT ad un costo poco superio- 
re a quello PC. XT. 

Sì tratta dì una macchina formata 
dalla medesima scheda che equipag- 
gia il PC bit at provato questo mese, 
cui vengono aggiunti alimentatore e 
periferiche (controller e di.schi) del PC 
bit normale (cioè con bus a otto bit); il 
risultato è una macchina complessiva- 
mente poco costosa ma con prestazio- 
ni superiori alla media PC/XT, so- 
prattutto in compiti CPU-bound. ed 
ovviamente trasformabile in qualsiasi 
momento in un al «vero» (basta cam- 
biare dischi ed alimentatore). L’equi- 
valente mini at dell’ai in prova questo 
mese costa tre milioni e settecentocin- 
quantamila lire, che non è molto per 
una macchina con 80286 e 20 MByte 
su disco. 


70 


MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987 



S»»CO/sf(H«C£ 




Terminale Ampex 232 
compatibile con protocollo IBM PC. 


AMPEX 

One ol The Signal Companies® 


EMULAZIONE TOTALE 


Indovinolo di chi si porlo? 

Di un nuovo ferminole, un vero gioiello, di gron- 
dissime copocitò, focile do usore, ergonomico, mo 
soprattutto in grodo di diologore con tutti i PC IBM 
ed IBM compotibili. Insommo si porlo di un termi- 
nale dalle caratteristiche stroordinorìe; un codice 
completo ASCII; un set 
completo di 256 
caratteri 


come IBM PC; uno lostiero in versione AT; emula- 
zione con il TeleVideo 925; tastiere di diverso na- 
zionalità incluso l'italiano; uno schermo antirìflesso 
ed orìentobile; il CRT Sover; uno tosh'era regolabile 
per il mossimo comfort uno facile opplicozione in 
ombiente Multi Link, MS-DOS ed in Xenix/Unix. 
Tutto od un prezzo estremamente interessanle. 
Ampex é più che mai sullo cresta dell'ondo con 
il suo nuovo terminale 232. 

Dove orrivono ! migliori, Ampex è tre i primi. 
Come sempre. 


rtgatroio detto I6M TeteVideo 925 e 


' rogetmio dello lolevdeo Systoro. Ine 



COMMODORE 


i=l 

liMMLPjl ■ 

1 — 1 













CORREDO HARDWARE 
PER AMIGA 

• Drive da 1 Mega 
Esterno 

• Sidecar per la com- 
patibilità con il PC 
IBM In MS-DOS 

• Hard Disk da 10 Me- 
ga 

• Hard Disk da 20 Me- 
ga 

• Hard Disk da 30 Me- 
ga 

• Unità di Back-Up da 
10 Mega 

• Unità di Back-Up da 
20 Mega 

• Unità di Back-Up da 
30 Mega 

• Digitalizzatori e tele- 
camere B/N 

• Plotter Roland inter- 
facciablte con Amiga 
formato A3 ad 8 co- 
lori 

• Espansioni di memo- 
ria da 1MB e 2MB 


CORREDO SOFTWARE 
PER AMIGA 


Disponibilità di una libreria di ol- 
tre 300 programmi: data base, 
utilità, gestionali e grafici tra cui 
il potentissimo DYNAMIC CAD 


PER INFORMAZIONI E 


SPECIALITIES 


QUOTAZIONI 

AGGIORNATE 

TELEFONARE 


4' CONFIGURAZIONE 

COMMODORE 
AMIGA 
RAM 512 K 
MONITOR A COLORI 
DRIVE DA 1MB 
TASTIERA E MOUSE 
+ DRIVE ESTERNO 
DA 1MB + 
DIGITALIZZATORE 
CON TELECAMERA 
HITACHI B/N 
CAMERA HITACHI 
B/N 

E 4.150.0 


5' CONFIGURAZIONE 

COMMODORE 
AMIGA 
RAM 512 K 
MONITOR A COLORI 
DRIVE DA 1MB 
TASTIERA E MOUSE 
-I- SIDECAR 
PER COMPATIBILITÀ 





6* CONFIGURAZIONE 
COMMODORE 
AMIGA - RAM 512 K 
MONITOR A COLORI 
DRIVE DA 1MB 
TASTIERA E MOUSE 
+ SIDECAR 
PER COMPATIBILITÀ 
COL PC IBM + 
PLOTTER ROLAND 
DXY 885 + 
DIGITALIZZATORE 
CON TELECAMERA 
HITACHI B/N 

£ 8.180.000 


SPEDIZIONI GRATUITE 
IN TUTTA ITALIA 
ISOLE COMPRESE 


MATERIALE COLLAUDATO 


ASSISTENZA TECNICA 
CURATA DA DCS ITALIA 
Via Arbia n. 62, 

Tel. 867742 


VEDI ANCHE NS. PUBBLICITÀ 

GRUPPO DISITACO 


RoboCAD-K 



di Massimo Truscelii 


1 / termine CAD < Computer Aided 
Designi fu coniato neiromiai lonta- 
no 1 965. per designare un progetto com- 
missionato daU'Air Force statunitense 
all'Archiiecture Machine Group del mi- 
tico MIT di Boston. L'ohiellivo era la 
realizzazione di un sistema interattivo 
da utilizzare nella progettazione mecca- 
nica. nel quale il processo di ideazione, 
disegno, controllo, modifica e nuovo di- 
segno. fino a quello dejiniiivo. fosse il 
più possibile privo di errori, tempi morii 

74 



ed il più possibile funzionale. 

Nel 1970. negli Stati Uniti d’America 
esistevano già circa 200 sistemi CAD 
per lo più impiegati nelTindu.stria aero- 
nautica ed automobilistica. 

Oggi, con il boom informatico che si 
avvia ormai alla sua fase dì normalizza- 
zione. è difficile riuscire a dire quanti 
siano i sistemi CAD attualmente utiliz- 
zati. ma esiste una matrice comune che 
ha decretato l'adozione di tali sistemi in 
industrie, università, .studi tecnici, di ar- 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




ROBOCAO-PC 


chiieiiura ed in svariali altri settori: 
l'aumento della produttività. 

In questa ottica va inquadrato anche 
il prodotto presentalo in que.ste pagine: 
si tratta del RoboCAD-PC della Ruhq- 
com Limited inglese, distribuito in Italia 
dalla Telav International ad un prezzo 
di 3 milioni di lire. 

Con questa cifra è oggi possibile ave- 
re un sistema che solo qualche anno fa 
era riservato a pochi, privilegiati e ri- 
stretti settori produttivi, soprattutto ae- 
ronautica. ingegneria aerospaziale, elet- 
tronica, o comunque settori in evoluzio- 
ne e con il denominatore comune di un 
elevato contenuto tecnologico. 


Dgscrizione 


Il RoboCAD-PC, come lascia inten- 
dere il nome, è la versione aggiornata 
ed adatta al PC (per definizione IBM 
e compatibili) del già famoso Robo- 
CAD per Apple II, provato nella ver- 
sione 1500 su MC del gennaio 1985. 

Si tratta di un sistema completo per 
la produzione di disegni tecnici a due 
dimensioni ed i suoi campi di applica- 
zione sono tipicamente ingegneria, ar- 
chitettura, illustrazione e tutti gli altri 
settori nei quali il disegno riveste un 
ruolo di preminente importanza. La 
configurazione hardware richiesta per- 
ché RoboCAD-PC possa funzionare 
comprende un PC XT o AT (e/o com- 
patibili) con 640 Kbyle di memoria 
RAM, doppio floppy disk drive o di- 
sco rigido (sicuramente da preferire 
quest'ultimo), scheda video-grafica 
Hercules o compatibile, scheda seriale 
RS 232. una unità di input dei dati (fa- 



La chiave hard»an di pniie:ione senza la i/uale 


voletta grafica o mouse), ed infine, un 
plolter oppure una stampante grafica 
per l'output sulla carta degli elaborati 
ottenuti. 

La confezione di RoboCAD-PC 
comprende cinque floppy disk, adatti 
ad essere impiegati sotto MS-DOS o 
PC- DOS nelle versioni 2. 10 e successi- 
ve. ed una chiave hardware di prote- 
zione. senza la quale non è possibile 
alcuna utilizzazione applicativa del 
pacchetto. 

I cinque dischetti, PROGRAM, SY- 
STEM. TRANSLATOR. DRIVERS e 
LIBRARY, contengono oltre al pro- 
gramma vero e proprio, anche i file 
necessari alla configurazione del siste- 
ma. alla traduzione nel formato utiliz- 
zato da RoboCAD di disegni ottenuti 
con programmi simili, al «pilotaggio» 
di vari modelli e marche di plotter e 
dispositivi di input, ed alcuni file con- 
tenenti disegni di utilità generale. 

Completano il «Compilation Pack» 
del RoboCAD un «Reference Ma- 


nual» ed un «Quick Start Tutorial» in 
lingua inglese; per l'edizione italiana 
del pacchetto, la cui traduzione è stata 
curata dalla Telav International, la do- 
tazione sarà presto integrata da un ma- 
nuale anch'esso in italiano. 

Dopo aver configurato il proprio si- 
stema operando l'installazione delle 
schede necessarie e l'inserimento della 
chiave in una delle due porte della RS 
232, la prima cosa da fare è un backup 
dei dischetti (non si sa mai...) e, se si è 
in possesso di un PC dotato di disco 
rigido, installare il programma su di 
esso. 

L'operazione avviene automatica- 
mente avviando il programma RC 
contenuto nel dischetto SYSTEM e se- 
lezionando l'opzione 2 dal menu prin- 
cipale: le operazioni successive vengo- 
no gestite in modo tale da guidare l'u- 
tente nelle varie fasi di installazione su 
hard disk. 

Eseguita tale operazione è necessa- 
rio configurare il programma affinché 
riesca a gestire i dispositivi di input ed 
output impiegati, ed assegni loro le 
porte di comunicazione, con relativi 
parametri, più adatte. 

Nelle prove eseguite, a dispetto di 
quanto indicato sulla scatoletta pres- 
sofusa della chiave hardware, che ne 
consiglia l'inserimento tra il plotter e 
l'uscita seriale del PC, il sistema è sta- 
to così configurato: chiave di protezio- 
ne e, in cascata, il mouse (nei caso spe- 
cifico un Terrington Manager fornito- 
ci. cosi come il plotter Roland DXY 
980. dalla stessa Telav International) 
sulla porta seriale I (com 1); plotter 
sulla porta parallela (Ipt I): e stam- 
pante opzionale, compatibile Epson 
oppure Canon, anch'essa sulla porta 
parallela. 

Al lancio del programma, avendo 



A sinistra, il menu principale di RtéoCAD-PC ed il menu a discesa di canfigurazione. A destra, una delle librerie attivale dall'apposita opzione. 


MCmìcrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


75 





nOBOCAD-PC 



insiallaio il driver del mouse con un fi- 
le di batch, per evitare che il program- 
ma non riconoscesse la chiave di pro- 
tezione e visuali 22 asse un «Security 
Key Missing!!!», è stato necessario di- 
sconnettere il mouse stesso dalla chia- 
ve; tuttavia, operando con il driver del 
mouse installato da programma, inve- 
ce che da sistema operativo, la proce- 
dura di avvio viene ripetuta fin quan- 
do tutto non è a posto, nella fattispe- 
cie fin quando il mouse non è discon- 
nesso. 

La visualizzazione sullo schermo 
del menu a icone di RoboCAD-PC 
consente la connessione del mouse; da 
questo momento in poi è possibile la 
creazione degli elaborati grafici desi- 
derali. 


Caratteristiche 


Il menu principale di RoboCAD- 
PC è organizzato in modo da presenta- 
re contemporaneamente sullo schermo 
alcune icone e. con gli opportuni input 
da mouse o tavoletta di digitalizzazio- 
ne, anche altri otto menu a discesa. 

Questi ultimi si distinguono in; 
Configura, Disegna, Modifica. Vista. 
Libreria, Accessori, Dimensioni, Out- 
put. 

Ognuno dei menu presenta varie op- 
zioni selezionabili spostando un cur- 
sore, rappresentato da una freccia, ed 
agendo sui pulsanti presenti sul dispo- 
sitivo di input impiegato; in più, sulla 
linea inferiore di ogni menu, viene vi- 
sualizzata anche l’ultima opzione ef- 
fettuata, con la possibilità di riselezìo- 
narla con il cursore. 

Nella parte bassa dello schermo so- 


no visualizzate alcune linee di stato 
corrispondenti alla scala del disegno, 
l'unità di misura impiegata, il formato 
della carta ed alcune informazioni ri- 
guardanti il punto nel quale si trova il 
cursore, il tipo di attività che si svolge 
ed eventuali richieste di input da ta- 
stiera. 

Ogni opzione selezionata presenta a 
sua volta un sottomenu a icone oppu- 
re altri menu. Tre icone sono presenti 
in ogni sottomenu (sono identificabili 
con una V, una X ed una «scatoletta» 
con una freccia a destra) e corrispon- 
dono alla conferma delle operazioni 
fino ai momento eseguite, all’abban- 
dono dell'opzione selezionata ed all’u- 
sciia dal sottomenu. Anche la tastiera 
permette di operare alcune scelte: il 
tasto ESC permette di abbandonare ed 
annullare ogni operazione in corso 
senza necessariamente doverla com- 
pletare. la barra spaziatrice permette 
di ridisegnare la figura in elaborazione 
nelle dimensioni originali, e viene usa- 
ta tipicamente dopo aver operato lo 
ZOOM di alcune zone dell’immagine, 
inoltre, è possibile, in qualsiasi mo- 
mento, la stampa su carta semplice- 
mente premendo lo shift in unione al 
tasto PrtSc. 



RoboCAD-PC è uno strumento 
molto versatile che consente di esegui- 
re disegni tecnici anche dì una certa 
complessità in maniera semplice ed 
immediata. 

Tutta la serie di opzioni offerte spa- 
zia dalla configurazione degli stru- 


menti e degli elementi di disegno, alle 
operazioni di disegno vero e proprio 
con particolare attenzione per le cur- 
ve, gli archi di cerchio e le circonferen- 
ze. Su 10 elementi di disegno, ben 5 ri- 
guardano le curve; è possibile il dise- 
gno di archi di cerchio tra due punti, 
circonferenze, archi di cerchio di de- 
terminato raggio, archi di cerchio pas- 
santi per tre punti ed infine, arcotan- 
genti ad un punto. 

Gli altri elementi di disegno riguar- 
dano il tracciamento di linee, paralle- 
lepipedi ortogonali, campitura di aree, 
disegno a mano libera e posiziona- 
mento di punti di aggancio. 

Anche il tipo di tratto offre una va- 
sta possibilità dì scelta per dimensioni 
e stile; lo spes.sore varia tra 1 ed 8 pi- 
xel. il tipo di tratto può essere conti- 
nuo oppure a tratteggio più o meno 
fitto. La distanza delle linee di campi- 
tura può essere variata, il valore di de- 
fault è comunque 10 mm. 

Prima di iniziare a disegnare è bene 
definire la configurazione di base del 
disegno: ovvero definire tutti quei va- 
lori riguardanti le dimensioni del fo- 
glio di carta: la scala del disegno; l'u- 
nità di misura da impiegare: la preci- 
sione, in termini di cifre significative 
dopo la virgola, di eventuali misure: la 
distanza, in pixel, dì attrazione tra il 
cursore e punti «significativi» (centro 
delle circonferenze, estremi di segmen- 
ti, ecc.) del disegno. 

Una volta operata tale configurazio- 
ne, che prevede anche l’uso di tavolet- 
te grafiche, l’inversione dello schermo, 
il salto ad una specie di block note 
con eventuali elementi di disegno; è 
possibile salvare su dischetto la confi- 
gurazione. Si tratta di una possibilità 
molto utile, che, specialmente se si è 


76 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




ROBOCAD-PC 




A Msma ■ La /!* 
A delira - HarJ-Capy dì 


cala ingrandiia uuli:zando il i 


soliti lavorare con alcuni parametri 
sempre uguali, può risultare mollo co- 
moda. 

Altre interessanti caratteristiche ri- 
guardano la possibilità di inserimento 
di figure contenute nella librerìa se- 
condo le esigenze volute; ad esempio 
rotazioni, capovolgimenti, simmetrìe 
rispetto all’asse X o Y. 

Dal menu «Disegna» si può notare 
che esistono due opzioni a prima vista 
uguali: «Ins.moduli» e «Ins. parti»; la 
prima può operare le trasformazioni 
già descrìtte sugli elementi di disegno 
prelevati dalla librerìa, la seconda può 
operare altre trasformazioni, di grado 
più complesso: si tratta di trasforma- 
zioni che prevedono lo schiacciamen- 
to 0 l'allungamento delle figure secon- 
do vari assi; l'inclinazione delle mede- 
sime, la rotazione, il cambio di stile e 
spessore delle linee, e addirittura il 
cambio di modo di trasformazione 
dalla modalità «Ins.parti» in «Ins. mo- 
duli». 


È possibile, logicamente, anche l'in- 
serimento di testi in varie dimensioni e 
stili, secondo inclinazioni ed altezze 
diverse. RoboCAD-PC offre numero- 
se possibilità di documentazione degli 
elaborati grafici realizzati: misura de- 
gli angoli, degli archi, delle distanze: 
inoltre è possibile realizzare gli elabo- 
rati grafici sfruttando delle griglie di 
tipo radiale oppure ortogonale, evi- 
denziando eventuali punti dì raccordo 
del disegno. 

Anche l'output prevede molte possi- 
bilità di intervento nel settaggio dei 
parametri: è possibile scegliere il for- 
mato della carta: si può selezionare il 
tipo e lo spessore del tratto, inserire i 
filtri, cioè eliminare gli elementi, il te- 
sto, le distanze, angoli o altre compo- 
nenti deH'immagine. Dal menu di out- 
put è possibile scegliere anche la velo- 
cità di tracciamento ed assegnare, uti- 
lizzando plotter a più pennini, un co- 
lore per ogni spessore delle linee. 

L'uso di RoboCAD-PC è facile ed 


agevole: chiunque sappia disegnare 
riesce ad utilizzarlo tranquillamente 
ottenendo da subito, senza penare, ri- 
sultati dì buona qualità. 

A riprova di dò basta guardare gli 
esempi di queste pagine: una «dream 
car» che sembra essere uscita dal film 
«La carica dei 101 » di Walt Disney (la 
macchina di Crudelia), disegnata in 
poche ore di lavoro; lo stesso disegno 
ricaricalo dalla libreria e debitamente 
deformalo con uno dei menu descritti 
è alla base di un successivo elaborato 
nel quale compare anche una matita 
che disegna il disegno... (l'immagine 
nell'immagine). 

Per finire l'ultima creazione realiz- 
zata con RoboCAD-PC è un elaborato 
di tipo architettonico, ispirato agli im- 
pianti sportivi per le Olimpiadi di To- 
kyo progettati da Renzo Tange: anche 
in questo caso i tempi di realizzazione 
sono estremamente ridotti e solo ad 
aver avuto qualche momento di più da 
dedicare al disegno si sarebbe potuto 



MCmIcrocomputer n. 69 - gennaio 1987 


77 



ROBOCAD-PC 




Ottenere sicuramente qualcosa di mol- 
lo meglio. 


Intertacciamento 


RohoCAD-PC può essere utilizzato 
con una vasta serie di dispositivi di in- 
put ed output; il dischetto contenente 
i driver per i dispositivi presenta i file 
corrispondenti a: Calcomp 2000, Gra- 
phtec KD-2525A, .1030A, 3838A, 4030 
e 4030A, Hitachi HDG 1515, tutta la 
serie Houston e Kurta oltre alle Sum- 
magraphics e Numonics. queste ulti- 
me distribuite dalla stessa Telav; in 
particolare per i mouse esistono i dri- 
ver per Logitech, Microsoft, Mouse 
System e Summagraphics. 


I plotter collegabili sono gli HP,e 
poi Calcomp, Gould, Graphtec, Hita- 
chi e Roland. Per chi disponga di plot- 
ter con interfacciamento seriale, i pa- 
rametri di comunicazione del pacchet- 
to applicativo sono 9600 baud, 8 bit + 

I di stop, nessuna parità. Sui manuali 
in dotazione sono indicate per ogni ti- 
po di periferica impiegabile, le posi- 
zioni dei dip-swilch di settaggio dei 
parametri. A proposito di interfaccia- 
mento va menzionata la possibilità di 
traduzione, di file provenienti da pro- 
grammi analoghi nel formato utilizza- 
to da RoboCAD-PC. 

Tra gli esempi contenuti nella libre- 
rìa si può notare la pianta di una abi- 
tazione elaborata con il «vecchio» Ro- 


boCAD 1500 per Apple, il trasporto 
nella libreria del RoboCAD-PC è av- 
venuto utilizzando proprio il program- 
ma di traduzione citato. 


Conclusioni 


Considerazioni finali decisamente 
positive, non c'è nulla da eccepire per 
un prodotto che è sicuramente molto 
più versatile e polente di quanto si sia 
potuto descrivere in queste note. 

Il RoboCAD-PC è sicuramente po- 
tentissimo nel disegno della compo- 
nentistica e nello sviluppo di piani di 
assemblaggio delle parti: non a caso 
nelle librerie sono contenuti molli 
esempi di componentistica sia elettro- 
nica (transistor, altoparlanti, diodi, 
connettori, ecc.). sìa di idraulica (giun- 
zioni. raccordi, ecc.). 

L'uso è consigliato per tutti gli ela- 
borati grafici a due dimensioni: in ma- 
ni esperte, l’uso può vantaggiosamente 
essere esteso anche al disegno di pro- 
spettive ed assonometrie. L'unione ad 
una tavoletta grafica, invece che al 
mouse, potrebbe renderlo più versatile 
ed agevole da usare in alcune situazio- 
ni, ma anche con il mouse è difficile 
trovare un difetto che effettivamente 
tale possa essere definito. 

In redazione qualcuno ha fatto gli 
inevitabili paragoni con AutoCAD del- 
la AutoDesk e con l’ultimo nato CAD- 
Key della statunitense Micro Control 
Systems, ma personalmente non credo 
che il confronto sia valido; Robo- 
CAD-PC è un software di progettazio- 
ne assistita dal computer diverso per 
concezione, prestazioni e soprattutto 
per il costo: 3 milioni contro gli 8 dì 
AutoCAD ed i chissà quanti di CAD- 
Key. 

A chi desidera il colore per le pro- 
prie applicazioni, si vocifera che pre- 
sto la Telav dovrebbe immettere sul 
mercato un altro prodotto, sempre di 
produzione Robocom, che funzionerà 
con le schede EGA e compatibili. 


// plotter Roland DXY 980 
ed il monitor Roland MB 142 


La Telav Iniemational srl distribuisce 
anche la completa gamma dei prodotti 
Roland, tra i quali il plotter DXY 980A 
dalle buone caratteristiche: formato A3. 8 
penne, discesa «frenata» dell'holder por- 
tapcnna, posizionamento elettrostatico 
della carta, display digitale della posizio- 
ne sugli assi cartesiani della penna, pan- 
nellino di controllo delle principali fun- 



zioni con elevata compatibilità con il 
DXY 880A e doppia possibilità dì funzio- 
namento (in modo DXY oppure RD— 
GL). H plotter DXY 980A oltre la capaci- 
tà di poter essere interfacciata per via se- 
riale o parallela e come molti altri plotter. 
oltre alle capacità grafiche sufficiente- 
mente spinte, dispone anche di una buo- 
na capacità di stampa dei caratteri. 

Un altro elemento che si è fatto ap- 
prezzare molto nell’uso di RoboCAD — - 
PC è stalo il monitor Rol and MB— 142. 
Si tratta di un monitor TTL ad elevata de- 
finizione che in più di una occasione ha 
lasciato supporre a molti redattori che 
fosse a colori. Sebbene sia definito come 
«character display», si è rivelato molto 
adatto all’uso grafico. Il monitor, a fosfo- 
ri bianchi, è dotato di un interruttore per 
l'inversione dello schermo e dei soliti 
controlli di luminosità e contrasto nella 
parte anteriore, mentre invece nella parte 
posteriore sono presenti i controlli per i 
sincronismi verticali ed orizzontali ed il 
controllo di ampiezza verticale dello 
schermo. 


78 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 








il Turbo Pascal - Se 

siete programmatori 
professionisti, questo è 

10 strumento che vi offre 
le alte prestazioni dì cui 
avete bisogno. Se 
invece non avete mai 
programmato in un 
linguaggio evoluto, 

Turbo Pascal vi aiuterà a 
muovere i primi passi in 
un ambiente integrato di 
programmazione 
strutturata facilissimo da 
utilizzare. 

Con le sue 500.000 
copie vendute in tutto il 
mondo, Turbo Pascal è 
diventato uno standard 
di fatto nell’ambito dei 
personal computer. 

Fino a 4.000 righe di 
codice al minuto: Turbo 
Pascal è il più veloce 
compilatore Pascal 
esistente. E occupa solo 
39 kB in memoria 
rispetto ai 300 kB 
occupati da alcuni altri 
compilatori Pascal. 

Ma c’è di più. Turbo 
Pascal offre alcune 
estensioni significative 
standard, tra cui i file ad 
accesso diretto, le 
stringhe dinamiche, gli 
overlay e l'accesso allo 
hardware di basso livello 
ed al sistema operativo. 
Inoltre, Turbo Pascal 
comprende un full- 
screen editor, tipo 
Wordstar. 

11 compilatore indivìdua 
istantaneamente gli 
errori, attiva 
automaticamente 
l’editor e indica la 
posizione dell’errore 
aU’interno del codice 
sorgente. 

Turbo Tutor - Per 
imparare il Pascal da chi 
ha inventato il Turbo 
Pascal. Turbo Tutor è 
composto da una guida 

Wordstar é ur marchio registrato delle 


di autoistruzione ed un 
dischetto con il codice 
sorgente degli esempi. 
Passo dopo passo, 

Turbo Tutor 
accompagna il 
programmatore dalle 
nozioni di base fino ai 
concetti e le tecniche 
più avanzate. 

I Turbo Toolbox 

Turbo Database, 

Turbo Graphix e 
Turbo Editor 
contengono ognuno una 
collezione di routine per 
la soluzione di tipici 
problemi EDP tramite 
Turbo Pascal. Con ogni 
Toolbox viene fornito un 
programma professionale 
di immediato utilizzo. Un 
esempio: il Text Editor 
Microstar incluso nel 
Turbo Editor Toolbox. 

E tutto questo in 
codice sorgente, 
per permettervi di 
trasformare ì moduli dei 
Toolbox e integrarli nei 
vostri programmi Turbo 
Pascal, che potrete 
rivendere senza dover 
pagare alcuna royalty. 
Naturalmente, tutti i 
manuali sono in italiano. 
Potrete acquistare i 
nostri prodotti 
servendovi del modulo 
d'ordine, scegliendo la 
modalità di pagamento 
per voi più comoda o 
richiedendoli al vostro 
rivenditore di fiducia. 
“Dopo quanto detto le 
conclusioni sono 
veramente scontate. Si 
tratta di un pacchetto 
eccezionale corredato 
da un eccellente 
manuale di circa 300 
pagine venduto a un 
prezzo incredibilmente 
basso...” 

Carlo Magnaghi “Bit” 

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il team della Edia 
Borland è a vostra 
disposizione chiamando 
la nostra Hot-Line allo 
02/588.523 


Dati tecnici 
Requisiti del sistema 

PC IBM, Olivetti e 
compatibili e quasi tutti i 
sistemi su MS-DOS, CP/M 
86 e CP/M 80 (solo 280) 


Sistemi operativi 
PC-DOS da versione 2.0 
MS-DOS da versione 2.0 
CP/M 86 da versione 1.0 
CP/M 80 da versione 2.2 


Memoria minima del 

sistema 

PC-DOS, MS-DOS CP/M86 

120 K CP/M 80 48 K 

■ generazione del codice 
oggetto in una passata 

■ editor incorporato 

■ rilevamento interattivo 
degli errori 

■ occupa meno di 39 kB 
in memoria 


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Denominazione del Computer: 

Misura del dischetto: 

Sistema operativo e N. di versione: 

□ Pagherò contrassegno al postino (più L 4.000 di spese 
postali) 

□ Allego assegno non trasferibile N 

□ Allego fotocopia di versamento su CCP 48067201 

□ Pagherò con addebito sulla mia carta di credito American 

Express N scadenza 

Con busta intatta del dischetto 
SODDISFATTI O RIMBORSATI 
entro 10 giorni 


Nome e Cognome _ 


EDIA 


BORLAND 


v.le Cirene, 11 - 20135 Milano - Tel. 02/588523 ■ 5451953 



Nasce con 10.000 programmi 
software. 

Apple* IIGS Ita fondamenta 
solide: la preziosa esperienza di ire 
milioni di utenti di Apple II, fa cui 
professionisti, aziende, studenti e 
professori. 

Al suo interno opera il piccolo 


Mega II, un chip che contiene tutte 
le funzioni di -^^ple Ile ed Apple 
Ile, capace di operare con i più di 
10.000 pezzi di software scritti per 
i^le II. 

Ma questo non è tutto. 

Rispetto alla femiglia Apple II la 
velocità di i^ple IlGS è tre volte 


superiore, grazie al nuovo 
processore a 16 bit, con 256 Kb di 
memoria (espandibili fino a 8Mb ). 

L’apprendimento è ancora più 
facile e naiirale: interfaccia 
amichevole ed uso del mouse sono 
ora lo standard di /^ple llGS 
Le sue cecità espressive sono 


Disco Rigido HD20SC 



Scheda d'espansione di memoria 


Disk Drive 5.25" 



Apple Hgs: 

! fiituro è alle sue spalle. 


estremamente più st)fisticate. 

[1 monitor a colori RGB è in mdo 
di riprodurre ogni tipo di grafico od 
immagine a colori con una 
definizione nitida e professionale, 
paendo contare su una gamma di 
4.096 nuances di colori. 

Un sintetizzatore, con 32 
vai a disposizione, è 
capace di creare anche ogni 
tipo di sonorità 

L'e^rienza di tanti in un 
computer per tutti. 

Apple IIGS è un computer 
\’ersatile ed espandibile, Il suo 
corredo di periferiche, tutte 
direttamente collegabili, comprende 
tra le altre: le stampanti 
ImageWriter" e la^iWriter", il 
disco rigido HD20SC dalla grande 
capacità di archiviazione, la scheda 
di espansione di memoria a 1,28Mb 


//// 1 — 



Disk Drive 3 5" 



e la scheda d’inter&ccia SCSI che 
rende più velae la comunicazione 
con le periferiche, 
la più vsm biblioteca software 


esistente al mondo, con dischetti da 
3.5" e 5.25”, legabili da drive 
per ambedue itormati, si adatterà 
alle più svariate esigenze. 

Infinti /^ple IIGS è in grado di 
sneOire ogni attività gestionale 
dell’azienda, tra cui contabilità e 
ma^zzino, ed è un validissimo 
strumento per tutti i professionisti 
come medici, dentisti, avvocati ed 
architetti. 

Nel campo della scuola, la sua 
elevatissima capacità di 
comunicazione, insieme a tutti i 
programmi di /f)ple li, rende 
ancora più stimolante il suo utilizzo 
nelle didattiche d’apprendimento 
più avanzate. 

Se pensine che Apple IIGS sia 
veramente il computer più 
rivoluzionario della femigliai^ple II, 
prima di recarvi ad un Apple Center, 
voltate pagina.,. 


il, Apple Computer 


Apple ed il marchio Apple sono marchi registrali di Apple Compuir Ine. Inu^Writer e LaserWriter sono marchi di Apple Computer Ine 


PLaYWORLD 


di Francesco Carla 



The Halley 
Project 

Tom Snyder 

Mindscape 
USA 1985/6 

Amiga, C 64 
Mastertronic 


■ Eccoci al prima ninnerò di Playworìd de! l'Jfl?. I 
nuovi compuier dei quali t/« parlando da molli 
mesi, il Commodore Amiga e l'Aiari ST, sianno 
progredendo visibilmenie. Il .wfrware .spettacolare per queste 
macchine, migliora in quantità e qualità, quasi giorno per 
giorno, e in questo numero potete dare iin'occhiaia a sei 

Commodore e tre della macchina Alari. E vi prego di 
concedere una cena attenzione anche al sol'tware ecologico 
di Sinopia Informatica, realizzato sul Commodore .4 


che dimostra che anche 

possiamo dire la no.stra in a 
Ormai si delinea chiaramente un ,, 
più nella comunicazione, il domini 
accorgercene stiamo ahbandonand< 
quello delle lettere, dei punti e d 


■I provi, 


PO informuth 
to: l'alfabeto non ha 
is.solulo. Senza quasi 
in sistema di dialogo, 
e virgole, che ci ha 
Music, uno stupendo 
c .Arts. è possibile mettere 
r leggere neppure 
zionamento del 

0 tramite segnali iconici. Ma i veri 
’i di questa rivoluzione, sono stati i 
videogame, ed è per questo che Playworld ne ha parlato con 

alla simulazione. L'interesse di voi lettori ci ha dato 
ragione. L'alfabeto sta morendo, arriva la comunicazione 
iconica. ■ 


zi è eccellerne; già la pre- 
sentazione, supercantaiu e 
animata quasi in versione 
televisiva, sorprende a suf- 
ficienza, ma il vero stupore 
é reclamato dal cruscotto 
della nostra astronave, una 
cabina morbida e perfetta, 
-senza pixel in disordine 
sparsi fuori posto, h quasi 
tutto airinterno della ship e 
inieragibile: 
ruttori per k 
ne per azi 
ve da salii 
dare giù 
là. ma di qi 
sento di fare 
nessuno, é la 
simulazione: s 
nare sulla 
lete imma} 



La cometa di Halley è la 
protagonista di questa si- 
mulazione spaziale della 
Mindscape. che era già 
uscita, con buon successo, 
un anno fa per il Commo- 
dore 64, ai tempi del ritor- 
no della magica cometa 
dalle parti del nostro Piane- 
ta. Autore di questo video- 
game è Tom Snvder, che 
pochissimi, solo i più aiten- 

stato l'autore di In Search 
of thè Most Amazing 
Thing. un bellissimo e poe- 



venture e un po' arcade del 
1983- Snyder adesso dirige 
uno dei centri di ricerca sul 
software spettacolare per 
conto della Mindscape 


americana, ed insieme a 
Len Bertoni e a Omar Khu- 
dari é il responsabile della 
operazione Halley su Ami- 
ga - 

Il risultato di questi slor- 




Bè. lungaggini a parte, 
The Halley Project c un bel 
videogame, anche se non si 
ha l'impressione che il po- 
wer di Amiga sia stalo 
sfruttato in pieno. 



82 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


APPLE CENTER Specializzazioni: Business e professionisti: EdIT: Scuola e UniversHa: ' 

VALLE D'AOSTA - Aosta: Inloiinalique - Av Du Conseii des Commis 14 Guari: inlormatiaueS - Reg America 31 

PIEMONTE - Torino: Bellucci - Via Papacmo 23 Commlor Sistemi - CsoTelesioA/B C so Grosseto 209 Compulable- CsoCorSiCa ’9 Dimensione 
Personal - Vta Bertela 22/ E Soflec Computer - Via Juvrarra24 Tecnosysiem - Cso Francia 12 TeKnoCompuIers - Via Madama Cnstma 31'C- 
Ciriè; Aldebaian - Via V Emanuele39 AlessandriatSislerm Bit- ViaGhilim27 Cuneo: Ttiemalnlor DistriDuita -ViaC Emanueietll20 Alba:Centro 
Computer -VraParuzza2 NovaratOR - V leXXSettembie 19- Via Mo'era3 SPA - ViaCanobbio 16/A Borgomanero: Ali Computer- Cso 
Garibaldi 106 Biella: ini BieMa di Zanolto 8 Bernuzzo - Pz/a S Paolo l 

LOMBARDIA - Milano: Alcor- Cso di Porta Romana 55 - Via Moreno da Brescia i9 Aiiinlormalica - Va VigevanoB - . ViaLaz2areno2 Business 

Center Microage • ViaCofdusio2 C E Communication Engineering - Piazza FirenzeA Dellron -VIeGranSassoSO Espnt _ -Via Bergamini 
13 Indico - Via Pier Capponi 12 - Via Marco O'Agrale i Information Tecbnology - Via dei Bossi 7 La Bottega inlotmalica - Via Turati 6 MiC'Otech 
Sistemi ■ -Vie Piai/e7 Personal Computer Shop - Via Bertani 8 - Via S Vittore 6 PoliSiStemi - Via Derna 19 Smali Business Computer • Via 
Vitiuvio38 Soflec Computei - VleJenner 23 Melegnano: L Amico del Compulei - Vie Lombardia 17/19 - Via Castellini 27 Monza: Compulenanaia 

- Via Cortelonga 15 Esi - Via Cavallotti ii Vlllasanta: Computer Area • Via Volta 27 'A - Via Carducci 2 UssonecCompulerlandia Polli - V le Manir 
della Liberta 72 TrezzanoS/NiPersonaiCompuieiSnop - Va L da Vnci 36 Bergamo: Aiilniormaiica Bergamo - ViaSioppar' 4 S Computer 
Center Studio 1 5 - Via Ouarenghi 60 II Mondo dell Intormatica - Via Pitenlmo 8 Brescia: n Computer - Via So"e'>no 5 Gavardo: B't Sbop - '/ a 
0uarenai20 Como:DSi -VaDottesioS Irpeinipimalica - Va Cadorna l 'A Albate: Accaesse iniormatica- Va Acguanera 46 Erba:BCS -Va 
Leopardi 16- ViaPlimo27 Mantova: Aniek Computei Via Cavour 69 S. Antonio M.: Aniek Computer - Va Manzonc49- Pavia: M A S H Computer 
Systems ' - Via delia Hoccnena 7 Varese irpe • Via de- Caraniani i Gallaraie: irpe - Via Pegoiaio 8 

FRIULI VENEZIA-GIULIA- Trieste: CompuIermarKeUDec Sistemi) .. . - Via VaidinvoS Udine: P S Elen'on>ca - /iaTavagnacco89 9^ cc Gorizia: 
Elcorn - Cso Italia 149 Pordenone: Electronic Center Va Beriozzi 17 • Vie Libertà 79 Manzano: Friuicompute' - Va S Giovanni 6- A 
LIGURIA - Genova; Computer Gemei - Va Storace 4/i Sampieidarena - Va S Vincenzo 109/R Piemme System • va Casaregis 43 7 Sais 
Inloimalica - Vie Biigate Paitigiane 132/R - . Via G 0 Annunzio 2/35 Lavagna: RaHo Linea Ufiicio - Cso Genova >00 Sanremo: Bottega sei 
Computer - Via Martin della Liberta 180 Savona; Bnano - Cso Taidy e Benech 20i R 

TRENTINO ALTO ADIGE - Trento; SI.GE . . - Via Piave 28 Bolzano: Oataplan Via Cassa di Risparmio 9 - Via Ospedale t 
VENETO - Venezia: Manconda Computer - CannareggiO 5894 Mirano; Saving Computer - Va GramsCi 52 - Mestre: Computer Service /-a 
LingrtildaiS PadovaiDataSeivice- Via Borromeo <6 EDPS<stemi - Via Boiromeo 13 Rovigo: Computer Service -ViaCavaiiotl' '2 Treviso: 
A-5 - Borgo Cavour 37/ A Monlebelluna: Uomo Computer - C so Mazzini 53-2 Vicenza: ABC informatica ■ Viale S Lazzaro '9 - Comta Pia 
PBdovai9 Creazzo;UomoCompuiei-VaOlmo38 NoveniaVieentinaiABCiniormaiica-VaVerdiS Verona; Esa-Comp- va Rovegg'a 43 Mos80 
Personal Computei - Largo Marzabotlo 21 Personaiwaie - Via del Pontiere 2 

EMILIA ROMAGNA - Bologna: EOP Sistemi - Vie Pieliamellara6l/F Luchy & Sysdata Via Fanne 33 A - V 3 P etramenara 5 • V'a Lame 'S 
Sercom - ViaSerenganoda Carpi9/B Ferrara: Computei Service -VaBoiognaS4 Soc Tecnomeccanica di Crepate' - Va Ganbaid '95 
Forti; Icot Impianti - Via Masetti 56 Kronos - Via Oreste Regnoli 30 Modena; Canaigrande inlotmatica - C so Canai Grande ' 4 - IRET Modena - V-a 
Giaidini454 Sassuolo: Microintormaiica - P zza Martm Partigiani 3' Parma: Compuiek PieBoitoS Piacenza: PC - Persona' Compuier - ,'ia 
Chiapponi 42 Ravenna: Diamond Byte . . - ViaCiassicana 408- Reggio E.; net Via Emilia S Stefano 32 Micro<ntoimaiica- VaS Giuseppe 4 A 
Rimini: Computer Lne - Via Coletti 61 

TOSCANA - Firenze; Aiiirei Compumaiket - Vie Gramsc BR/tOR Anfrei inlormatiea - Via Masaccio 50 Centro Servizi - Via P Petrotcni 24 
Computer Line • V le S Lavagium 20 ComputerShop - Via V Emanue'e II 66- R SoluZiOniEDP - Cso dee Tmloii 39' R TufioCompulei - .'a 
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Via Roma 8 -Scali delle Cantine 6 Lucca: Logos Informatica - V leS Concordio537 Fornaci di Barga: Logos inlormal'Ca- v 'e Repubblica 27: - Forfè 
dei Marmi; Blu Data - Va Morin 95 Pisa: Data Pori 2 ViaSancasciani35 Pontedera: Daia Pori . - Va Bngaie Pari grane27 Borgo a Buggiano: 
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UMBRIA - Foligno: Linea Informatica Via Garibaldi 81 Cerbara: Computer Posi - V'a Madonna dei Vento Porle S. Giovanni: Ready Compute' - /'S 
Adnalica49 

LAZIO- Roma:AGCompulerSyslem -ViaG Lanza'O" &lCompulei2 -Vieionio333- ViaNemprense '4 - . ViaTuscoia'teSSO- VaSato:' 

55- Va Tiberioimperaiore72 - vaCPeiiie/4 Compuieivrorld - Vadei Traforo '36 Computime • V le Panoii 25 - V'aCoia d' R'enzo28 
Cosmic 1 - Via Viggiano 70 - Via Vespasiano 56' B Ostia: ÀC S ADV Computer System - Via Cansaccbi 10 Easy Bvle - 'za Gtevann' '.''"an 24 
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Pool 

George Brenn 

Shelbourne LTD 
GB 1985 

Atan ST 
Disitaco 

Il biliardo è uno degli 
sport più diffusi e praticati 
nei mondo, e si gioca in 
molli modi differenti, il più 
popolare dei quali è proba- 
bilmente quello immortala- 
to da Paul Newman nel 
film «Lo Spaccone», cioè il 
biliardo con le biglie nume- 
rate ed il pallino bianco. 
Diffusissimo soprattutto 
nei paesi anglosassoni, do- 
ve non c'è pub in cui non si 
giochi a «pool», questo 
modo di giocare a biliardo 
è stato molte volte simulato 
sul Commodore 64 e sullo 
Spectrum, ma anche sul- 


l'MSX. Ma posso scommet- 
tere che nessuno di voi è 
mai riuscito sul serio ad 
identificarsi in quelle biglie 
schiacciate, dal movimento 
poco fluido e a scatti che si 
scontravano senza realismo 
emettendo suoni quasi ridi- 
coli. Invece Pool, della 
Shelbourne per l’Atari ST. 
pur non essendo perfetto, è 
certamente un grosso salto 
in avanti nella simulazione 
di questo gesto sportivo. 
Per la prima volta compare 
anche la stecca, una stecca 
nera, che diventa rossa 
quando è pronta per colpi- 
re la biglia che voi indicate. 
E le palline rotolano molto 
bene e si fermano non trop- 
po bruscamente, anche se 
la cosa più difficile è pro- 
prio imparare ad azionare 
correttamente la stecca che 
a volte s'imbizzarisce e non 


Ecco lo siiua:ione dopo il primo colpo. 
vuole farsi dominare, pro- 
prio come accade ai novel- 
lini del panno verde. 

Ma la grafica e il suono 
sono molto buoni, e le diffi- 


coltà che ho indicato non 
sono poi insormontabili se 
considerate che questo è di 
gran lunga il miglior biliar- 
do 'simulato della terra. 


Shangay 

Broddie Lockard 

Activision 
USA 1986 

Amiga C&4 
Mastertronic 

Nei paesi orientali il 
computo del tempo avveni- 
va con proverbiale tranquil- 
lità, ed era scandito, il più 
delle volte, dalla lettura di 
antichi libri pieni di ideo- 
grammi 0 da ancora più an- 
tichi giochi con bastoncini 


appuntiti e tavolette colora- 
te. Uno di questi giochi è lo 
Shangay. simulato su Ami- 
ga da Brodie Lockard. che 
si conquista la palma di 
grandissimo game designer 
con questo capolavoro. Il 
gioco è semplicissimo e 
complessissimo come tutte 
le cose antiche: si tratta di 
avvantaggiarsi sull'avversa- 
rio spostando bellissime ta- 
volette stupendamente de- 
corate. fino a costringerlo 
in una posizione dalla qua- 
le è impossibile uscire, op- 
pure arrivando per primi a 


togliere l'ultima tavoletta. 
Ma il modo più tradiziona- 
le di giocare Shangay è il 
solitario: in questo caso bi- 
sogna tentare di districare 
tutte le tavolette tenendo 
presente che è possibile far- 
lo solo seguendo alcune 
semplici regole. Le tavolet- 
te sono 144 e si chiamano 
Mah-Jongg e devono essere 
sistemale all'inizio del gio- 
co in una formazione detta 
«Il Dragone», che consiste 
nell'impilare le tavolette 
dall'esterno all'intemo in 
colonne da una, due, tre. e 


quattro, e con un'unica co- 
lonnina da cinque, quella 
collocata perfettamente al 
centro del Dragone, e dello 
screen. 

La simulazione è stupen- 
da e perfetta in tutti i sensi: 
la grafica è agghiacciante 
per realismo e bellezza; le 
decorazioni delle tavolette 
sono fedeli a quelle origina- 
li e disegnate da una mano 
abilissima, l'interazione è 
stupefacente e i menu di 
help e di strategia sono fa- 
cilissimi da consultare e 
completamente esaurienti. 



84 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1907 




■JLffrWORir 



Dentro l'elicoiiero. 


Super Huey IX 

Paul Norman 

COSMI 

USA 1984/1986 

Atari ST, AMICA. C64 

Mastertronic 

Super Huey IX è la simu- 
lazione di volo di un elicot- 
tero da guerra, che è stata 
pubblicata dalla Cosmi 
Americana fin dal 1984 per 
il Commodore 64. Il soft- 
ware ha riscosso un buon 
successo in quello stan- 
dard. con successiva vendi- 
ta dei diritti alla US Gold 
per la distribuzione in Eu- 
ropa. Ora, a distanza di due 
anni e mentre già è uscito il 
seguito della prima avven- 
tura. Paul Norman ha pro- 
dotto questa simulazione 
per lo standard 68.000, cioè 
per l'Amiga e l'Atari ST. 


Qui vedete la versione Atari 
ST che non differisce asso- 
lutamente in nulla da quel- 
la per Amiga. 

Di questo programma la 
cosa più bella è probabil- 
mente la presentazione, te- 
stimonianza di quello che 
l’Atari è in grado di dare 
dal punto di vista grafico. 
Si vede un elicottero che sa- 
le verso la cima dello scher- 
mo, un elicottero verde bel- 
lissimo, con un effetto di 
scintillio di metallo davve- 
ro riuscito. 

Per il resto la simulazio- 
ne non è niente di speciale 
e non sembra neppure di- 
versissima da quella per il 
Commodore 64 che già co- 
noscevamo. Il punto di vi- 
sta è quello classico, da die- 
tro il vetro della cabina, ma 
non ha certo un impatto 
particolarmente emozio- 


nante. Oltretutto per muo- 
vere anche semplicemente 
la cloche e cercare di decol- 
lare bisogna penare moltis- 
simo. Eppure so che non 
mancano gli appassionati 
di questo genere di voli si- 
mulati. anche se franca- 


mente questo mi sembra 
abbastanza deludente. E 
non possiamo neppure con- 
solarci con gli effetti sonori 
o con le immagini perchè 
anche quelle sono netta- 
mente al disotto delle possi- 
bilità della macchina. 


Discovery 

David Joiner 

Microlllusions 

1986 

Amiga 

Disitaco 

Discovery è un videoga- 
me educational, che ad una 
grafica mozzafiato, aggiun- 
ge un notevolissimo sistema 
di speech computerizzato e 
una buona possibilità di di- 
vertirsi ampliando la pro- 
pria conoscenza deiringle- 


se parlato. 

La vicenda non è neppu- 
re banalissima: uno dei 
quattro personaggi visualiz- 
zati all'inizio nel «cast of 
characters», possono essere 
adottati come partecipanti 
al gioco. 

Un sistema simile, anche 
se ristretto a due possibili- 
tà. un bimbo e una bimba, 
veniva usato in «Cave of 
thè Word Wizard» per il 
Commodore 64. forse il mi- 
gliore degli educational de- 
stinati a migliorare lo spei- 
ling. 


Una volta fatta la scelta 
si inizia una faticosa rico- 
gnizione (l'animazione è un 
po' lenta) nei meandri di 
un'immensa mothership. 
una specie dell'astronave 
madre di Rendezvous with 
Rama della americana Trìl- 
lium. 

Tra scale e botole, porte 
di sicurezza e bestiole as- 
sassine (qui la memoria 
corre naturalmente ad 
Alien), dobbiamo recupera- 
re i cristalli, sparsi da un 
nemico disordinato. 

Per andare da un settore 
all'altro bisogna superare 
porte sigillate: la macchina 
scandisce una parola e noi 
dobbiamo riscriverla sulla 
tastiera. 

Se la risposta è esatta, via 
libera, se è sbagliata si può 
riprovare anche se l'energia 
diminuisce. 

Non troppo originale in 
effetti, ma la bellezza della 
grafica vale a bilanciare il 
giudizio, così alla fine Di- 
scovery diventa senz'altro 
un software interessante, 
un altro tassello sulla via 
della tanto auspicata, e or- 
mai abbastanza possibile, 
simulazione interattiva to- 
tale. 


strip Poker 

Doug.Mc Farland 

Artworx 

1984/1986 

Atari ST 

Disitaco 


Nato 3 anni fa per il 
Commodore 64, questo fa- 
mosissimo e pruriginoso 
software della Artworx. ri- 
trova una seconda giovinez- 
za grazie alla grafica dell'A- 
tari ST. 

Melissa e Susì, le due ra- 
gazze spogliabili di questa 
simulazione del poker, so- 
no più affascinanti del soli- 
to. anche se le fattezze si- 
mulate del corpo muliebre 
non riescono ancora a con- 
vincere come lo Shangay. 
Oltretutto le due giovinette 
sono due schiappe feroci 
nel gioco più crudele dei 
mondo, e sarebbero comun- 
que spogliate a qualunque 
tavolo, a Las Vegas come in 
famiglia a Natale. Quindi 
non ci sentiamo di com- 
piangerle più di tanto, né dì 
ricorrere ai vetusti stereoti- 
pi femministi della donna 
oggetto. 

Il videogame è un affare 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


85 





piuuosio maschile, questo è 
nolo, (quanti videogame 
con protagoniste femminili 
vi ricordale?) ma non è cer- 
to lo Strip Poker la cosa più 
sconcia che circola per que- 
ste nuove macchine (avete 
visto quante digitalizzazio- 
ni sex stanno Horendo?). 

Tutto questo per dire che 


Doug Me Farland ha fatto 
un onesto lavoro. 

Una buona grafica, una 
ottima velocità di carica- 
mento delle varie fasi dello 
strip, e una discreta versio- 
ne delle carte da gioco, an- 
che se non riesco a capire 
che carta sìa quella indicata 
con «T». 




Software Ecolega 

Sinopia Informatica Ifaha 
- Diego Covon 
Amedeo Pancrazi 
Amiga 


Un progetto di informati- 
ca ecologica viene presenta- 
to da Sinopia Informatica 
di Bologna, in collaborazio- 
ne con l'Ecolega. società 
della Lega delle Cooperati- 
ve creala per occuparsi del- 
l'ambiente. 

Ed è molto interessante 
che si sia pensato, per la 



sa di strano. In un angolo 
del laboratorio del nonno 
era rimasto un pezzo di piz- 
za unto e rinsecchito, e uno 
strano congegno simile ad 
un cerchio da circo, pende- 
va neU'aria. II cane del non- 
no -Stava in un angolo abba- 
stanza festoso, e ad un cer- 
to punto mi rivolse la paro- 
la: «Ora mi chiamo Ennio e 
li aiuterò a riportare il non- 
no a casa. Stava provando 
il cerchio del tempo che 
aveva appena inventato, 
quando qualcosa non ha 
funzionalo ed è sparito». 


Ce/io potete immaginare 
il mio sbalordimento a sen- 
tire il cane del nonno parla- 
re: comunque mi decisi 
senz'altro a seguirlo, anche 
per scoprire il segreto delta 
macchina del tempo e delta 
orribile pizza mangiata dai 
mio parente. Da questo mo- 
mento siamo proiettati nel- 
la dimensione tempo, ac- 
compagnali da un cane 
giornalista con un cappello 
da detective in testa. E visi- 
tiamo discoteche e redazio- 
ni di giornali senza senso, 
affrontiamo pericoli dai no- 


Tass Times 
in Tonetown 

Bill Heineman, Interplay 

Activision 

USA 1986 

C64 

Mastertronic 

Tass Times in Tonetown 
è uno degli adventure più 
originali che siano mai stati 
prodotti. Talmente origina- 
le da avere addirittura il co- 
raggio di fare a meno della 
paccottiglia spaziale o fan- 
(asy. degli elfi, dei nani, de- 


gli hobbii. degli orchi e per- 
fino dei fantasmi. Anche se 
non riesce a fare a meno 
dei serpenti, che anzi sono i 
nostri più micidiali nemici. 

Tutto ebbe inizio una se- 
ra nel cottage del nonno 
(nostro nonno nella storia). 
Dopo aver bussato a lungo 
e non aver avuto alcuna ri- 
sposta, stavo per andarme- 
ne. ma ebbi l’idea di prova- 
re a spingere ugualmente la 
porta. Con mia grande sor- 
presa era apena. All’inter- 
no della casa di legno tutto 
sembrava tranquillo, ma 
c’era naturalmente qualco- 


La discoleca. 



86 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 








realizzazione, ad un Perso- 
nal computer come il Com- 
modore Amiga, macchina 
della nuova generazione in- 
formatica. che mette a di- 
sposizione di chiunque una 
potenza grafica e di anima- 
zione interattiva impensabi- 
li solo pochi anni fa. 

Questo software, di cui 


vedete alcune belle immagi- 
ni. permette un dialogo in- 
terattivo sui problemi dello 
smaltimento dei rifiuti tec- 
nologici e della produzione 
industriale e Gualtiero Za- 
netti. direttore delTEcolega. 
dichiara che si tratta dì un 
tentativo studiato per co- 
municare. servendosi delle 


immagini, concetti che uti- 
lizzando sistemi tradiziona- 
li avrebbero richiesto pon- 
derosi e illegibili rapporti 
scritti. 

Oltretutto é possibile in- 
terrogare il software con il 
mouse, per ottenere ingran- 
dimenti. risposte animate, 
realizzando quasi un mini 


sistema informativo, di 
quelli che riempiranno i 
musei e i luoghi della cultu- 
ra italiana da qui a qualche 
anno. 

Pur ottenere ulteriori in- 
formazioni sul software 
F.colega potete scrivere a 
Sinopia Informatica, via 
Cairoli 7. Bologna. 


mi immaginari, cascate e 
foreste intricate- Per non 
perdervi, vi consiglio di se- 
guire la mappa di Giuseppe 
Origlia, un avventuriero 
profe.ssionista. rotto a tutti 
gli agguati simulati. 

Ma ecco qualche consi- 
glio utile per andare abba- 
stanza avanti neH'advenlu- 
re: quando arrivate nel 

mondo di Tasstown trave- 
stitevi da Tassiani: non 
comprate soltanto i vestiti, i 
braccialetti e i cappelli co- 
lorati. ma sbrigatevi anche 
ad indossarli. In questo ca- 
so, cioè se sarete mimetiz- 
zati da Tassiani. Snarl. il 
coccodrillo-maiale-serpen- 
te. nostro irriducibile nemi- 
co, non vi darà fastidio: se 
invece ve ne dimentichere- 
te, Snarl, dopo averci defi- 
nito «stupidi turisti» ci di- 
vorerà senza tanti compli- 
menti. 

I tasti più importanti so- 
no: FI: Save; F2; Load: 
F3: Ripete l'ultimo coman- 
do: FJÌ: Quicksave. Il joy- 
stick si usa molto comoda- 
mente e le difficoltà di The 
Bard's Tale qui non si ripe- 


■ Ha collahor 


federilo Croni 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


87 





lOth Frame 

Access, USA 
C64 

Dopo il grandissimo suc- 
cesso di Leader Board, ac- 
clamato unanimemente co- 
me la migliore simulazione 
sportiva di sempre, ecco il 
nuovo software dei fratelli 
Carver. Questa volta hanno 
preso di mira il bowling, del 
quale esistono molte simu- 
lazioni, ma nessuna soddi- 
sfacente. lOth Frame, inve- 
ce, è davvero stupendo: cu- 
ratissimo in tutti i particola- 
ri, permette perfino di 
ascoltare la biglia che rotola 
sul legno smaltato. Forse 
potrà sembrare non troppo 
spettacolare, ma il diverti- 
mento è assicurato. 



Boulder Dash Cons. 
Kit 

First Star, Usa. 

C64. Atari 800 
Uno dei più divertenti vi- 
deogame di sempre. Boul- 
der Dash, esce ora in versio- 
ne construction set. Potete 
farvi il labirinto di macigni 
secondo i vostri desideri, 
decorarlo con gadget simu- 
lati molto carini e spettaco- 
lari. Boulder Dash, insieme a 
Lode Runner e a Choplifter, 
è uno dei pochissimi video- 


qame news 


game per home computer 
che siano stati adattati per 
le sale gioco, invertendo per 
una volta, il percorso tradi- 
zionale dei giochi elettroni- 


Transformers 

Activision, USA 
C64 

Da una delle più mefiti- 
che serie di cartoon giappo- 
nesi che si siano viste in te- 
levisione, ecco la seconda 
trasposizione per home 
computer. 

Dopo il bel game dell'an- 
no scorso della Ocean, ecco 
il nuovo gioco, di David Gra- 
ne, famosissimo autore di 
Pitali e dì Chostbusters, che 
ha costruito una strana inte- 
rattività coinvolgente, ma 
non facilissima. E splendida 
invece la digitalizzazione 
vocale, che dimostra che il 
Commodore 64. in tempi di 
Amiga and ST Power, non è 
poi così sorpassato. 


Kettle 

Alligata, GB 
C64, Amstrad 
Dopo alcuni insuccessi o 
mezze battute d'arresto, 
Anthony Crowther ritorna al 
suo livello con questo bellis- 
simo Kettle. Si tratta di un 
videogame labirintico, nel 
quale è possibile interagire 
praticamente con qualun- 
que cosa vediate tn giro. 
Addirittura ho scoperto che 
è interattiva anche la scrit- 
tona a quadrettini che pre- 
senta il gioco: provate a 
puntarci sopra la frecdna 
che si muove con il joystick 
e guardate cosa succede. 

Bellissima anche la musi- 
ca opera della W.E. Music, 


composta oltre che da 
Crowther, anche da David 
Whittaker e da Rob Hub- 
bard. 


Trap Door 

Piranha, GB 
C64, Spectrum 
«È la cosa più divertente 
che ho fatto con il mio 
Spectrum. dalla volta che 
l'ho usato come fresbee», 
cosi Tim Metcalfe, direttore 
della rivista inglese Compu- 
ter & Video Cames, com- 
menta l'uscita della versione 
software del cartoon televi- 
sivo Trap Door. 

Realizzato con grande 
accuratezza grafica e mor- 
bidissimo da manovrare e 
guidare. Trap Door mantie- 
ne praticamente intatto tut- 
to il fascino dei personaggi 
di plastilina che stanno 
avendo tanto successo in 
Europa. Imperdibile. 


Adam Caveman 

Databyte, GB 
C64, Atari 800 
Dopo il fantastico Dino 
Eggs, esoterico videogame 
sulla storia deH'umanità vi- 
sta dalla prospettiva delle 
uova di dinosauro, e il diver- 
tente Frakl, storia di un sal- 
tellante uomo di Neander- 
thal e del suo yo-yo di tra- 
vertino, ecco Adam Cave- 
man, un climbing and spe- 
lunking game, molto raffi- 
nato dal punto di vista este- 
tico ed anche sufficiente- 



mente giocabile. Tra scalet- 
te ricavate direttamente 
nella roccia e clave pesantis- 
sime da sollevare, Adam de- 
ve anche guardarsi dalla 
moglie. 

Nosferatu 
thè Wampyre 

Piranha, GB 
C64, Spec. Ams. 

Basato sul film omonimo 
interpretato da Klaus Kinsky, 
ecco un adventure tridi- 
mensionale sulle gesta del 
vampiro più famoso dopo 
Dracula. Per avere qualche 
chance di non essere vampi- 
rizzati, dobbiamo cercare di 
impossessarci di amuleti e 
oggetti antidemonio. Guar- 
datevi bene intorno, perché 
anche un martello di legno 
e un paletto di palissandro 
potrebbero farvi comodo. 
Discreto. 


Mumbles Superspy 

Databyte. GB 
C64, Atari 800 
Dobbiamo cercare Bel- 
dar, il solito scienziato paz- 
zo. e distruggere il suo la- 
boratorio, prima che sia lui 
a distruggere il mondo. 

Ricalcato con la carta car- 
bone sulle più tradizionali 
avventure spionistiche, e va- 
gamente somigliante anche 
a Impossibie Mission, Mum- 
bles Superspy è un discreto 
videogame della Digicorp 
americana, distribuito in Eu- 
ropa dalla Databyte inglese. 

Se cercate l'originalità 
non la troverete, se cercate 
una discreta grafica c'è. 


Hanno coUahoraw alla docu- 
mentazione: Giorgio Pierantnni. 
Mauro Sastasi. Ricky Nanni, 
Akis Fleisios. I videogame pre- 
sentali nelle news. sono disponi- 
bili presso Maslerironic. tei. 
0J32--2I2255. 


MCmiorocomputer n. 59 - gennaio 1987 




ETF S.r.l, Via del Macao 4-00185 Roma -Tel 06-47,46.880 

IMPORTATRICE E DISTRIBUTRICE IN ESCLUSIVA PER L'ITALIA ExpPeSS 



RIVENDITORI INOLTRE 

Biesse Elettronica Via Timoleone 15b (CT) HARD DISK Rodime Nec Tandem 
Bit Informatica Via Roma 66 S.Antonio- TAPE Memtech 

-Abbate (NA) PRINTER Fujitsu Citizen 

MONITOR Hantarex Ide M itsubishi Tvm 


CERCASI 


RIVENDITORI 






■ «yi dirò una cosa che può aiutarvi nelle indagini», soggiunse rivolgendosi ai due 
funzionari. «Qui c'è stato un delitto, e l'as.sas.<iino è un uomo. È alto oltre un metro e 
ottanta, è ancora giovane, ha i piedi piccoli per la sua statura, porta scarpe 
grossolane con la punta quadrata e. al momento deU'assassinio. fumava un sigaro 
Triclìinopoly. È arrivato assieme alla vittima, su una carrozza a quattro ruote tirata 
da un cavallo che aveva tre ferri vecchi ed uno nuovo allo zoccolo anteriore sinistro. 

Con tutta probabilità l'assassino ha il viso florido e le unghie della mano destra 
notevolmente lunghe. Queste sono soltanto piccole indicazioni, ma può darsi che vi 
giovino.». Lestrade e Gregson si guardarono con un sorriso incredulo. «Se 
quell’uomo è stato vittima di un assa.ssinio. in che modo è stato ucciso ?» domandò 
il primo. «Veleno.», rispose laconicamente Sherlock Holmes, e s'incamminò, ma fece 
ancora una sosta .sulla .soglia, volgendosi. «Un'altra cosa. Lestrade: 'Rachè in 
tedesco .significa 'vendetta', quindi non perda tempo a cercare la signorina Rachele.». 
E con quella freccia de! Parto Sherlock Holmes si allontanò, lasciando i due rivali a 
bocca aperta. ■ 

Sir Arthur Conan Doyle, «Uno studio in rosso» 
Ed. il Mondadori 1974. irad. Maria Gallone 


L'arte della 
deduzione 

di Corrado Giustozzi 

Induzione e deduzione, da Lewis Carroll a 
Sherlock Holmes: guesio rne.se eccovi un 
programma che risolve prohlemini logici 


I più affezionati Ira 
miei lettori ricorderanno 
che qualche mese fa (per la 
precisione a maggio H6) ci 
occupammo, su queste co- 
lonne. di quei programmi 
che. in diversa misura, di- 
mostrano «intelligenza». Il 
discorso era incentrato sul- 
la comprensione del lin- 
guaggio naturale e si riferi- 
va specificamente alla pos- 
sibilità che un programma 
potesse comprendere le re- 
lazioni semantiche fra gli 
oggetti del discorso, uno 
dei più appassionanti temi 
della moderna ricerca sul- 
rintelligenza Artificiale. 
A-ssieme ad un paio di pro- 
grammi veramente «intelli- 
genti» incontrammo in 
quella occasione anche 
qualche mistificatore di 
successo; Eliza. ad esem- 
pio. che con tecniche da 
imbonitore da baraccone 
riesce a dare al suo interlo- 
cutore l'impressione di ca- 
pire realmente il senso del 
dialogo in corso di svolgi- 
mento- 

Questo mese vorrei tor- 
nare nuovamente a sfiorare 
i margini deirinielligenza 
artificiale per vedere un al- 
tro aspetto della questione, 
forse meno scenografico 
del precedente ma altret- 
tanto importante; la possi- 


bilità che un programma 
compia ragionamenti de- 
duttivi e/o induttivi. Lo 
spunto mi viene dato, come 
oramai è quasi consuetudi- 
ne per questa rubrica, da 
un lettore; Federico Comi- 
nolto di Milano, che ispi- 
randosi a sua volta alla ci- 
tata puntata sui programmi 
che ragionano ha voluto 
scriverne uno che fosse in 
grado di risolvere una certa 
classe di indovinelli logici 
hen nota, ad esempio, a chi 
legge la «Settimana Enig- 
mistica». Lo spunto è certa- 
mente interessante, e merita 
più di una puntata. Per 
questo mese quindi vi pre- 
sento solo un'introduzione 
al problema, mentre il pros- 
simo mese tornerà sull'ar- 


gomento per pubblicare il 
programma Deductor. Vi 
invito fin d’ora a farvi vivi 
con eventuali osservazioni 
e commenti, in modo che si 
possa presto riprendere 
l'argomento anche alla luce 
di nuovi interventi. 


iDduzione e deduzione 


Ragionamento induttivo 
e ragionamento deduttivo 
sono, per dirla con Aristo- 
tele, due metodi per giunge- 
re ad acquisire conoscenze 
generali o particolari del 
mondo che ci circonda. La 
differenza tra i due metodi 
consiste proprio nel fatto 
che mentre l'uno agisce dal 
particolare al generale, l'al- 


tro si muove in direzione 
opposta, dal generale al 
particolare. L'induzione è il 
passaggio logico con cui da 
una serie di eventi partico- 
lari (indizi) giungiamo a 
formulare una proposizio- 
ne di validità generale (re- 
gola), mentre la deduzione 
è semplicemente l'applica- 
zione di una regola genera- 
le ad un caso particolare 
per affermare qualcosa di 
specifico. Detto con parole 
semplici (mi perdonino i fi- 
losofi che leggono), si può 
dire che l'induzione unifica 
e «aggiunge conoscenza», 
mentre la deduzione appli- 
ca una conoscenza e quindi 
non ne crea di nuova ma la 
esplicita in un caso partico- 
lare. 

Tutta la nostra scienza, 
in effetti, non é altro che un 
susseguirsi di induzioni e 
deduzioni; anzi, la nostra 
stessa vita quotidiana è re- 
golata da infinite deduzioni 
(e un numero minore di in- 
duzioni). spesso squisita- 
mente empiriche, che soli- 
tamente compiamo in mo- 
do del tutto automatico ed 
inconscio. La massaia che 
mette l'acqua sul fuoco per 
cuocere la pasta non fa al- 
tro che applicare una rego- 
la deduttiva; sapendo che 
l'acqua messa sul fuoco do- 


90 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



'^ùiteiQSsioaa' 



po un po' bolle (regola), ne 
deduce che mettendo anche 
oggi l'acqua sul fuoco que- 
sta bollirà, e quindi la si po- 
trà uiililìzzare per cuocere 
la pasta. Come fa la massa- 
ia a sapere che l'acqua mes- 
sa sul fuoco bolle'? Ma per 
induzione: siccome si é vi- 
sto che ogni volta che qual- 
cuno ha messo sul fuoco 
una pentola piena d'acqua 
questa ha finito col bollire, 
si è stabilito una volta per 
tutte (induzione) che questo 
fatto è una regola, ossia che 
tutte le pentole d'acqua 
bolliranno se messe sul fuo- 
co. 

Come introduzione a 
questo articolo, ed in consi- 
derazione del fatto che il 
programma che ne costitui- 
sce il fulcro sì chiama De- 
ductor, mi è sembrato giu- 
sto scegliere un brano rela- 
tivo al più famoso «dedut- 
tore» della letteratura, 
Sherlock Holmes. Holmes è 
un cultore dell'arte dell'os- 
servazione e della deduzio- 
ne. che applica quotidiana- 
mente per risolvere i più 
svariati misteri. Ne «Uno 
studio in rosso», il primo 
romanzo di Conan Doyle 
che io vede protagonista, lo 
scopriamo addirittura auto- 
re di una monografia in cui 


scrive: «da una goccia d'ac- 
qua un ragionatore logico 
potrebbe dedurre la possi- 
bile esistenza di un Atlanti- 
co 0 di una cascata del Nia- 
gara, senza averli visti e 
senza aver mai sentito par- 
lare né dell'uno né dell'al- 
tro. Cosi, tutta la vita è una 
grande catena la cui natura 
si rivela a chiunque ne os- 
servi un solo anello». Nel 
seguito del romanzo Hol- 
mes ha più di un'occasione 
di mettere in pratica questa 
metodologia, come ha mo- 
do di spiegare all'attonito 
Watson; «Non c'è nessun 
mistero. Mi limito ad appli- 
care alla vita normale alcu- 
ni precetti dell’ane dell'os- 
servazione e della deduzio- 
ne che esponevo nel mio ar- 
ticolo. ». 


I programmi 
che deducono 


Ma non vorrei farla trop- 
po lunga, e soprattutto non 
vorrei andare a finire trop- 
po lontano. Per cui tornia- 
mo rapidamente all'argo- 
mento principale dei nostro 
discorso, ossia i programmi 
in grado di compiere dedu- 
zioni. Ogni buon sistema 
esperto è. in effetti, una 
«macchina deduttiva»: di- 
spone di una base di cono- 
scenze innata e precostiluì- 
ta che contiene tutte le re- 
gole necessarie ul suo lavo- 
ro, e mediante l'interazione 
con l'utente non fa altro 
che selezionare le regole 
opportune in funzione del 
contesto applicandole al 


problema concreto. Natu- 
ralmente è possibile che la 
base di conoscenza non sìa 
fìssa ed immutabile ma am- 
pliabile, magari dallo stesso 
sistema esperto: nel caso in 
cui il sistema apprenda dal- 
la propria esperienza appa- 
re chiaro che si viene a 
creare un meccanismo di 
induzione, per cui il siste- 
ma stesso è in grado di sta- 
bilire delle regole nuove 
suggeritegli dai fatti acca- 
duti. Per quanto riguarda i 
programmi in grado di 
compiere ragionamenti in- 
duttivi, già una volta accen- 
nai a SIR, il programma ri- 
solutore dì sillogismi scritto 
da Bcrtram Raphael. SIR è 
sia induttivo che deduttivo, 
è in grado dì risolvere sillo- 
gismi. dì stabilire e mante- 


Sempre più difficile... 


Eccovi un paio di problemi logici di un tipo non affronta- 
bile dagli schemi «diretti» di Deducior. La differenza fonda- 
mentale sta nel fatto che in questi due problemi alcune delle 
alTermazioni fatte dai personaggi sono false, e bisogna tenerne 
conto per evitare una impasse. Ovviamente non sì sa quali so- 
na le affermazioni false, e quindi parte del problema .stesso 
consiste nello stabilire chi ha detto il vero. 

Dopo che li avrete risolti mentalmente, vi invito a realizza- 
re un programma in grado di risolverli automaticamente, ed a 
mandarmi il fruito delle vostre fatiche. Vi avverto fin d'ora che 
chi proverà a scrivere un programma del genere troverà pane 
per i suoi denti! Ovviamente ì migliori programmi inviati sa- 
ranno discussi su queste pagine e compensati. 

Attenzione alla diversa struttura logica dei due problemi: 
mentre nel primo si sa quante affermazioni false esistono c chi 
le fa. nel secondo non si sa praticamente nulla. Buon diverti- 
mento g buon lavoro! 

Problema numero i : 

Ci sono quattro personaggi; A, B, C e D. Ognuno dì e.ssi é 
o un ragioniere o un geometra: inoltre ognuno di essi fa due 


affermazioni, delle quali una è certamente vera e l'altra è cer- 
tamente falsa (ma non necessariamente in quest'ordine). Sì 
chiede di ìdcntincare ogni personaggio. 

.4: lo sono geometra. Fra di noi ci sono almeno tre geometri 
B: lo sono ragioniere. C dice sempre il falso. 

C: Salo uno di noi è geometra, lo sono geometra. 

D: Due di noi sono geometri, lo sono ragioniere. 

Problema numero 2: 

Si sta facendo un gioco di società, per il quale sette perso- 
naggi sono incappucciati in modo che non sì vedano i capelli. 
Le regole del gioco stabiliscono che chi é biondo debba dire 
sempre la verità, mentre chi è bruno debba dire sempre il falso 
(escludiamo ì castani ed j rossi...). Dalle affermazioni dei per- 
sonaggi stabilire chi é biondo e chi è bruno. 

A: lo sono biondo. 

B: A e C sono entrambi biondi. 

C: D è brano. 

D: lo sono biondo. 

£: lo sono biondo. B è brano. .Anche D è bruno. 

F: Fra di noi ci sono più biondi che bruni. 

G: Fra di noi ci sono più brunì che biondi. 

Le soluzioni, ovviamente, saranno pubblicate il prossimo 


MCmicrocomputer n. 59 • gennaio 1987 


91 




nere una serie di relazioni 
logiche fra gli oggetti ap- 
partenenti al contesto in cui 
viene fatto agire nonché di 
crearne di nuove o accor- 
gersi di errori logici quali 
deTinizioni tautologiche o 
circolari. Sulla base del suc- 
cesso di SIR (che sta poi 
per Semantic Information 
Retrieval) si tentò, nella se- 
conda meta degli anni '60, 
di realizzare un «dimostra- 
tore automatico di teore- 
mi»; purtroppo i facili en- 
tusiasmi iniziali dovettero 
ben presto infrangersi con- 
tro le insidie del problema, 
ma tutto il lavoro svolto 
non è andato perduto; anzi 
è servito a gettare le basi 
della moderna ricerca in in- 
telligenza artificiale, for- 
nendoci in ultima analisi i 
buoni sistemi esperti di cui 
disponiamo al giorno d'og- 
gi- 

Tuttavia se non sì vuole 
costruire un «ragionatore» 
della massima generalità 
ma ci si accontenta di limi- 
tarsi ad ambiti piuttosto 
specifici non è difficile scri- 
vere programmi che effet- 
tuino correttamente dedu- 
zioni od induzioni. Un clas- 
sico ambito é quello dì certi 
giochi in cui si deve rico- 
struire una situazione a par- 
tire da informazioni incom- 
plete. Il migliore di tutti è, a 
mio avviso, il famoso Ma- 
ster Mind, quello con i pio- 
lini colorali (spesso giocato 
coi numeri sotto nomi di- 
versi); un programma che 
indovini la corretta combi- 
nazione di colorì a Master 
Mind non è particolarmen- 
te complicato da realizzare 
(io ne feci uno addirittura 
per la TI-59, che risolveva 
un Master Mind a tre pioli 
e cinque colorì), ed é piut- 
tosto divertente da far gira- 
re. 



I problemi 
di Lewis Carroll 


Dai racconti di .Sherlock 
Holmes passiamo ora re- 
pentinamente ad Alice nel 
paese delle meraviglie. No. 
non ho intenzione di rac- 
contarvi una favola; voglio 
solo introdurre un altro 
personaggio chiave per il 
nostro discorso: Lewis Car- 
roll, autore appunto del no- 
to libro per bambini. 

Non molti sanno che 
Lewis Carroll si chiamava 
in realtà Charles L. Dodg- 
son ed era un pastore prote- 
stante nonché insegnante di 
matematica ad Oxford. Era 
anche un appassionato 
enigmista ed un uomo dal 
cervello fertile, il quale ol- 
tre a coltivare l'hobby delia 
fotografia (non molti pote- 
vano permetterselo, a quei 
tempi) si dilettava parec- 
chio dì... giochi intelligenti. 
I suoi libri scritti con lo 
pseudonimo di Lewis Car- 
roll sono solo superficial- 
mente per bambini, in 
quanto fra le righe nascon- 
dono infiniti giochi di paro- 
le. problemi di logica, non- 
sense e paradossi piuttosto 
gustosi. Una vera passione 
poi il reverendo Dodgson 
[‘aveva per un ceno tipo di 
problemi logici, quelli che 
gli americani chiamano tal- 


volta «problemi di Smith, 
Jones e Robinson». Si trat- 
ta di quei problemi in cui 
vengono enunciate alcune 
caratteristiche di un gruppo 
di persone e in base ad esse 
si richiede di stabilire l'i- 
dentità 0 la disposizione 
delle persone stesse: chi ha 
letto almeno una volta la 
«Settimana Enigmistica» sa 
perfettamente cosa intendo. 
Bene. Lewis Carroll fu uno 
dei primi ad interessarsi 
scientificamente (ossia con 
rigore matematico) a questo 
tipo di rompicapo, analiz- 
zandoli e studiandoli alla 
luce di quella che noi oggi 
chiamiamo «logica mate- 
matica». Molti ne inventò 
lui stesso; se ne trovano 
ben otto in appendice ad 
un suo trattato sulla logica 
simbolica, ed il più com- 
plesso dì essi ha 13 incogni- 
te e 12 premesse! Per la cro- 
naca questo problema é sta- 
to uno dei primi ad essere 
sottoposto all'analisi di un 
calcolatore, con un pro- 
gramma basato sulle mede- 
sime strategie risolutive ap- 
plicate da Deductor. La co- 
sa avvenne al Darthmout 
College nel lontano I9.‘'6: 
l’elaboratore era un «classi- 
co» IBM 704 e indovinate 
un pò chi era l'autore del 
programma? Nientemeno 
che John Kemeny, all’epo- 
ca preside dell'Istituto di 
Matematica del College e 
meglio noto per avere pro- 
prio in quegli anni inventa- 
to e messo a punto assieme 
a Kurtz il buon vecchio lin- 
guaggio Basic che tutti co- 
nosciamo. Com'é piccolo il 
mondo! (Se ci tenete a sa- 
perlo, il problema di Car- 
roll sì concludeva con la 
deduzione finale che nes- 
sun magistrato fa uso dì ta- 
bacco da fiuto). 

Lewis Carroll pubblicò 
diversi libri dedicati unica- 
mente a problemi logici e 
matematici di svariati tipi, 
fra cui quelli che questo 
mese ci riguardano da vici- 
no. Secondo luì questi libri 
erano letture per ragazzi, ed 
uno si chiamava addirittura 
«Pillow Problems», ossia 
«problemi del guanciale»: 


come dire che andavano 
gustati la sera prima di dor- 
mire. Pare però che alcuni 
dì essi non siano stati risolti 
se non in tempi recenti e 
con l'ausilio del calcolato- 
re... 

rWuCtOT^ J^P 

Il programma Deductor, 
scritto da Federico Comi- 
notto originariamente per 
un HP-87 e convertito in 
GW-Basic per MS-DOS. si 
basa su un metodo risoluti- 
vo piuttosto noto che fa uso 
di due o più matrici per col- 
legare i dati alle incognite. 
Mediante opportuni aggior- 
namenti dei valori delle cel- 
le è possibile accertare o 
confutare alcune delle ipo- 
tesi possibili ed avvicinarsi 
alla soluzione del proble- 
ma. Come vedremo meglio 
nella prossima puntata, De- 
ductor in realtà può risolve- 
re due classi di problemi 
«Smith, Jones e Robin- 
son»; quella in cui la rela- 
zione fra le incognite è di- 
retta e quella in cui è in un 
certo senso indiretta (pro- 
blema dei posti a tavola). 

Come dicevo in apertura, 
nella prossima puntata 
pubblicherò la lettera di 
Cominotto ed il listato di 
Deductor: quest’ultimo per 
la cronaca é già disponibile 
su MC-Link, per chi voles- 
se cominciare a giocarci: 
siccome tuttavìa é di uso 
poco «user-friendly» vi 
consiglio dì attendere un 
mese. Nel frattempo vi invi- 
to a pensarci un po' sopra, 
ed anzi lancio un mini-con- 
corso. Deductor, cosi come 
é stato scritto da Cominot- 
to. non è in grado dì risol- 
vere problemi in cui una o 
più delle affermazioni (ma 
non si sa quali) siano false. 
Un problema del genere lo 
potete vedere nel rìquadro. 
Voi come realizzereste un 
semplice Deductor in grado 
di risolvere questo proble- 
ma? Attendo i vostri lavori; 
come al solito i migliori la- 
vori giunti verranno pubbli- 
cati e compensati. 

Arrivederci al mese pros- 
simo. at 



92 


MCmicrocomputer n 59 - gennaio 1987 




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'ij-.jiiitóJ C.-lJ 

■ /n afresa che la seconda Program Clip 
prenda il via. facciamo la conoscenza con il 
gioco a cui sarà ispirala: l'halma ■ 


HALMA 

un'impegnativa migrazione 
di pedine 

Un gioco inglese popolare alla fine del secolo scorso 
può diventare una fonie inesauribile di sluczicanri 
problemi. 


di Elvezio Petrozzi 


enire il gruppo che 
si occupa della disputa in- 
formatica per la prima Pro- 
gram Cup lavora a pieno rit- 
mo ed in anesa dei risultati 
di questa epica tenzone, vo- 
glio dare, sia pure in forma 
ufficiosa, il via alla seconda 
edizione del «torneo per 
programmi che giocano». 

Lo faccio presentando 
storia, regole, curiosità e 
problemi inerenti all'halma, 
il gioco cui sarà ispirato 
l'argomento ludico oggetto 
della seconda, storica disfi- 
da. 

Contrariamente a quanto 
si può pensare, conoscendo 
magari la dama cinese, la 
halma è un gioco di assolu- 
ta provenienza occidentale, 
essendo nato nella seconda 
metà del XIX secolo in In- 
ghilterra. 

11 gioco divenne cosi po- 
polare da indurre G. B. 
Shaw a scrivere «... il nor- 
male modo di vivere inglese 
è di albergare in gruppi fa- 
miliari separati, dentro 
stanze separate, in case 
separate, ogni persona es- 
sendo occupata in silenzio 
con un libro, un giornale o 
un gioco di Halma». 

Le origini non orientali 
di questo splendido passa- 
tempo sono peraltro confer- 
male dal suo nome, che de- 
riva dalla parola greca che 
significa «balzo». 

Originariamente il gioco 
veniva praticalo su una 
scacchiera di 16 x 16 casel- 
le, agli angoli della quale 
(fig. I) venivano delimitate 
delle zone che rappresenta- 
vano i campi di partenza e 
di arrivo per giocare in 2 
(campi A) oppure in 4 
(campì B), disponendo, a 
seconda dei casi, di 19 o 13 


pedine di colore diverso 
per ciascuno dei parteci- 
panti. 

In tempi successivi han- 
no però avuto grande svi- 
luppo forme di Halma gio- 
cate su scacchiere differenti 
come nel caso della damie- 
ra internazionale (10x10 
caselle), sulla quale si gioca 
in due con 13 pedine a testa 
(oppure 15 se si occupano 
anche le caselle X di fig. 2). 

Altra scacchiera famosis- 


sima è quella esagonale a 6 
punte (fig. 3), adatta al gio- 
co in 2. 3. 4 e 6 giocatori, 
ciascuno dei quali dispone 
di IO pedine del suo colore 
(in qualche caso 15. utiliz- 
zando anche i punti della 
fila dì 5 posizioni). 

Questa bizzarra scacchie- 
ra ha procurato alla relativa 
versione del gioco il pom- 
poso nome di Dama Cine- 
se, anche se i primi modelli, 
sia pure realizzati in stile ci- 


nese. risultano brevettati e 
prodotti in America dalla J. 
Pressman & C intorno al 
1880. 

Da noi infine, è abba- 
stanza conosciuta la versio- 
ne per scacchiera 8x8 de- 
nominata «cavalletta», do- 
ve sì gioca in due con 10 
pedine a testa disposte co- 
me in figura 4. 

Nonostante queste diffe- 
renti elaborazioni sul tema 
però, sìa lo scopo che le re- 
gole del gioco sono rimaste 
assolutamente invariate. 

Unica riflessione da fare 
riguarda il fatto che il tavo- 
liere originale appare dota- 
to di caselle bianche e nere 
mentre lo svolgimento del 
gioco permetterebbe l'uso 
di un semplice tableau mo- 
nocromatico. 

In realtà i due colori del- 
le case venivano utilizzati 
in alcune varianti delle qua- 
li si è quasi completamente 
perduta la notizia: si tratta- 
va di forme di halma dette 
«a colori» nelle quali vige- 
va l'obbligo di mantenere 
durante il gioco le pedine 
•■ulle caselle dello stesso co- 
lore di quelle di partenza 
oppure, gioco molto più in- 
teressante. di spostarsi su 
caselle bianche solo con 
Salti e su caselle nere solo 
con Passi. 

Entriamo comunque nel 
dettaglio tecnico del gioco. 

Scopo del gioco: trasferi- 
re prima degli avversari tut- 
te le proprie pedine dal 
campo di partenza a quello 
diametralmente opposto, 
definito «campo di arrivo», 
sfruttando ì due tipi di mos- 
se possibili. 

Regole del gioco: come 
detto, esistono due tipi di 
mosse differenti, il Passo ed 




94 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




il Salto. Il Passo consiste 
nello spostare una propria 
pedina da una casella ad 
una delle otto contigue, a 
patto che la casella di arri- 
vo risulti libera. 

Il Salto invece, permette 
di scavalcare un'altra pedi- 
na. propria od altrui, come 
nella dama, atterrando nel- 
la casella libera immediata- 
mente successiva incontrata 
nel senso di marcia. 

A differenza della dama, 
il salto può avvenire in tut- 
te le direzioni e la pedina 
saltata rimane dov’é. non 
essendo eliminata per cat- 
tura. Inoltre, nuovamente 
in analogia con la dama, 
una serie di salti collegati 
vale come un'unica mossa. 

In nessuna delle forme di 
halma è permesso combina- 
re in uno stesso turno di 
gioco Passi e Salti: sì muo- 
ve alternativamente una pe- 
dina alla volta e vince colui 
che per primo completa il 
trasferimento dei propri 
pezzi. Contrariamente alle 
sue regole, la strategia del 
gioco è enormemente com- 
plessa e questo lo rende 
uno dei classici più grade- 
voli ed impegnativi, al pari 
di altri giochi analoghi, 
quali rOthello, il Backgam- 
mon e pochi altri. 

La semplicità dell'im- 
pianto di gioco dell'halma 
si presta tra l'altro alla for- 
mulazione dì una serie di 
problemi nella cui soluzio- 
ne troverete non solo il pia- 
cere della ricerca, ma anche 
il modo di' entrare nell'uni- 
verso valutativo delle varie 
situazioni, esercizio sicura- 
mente utile quando si trat- 
terà di scrivere un program- 
ma che gioca. 

Il più famoso dei proble- 
mi di cui ho ricordo è quel- 
lo ideato dal giapponese 
Michio Matsuda, nel quale 
si richiede il numero mini- 
mo di mosse di halma per 
spostare 9 pedine da un an- 
golo a quello opposto su 
una scacchiera giapponese 
di 9x9 caselle (ìig. 5). 

Dopo un primo record di 
17 mosse, il limite è stato 
abbassato a 16 da H. Ajisa- 
wa e T. Maruyama: sapre- 



ste trovarle? 

Altri problemi analoghi 
sono poi stati concepiti da 
Martin Gardner per la scac- 
chiera 8 X 8 e minori : ne so- 
no venuti fuori dei limiti 
che però non sono mai stati 
fissati come limiti assoluti: 
1 5 mosse per la 8 x 8, 13 per 
la 7 X 7 e 12 per la 6 x6. 

A questo punto sarebbe 
facile inventare una raffica 
di nuovi problemi, ma per 
una buona preparazione ri- 
tengo sufficiente una seria 
applicazione a quelli pro- 
po.sti: la cosa, unita alla di- 
sputa dì qualche partita dì 
halma a tavolino su una 
qualsiasi delle scacchiere, 
dovrebbe mettervi in condi- 
zioni di poter partecipare 
alla gara con un buon pro- 
dotto. Ne riparleremo tra 
un paio di mesi, in occasio- 
ne appunto della seconda 
Program Cup, mentre dedi- 
cheremo la puntata del me- 
se prossimo ai risultati della 
prima edizione; ciao! mc 



Sono scaduti i lermìnì per rinvia di programmi per 
partecipare alla prima Program Cup. Gli elaborali 
pervenuti per la sfida che abbiamo lancialo in luglio, nel 
numero 5-/. sono interessanti e numerosi, superiori alle 
nostre previsioni. Al momento in cui scriviamo manca 
ancora qualche giorno, e una commissione sta già 
ragliando i lavori per giungere alla proclamazione de! 
vincitore. La comunicazione dovrebbe essere nel pros.simo 
numero, ma può darsi che .sia necessario organizzare una 
.specie di torneo finale: ovviamente ne daremo notizia 
tramite la rivi.sla. Appuntamento, quindi, al prossimo 
me.se per... acclamare il vincitore 
o fare il tifo per i finalisti! 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


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H proposito di Amiga... 


■ Apriamo, questo mese la rubrica 

dedicata all'Amiga con alcune note ed 
esperienze raccolte qua e là. che non dovrebbero 
mancare di suscitare un buon interesse presso i lettori più 
Amig-hevoli... m 


di Andrea de Prisco 


Control D I 

La seconda puntata di Amighevoie 
è stata interamente dedicata alla crea- 
zione di un dischetto che, ai momento 
del boot 0 de! re-boot, non Taccia par- 
tire rinterfaccia utente Workbench, 
ma mostrando direttamente il cursore 
lampeggiante esegua comandi GLI. 
L’operazione da compiere era assai 
semplice in quanto bastava accedere 
alla startup-sequence di quel dischetto 
e togliere le due lìnee che caricavano 
il Workbench e disabilitavano il GLI. 

Lo scopo deH’artìcolo non era però 
l'autoCLI in quanto tale, ma una sem- 
plice applicazione per mostrare qual- 
che comando in più delTAmìgaDOS e 
vedere «sul banco» come poterli usa- 
re. 

Esiste infatti un metodo molto più 
semplice per accedere al GLI senza 
passare dal Workbench: premere con- 
tro D mentre la startup-sequence è in 
azione, ovviamente prima che questa 
dia ordine di caricare i’inlerfaccia a 
icone. Nella fattispecie, se al momen- 
to del boot 0 dopo un reset inseriamo 
nel drive interno il Workbench origi- 
nale (o qualsiasi altra applicazione 
che parte vìa icona e sul suo disco è 


installato il Workbench) e diamo un 
control D non appena appare l'hello 
del sistema (Copyright 1985 Gommo- 
dore-Amiga, Ine.) avremo reffelto 
promesso: il prompt GLI in grado di 
accettare tutti i comandi AmigaDOS 
presentì su quel dischetto. 



li compilatore Pascal «ufficiale» dì 
Amiga è quello della Metacomeo, che 
si è occupata tra l'altro anche del Lisp 
e del MacroAssembler della macchi- 
na. II suddetto Pascal è certamente dei 
più completi essendo conforme alle 
norme ISO pubblicate nel 1982 per 
avere una precisa e universalmente ac- 
cettata definizione del linguaggio Pa- 
scal. 

Per quanto riguarda il compilatore, 
non possiamo però dire che sia super 
veloce, sia per compilare che per ese- 
guire programmi complessi. Fortuna- 
tamente esiste una opzione di compi- 
lazione, NOGHEGK. con la quale, se 
siamo sicuri che il nostro programma 
funzioni perfettamente possiamo otte- 
nere risultati sorprendenti. 

L'opzione NOGHEGK infatti disa- 


bilita il controllo dei tipi a tempo di 
esecuzione e permette cosi di avere 
codici oggetto molto più semplici e 
quindi più veloci. Niente controllo dei 
tipi significa però che se nel nostro 
programma c'è qualche errore dì tipo, 
come è scrìtto anche sul manuale, non 
è prevìdìbile a quali risultati pervenia- 
mo. Quindi bisogna in ogni caso pri- 
ma compilare il programma normal- 
mente. mandarlo un pò in esecuzione 
e solo dopo essere certi che funzioni 
(informaticamente parlando ciò non è 
possibile, teorema di Rice) ricomplia- 
mo con l'opzione NOGHEGK. Risul- 
tati; abbiamo fatto un banale ben- 
chmark per valutare il miglioramento. 
Due volgarissimi for, nidificati e 
ognuno con indice da 1 a 1000. Ovve- 
ro un milione di iterazioni vuote. 
Gompìlato normalmente, il program- 
mino dì test è portato a termine in 3 
minuti. Tenetevi forte; con l'opzione 
NOGHEGK tale tempo scende a circa 
5 secondi ... un bel colpaccio! 


j^ijratita luzo x /vz4 

Si, avete letto propno bene; il Com- 
modore Amiga è in grado dì gestire 
una pagina grafica di ben 1024 x 1024 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll 


pixel ovviamente visualizzandone solo 
una finestra sullo schermo dipendente 
dalla risoluzione in corso e dalla di- 
mensione della finestra stessa. Gestire 
vuol dire che si può efTeltivamente di- 
segnare su tutta l'area di schermo, an- 
che su quella correntemente non visi- 
bile sul monitor. 

Per spostarsi sull'area desiderabile, 
come sempre si usano le due scroll- 
bar orizzontale e verticale presente 
nella finestra grafica che sfrutta tale 
super risoluzione (foto 1). 

Detto questo è d'obbligo una consi- 
derazione: dato che la paginona grafi- 
ca è, ovviamente, tutta contenuta in 


notare che alcuni programmi girano 
solo sotto l.l altri solo sotto Manche 
se la maggior parte sotto entrambe 
(leggi: occorre conservare tutt'e due le 
versioni). 

tl GLI contenuto nel dischetto è an- 
ch'esso diverso dato che sono stati ag- 
giunti alcuni nuovi comandi: 

BINDORIVEPS 

MOUNT 

ADDBUFFER 

PATH 

SETDATE 

CHANGETASKPRI 

OISKCHANGE 

DISKDOCTOR 


dal programma e ricaricarlo con una 
diversa opzione. 

Oltre a ciò, co! nuovo De Luxe 
Paint, cambiando formato non si per- 
de il disegno presente nella pagina vi- 
deo ma tutt'al più lo ritroviamo com- 
presso 0 espanso (a seconda che pas- 
siamo da una risoluzione più bassa ad 
una più alta o viceversa) nel nuovo 
schermo selezionato. 

E anche possibile definire un’area 
di lavoro ben più grande della risolu- 
zione video usata in quel momento, 
nel qual caso per spostarci in una zo- 
na 0 in un'altra del nostro disegno 
useremo i 4 tasti cursore. 



memoria ed essendo Amiga una mac- 
china molto aperta disponendo della 
sua porta espansioni con la quale è 
possibile accedere in DMA alla me- 
moria, non possiamo non subodorare 
una bella cartridge contenente il ne- 
cessario per accedere in memoria e un 
buon processore video in grado di 
spedire ad un monitor 1024x1024 
l'intera pagina grafica. Non sappiamo 
quanto questa possa costare, certo 
non poco se al suo prezzo .aggiungia- 
mo quello del monitor (sicuramente 
alcuni milioni). 



L'entropia che dì solito circonda 
ogni computer Commodore, sta piano 
piano aumentando anche per Amiga. 
Questa volta l'aumento di disordine 
software è dato dall’uscita del Work- 
bench e Kickstarl 1.2 che non sono 
una versione riveduta e corretta di 
quella fornita con la macchina, ma 
per alcuni aspetti due oggetti comple- 
tamenti diversi dai precedenti. Basta 


Ora si tratta solo di fare qualche espe- 
rimento per capire come funzionano 
(non abbiamo documentazione in pro- 
posito). 

Nella foto 2 potete vedere il nuovo 
Workbench in modo interlacciato 
640x400. Sì noti come l'orologio si 
adatti automaticamente alla definizio- 
ne grafica in corso, nel nostro caso 
mostrando lancette più «reali». 



Anche per il noto tool grafico della 
Electronic Arts è stata approntata una 
nuova versione funzionante solo sotto 
Kìckstart 1.2. Rispetto aH'ottìmo pre- 
decessore le differenze riguardano es- 
senzialmente la possibilità dì passare 
da una risoluzione all'altra nell’ambi- 
to dello stesso programma. Nella pre- 
cedente versione, lo ricordiamo, a se- 
conda della risoluzione scelta era ne- 
cessario caricare il programma con 
una opzione o con un'altra. Equiva- 
lente a dire che per passare a diversa 
risoluzione era necessario «uscire» 



] 


Abbiamo provato a collegare un 
Commodore 128 via RS-232 a un 
Amiga. Su questo è stato impartito il 
semplice comando GLI: 

NEWCLI SER: 

un semplice programmino basic sul 
128 per ricevere caratteri dall'interfac- 
cia seriale e spedire quanto digitato 
sulla sua tastiera ... e il gioco è fatto. 
Non vi nascondiamo che é stata un’e- 
mozione digitare sul 128 DIR e vedere 
scorrere sul video di questo la directo- 
ry del dischetto contenuto nell'Amiga. 
Cosi come qualsiasi altra applicazione 
che non riguarda la grafica. Non sen- 
za aver precedentemente caricato 
qualcosa anche su Amiga per non fare 
le cose troppo semplici. 

In definitiva Amiga non solo è mul- 
titask ma anche multi utente (2 per l'e- 
sattezza). 

Ne riparleremo più dettagliatamen- 
te quanto prima. 


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97 



Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll 



\Text(rah Plus 1 

Il glorioso Textcraft (foto 3 ... ops! 
una anticipazione del prossimo artico- 
lo) sta per andare in pensione lascian- 
do il passo al nuovo nato in versione 
Plus. Le differenze come al solito non 
rappresentano solo una buona debug- 
ata, ma il prodotto è proprio diverso 
pur conservando la compatibilità coi 
testi scritti col primo. 

La versione di pubblico dominio 
che circola (beta release) pur indican- 
do nel file README contenuto su dì 
essa che non funziona, non salva i te- 
sti, la capacità è limitata ad una sola 
pagina (foto 4) e quindi è solo un de- 
mo. funziona «abbastanza perfetta- 
mente» 0 perlomeno garantiamo che 
le cose che non dovrebbe fare le fa. 

Come si nota sempre dalla foto, il 
nuovo Textcraft è contenuto in una fi- 
nestra vera tant e che possiamo cam- 
biarne le dimensioni e la posizione 
sullo schermo. 

Occupa molto meno spazio di me- 
moria (meno di 200K), esegue il mail 
merge, il tastierino numerico funziona 
in quanto tale, è possìbile accedere 
anche al drive esterno, inserire i salti 
di pagina e dispone di altre feature dì 
minor rilievo. 



L’ultra famoso simulatore di volo 
della Sublogic è ormai disponìbile an- 
che per Amiga. A colori, naturalmen- 
te. e molto più veloce in maniera tale 
da ricreare movimenti meno «scatto- 
si». Per la cronaca abbiamo sorvolato 
New York non senza fare un giro (nel 
vero senso della parola) attorno alla 
statua della libertà e ai due gemelli (il 
sottoscritto, alle prime armi con la... 
cloche, non è riuscito a passarci den- 
tro, ma in redazione c'é chi Io fa abi- 
tualmente...). Non volevamo parlarvi 
però del Flight Simulator in quanto 
tale: è già abbastanza famoso per con- 
to suo. Volevamo però raccontarvi 
(forse renderebbe meglio «cantarvi») 
di una feature dì tale gioco che ci ha 
lasciato sconvolti: è possibile collega- 
re via RS 232 due Amiga e volare in 
due nel cielo delia città che stiamo 
sorvolando- In foto 5 è mostrato il 
pannello di controllo per sellare la ve- 
locità di trasmissione. Il collegamento 
serve per comunicare ad ogni simula- 
tore dì volo la posizione deH'altro ae- 
reo in modo da vedere nel nostro 
schermo il velivolo del compagno. 
Spettacolare. (Nota: Io abbiamo fatto 
ieri sera e... è troppo bello per non 


parlarvene più ampiamente in una fu- 
tura occasione). Ah! dimenticavo: nul- 
la vieta di interporre tra i due Amiga 
una linea telefonica e una coppia di 
modem. Ovvero giocare coi simulatore 
di volo da due case diverse anche di- 
stanti qualche migliaio di chilometri: è 
solo questione di bolletta. 

A^Drm 

Una notizia flash anche per chi usa 
0 intende usare il famoso CAD della 
Aegis Developmeni. Se desiderale che 
la stampante tracci esattamente un 
punto per ogni pixel mostrato sullo 
schermo, dopo aver allargalo alla 
massima dimensione la finestra conte- 
nente il disegno, scelta l'opzione di 
prini settate il valore Y pari a I77. II 
valore indicato per X, di contro, é 
.esalto. Le nostre prove sono stale ef- 
fettuate con la stampante STAR NL- 
lO e valgono per tutte le stampanti 
Epson like. Impostando tale valore e 
con la stampante sopraindicata, sono 
stati stampati i disegni dell’anicolo 
«Appunti di Informatica» presente su 
que.sto stesso numero. 

Chi possiede una stampante diversa 
e ottiene risultati diversi con valori di- 
versi può comunicarcelo. 



Errata corrige! 


Nell'artìcoh Amighevole «L'Editor ED« pubblicalo lo 
scorso mese è stala falla un po' di confusione in lipografìa 
circa la numerazione delle foia. La foto nominala nel le- 
sto come I è siala stampala come foto 3. la foto 4 é siala 
ripetuta anche nella pagina a fianco, mentre manca del 
tutto la foto 3 che avrebbe dovuto mostrare il comando 
LIST 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllll 




Devkes and Logha! Devhes 

■ Il sisiema operativo di Amiga, lAmigaDOS. oltre ad avere una discreta 

gestione dei device fìsici come stampante, porta seriale, porta parallela, drive 
interno ed esterno, hard disk, tastiera e video, permette di gestire dei device logici di 
inpul/ouipui atti a facilitare la stesura di programmi nonché ad aumentare la 
flessibilità di lutto il sistema. In questo articolo ci occuperemo per l'appunto di questo 
tema, incentrato sul comando AmigaDOS Assign, col quale è possibile scollegare, collegare 
o creare nuovi device logici. ■ 

di Aodrea de Prisco 



Molli si saranno chiesti come fare 
per azionare da CLI la stampante e ot- 
tenere cosi output su carta. Esistono 
un paio di procedimenti: essenzial- 
mente dipende da ciò che vogliamo 
stampare e dal comando AmigaDOS 
usato. Un primo metodo consiste nel- 
l'usare i cosidetti operatori di redire- 
zìone, , « < » e « > », nel nostro caso 
quello di output «> » e specificare co- 
me periferica di uscita la stampante. Il 
tutto funziona se quanto stiamo digi- 
tando provoca effettivamente un out- 
put. Ad esempio , se digitiamo DIR, 
abbiamo l'efTetto di veder scorrere su 
video la directory corrente. Se specifi- 
chiamo; 

OiR> PRT: 

(mi raccomando i «duepunti») l'out- 
put del comando DIR non avverrà su 
video ma sul device fisico PRT: che 
rappresenta la stampante. 

Se, di contro, vogliamo stampare un 
file di lesto, abbiamo due scelte, anche 
se forzate dal tipo di comando che 
useremo. Possiamo infatti sia dare il 
comando TYPE che il comando CO- 
PY. Il primo con l'operatore di redire- 
zione, il secondo semplicemente speci- 
ficando come periferica di uscita la 
stampante. Quindi, supponendo che il 
file da stampare si chiami Pippo, scri- 
veremo alternativamente: 

TYPE > PRT: Pippo 
oppure 

COPY Pippo TO PRT: 

Si noti che l'operatore di redirezio- 
ne deve stare «appiccicato» al coman- 
do e non dopo la specifica del file co- 
me si sarebbe tentati a fare (TYPE 
Pippo > PRT:). 

Un'altra importante periferica . an- 
che se spesso non considerata tale, è 
l'unità video, identificata dal simbolo* 


(asterisco). Ad esempio possiamo co- 
piare il contenuto di un file su video 
con: 

COPY NomeFile TO' 

(perfettamente equivalente a un TYPE 
NomeFile) o, più interessante, fare l’o- 
perazione inversa: da video a file, sen- 
za scomodare ED. Scriveremo ad 
esempio; 

COPY'TO NomeFile 

per ottenere l'effetto di copiare nel file 
specificato tutto quello che digiteremo 
dopo aver impartito il comando dì so- 
pra, fino alla pressione dei tasti CON- 
TRÒL\ (left sìash, accanto al backspa- 
ce) che chiude il file e fa tornare al 
prompl del CLI. 

A proposito di COPY, questo co- 
mando, qualora non fosse evidente, 
permette anche di fare copie di file 
sullo stesso 0 su altri dischetti. Nel ca- 
so dì due drive, ad esempio, per copia- 
re un file di nome pippo da quello in- 
terno a quello esterno, digiteremo; 

COPY OFO: pippo TO DFV 

ometiendo eventualmente DFO; se 
questo è il drive corrente. Se disponia- 
mo dì un Hard Disk, per accedervi 
useremo il device DH():. 

Sempre a proposito della periferi- 
ca* un'altra utile applicazione potreb- 
be essere la visualizzazione in ordine 
alfabetico di un file non ordinato pre- 
sente su! disco. Se non vogliamo crear- 
ne uno ex novo dato che non ci inte- 
ressa conservarlo possiamo usare il co- 
mando SORT nel seguente modo: 

SORT NomeFile ro- 
che come detto usa il video per scari- 
care il file ordinato (ricordiamo che i 
vari record del file in questione devo- 
no essere separati da un carriage re- 
turn. ascii 13). 

Porta seriale e porta parallela costi- 
tuiscono anch'esse due device dì Ami- 
ga: rispettivamente SER: e PAR:. 

Analogamente a quanto fatto per la 


stampante c i dischi, per trasferire un 
file aH'estemo di Amiga tramite le in- 
terfacce parallela o seriale si utilizza o 
il comando COPY o gli operatori di 
redirezione. Ad esempio: 

COPY NomeFile TO PAR: 
oppure 

TYPE > SER: NomeFile 



In Amiga esiste un altro device mol- 
to importante: la ram, che può essere 
gestita proprio come una unità a di- 
schi, con l'unica differenza che (ovvia- 
mente) allo spegnimento del computer 
sì perde tutta l'informazione in essa 
contenuta. Come prevedibile, il device 
si chiama RAM:, e come sempre (que- 
sto è il bello di Amiga) l'accesso avvie- 
ne per comando COPY o per redire- 
zione di output. Importante è segnala- 
re che avendo a che fare con un ram 
disk vero e proprio, le redirezioni de- 
vono avvenire non sulla periferica ram 
e basta, ma su un suo file, anche non 
esistente (nel qualcaso sarà automati- 
camente creato). 

Ad esempio, se vogliamo registrare 
la directory attuale su ram non scrive- 
remo semplicemente DIR > RAM; 
ma dovremo indicare un nome con cui 
identificare i caratteri trasferiti in ram 
(il nome del file). Possiamo chiamare 
il file pippo (tanto per cambiare) nel 
qualcaso scriveremo: 

DIR > RAM: pippo 

e per leggerlo successivamente possia- 
mo digitare: 

TYPE RAM: pippo 

Come dicevamo, il ram disk si com- 
porta esattamente come un drive e so- 
no possibili su questo tutte le normali 
operazioni Dos. Possiamo ad esempio 
copiare file da ram a disco: 

COPY RAM:NomeFile TO DFO: 
da disco a ram; 


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99 


1111 


lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll 

,olc 



COPY DFO;NomeFile TO RAM: 
creare directory in ram: 

MAKEDIR RAM:NomeDireclory 

COSÌ come esplorare la ram disk col co- 
mando CD. 

A fine articolo vi mostreremo come 
rendere residente in ram i comandi 
più utili deH'AmigaDOS. Cosi facen- 
do, neU'ipotesi economica di non di- 
sporre del drive esterno, non saremmo 
costretti a infilare continuamente il 
workbench nel drive ogni volta che 
dobbiamo usare comandi DOS su un 
disco diverso da quello dì sistema. 



Se prendiamo il disco workbench for- 
nito con la macchina (o meglio, una 
sua copia) e cancelliamo da questo 
tutti i file e le directory in esso conte- 
nuti e visibili da «scrivania» (clock, 
preference. demo, utility. System, 
trashcan. empty) ci accorgeremmo che 
il dischetto é tutt'altro che vuoto. Di- 
verse centinaia di blocchi sono ancora 
occupali, lam'è che se in tale condizio- 
ne digitiamo da CLI un bel DIR OE*T 
A (che mostra tutti i file contenuti sul 
dischetto) vedremo una sfilza ancora 
interminabile dì roba scorrere sul no- 
stro video. Si tratta del «necessaire» 
del sistema operativo, usato al mo- 
mento del boot e durante l'uso delTin- 
terfaccia CLI. 

Tutta la roba contenuta sul dischetto 
non è buttata lì alla rinfusa, ma intelli- 
gentemente raccolta in directory e sub- 
directory in maniera assai strutturata. 
Ad esempio avremo la directory C che 
contiene tutti i comandi : la directory S 
contenente lutti i command file ese- 
guibili con EXECUTE (argomento dei 
prossimo numero, ndr). la directory 


dei font di caratteri, quella DEVS dei 
device, e delle librerie di sistema cari- 
cate in ram, (LIBS) o utilizzate a run 
time (L). Con uguale nome, ma (natu- 
ralmente) seguito dai due punti, per 
ognuna di queste directory l’Amiga- 
DOS mette a disposizione un device 
logico Inizìalizzato airomonima direc- 
tory. Ad esempio esisterà il device C: 
che punta alla directory C cosi come 
per S; per S e cosi via. 

Se digitiamo un comando qualsiasi, 
il sistema va prima a cercarlo nella di- 
rectory corrente, e se non lo trova, 
prova a cercarlo nella directory punta- 
ta dal devìce C:. Analogamente per gli 
altri devìce: quando il sistema deve ac- 
cedere ad una delle directory sopra in- 
dicate. non vi accede direttamente, ma 
in un certo senso «passa» per il device 
logico corrispondente. Ed è bene che 
chiunque scriva un programma faccia 
lo stesso: se ne guadagna in flessibili- 
tà. 

Questo perchè se riassegnamo un 
device a qualcos'altro, e poi mandia- 
mo in esecuzione un programma che 
fa riferimento a questo, automatica- 
mente questo «vedrà» dò che noi vo- 
gliamo che «veda». Un caso classico 
sono i programmi che non prevedono 
l'accesso ad altri dischi se non quello 
di sistema, sul quale è presente il pro- 
gramma stesso. Esso fa riferimento a 
device SYS: ? Bene, col comando AS- 
SIGN assegniamo a questo device un 
altro disco e il gioco è fatto. Da questo 
momento in poi il programma accede- 
rà al disco che vogliamo noi. Se. di 
contro, il programma è scritto in ma- 
niera meno pulita e al posto di accessi 
a SYS: fa rifórimenio ai nome col qua- 
le è stato formattato il dischetto non 
potremo far nulla. 

Altro esempio tipico: i font di carat- 
teri. Se un programma usa solo i font 


del suo dischetto, ma riferisce al devi- 
ce logico corrispondente, possiamo 
riassegnare questo ad una altra direc- 
tory (ad esempio su un altro disco) ed 
avere il programma del disco A con ì 
font presenti nel disco B. 

Per assegnare device a directory è. 
come già detto, disponìbile il coman- 
do ASSIGN con sintassi: 

ASSIQN NomeDevlce: NomeDIrectory 

Ad esempio, per assegnare al device 
logico FONTS: la corrispondente di- 
rectory presente non su disco sistema 
ma sul disco nel drive esterno, digite- 
remo; 

ASSIGN FONTS; 0F1; FONTS 

Per ripristinare il tutto, faremo 
macchina indietro con: 

ASSIGN FONTS: DFO:FONTS 

Analogamente per assegnare come 
disco sistema il dischetto contenuto 
nel drive esterno: 

ASSIGN SYS: DF1' 

Oltre a ciò, il comando ASSIGN di- 
gitato senza alcun seguilo, permette di 
vedere tutti gli assegnamenti finora ef- 
fettuati. Per «scollegare» un device, 
ovvero per farlo sparire e basta, è suf- 
ficiente digitare solo: 

ASSIGN NomeDevice: 

In tutti i casi, le modifiche non re- 
steranno permanenti, ossìa a nuovo 
boot 0 re-boot tutti i device saranno 
reinizìalizzati ai valori standard. 



Come abbiamo più volte ripetuto 
nelle pagine di Amighevole. il sistema 
operativo di Amiga non è interamente 


100 


MCmlcrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




Ili inni 1111 III 1111 II lini lini lini lini II 


inni 

iole 



residente in memoria centrale ma, per 
quanto riguarda i comandi eseguibili 
da GLI. essi stanno tutti su disco, dove 
il sistema va a cercarseli ogni volta che 
l’utente ne usa qualcuno. Ovvero, 
quando noi digitiamo DIR e battiamo 
(Return) per ottenere su video la direc- 
tory del dischetto, il sistema operativo 
va prima a prelevarsi il codice esegui- 
bile del comando DIR e poi lo esegue 
mostrandoci la lista dei file. A parte 
l’ovvia perdita di tempo che si verifica 
per trovare ogni volta il comando su 
disco, il grosso svantaggio di tale scel- 
ta da parte della Commodore è il fatto 
che lavorare con un solo drive e due 
dischi risulta essere davvero oneroso. 
Ogni volta che vogliamo eseguire un 
comando sul disco non di sistema 
dobbiamo prima introdurre questo, di- 
gitare il comando facendo riferimento 
all’altro disco, attendere che il sistema 
legga il codice eseguibile del coman- 
do, scambiare i, dischi e... ottenere 
quanto voluto. Come dire che dopo un 
po’, a furia di togli e metti comincia a 
dolorarci polso e pollice per quanti 
scambi di disco abbiamo effettuato. 

Fortunatamente (e da Amiga non 


potevamo aspettarci di meno) il modo 
per aggirare l’ostacolo esiste.... e co- 
me! 

Grazie infatti alla flessibilità del si- 
stema operativo con i soli comandi 
mostrati in questo articolo possiamo 
implementare un sistema a comandi in 
ram, in modo da non dover effettuare 
più scambi dì disco, qualsiasi opera- 
zione sì cerchi di fare. Basta imple- 
mentare il device logico dei comandi 
in ram e il gioco è fatto: vediamo co- 


Col dischetto di sistema inserito nel 
drive, la prima cosa che faremo è crea- 
re in ram una directory dandogli un 
nome qualsiasi, ad esempio Comandi. 


MAKEDIR RAM; Comandi 


Provando ora a digitare DIR RAM: 
vedremo il contenuto del ram disk di 
Amiga, ora contenente la sola directo- 
ry Comandi, vuota. La seconda opera- 
zione sarà quella dì copiare l'intera di- 
rectory C del dischetto nella directory 
Comandi in ram. Ricordiamo che C 
contiene tutti i comandi di CLI. Scri- 
veremo : 


COPY C TO RAM: Comandi ALL 


l'opzione ALL indica che dobbiamo 
copiare tutto il contenuto di C. Per 
controllare che tutto è andato a buon 
fine, al termine della sopraindicata 
operazione, proviamo a digitare DIR 
RAM : Comandi. Dovremo veder scor- 



cessarie tre sole operazioni) assegnia- 
mo al device logico dei comandi C : 
(che fino a questo momento puntava 
alla directory C del disco sistema) la 
Directory Comandi in ram. Scrivere- 
mo dunque; 


ASSIGN C: RAM: Comandi 


e abbiamo finito. Da questo momento 
in poi ogni comando che digiteremo 
non sarà caricato da disco ma da ram 
disk con l’ovvio vantaggio di una velo- 
cità molto elevata, ma soprattutto sen- 
za mai più richiedere il disco sistema 
quando dobbiamo lavorare su dì un 
altro disco. Provare per credere: inse- 
rite un disco qualsiasi e provate a digi- 
tare un comando. Arrivederci. mc 


MCmiorocomputer n. 59 - gennaio 1987 


101 






0vei¥UC2.0 



di Raffaello De Masi 



■ Coniinueremo. anche stavolta, a parlare di Data Base. Il mese passalo 

abbiamo descritto un pacchetto caratterizzato da una discreta potenza, facile 
da usare, e. soprattutto, dì costo limitato e. comunque, con un ottimo rapporto 
prezzo-potenza. Non male, quindi; stavolta esamineremo un nuovo aspetto del 
problema: la domanda è: «Cosa c'è in giro di super, di davvero potentissimo, 
velocissimo (ed altri vocaboli al superlativo), anche a costo non proprio basso? Le 
risposte possono essere molte, tutte valide: Hayden Base. Mac Lion. MS File, tanto per 
citare qualche nome, sono solo alcuni dei protagonisti del top qualitativo dei DB per Mac. 
Perchè abbiamo scelto Overvue? Per quel qualcosa di originale ed insolito che distingue il 
tocco di genialità dalla pur eccelsa qualità del grande. Ciò non toglie le indubbie qualità di 
altri che non sono qui nominati e che non è detto non siano meritevoli di prova e nomination in 
questa rubrica, ma lant'è: vedremo di far giustizia prossimamente. 

Vediamo cosa questo DB ha di diverso, efficace, ed originale dagli altri, doti che gli hanno 
consentito di imporre in effetti uno standard vero e proprio. ■ 


Giunto alla versione 2.0 Overvue è 
Data Base sui generis, nel senso che si 
presenta in maniera particolare, del 
tutto fuori dai classici canoni di dise- 
gno ed utilizzo dei D.B. Esso più che 
un mezzo di raccolta ed ordinamento 
di dati, va inteso come un tool per or- 
ganizzare e manipolare informazioni. 


Certe sue caratteristiche, che vedremo, 
ne fanno un membro spurio della fa- 
miglia degli integrati, ma la sua natura 
principale è quella di un D.B., capace 
di conservare, organizzare, richiamare, 
selezionare e stampare informazioni. 
Esso incorpora alcune importanti e ta- 
lora uniche caratteristiche, che lo di- 


stinguono da altri. Overvue infatti è: 

— veloce: per certe sue caratteristi- 
che, dì cui parleremo appresso, la sua 
velocità è diverse volte più elevata del- 
la maggior parte dei Data Base. 

— capace: a causa della particolare 
modalità di manipolazione dei dati 
(tutto il file viene completamente ag- 
giornato alla fine del lavoro, in modo 
che i record risultano sempre accata- 
stati in maniera del tutto sequenziale). 
Overvue consente di immagazzinare 
sul supporto di memoria un numero 
maggiore di dati, visto che il sistema 
di recording sequenziale è senz'altro 
più efficiente, in termini di consumo 
di memoria, dì altri. 

— relazionale: in ossequio al più 
moderno look dei DB, Overvue con- 
sente di costruire complessi e pesanti 
applicazioni multifile. 

— potente: esso consente l'adozio- 
ne e l'uso di macro, di equazioni an- 
che di notevole complessità, di opera- 
zioni di I/O verso programmi e pac- 
chetti di altra paternità: Overvue co- 
munica con e legge correntemente file 
da sistemi MS-DOS e CP/M, redatti 
con DBase li. Inoltre accetta dati pro- 

MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




doni da MSFile. Helix. PSF File, Ist 
Base. DB Master, Omnis 3, ed altri. 
Può eseguire, inoltre, funzioni di Mail 
Merge, consentendo di costruire file 
che vegono poi utilizzati da MS Word 
per produrre lettere circolari e perso- 
nalizzate. 

A tutto ciò si unisce, e non è poco, 
una estrema immediatezza ed una 
grande facilità d'uso: conosciamo al- 
meno una quindicina di DB per il 
Mac; dobbiamo ammettere con piace- 
re che Overvue è forse quello che ci è 
parso più logico, come utilizzo dei co- 
mandi; tanto per intenderci, gli ordini, 
forniti tramite tastiera ai menu discen- 
denti, eseguono quello che proprio ci 
aspetteremmo che eseguissero, in base 
ad una semplice deduzione logica, 
senza aver letto o ricordare la loro 
funzione. 

La differenza principale, che distin- 
gue Overvue da qualunque Data Base 
è nella organizzazione dei dati, qui 
completamente originale. Aprendo un 
documento Overvue ci sembrerà di es- 
sere di fronte ad un elaborato di foglio 
elettronico. 1 dati sono organizzati in 
righe e colonne ordinate ed incolonna- 
te: è il nostro «data sheet», il nostro 
foglio elettronico, che riunisce il me- 
glio di un DB e di uno spreadsheet. 

Il foglio, che come un f.e. che si ri- 
spetti si espande in ogni direzione ol- 
tre i limiti dello schermo, presenta una 
serie di dati (si veda la figura A) orga- 
nizzati in righe e colonne. Ogni colon- 
na ha un nome, che identifica la co- 
lonna stessa; ogni riga rappresenta un 
record, raggruppante un blocco di dati 
riferentisi ad una stessa registrazione. 
Il record è organizzato in celle, cui so- 
no destinate le singole parti della regi- 
strazione. L'intera collezione di dati, il 
data sheet, costituisce il file. 

Guardiamo un po' più da vicino il 
foglio, e per far questo apriamo un do- 


cumento Overvue presente nel dischet- 
to master: «Tickets». Esso contiene 
una serie di registrazioni di motel. Il 
programma impiega qualche lungo se- 
condo per aprire il documento (vedre- 
mo tra poco perchè, visto che questo è 
forse l’unico difetto del pacchetto), e 
presenta quanto in figura A: lo scher- 
mo é diviso in tre parti principali; 
quella superiore è il solito menu Ma- 
cintosh; al di sotto compare il «dialog 
window», che ha grandezza fissa ed è 
il mezzo per eseguire l'editing di tutto 
ciò che appare sul data sheet; il «data 
window», l'ultima, occupa la maggior 
parte dello schermo, e mostra il conte- 
nuto del file, spreadsheet-like. In essa 
vediamo che i dati sono organizzati in 
righe e colonne, sotto un column na- 
me bar. e sono presenti, a destra ed in 
basso due barre di scorrimento per po- 
tersi muovere sul foglio. Da notare, 
ancora, la barra cursore, che evidenzia 
in negativo la cella su cui è posta, e, in 
basso a destra, al posto del resìzing 
box, un tasto di zoom che, come ve- 
dremo, consente di eseguire un editing 
pilotato di una singola linea. 

Un doppio click, secondo la conso- 
lidata prassi Mac, su una cella qualsia- 
si, ne edita il contenuto che si sviluppa 
nella finestra di dialogo. In questa 
possono essere eseguite tutte le opera- 
zioni di modifica, inserimento, cancel- 
lazione. ecc. 

Vediamo come si costruisce in Over- 
vue un data sheet; Overvue è un Data 
Base del tutto ad accesso sequenziale, 
l'abbiamo detto: le registrazioni, vale 
a dire, vengono conservate come serie 
di dati accodati l'uno appresso all'al- 
tro. senza che la loro lunghezza sia in 
qualche modo importante o significa- 
tiva. Se poi questo sia il sistema mi- 
gliore o se prevalga l’utilità di conser- 
vare i dati in forme ad accesso casuale 
(in questo caso, come tutti sanno, la 


memoria viene suddivisa in blocchi, 
eguali, che vengono poi raggiunti dal 
programma facendo direttamente rife- 
rimento alla toro posizione nel file 
stesso) non è un discorso che può inte- 
ressare in questa sede, visto poi che 
rappresenta il vero nodo gordiano del- 
la tipologia di conservazione di dati su 
memorie di massa: è ovvio che ambe- 
due hanno comunque pregi e difetti, 
visto che, altrimenti, l'uno avrebbe 
preso il sopravvento sull'altro. Over- 
vue registra i dati in maniera sequen- 
ziale, abbiamo detto: il file che produ- 
ce è perciò compatto, serrato, senza 
sprechi e vuoti all'interno, ma ovvia- 
mente, per poterlo modificare, occorre 
caricarlo per intero in memoria e, nel 
caso di registrazione, il vecchio sovra- 
scrive completamente il nuovo. Avere 
tutto il file in memoria centrale dà una 
rapidità operativa eccezionale (Over- 
vue è di gran lunga il più veloce Data 
Base del mercato Macintosh), ma è ov- 
vio che si è molto più indifesi in caso 
di mancanza di corrente o di errore di 
sistema. La soluzione adottata è co- 
munque più efficace su computer do- 
tati di grande memoria centrale, come 
quelli dell'ultima generazione, tra cui 
appunto il Mac. in particolar modo il 
Plus. 


Macintosh 126K 28000 caratteri 

Macintosh 512K 345000 caratteii 

Macintosh PLUS 700000 caratteri 

Usa espanso (2046K) 1700000 caratteri 

Figura B — Tabella di capaciià dello memona cen- 


La tabella di Figura B riporta la po- 
tenzialità di Overvue montato su di- 
verse macchine: si vede come la con- 
venienza aumenti in maniera elevata 
salendo con la memoria centrale di- 
sponibile. Un Plus (assimilabile all'XL 
quanto a memoria) ha una potenziali- 
tà di 700000 caratteri, che è un bel ve- 
dere per un personal. 

Sotto il menu mela appare il solito 
«About Overvue», che non è la solita 
piccola icona con il greeting dell'auto- 
re. Essa invece mostra una serie di uti- 
li informazioni circa il contenuto del 
file che si sta utilizzando, tra cui, an- 
che, la quantità di memoria usata, sia 
sotto forma di caratteri che di percen- 
tuale della RAM totale. 

Per creare un file nuovo si esegue 
rOPEN: Overvue apre un nuovo data 
sheet, la cui finestra dati è del tutto 
vuota. Ci viene chiesto di assegnare il 
nome alla prima colonna dati. Ogni 
data sheet può contenere sino a 62 co- 
lonne: ogni colonna ha un nome ed 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


103 







una testata che appare, una volta per 
tutte, al top della colonna. Il nome dì 
una colonna può essere al massimo 
lungo 12 caratteri; occorre evitare di 
dare nomi eguali a colonne diverse: il 
programma lì accetta senza dìrrìcollà, 
ma si troverebbe in gravi ambasce in 
certe operazioni interne, come ad 
esempio durante la duplicazione di co- 
lonne od il riferimento ad altre celle, 
durante l’esecuzione di una formula. 

Al contrario dei nomi, lo spazio di- 
sponibile per l'immagazzinamento da- 
ti nelle colonne (e non poteva essere 
che cosi) è espandibile fino a 64 carat- 
teri: c'é da prescisare alcune cose: 
stiamo sempre parlando di spazio vi- 
sualizzato (la capacità della celle è 
sempre la stessa, qualunque sia la sua 
ampiezza): inoltre è sempre possibile, 
in qualsiasi momento, modìUcare la 
grandezza della cella secondo le no- 
stre esigenze; infine, al contrario di 
molti spreadsheet old fashion, l'am- 
piezza delle colonne è variabile una 
per una. 

La modifica dell'ampiezza è cosa 


rapida e pulita: il mouse, in questo ca- 
so, trascina il cursore fino alla lun- 
ghezza voluta che, lo si noti, viene 
sempre evidenziata, oltre che da una 
barra nera, dal numero di caratteri che 
in essa, in corpo Monaco-9. possono 
essere inseriti. 

La voce Setup di menu è riservata 
completamente alla manipolazione 
delle colonne; è possibile eseguire 
operazioni di inserzione, cancellazio- 
ne. spostamento, duplicazione, scam- 
bio, accatastamento di colonne in ma- 
niera molto ovvia e veloce: le ultime 
due voci. «Input pattern» e «Value 
bar» consentono dì aggiungere un lo- 
ok particolare, come separatori (come, 
nelle date, le barre trasversali /), ed in- 
colonnamentì decimali. Una volte ese- 
guita la definizione, per così dire, d'in- 
gombro della colonna, è possìbile pas- 
sare a definirne gli attributi. Ce n’é per 
lutti i gusti: quanto contenuto nella 
cella può essere definito come testo, 
come «solo» testo (rappresentalo da 
sole lettere), come numero, come testo 
formattato secondo certe regole (es. 


numeri dj telefono o date), come tem- 
po, ecc. E possibile indicare che si de- 
sidera, per tale colonna, la «Clayoran- 
ce». letteralmente chiaroveggenza; è 
una caratteristica simpatica, mai trova- 
ta altrove tranne in alcune utility dì 
W.P., attraverso cui il programma in- 
terpreta quello che noi battiamo, in 
ogni momento, come abbreviazione di 
qualcosa che già contiene. Tanto per 
intenderci, se battiamo me e nel foglio 
già esiste MCMICROCOMPUTER. 
Overvue interpreta quanto scritto co- 
me una abbreviazione e ne esegue l'ag- 
giomamento; ancora, le colonne defi- 
nite come «number», destinate alla 
definizione dei campi numerici posso- 
no essere costruite con campiture con 
numeri fissi di decimali, definizione di 
separatori, ecc. 

Continuiamo in tal modo a definire 
colonne diverse: ci ritroveremo alla fi- 
ne con un foglio ordinato secondo le 
nostre direttive, contenente i dati da 
noi richiesti. L'organizzazione del file, 
che ci ha consentito di costruire un re- 
cord contemporaneamente alla defini- 
zione dei layout, del disegno del re- 
cord stesso è completata; battendo [re- 
turn] si ritorna a capo, al primo campo 
definito precedentemente, e lutto rico- 
mincia. 

Overvue di norma, alla partenza, 
mostra i dati secondo il suo proprio e 
caratteristico disegno di base, tipo 
spreadsheet; è possibile, comunque 
«zoomare» su un singolo record e mo- 
strarlo. mediante un disegno specifico 
e particolare, predefinito o non, da so- 
lo sullo schermo. Ciò si ottiene me- 
diante il pulsante dì Zoom, situalo, co- 
me abbiamo visto, in basso a destra 
dello schermo, nella finestra di Di- 
splay. Ci troveremo di fronte ad una 
finestra mollo simile a quella di Mega- 
filer o di MS File, in cui è possibile 
spostare i dati, col nome corrispon- 
dente, agganciandoli col mouse e tra- 


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MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





sanandoli. È possibile, cosi, costruirsi 
una scheda di disegno personalizzato, 
che potrà essere salvala assieme al file. 

Tutto il menu discendente che va 
sotto il nome di «Edit». consente di 
modificare e, comunque, di eseguire 
operazioni di editing sul foglio. Inte- 
ressanti ed originali le opzioni di 
«Confirm backspace» che fa chiedere 
conferma di qualsiasi operazione di 
cancellazione di un dato. «Tab 
down», che permette di inserire dati in 
forma verticale invece che orizzontale, 
«Slide», che consente di far slittare 
giù o a destra lìnee o colonne. Non 
mancano, ancora, i classici comandi di 
qualunque buon foglio elettronico; in- 
serimento colonne e loro cancellazio- 
ne. scambio di esse, inserimento di re- 
cord, sono solo alcune delle opzioni 
possìbili, e, il che non guasta, soprat- 
tutto eseguibili intuitivamente, grazie 
all'impagabile mouse. Tutte le opera- 
zioni di editing possono, ovviamente, 
essere eseguite anche utilizzando la fi- 
nestra di zoom, sempre disponibile. 

Le operazioni di selezione, ordina- 
mento e ricerca sono le classiche di 
ogni DB; anche qui possono essere 
eseguite operazioni sia specifiche ad 
una singola colonna che a più colonne 
diverse (mediante operatori logici dei 
tipo AND ed OR): i dati possono esse- 
re ordinali in forma alfabetica, nume- 
rica. ed in più tenendo conto di diver- 
se colonne come semi successivi d'or- 
dinamento (il cosiddetto ordinamento 
composito). Gli operatori relazionali 
sono i soliti, ma non mancano tipolo- 
gie insolite di comando, come il «Se- 
lect Unique». mediante il quale solo 
record che non hanno duplicati (anche 
in un solo campo) saranno selezionati. 
La cosa interessante è che. nelle ope- 
razioni di sorting il comando «Aboui 
Overvue...». che abbiamo descritto 
precedentemente, si aggiorna automa- 
ticamente alla situazione, descrivendo 
la selezione eseguita. 

Le operazioni di totalizzazione, nor- 
malmente riservate, negli altri DB ai 


report. in Overvue sono possibili diret- 
tamente sul foglio di lavoro, senza la- 
sciare l'ambiente di editing. Sono pos- 
sibili diverse potenti operazioni, come 
sommari, totali (anche parziali e nidi- 
ficati), medie, numerazioni consecuti- 
ve, suddivisioni del file in gruppi rego- 
lari di righe, ricerche di mìnimi e mas- 



simi, e totali correnti. Quest'ullima 
operazione, che si esegue, come le al- 
tre, selezionando una colonna e su di 
essa operando, modifica ogni cella 
nella colonna, eseguendo la somma dì 
essa e di tutte le precedenti (da cui il 
nome, del tutto giustificato). È possi- 
bile, altresì, eseguire il riempimento di 
colonne sia in modo distruttivo (ven- 
gono sovrascritti tutti i dati esistenti) 
sia in modo selettivo (solo le celle vuo- 
te vengono riempite), il lutto con una 
stringa di caratteri definiti dall'utente. 
Il riempimento delle celle vuote può, 
ancora, essere eseguito in maniera se- 
quenziale (vengono in pratica numera- 
te le celle con incrementi di uno) e in 
maniera propagata (ogni cella vuota 
assume il valore di quella piena imme- 
diatamente superiore). 

Un intero capitolo del nutrito ma- 
nuale d'istruzioni è dedicato alle equa- 
zioni numeriche: si vede qui la notevo- 
le potenza del pacchetto, che non ri- 
fugge dalle più complesse operazioni 
matematiche: ma non mancano fun- 
zioni di testo (comparazione e conver- 
sione di stringa molto potenti) ed alfa- 
numeriche di notevole finezza (rimo- 
zione di virgole, forzature di tipi di 
output, ecc.). 

Overvue consente ancora di esegui- 
re business grafica. Sebbene non si 
tratti di un pacchetto dedicato, è pos- 
sibile creare grafici dì cinque tipi: a 
barra, a torta, a colonna, a linea e ad 
area. Il numero di valori visualizzabili 
varia a seconda del tipo; si va da 20 
valori per la classica torta, ad un mas- 
simo di 60 per istogrammi a colonna. 

Overvue può stampare dati cosi co- 
me presentali nel foglio di partenza, o 
secondo report all'uopo preconfezio- 
nati. I report vanno costruiti secondo 
regole sìmili a quelle che regolano la 
finestra di zoom. Trascinando e ridi- 
mensionando i campi è possibile orga- 
nizzare i campi nel modo che più ci 
aggrada, aggiungendo eventualmente 
del lesto. É possibile, anche, eliminare 
dal report dati indesiderati e disegnare 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


105 



Streen Saver Instali 


la grandezza totale della scheda che 
verrà stampata. 1 dati possono essere 
organizzati in maniera particolare, con 
giustificazioni, lunghezza costante o 
fluttuante, allineamento dei titoli con 
il corpo del report. ecc. È altrettanto 
semplice inserire testate a piè di pagi- 
na, numerazioni automatiche, stampa 
deila data, e salvare i dati in forma 
leggibile anche da wp come Mac Wri- 
te: è presente, ancora, la possibilità di 
creare etichette da corrispondenza 
(mailing label). Un capitolo intero è 
dedicato alla creazione di report com- 
plessi. 

Saltiamo a piè pari tutto quanto at- 
tiene ad una lunga trattazione dedica- 
ta a tecniche avanzale di inserimento 
dati (ampiamente illu.strata nel ma- 
nuale). e citeremo solo la possibilità di 
legare tra di loro file aventi eguale 
struttura, anche sotto condizioni rela- 
zionali. Accenneremo ancora alla pos- 
sibilità di definire macro. funzioni per- 
sonalizzate che consentono di eseguire 
una anche complessa serie di opera- 
zioni utilizzando un solo comando. Si 
tratta di un lungo capitolo di 20 pagi- 
ne, scritte nel fitto corpo 9 del manua- 
le, in cui non possiamo addentrarci 
per ovvi motivi di spazio sulla rivista; 
si tratta comunque di un vero pro- 
gramma nel programma che, se non 
sarà immediatamente utilizzato dal 
novizio, darà però all'esperto quella 
potenza e marcia in più di cui ha biso- 
gno per ottenere i migliori risultati: 
chiudiamo ricordando la compatibili- 
tà. di nome e di fatto (sperimentata da 
chi scrìve) dei file Overvue con diversi 
Data Base (ne abbiamo accennalo in 
premessa). 

Tempo e spazio tiranni ci impongo- 
no di chiudere. Male, perché ci sareb- 
be da descrivere ancora per diverse 
pagine. Possiamo solo dire che Over- 
vue è davvero «la potenza». Non è 
forse elegante, talora è non semplice 
da usare, ma in mano a chi ha polso 
fermo è davvero una formula uno. 
Ciononostante faremmo ingiustizia al 
costruttore se lasciassimo intendere 
che si tratta di un pacchetto per soli 
tecnici specializzati. Chi, al primo ac- 
quisto di un DB ha bisogno di qualco- 
sa di facile, agevole ed immediato da 
usare scelga senza timore, se lo deside- 
ra, Overvue. Si tratta di un acquisto 
che non metterà in difficoltà l'utente 
non eccezionalmente smaliziato, in 
quanto sa essere, all'occorrenza ami- 
chevole ed accorto, in questo suppor- 
tato anche da un manuale, che, sebbe- 
ne ponderoso, è facile e rapido da usa- 
re, senza essere mai dispersivo; d'altro 
canto chi ha detto che chi acquista 
una Ferrari è obbligato ad andare 
sempre a 200 all’ora? 


Ancora un accessorio delia scriva- 
nia. prodotto dalla Silicon Beach Soft- 
ware. Si tratta di una utility che co- 
munque non compare sotto il menu 
mela, ed il cui uso risulta molto utile 
per chi è abituato a tenere il Mac in 
funzione per lunghi periodi. Poiché te- 
nere acceso il computer per un lungo 
periodo è sicuramente un male minore 
che accenderlo e spegnerlo diverse 
volte, E. Wrench, un programmatore 
dello staff di questa dinamica casa ca- 
liforniana (si ricordi Silicon Press, 
provato qualche mese fa, ed il bellissi- 
mo Airborne!) ha studiato questa utili- 
ty che spegne lo schermo del Mac do- 
po un prefissato numero di minuti. Il 
programma, dì cui vediamo l'icona in 
figura, al lancio, presenta la finestra 
che vedete, che consente di prestabili- 
re un ritardo di spegnimento da 0 fino 
a 30 minuti, tramite un cursore a bar- 
ra. Durante l'uso della macchina, se 
non è stata eseguita alcuna attività alla 
tastiera ed al mouse per un numero 
minimo dì minuti almeno pari a quello 
predisposto nella finestra di lancio, il 
calcolatore spegne io schermo e si po- 
ne in una posizione d'attesa; in prati- 
ca nulla di quanto presente in memo- 
ria viene perduto ma, allo scopo dì 
preservare lo schermo da bruciature 
(peraltro accadenti solo se lo sì lascia 
in funzione, con un immagine fissa, 
per alcune settimane), il video si 
oscura e mostra solo una piccola icona 
del Mac rimbalzante contro i bordi. Ba- 


sta toccare, all'occorrenza, il mouse 
perchè l'attività riprenda al punto in 
cui l'avevano lasciata. 

Screen Saver ci è parso un accesso- 
rio davvero utile, se si tiene conto che. 
specie in ufficio, per sbadataggine ed 
incuria sovente i computer restano ac- 
cesi ed inattivi per molte ore. Tenendo 
conto che lo schermo, poi, é la pane 
della macchina a maggiore assorbi- 
mento dì corrente, si ottiene anche un 
piccolo risparmio di energia elettrica, 
il che non guasta. C’è un unico difetto, 
per la verità un po' fastidioso: il pro- 
gramma non considera come attività 
ri/O con periferiche, come, ad esem- 
pio, stampante o plotter. Quando vie- 
ne stampalo un documento molto 
esteso può capitare quindi che l'opera- 
zione dì scrittura sia tanto lunga da 
raggiungere il lìmite di tempo impo- 
stato come ritardo nel programma. 
Niente di grave: basta in qualsiasi mo- 
mento toccare il mouse perchè l'opera- 
zione in corso riprenda; ma è pur sem- 
pre una seccatura. 

Non è comunque conveniente fissa- 
re ritardi brevi; l'optimum ci è parso 
un intervallo tra i 20 ed i 30 minuti. 

Il programma, in sè, è non proprio 
magrolino, ma non deve più risiedere 
sul disco di lancio dopo l'installazio- 
ne. 

L'attivazione della utility occupa, 
nel sistema operativo, circa 4 Kbyie. 
poco meno, quindi, di un set di carat- 
teri di 12 punti. «c 



106 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




— MPM AT e MPM XT:compatibili assemblati accuratamente sce- 

gliendo il meglio della tecnologia USA e 
giapponese. 

— MPM AT e MPM XTtcompatibili accompagnati da certificato di 

garanzia illimitata. 


— MPM AT e MPM XT:compatibili con licenza ufficiale Microsoft 
per MS-DOS 3.20 e GW-BASIC. 


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computer se ne intende. 


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assistiti da chi di 



QUEL CHE SI DKE 
AVERE LE SPALLE AL COPERTO 


H primo personal computer, l’Ap- 
ple )(, giunge in Italia nel 1979. 
Nel 1 979 si costituisce la Automa- 
zione Sistemi Elettronici Micro- 
computerà sdf, con l'intento di svi- 
luppare la propria presenza prin- 
cipalmente nel mercato dell’elet- 
tronica industriale. Aver scom- 
messo nell’lntormatlca già da su- 
bito, seguendo l’onda montante 
dei primi PET COMMODORE, AP- 
PLE j( e dell’M20 OLIVETTI fa 
della ASEM, nel Irattempo trasfor- 
mala in S.p.A., una delle aziende 
più "vecchie" nei settore. Un’a- 
zienda a cui di "rumore" piace 
farne con le cose, con i risultali 
piuttosto che con le chiacchiere. 
Vi presentiamo pertanto la ASEM 
di oggi, risultato di indubbi suc- 
cessi di vendita, di capacità im- 
prenditoriale e tecnica: un’azien- 
da dal luturo sicuro. 

La progettazione della piastra e- 
lettronica, la realizzazione del ma- 


ster e degli impianti da cui si ottie- 
ne il circuito stampato, la succes- 
siva saldatura dei componenti, le 
fasi di collaudo sono gli "steps” 
che il prodotto compie prima di 
essere immesso sul mercato 0 di 
essere avviato aH’assemblaggio 
dei computers. 

Nella scelta dei componenti si virv- 
cono e si perdono molte battaglie. 
Alla ASEM abbiamo salda una 
convinzione: il costo di un compu- 
ter non è il prezzo che si paga: 
guasti, malfunzionamenti e inaffi- 
dabilità sono cose che devono 
essere messe in bilancio al mo- 
mento dell'acquisto, come la se- 
rietà del produttore. È per questo 
che utilizziamo solo drives TOSHI- 
BA, dischi fissi della NEC, tastiere 
CHERRY e PREH, alimentatori 
switching costruiti in conformità 
alle normative europee su nostre 
specifiche da una primaria azien- 
da italiana. 




Una fase del collaudo delle schede prima del montaggio dei computers. 
Sotto, una fase della realizzazione del master. 


La forza vendite Asemèpresente, in Italia, in quasi tutte le regioni: 
è attualmente allo studio la realizzazione di centri territoriali di 
assistenza tecnica 


Piemonte/Val d'Aosta 
Lombardia 
Veneto/Trentino A.A. 
Friuli V.G. 

Emilia Romagna 
Toscana/Umbria 
Lazio 

Campania/Calabria 

Puglia/Basilicata 


Mar Due Snc 
PC Plus Srl 
ECO Srl 
Lucio Rodato 
Marco Giannasi 
G. Presentini e C. 
Luigi Ricci 
S. Barbagallo 
N.R. Cavallo 


01 1/3290769 
02/2841544/5 
045/916476 
0432/962282 
0522/294805 
055/9731 51 
06/6237040 
081/414994 
080/330499 



Asem spa 

Zona artigianale - Buia (UO) 
telef. 0432/962282 telex450608 


COME USARCI AL MEGLIO 


La espansione lerritoriale della A- 
SEM in Italia e la costante cre- 
scita del numero di clienti e di 
fatturato ci ha imposto l'introdu- 
zione di alcuni aspetti organizzati- 
vi che devono essere conosciuti 
dai nostri clienti affinchè essi pos- 
sano trarre il massimo dei vantag- 
gi da questi nuovi servizi. 

Ordini 

Per l'inoltro degli ordini, i signori 
rivenditori quando non vogliano 
contattare l'Agente di zona, pos- 
sono trasmetterli direttamente al- 
l'Ufficio Vendite, che provvede i- 
noltre all'invio della documenta- 
zione anche agii utenti finali averv 
do cura di indicare il punto vendita 
più vicino. 

Hot Line 

Una hot line facente capo all'UI- 
ficio Tecnico è a disposizione per 
risolvere ogni problema di natura 
hardware. La hot line è attiva il 
pomeriggio e risponde al numero 
0432/961014. 

Assistenza 

Sia le parti meccaniche sia le par- 
ti elettroniche sono soggette a 
guastarsi; è nell'ordine delle cose. 
Cid che imporla è avere le risorse 
tecniche ed umane in grado di 
intervenire in tempi accettabili; a 
tale fine va contattato l’Ufficio As- 
sistenza. 

Spedizioni 

ASEM si è sempre distinta per la 
celerità e la flessibilità nell’evasio- 
ne degli ordini (di questa stessa 
opinione sono i clienti che ci se- 
guono da anni); ciò non vuol dire 
che alle volte non serva sollecitare 
una spedizione o una riparazione 
che larda. 




Telefonateci o veniteci a trovare: 
imparerete a chiamarci per nome. 


ASEM 

LO 

STANDARD 
E LA 

DIFFERENZA 



THOMPSON È UNA MANNA 
PER GLI OCCHI 


Cinque sono i modelli che com- 
pongono la gamma di monitor a 
colori della THOMPSON. Le ca- 
ratteristiche comuni a tutti I mo- 
delli sono l’utillzzo di CRT di alta 
qualità antiriflesso e con sfondo 
nero per far meglio risaltare colo- 
ri e caratteri. 

Due sono I modelli di monitor a 
colori; It CM31311 SIR ed II 
CM31481 SIR, entrambi a 12". SI 
distinguono per la capacità riso- 
lutiva del tubo: il primo modello 
ha capacità pari a 0.31 mm DOT 
PITCH e 14 MHz di banda pas- 
sante. mentre II secondo a 0.43 
mm DOT PITCH e stessa banda 
passante. Entrambi vengono pilo- 
tati dall’adattatore grafico colore 


del PC IBM. I due modelli a 14". 
CM36382 SIR e CM36512 VPIR, 
anch’essi si distinguono per ta 
definizione del tubo, rispettiva- 
mente di 0.38 mm e di 0.51 mm 
DOT PITCH, con la stessa banda 
passante di 12 MHz. I dati relativi 
alla risoluzione sono analoghi ai 2 
modelli a 12". Per la scheda EN- 
HANCED GRAPHtC ADAPTER 
prodotta dalla IBM, THOMPSON 
ha progettato un modello specifi- 
co in grado di rispondere al me- 
glio alle caratteristiche grafiche 
dell’adattatore. Riesce pertanto a 
visualizzare 650 H per 350 V punti 
con ben 64 colori possibili, dispo- 
nendo di sincronismi automatici a 
15-7 e a 22.0 KHz. 



di Francesco Petroni 


Problematiche 
di controllo dei dati 


Non vi è dubbio che uno dei problemi 
più importami in ogni attività di gestio- 
ne dati sia quella de! loro controllo, che 
consiste o in un processo di validazione 
iniziale per cui i dati sono «filtrati» nel 
momento dell’immissione, oppure in 
una attività di controllo a posteriori, per 
mezzo della quale i dati «scorretti» ven- 
gono evidenziati e/o eliminati. 

Le forme di controllo sono abbastan- 
za varie, si va da un controllo di forma- 
to (ad esempio su un campo DATA non 
si può immettere il 29/02/85). a con- 
trollo di esistenza (ad esempio un campo 
SIGLA DI PROVINCIA non deve ac- 
cettare una sigla non esistente) oppure 
controllo logico, ad esempio di tipo «in- 
crocialo». cosi detto in quanto mette in 
relazione più campi. Ad esempio se c'è 
un campo DATA DI INIZIO e uno DA- 
TA DI FINE è necessario che la prima 
sia anteriore alla seconda. 

È evidente l'importanza della funzio- 
ne di controllo, infatti non esiste nessun 
archivio o database che possa ammette- 
re. per definizione, dati sbagliati. Pensa- 
te all'archivio delTAnagrafe del Comune 
di Roma, oppure all'Archivio de! Ma- 
gazzino dei pezzi di ricambio Fiat. 

Si può dire che buona parte dell'atti- 
vità dei programmatori «tradizionali» 
sia proprio quella di costruire routine e 
programmi di controllo dei dati, sia in 
procedure di acquisizione dei dati che in 
procedure di elaborazione degli stessi. 


110 


Addirittura, ai primordi dell'informa- 
tica. quando l'unico modo per comuni- 
care i dati al calcolatore era la perfora- 
zione delle schede, il sistema più econo- 
mico per il controllo dei dati in immis- 
sione era costruito dalla doppia digita- 
zione, chiamata verifica. 

Con la nascita dell’informatica indivi- 
duale e con la diffusione dei nuovi pro- 
dotti software «user friendly» il concetto 
di controllo ha subito delle trasforma- 
zioni. L'utente individuale, che usa per 
un suo problema specifico un computer e 
un software, immettendo e gestendo in 
prima persona i dati di suo interesse, 
può non aver bisogno di eseguire i con- 
trolli. 

Ad esempio per costruire un archivio 
dischi ne! campo velocità metterà o 33 o 
45. Se poi sbaglia e immette 35 o 43 o 
qualsiasi altra cosa non è grave. 

Se invece il prodotto è professionale e 
chi lavora è un programmatore, la fac- 
cenda cambia aspetto, e lo cambia per 
vari motivi. 

Il primo motivo è che la persona che 
immette i dati non è mai la stessa che li 
usa e quindi è meno interessata a che i 
dati siano esatti, la seconda è che que- 
sta persona deve immettere molti dati e 
quindi sul grande numero aumentano le 
probabilità di errore, la terza é che l'uso 
che si fa di questi dati è importante e 
quindi non sono ammessi errori, che 
possono avere conseguenze gravi. 


Il quarto motivo, specificamene tecni- 
co. è quello che è sempre opportuno, 
quando si può, codificare i dati. In 
quanto il campo codificato è mollo più 
facile sia da controllare al momento del- 
la immissione che da elaborare successi- 
vamente (ad esempio A — 33 giri B=45 
giri C= CD). 

Vediamo come queste semplici consi- 
derazioni si trasportano in una tematica 
tipo spreadsheet, che. nascendo come si- 
mulatore... di foglio di carta a quadretti, 
permette un uso spregiudicato ed estem- 
poraneo. Ciò non vuol dire che però, 
quando occorra, in applicazioni impor- 
tanti. lo spreadsheet non possa permet- 
tere sofisticate e efficaci funzioni di con- 
trollo e validazione dati. 

Quello che vogliamo esaminare è pro- 
prio questa problematica, indipendente- 
mente però da un ambito applicativo 
specifico. Vedremo come realizzare con- 
trolli di campi numerici, di stringa, di 
campi data e controlli incrociati. 

Come appena detto tratteremo con- 
trolli spiccioli, eseguiti con formule che 
occupano poche caselle, anzi preferibil- 
mente una sola casella. 

Questo sia perché in definitiva questa 
rubrica raccoglie suggerimenti, trucchi 
del mestiere, e non applicazioni, nean- 
che se di limitate dimensioni, sia perché 
la sperimentazione suggerita sia facil- 
mente eseguita da chiunque, impiegan- 
do pochi minuti, che diventano ben spesi 
se poi il suggerimento trova pratica ap- 
plicazione. 


Premessa agli esempi 


Prima di passare ad esaminare gli 
esempi, realizzati tutti con il SIM- 
PHONY in versione italiana, occorre 
fare alcune precisazioni, riguardanti il 
modo di presentare gli esempi stessi. 

Nello spreadsheet, al contrario di 
un qualsiasi linguaggio, ad esempio 
Basic, non è possibile eseguire listati, 
attraverso i quali comprendere la mec- 
canica delle operazioni logico-mate- 
matiche, e eseguire output che eviden- 
zino i risultati relativi. 

MCmicrocomputer n, 59 - gennaio 1987 




L'ANGOLO DELLO SPREADSHEET 



Figura 2 - Controllo Correueiza Formale di una DATA. Il primo controllo da fare su gualsiasi data é che... esista sul calendario. 

Figura S • Controllo Data interna ad altre due DATE. Il controllo produce due messaggi: INTERNO, e ESTERNO, in conseguenza del rapporto tra la terza 
data e le altre due. 


]| tabellone ha due livelli; quello 
esteriore facilmente riproducibile, ma 
che non dice assolutamente nulla di 
cosa, ovvero quali formule ci siano sot- 
to. C’è poi, appunto, il livello sotto- 
stante, che a sua volta non ha senso se 
non legato rigidamente al contenuto 
delle celle cui si riferisce. 

Inoltre un uso avanzato del tabello- 
ne comporta il fatto di concentrare in 
una sola casella, e quindi in una sola 
formula, la soluzione di un certo pro- 
blema con il risultato che la formula 
sarà sì solo una, ma sarà tanto compli- 
cata. 

È quindi estremamene difficile pre- 
sentare degli esempi in cui siano chia- 
ramente individuabili i due livelli di 
contenuti. 

Il compromesso cbe abbiamo rag- 
giunto consiste in due scelte. La prima 
è che riproduciamo, sotto forma di 
stringa, aH'intemo dell'esempio stesso 
la formula che risolve il relativo pro- 
blema. 

La seconda scelta consiste nello 
snocciolare le formule troppo lunghe 
in più parti, legate a catena, l’una al- 
l’altra, in modo da capire i passi logici 
delta soluzione. In questa operazione 


dì traduzione gestiamo anche la mes- 
saggistica via caselle. 

Trasportando la soluzione suggerita 
in un ambito applicativo specifico sa- 
rà opportuno accorpare le formule in 
una sola, che al limite comprenda an- 
che la messaggistica, tenendo presente 
che il SIMPHONY, con il quale rea- 
lizziamo gli esempi, permette formule 
lunghe 240 caratteri. 


W.MIHlM.llilHIJ.WJ.II 





Uno dei controlli più diffusi è quel- 
lo di un codice che deve essere presen- 
te in un certo elenco. 

Se tale codice è di pochi caratteri e 
il numero dei codici possibili è suHl- 
cientemente corto è possibile risolvere 
il problema in una sola casella utiliz- 
zando una funzione di Ricerca di Sot- 
tostringa (® RICER). 

Se il codice è di più caratteri, biso- 
gna prevenire il perìcolo che venga ri- 
conosciuto anche un codice composto 
da due porzioni di codici contigui. Ad 


esempio se sono accettati i codici AA 
e BB e la strìnga campione è 
«AABB», le sottostrìnghe di due ca- 
ratteri riconosciute sono AA BB ma 
anche AB. 

Per evitare tale evenienza suggeria- 
mo dì inserire un carattere non presen- 
te sulla tastiera, o particolarmente raro 
e difficile da digitare, airintemo della 
stringa campione, ad esempio il carat- 
tere ASCII 092, per isolare i vari codi- 
ci l’uno daU'altro, per cui nell'esempio 
citato la stringa campione diventa 
«AA§BB». 

Se la funzione di ricerca dì sotto- 
stringa non trova il codice, sì verifica 
una condizione di errore che può esse- 
re testata con la funzione ® DERR. 
che restituisce il valore 1 se si è verifi- 
cato un errore, oppure 0. 

Per gestire la messaggistica ERRA- 
TO / ESATTO si ricorre alla funzione 
®SE, che verìfica lo stato di questo 
FLAG. 

In pratica nella casella di input va 
immessa la sigla, e nella casella di out- 
put appare il messaggio ESATTO / 
ERRATO a seconda che il codice sia 
presente nella strìnga campione o me- 
no. 



Figura 4 - Codifica di un Dato ■ primo metodo. Ipotizziamo di codificare il campo Tipo Disco. delTarehirio dei nostri dischi. ! valori accettati sono A ~ 33 
giri. B — 43 giri, C — Compact Disc. La seodifica i effettuata con il comando di ricerca di sollosiringa. 


Figura 3 - Codifica di un Dato - secondo metodo. Allo stesso risultato si può giungere utilizzando più metodi. In tpiesio caso utilizziamo la comoda funzione di 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


111 


L’ANGOLO DELLO SPREADSHEET 



Figura 6 • Calcolo della DIffertma ira due Dole - primo metodo. Il risultato viene fornito in anni, mesi e giorni. 

Figura 7 - Calcolo della Differenza tra due Date • secondo metodo. Il problema del trattamento delle date e delle operazioni conseguenti, ha impegnato, e con- 
linuerà a farlo ancora per un bel po '. tutti i programmatori. 



Il campo data ha sempre costituito, 
e costituirà, una spina nel fianco dei 
programmatori, in quanto pur essendo 
la data un elemento numerico, non se- 
gue non solo nessuna progressione nu- 
merica, ma neanche nessuna logica 
numerica. SuH'argomento sono appar- 
si recentemente sulla nostra rivista 
una serie di articoli. 

Questo ha comportato l’ulteriore 
complicazione che in taluni ambiti ap- 
plicativi (leggi BANCHE) si adottano 
metodi di calcolo semplificati (mesi di 
30 giorni), ma che presentano gravosi 
problemi di traduzione. 

Gli spreadsheet delle ultime genera- 
zioni dispongono di numerose funzio- 
ni data, con le quali da una data è pos- 
sibile risalire al giorno, mese, anno e 
viceversa, oppure ad un numero intero 
progressivo che rappresenta un nume- 
ro di giorni sul quale intervenire con 
operazioni di somma e/o differenza. 

Tutto questo agevola la soluzione di 
parecchi problemi, ma non tutti, e per 
questi occorre ancora inventare degli 
algoritmi specifici di calcolo. 

Scendiamo nel pratico, cominciamo 
con una operazione molto semplice, 


quella che si rende necessaria per con- 
trollare la validità formale di una data. 

In tre celle diverse immettiamo tre 
valori numerici indicanti giorno, mese 
e anno. Tali tre valori numerici sono 
inseriti in una funzione ® DATA (gg, 
mm. aa) che li mette in forma di data. 

È evidente che se i tre numeri non 
sono coerenti con una DATA la fun- 
zione darà ERRORE. Con la funzione 
® DERR, che fornisce un valore 1 o 0 
a seconda della presenza o meno di un 
errore, si testa la condizione anomala 
nella casella e si gestisce la messaggi- 
stica. 



Si tratta di un controllo doppio, in 
quanto la terza data deve essere com- 
presa tra le prime due. 

Poiché è possibile eseguire confron- 
ti tra date, ottenendo come risultati va- 
lori logici 1 o 0, è anche possibile inse- 
rire tale confronto in una funzione 
® SE. nella quale è anche possibile in- 
serire i due messaggi da visualizzare 
nei, due casi INTERNA e ESTERNA. 

E evidente, e lo si vede chiaramente 


nella formula, che le due condizioni 
sono legate da un AND logico, per cui 
per ottenere la risposta INTERNA, 
debbono essere ambedue soddisfatte. 



Questo esercizio è simile al primo, 
con la differenza che questa volta desi- 
deriamo anche la scodifica del codice 
immesso. 

Vogliamo inoltre mostrare come, 
con uno strumento versatile come lo 
spreadsheet, sia in generale possibile 
trovare molte soluzioni, e tutte accetta- 
bili anche dal punto di vista «econo- 
mia», ad uno stesso problema. 

L’esempio è relativo ad una codifica 
della tipologia disco, da utilizzare nel 
nostro archivio dischi. Ipotizziamo di 
avere dischi a 33 giri (codice A), a 45 
(B) e Compact Disc (C). 

Nella casella input inseriamo il co- 
dice. Poi sottoponiamo il codice stesso 
ad una serie di trattamenti. Lo tradu- 
ciamo in maiuscolo con la funzione 
® MAIUSCOL, lo colleghiamo al ca- 
rattere «sconosciuto» (composizione 
di stringhe &), in questo caso l'ASClI 
124 e la stringa risultante la cerchiamo 
nella stringa campione (® RICER). 

Se la stringa campione contiene co- 
dici e scodifica, è possibile, elaboran- 
do il valore numerico ottenuto con la 
funzione RICER, eseguire una succes- 
siva estrazione con la funzione 
® MEZZO (stringa, car. iniz., num. 
car.). 

Con la funzione ®SE possiamo an- 
che testare la correttezza del codice e 
gestire una messaggistica errore, in 
questo caso alternativa al codice ritor- 
nato dalla codifica. 

Molto più semplice è il secondo me- 
todo, che però utilizza la funzione 
® SCELTA, che accetta solo valori nu- 
merici interi e progressivi, che inoltre 



Conversione Binario 

Decimale. 

Pr^lematica 

facilmente 
risolvibile anche in 
spreadsheet... ese. 


112 


MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987 



L'ANGOLO DELLO SPREADSHEET 








Figura 9 • Convrrsione Decimale Esadecimale - primo metodo. Dato un numero in formato decimale, di ralort inferiore a 65SS5 (FFFFin HEX), lo si divide 
prima in HIGH e LOW BYTE, e poi àascun byte si traduce in una stringa HEX. 

Figura IO • Conversione Decimate Esadecimale - secondo metodo. In i/uesto esempio si uiilizia un calcolo a cascata eseguito in forma di tabella, In cui cia- 
scun singolo calcolo dipende dal risultato del precedente. 


partono da 0. Quindi se la vostra codi- 
fica può essere fatta con codici nume- 
rici 1,2,3 ecc. la scelta ® SCELTA è la 
scelta più conveniene (bisticcio volu- 
to). 

Tra l'altro se si immette un codice 
errato la risposta della funzione è il 
messaggio di errore standard, che è 
proprio quello che serve. 



La differenza tra due date può esse- 
re espressa in giorni, oppure in anni, 
mesi e giorni. Nel primo caso non esi- 
stono problemi dì calcolo in quanto il 
risultato è univoco. Nel secondo caso 
occorre decìdere con quale metodo 
eseguire il calcolo, se in maniera con- 
venzionale o in maniera effettiva. 

Ad esempio tra il lS-02 e il 15-03 
possono passare 28, 29 oppure un me- 
se, a seconda che sì contino i giorni dì 
calendario e l'anno sia o meno bisesti- 
le, oppure che si conti il giorno all'in- 
temo del mese. 

Se esiste una funzionalità per mezzo 
della quale ciascuna data viene tradot- 
ta in un numero intero progressivo dì 
giorni trascorsi da una data iniziale (in 
SIMPHONY dal 01-01-1900), la diffe- 
renza tra le date fornisce un numero dì 
giorni trascorsi. 

Per tradurre tale numero in anni, 
mesi, giorni sì può ricorrere a metodi 
convenzionali, ad esempio, con anno e 
mese di lunghezza in giorni convenzio- 
nale (nel nostro esempio di flg. 6 
365. 25 gg e 30.57 gg). In tal modo però 
non si riesce a governare completa^ 
mente il risultato, specie per periodi 
particolari o per perìodi molto lunghi,' 
in quanto come risultato delle varie 
operazioni eseguite si hanno anche va- 
lori decimali. 

Il secondo metodo (fig. 7) invece 


non ricorre alle funzioni di data ma 
esegue calcoli separati dì giorni, dì 
mesi e dì anni, e opera le necessarie 
correzioni e riporti. Ad esempio tra il 
20-01 e il 10-02 la differenza di giorni 
è di -10 ma va corretta in 20 e il ripor- 
to negativo va sottratto alla differenza 
di mesi che matematicamente invece 
darebbe 1. 

Questo metodo si usa nel calcolo 
dei ratei di interesse in quanto lavora 
su mesi di 30 giorni, anzi il valore gior- 
no 31 andrebbe sempre corretto in 30. 
Anche tale metodo è convenzionale in 
quanto scompaiono alcuni giorni del- 
l'anno, ma note le convenzioni, produ- 
ce dati unìvoci. 



Altra tematica tipica, sempre pale- 
stra di programmatori alle prime espe- 
rienze, è quella della conversione tra 
le numerazioni decimali, binari e esa- 
decìmali. 

La più semplice è la conversione tra 
binaria a decimale, in quanto necessi- 
ta solo di operazioni matematiche, le- 
gate alla posizione dello 0 o I nel nu- 
mero base. Ad esempio il quartultimo 
elemento del numero di base rappre- 
senta il numero 8, per cui va moltipli- 
cato per 8, il successivo per 4 e cosi 
via. I risultati dì tutte le moltiplicazio- 
ni vengono sommati e si ottiene il cor- 
rispondente numero decimale. 


Conversioni Decimali Esadecimali 
due metodi - Figure 9 e 10 


Le cose sì complicano passando alla 
conversione da decimale in esadeci- 
male in quanto occorre comunque ese- 
guire operazioni dì strìnga. 


• Nel primo esercizio (fig. 9) partiamo 
da un numero intero (al massimo 
65535) e lo traduciamo nei due byte al- 
to e basso. Ognuna dì queste due parti 
a sua volta viene divìsa in due dividen- 
dola per I6, oppure prendendo il resto 
della stessa divisione. 

In tal modo si ottengono due valori 
compresi tra 0 e I5 (e cioè tra 0 e F) in 
HEX. È ora facile, con la funzione 
® MEZZO eseguita sulla stringa 
0I23456789ABCDEF ricavare il corri- 
spondente valore esadecimale, da ac- 
corpare agli altri. 

Vogliamo far notare come le formu- 
le siano state diluite in una serie dì 5 
formule. Teorìcamene si possono com- 
porre in un'unica formula, che avreb- 
be il vantaggio di «risiedere» in una 
casella ma lo svantaggio di non essere 
visualizzabile tutta insieme in una vi- 
deata.Un altro metodo è mostrato in 
figura IO e si avvale di una tabellina in 
cui vengono eseguiti calcoli a caduta. 
Il numero viene diviso dapprima per 
4096, la parte intera del risultato viene 
scodificata nel carattere HEX corri- 
spondente, mentre il resto continua la 
sua caduta nella tabella. 

Il resto viene diviso per 256 e la par- 
te intera del risultato diventa il secon- 
do valore HEX, e così via. 

Un risultato più diretto si ottiene 
utilizzando la funzione MOD, il cui 
significato è simulato con la formula 
scrìtta nella seconda colonna. 

Non descriviamo ulteriormente l’e- 
sercizio in quanto gli interessati ese- 
guendolo Io capiranno completamen- 
te. 

In conclusione vogliamo far di nuo- 
vo notare la grande versatilità dello 
strumento capace non solo di adeguar- 
si agli ambiti applicativi più svariati, 
ma anche di permettere soluzioni al- 
ternative ad uno stesso problema, al- 
trettanto valide, la cui scelta dipende 
dal... gusto e dalle attitudini dell'uten- 
te. 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


113 






LA POTENZA DELLO SCSI ! 

dalla memoria dì massa 

al controllo dì processo 



• memorie di massa magnetiche 
interne ed esterne. 

•memorie di massa ottiche. 

•unità di back-up 
•espansione di memoria RAM 



Company 


System 




Lungotevere Flaminio. 66 
Tel. 06/399544 - 399920 
Telefax 3960503 - Tex 623140 
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nnnnnH 


Questa puntata della rubrica di Com- 
puter Grafica è di tipo «pratico». 

L 'argomento è uno dei più facili della 
Computer Grafica Tridimensionale e ri- 
guarda la Rotazione di una figura pia- 
na attorno ad un asse, fino a formare 
un solido (detto appunto solido di rota- 
zione). Per realizzare tali solidi si parte 
da una figura piana e la si fa ruotare, 
assieme al piano cui appartiene, attorno 
ad un asse. 

In pratica ogni singolo punto della fi- 
gura piana originaria traccia una cir- 
conferenza nello spazio attorno alTasse. 
per cui. date le coordinale X. Z. di cia- 
scun punto è relativamente facile estra- 
polarle in tre coordinale spaziali. 

Le varianti sul tema che ci permette- 
ranno di implementare lo studio riguar- 
dano il collegamento tra le varie posizio- 
ni successive assunte durante la rotazio- 
ne, la possibilità che Tasse di rotazione 
non sia compreso nel piano della figura 
base e infine che la stessa figura base, 
durante il movimento, subisca un movi- 
mento sul piano in cui giace. 

Lavoreremo in BASICA IBM ma uti- 
lizzando comandi elementari in modo 
che sia possibile tradurre i programmi in 
qualsiasi altro linguaggio grafico. Ri- 
spettando le direttive della redazione, i 
listati non saranno più lunghi di una vi- 
deata (24/25 righe). 

Data la somiglianza tra i vari pro- 
grammi presentati ne renderemo comu- 
ni due routine di tipo generale che liste- 
remo solo nel programma numero I ma 
che vanno caricate anche negli altri. Ta- 
li routine partono da riga 900 e com- 
prendono la inizializzazione dello scher- 
mo di lavoro e la routine di trasforma- 
zione da coordinate tridimensionali a 
coordinate video. 


L'Ambiente di Lavoro 


In figura I abbiamo realizzato una 
visualizzazione grafica dell'ambiente 
di lavoro. II piano su cui giace la figu- 
ra base è l’XZ, mentre l’asse di rota- 
zione è l'asse Z.Quindi la figura base 
sarà espressa in coordinate X. Z. Nel 
corso della rotazione la coordinata Z 
rimarrà costante, mentre la coordinata 
X rappresenta la posizione iniziale del 
punto che ruotando percorre una cir- 
conferenza di raggio X, e che assume 
quindi anche un valore Y, variabile. 

MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


Rotazione attorno ad un Asse 


via via, tra -X e X. 

Da un punto di vista pratico aver as- 
sunto l'asse Z come asse di rotazione 
non rappresenta una limitazione in 
quanto l'assumere un altro asse, sem- 
pre giacente su XZ, è equivalente a far 
subire alla figura base una rotazione 
sul suo piano. 


Premessa ai Programmi 


Trattandosi di uno studio su una 
problematica comune, è evidente che i 
programmi presentati si somiglino tut- 
ti. Abbiamo cercato di sottolineare ta- 
le somiglianza in modo di rendere evi- 
denti le differenze tra ciascun pro- 
gramma e il successivo; è proprio sulle 
difTerenze che va posta l’attenzione. 

Tutti i programmi sono parametriz- 
zati al massimo, e quindi tutte le co- 
stanti sono definite nelle prime righe, 
e le formule usano solo valori parame- 
trìzzati. In tal modo è facile verificare 
l'effetto del cambiamento dei parame- 
tri sul risultato finale. 

Si tratta di programmi di grafica tri- 
dimensionale. Ma l'oggetto dei pro- 
grammi è la problematica di traduzio- 
ne delle coordinate da bidimensionali 
a tridimensionali, trattata decine di 
volte in questa rubrica. 

Ripetiamo che le righe da 900 in poi 
del primo listato vanno riportate an- 

Figura I 
Schema di Lavoro. 

La figura base, che 
sarà ruotala nello 
spazio, giace su un 
piano XZ. menire 

l'asse Z stesso 
(almeno per i primi 
programmi). 


che negli altri quattro in quanto com- 
prendono routine comuni. 



Le variabili inizializzate nelle prime 
righe riguardano dimensioni dello 
schermo di lavoro e dell’asse Z trac- 
ciato come riferimento (V, W e Q), ri- 
guardano gli elementi che definiscono 
la vista tridimensionale e cioè distanza 
e angoli di visuale (B. G, H). Riguar- 
dano infine i dati necessari alla rota- 
zione (P, PI e SP). 

La figura base è composta da due 
segmentini uniti in un vertice, le coor- 
dinate relative ai tre punti sono Xi, Zi 
e vengono lette tramite delle semplici 
READ. 

Le routine in comune con gli altri 
programmi eseguono la pulizia e l'in- 
corniciamento dello schermo (righe 
900), tramite due istruzioni WIN DOW 
e LINE, con parametri identici. Viene 
poi visualizzato l'asse Z (unendo i 
punti di coordinate 0, 0, -Q e 0, 0, Q). 

L'altra routine in comune è quella 
che trasforma le coordinate spaziali di 
ciascun punto (X, Y. Z) in due valori 
direttamente in formato video (M, N) 
e inizia da riga 940. 

Il MAIN program, cioè quello che 
esegue la rotazione, comincia da riga 



115 






GRAFICA 



ISO, e comprende il loop principale 
sull'angolo A, e per ogni valore assun- 
to da quest'ultimo, calcola la posizio- 
ne dei tre punti costituenti la figura 
base, e unisce i tre punti bidimensio- 
nali risultanti. 





II passo immediatamente successivo 
è quello di collegare i vari punti non 
solo airìntemo del singolo piano per 


comporre la figura, ma anche da un 
piano all'altro, in modo da rappresen- 
tare «tridimensionalmente» la compo- 
sizione spaziale. 

Per far ciò occorre memorizzare cia- 
scuna posizione, che assume il senso 
di posizione precedente, in modo da 
collegarla alla posizione successiva, e 
quest'ultima una volta visualizzata di- 
venta anch'essa precedente. 

In pratica occorre utilizzare due 
coppie di vettori, la prima con le coor- 
dinate della figura iniziale, la seconda 
in cui, via via che la composizione va 
avanti, vengono parcheggiati i valori 


delle coordinate della posizione assun- 
ta in precedenza. 

Oppure si può decidere di memoriz- 
zare tutta la figura, immagazzinando 
in una coppia di matrici tutte le coor- 
dinate di tutte le posizioni. Le matrici 
sono a due dimensioni in cui la prima 
rappresenta il punto rispetto alla figu- 
ra nel piano e la seconda il punto ri- 
spetto alla sua traiettoria circolare at- 
torno all'asse. 



Le varianti, rispetto al programma 
precedente, sono minime e riguardano 
l'uso di variabili d'appoggio, sulle 
quali parcheggiare via via ì valori dei 
punti di ciascun segmento da collega- 
re con i corrispondenti punti assunti 
dal segmento successivo. 

L'unica difficoltà consiste nel fatto 
che solo per la prima posizione non vi 
è una posizione precedente da collega- 
re. Conseguentemente occorre isolare 
il primo valore dell'angolo A e iniziare 
il loop dal valore SP. 

Vanno ripetute due volte, la prima 
per il solo valore A = 0, le routine di 
calcolo e di collegamento. 



Logica evoluzione è quella che con- 
siste nei permettere il caricamento dì 
figure più complesse che possono es- 
sere caricate in due vettori X(l), Z(I) 
nei quali sono immagazzinati i valori 
delle coordinate che la figura base as- 
sume nel piano XZ. 

Se poi si utilizza il metodo di colle- 
gare le posizioni successive occorre di- 
sporre di due vettori per il parcheggio 
delle posizioni precedenti. 



A 

Figura 4 

P^ramma Oine- 
siro ■ Lìsiaio. La 
prima variante am- 
siile neU'unire con 
segmenU i punii nel- 
lo spailo die indica- 
no le rafie posiiioni 
assunte dalroggello. 


Programma Cane- 
stro - Output. Con 
una semplice figura 
di base (due seg- 
menti contigui) si ot- 
tiene un disegno che 
somiglia vagamenie 



116 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





GRAFICA 


Va apportata un'altra modifica nella 
routine principale per permettere il di- 
segno del poligono, per il quale il pri- 
mo punto va trattato in maniera diffe- 
rente dagli altri, così come il primo an- 
golo va trattato in maniera differente 
dagli altri. 


cienziato che per pri- 
i. Da un punto di vista 


Una delle fi 
è quella definì 
dal nome dell 
mo l'ha studia 
«tecnico» è una figura solida con u 
sola faccia e con un solo spigolo. La si 
ottiene praticamente con una striscia 
di carta lunga e stretta della quale si 
incollano tra di loro i due estremi cor- 
ti. 

Se prima di incollarli si ruotano di 
mezzo giro (leggi 180 gradi) i due 
estremi si uniscono e quindi si confon- 
dono le due facce opposte. Se con il 
dito percorrete uno spìgolo o una fac- 
cia vi accorgerete che in realtà vi è un 
solo spigolo e una sola faccia. 

Anche l’anello di Moebius ha le sue 
varianti costituite dal numero di «gi- 
ri» cui si sottopongono gli estremi pri- 
ma del congiungimento, e dal fatto 
che dopo il congiungimento la strìscia 
venga divisa in due o più parti. 




MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


117 




GRAFICA 



Figura II ■ Programma Colosseo • Listalo. Questa 
volta la figura ruota rispetto ad un asse non più gia- 
cente sullo stesso piano, ma giacente sul piano per- 
pendicolare all'asse della figura stessa. 


Figura 12 e 13 ■ Programma Colosseo - Output. An- 
che in questo caso rulli gli elementi sono pararne- 
iriszali, per cui cambiandone alcuni si ottengono vi- 
ste differenti. 




Dal nostro punto di vista la figura 
base è un semplice segmento che, du- 
rante la rotazione di 360 gradi attorno 
all'asse, subisce una rotazione di 180 
gradi (o suoi multipli) attorno a se 
stesso. 



Il listato è semplificato rispetto ai 
precedenti in quanto il disegno base è 
un comune segmento. Di tale segmen- 
to però non vengono fomite le coordi- 
nate degli estremi ma le coordinate del 
centro e la lunghezza. In tale modo è 
possibile far ruotare il centro del seg- 
mento attorno all’asse e il segmento 
attorno al suo centro. 

È stato parametrizzato il rapporto 
tra le due rotazioni (parametro K), per 
cui è possibile eseguire da 0 a N rota- 
zioni variando sensibilmente il risulta- 
to «estetico» dell'operazione. 

Nelle due figure presentate vediamo 
due esempi, il primo mezzo giro e il 
secondo due giri. Dalla prima alla se- 
conda versione sono stati cambiati an- 
che il passo dei loop sull'angolo e la 
lunghezza del segmentino. 


Il Colosseo 


Un ulteriore sviluppo della proble- 
matica riguarda la eventualità di far 
ruotare l'oggetto non più attorno ad 
un asse giacente sullo stesso piano del- 
la figura base, ma attorno ad un asse 
comunque posto nello spazio. Se que- 
st'asse giace su un piano perpendico- 
lare all'asse della figura si ha una rota- 
zione della stessa su una superficie 
pressoché cilindrica. 

L'abbiamo definito Colosseo perchè 
in definitiva anche ii Colosseo può es- 
sere assimilato ad un solido di rotazio- 
ne ottenuto ruotando un singolo arco 
per più volte attorno ad un asse nello 
spazio. 

Anche in questo caso adotteremo 
tutte le semplificazioni che tale pro- 
blema permette e che consistono so- 
stanzialmente nel fatto che il piano è 
perpendicolare all’asse. Questo per- 
mette, ancora una volta, di evitare l'u- 
so di coordinate tridimensionali per 
definire il disegno base. 

Infatti ciascun vertice dell'arco è co- 
munque distante dall’asse di rotazione 
di un valore R, il valore Z, non varia 
durante la rotazione, mentre il valore 
X assume il significato di spostamento 


in avanti o indietro del vertice rispetto 
all'asse dell'arco. 

Quindi in pratica ciascun vertice è 
individuato da R (che è fisso) da Z. 
che non varia con l'angolo, e da due 
valori X e Y che dipendono dall'ango- 
lo A e da un piccolo spostamento ag- 
giuntivo che a sua volta dipende dal 
valore X(I) originario. 



Il singolo arco è fornito vìa READ 
DATA in riga 280. 1 parametri aggiun- 
tivi sono R, raggio della figura e T al- 
tro parametro che indica il fattore di 
spostamento di ciascun punto. 

Va poi notato che poiché viene dise- 
gnato un arco per ogni angolo, il nu- 
mero totale degli archi dipende dalla 
misura del passo tra gli angoli, e quin- 
di a sua volta dal raggio. 

E evidente la relazione reciproca 
che lega dimensioni dell'arco, lun- 
ghezza del raggio e numero di archi 
disegnabili per piano. Tali elementi 
possono essere modificati con facilità 
per ottenere varianti del disegno. «C 


118 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




JGaIcolatrice£'ffV:j 


iSchedarìo - PROUA.CR: 


Uia tlichelangelo 1 
Cologno tl.se {III) 


Tei; B2 25W41 


Mitologia Groca - Capitolo XII 


Il Dio EOLO 


Il Dio Eolo, lappiesenlato di solito nell'al 
dell’Olimpo Cieco. Figlio di Zeus è al si 
Incoiiono nella collera del padre o per a 


( 25W741 ì 

@000 0.0 
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© O 0 0 0 0 
© 0 O O 0 o 


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di Andrea de Prisco 


seco 




Teoria della computabilità 

Algoritmi 

e Macchine di Turing 


■ Forse qualcuno avrà già sentilo parlare di Turing, del suo test e della sua macchina. Qualcun altro 
saprà che quesTuhima è stata inventala dallo stesso negli anni trenta, quando i calcolatori non solo 
non esistevano ma, pur desiderandoli ardentemente, non si immaginava nemmeno come realizzarli. In 
questo articolo ve ne parleremo brevemente, non senza anticiparvi che a lutt'oggi non esiste nessun altro 
calcolatore che superi le capacità di calcolo della suddetta macchina, tante che dire che una funzione è 
(in generale) calcolabile è sinonimo di «calcolabile con una macchina di Turing» o più semplicemente 
«Turing-calcolabile». ■ 


Definizione dì Algoritmo 


Per studiare adeguatamente la cal- 
coiabilità delle funzioni, è necessario 
stabilire, prima di muovere qualsiasi 
passo, cosa si intende per algoritmo e 
cosa per agente di calcolo. Empirica- 
mente parlando, un algoritmo è un 
procedimento, in qualche modo preci- 
so, che descrive una serie di operazio- 
ne da compiere. L’agente si occuperà, 
una volta fornitogli l'algoritmo di 
«eseguirlo». 

Il formalismo della Macchina di Tu- 
ring fa capo ad alcuni requisiti di deH- 
nizione dì algoritmo ormai riconosciu- 
ti universali nell'ambito della calcola- 
bilità non probabilistica. In tali requi- 
siti, come vedremo, si fa riferimento 
anche a caratteristiche dell'agente dì 
calcolo adoperato (ripetiamo: le due 
cose sono sempre strettamente legate). 

Innanzitutto l’algoritmo, descritto 
da un programma, deve essere di lun- 
ghezza finita e il calcolo deve avvenire 
per passi discreti. Ovvero il numero di 
istruzioni di cui esso è composto può 
essere quanto grande vogliamo ma 
sempre un numero naturale (ricordia- 
mo che ai numeri naturali non appar- 
tengono oggetti loro stessi infiniti, pur 
essendo questi in numero infinito). Per 
quanto riguarda l'agente di calcolo e 


in particolare il set di istruzioni che es- 
so può eseguire, occorre che queste 
siano in numero finito e che la loro 
complessità non sia infinita. In altre 
parole, iniziata una singola istruzione 
in un tempo non infinito questa deve 
essere completata. 

L'intrinseca finitezza di un pro- 
gramma e delle sue istruzioni, non im- 
plica altrettanto circa il numero di 
passi (in un certo senso «iterazioni») 
necessari affinché il programma stesso 
arrivi a «conclusione». Cioè, teorica- 
mente parlando (quello che stiamo fa- 
cendo da due mesi), un programma 
descrivente un determinato algoritmo, 
il quale calcola una qualsiasi funzione 
può benissimo richiedere un numero 
illimitato dì passi o addirittura infini- 
to. 

Si noti che, sebbene la differenza è 
molto sottile, illimitato e infinito non 
sono la stessa cosa: per tornare come 
esempio ai numeri naturali, se è vero 
che non esiste un numero infinito ap- 
partenente a questi, possiamo afferma- 
re che esistono numeri naturali com- 
posti da un numero illimitato dì cifre 
ovvero che non esiste un limite finito 
al numero di cifre di cui può essere 
composto un numero naturale (la non 
esistenza dì un limite finito non auto- 
rizza a pensare a qualcosa di infinito). 


Nel caso dei nostri algoritmi, in un 
certo senso sì taglia la testa al toro af- 
fermando che un algoritmo può anche 
non terminare mai, continuando a cal- 
colare infinitamente. Per terminazione 
si intende, qualora non fosse chiaro 
dal contesto, che il programma in que- 
stione «sputa» fuori il suo risultato e 
si arresta. 

Chiunque arrivi a questo punto di 
teoria sì chiederà certamente a cosa 
servano algoritmi che non terminano 
mai. O meglio, tutti direbbero: perché 
occuparci anche di questi se, tangibil- 
mente parlando, non sappiamo cosa 
farcene? 

La risposta non è immediata. Di ri- 
flesso però si dimostra che se adope- 
riamo formalismi in grado di calcolare 
solo programmi che terminano, non 
solo perderemmo tutti i programmi 
che non terminano mai (di questo po- 
co ci importa) ma. sottolineamo è di- 
mostrato e lo dimostreremo, perdere- 
mo anche algoritmi che col formali- 
smo precedente (terminazione e non) 
ci avrebbero fornito prima o poi un ri- 
sultato. 

Come dire che non è possibile ripu- 
lire un formalismo dai suoi algoritmi 
che non terminano mai senza portar 
via anche algoritmi che sarebbero ter- 
minati. Del resto questa scrittura non 


120 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



APPUNTI DI INFORMATICA 


è poi tanto «araba»: in qualsiasi Basic 
(dei miei stivali, ndr) esiste un pro- 
gramma tipo «IO GOTO IO», è possi- 
bile e non termina mai. Se facessimo 
un Basic col quale non è possibile scri- 
vere programmi che «vanno in loop» 
non avremmo fatto qualcosa di utile 
ma un vero e proprio disastro: usando 
tale linguaggio di programmazione 
prima o poi cominceremo a imprecare 
perché non riusciamo a fare quella de- 
terminata cosa che vorremmo: tutto 
qui. 



Per non limitare la potenzialità di 
calcolo di un formalismo, occorre che 
non siano posti limiti alla dimensione 
dei dati in ingresso cosi come per la 
quantità di memoria necessaria al cal- 
colo. Ovvero un calcolatore calcola la 
somma di due numeri naturali se ha 
l’opportunità di ricevere in ingresso 
due numeri qualsiasi su cui calcolare 
la somma. Se limito la dimensione dei 
dati in ingresso certamente non riusci- 
rò a fare neanche un calcolatore che 
somma due numeri qualsiasi. Figuria- 
moci qualcosa di più. 

Per la memoria illimitata basta pen- 
sare a un qualsiasi algoritmo che per 
raggiungere il risultato ha bisogno di 
immagazzinare una quantità di risulta- 
ti parziali proporzionale ai dati in in- 
gresso (es. la moltiplicazione tra due 
numeri). Se i dati in ingresso non sono 
in alcun modo limitati per dimensio- 
ne, segue che anche la memoria usata 
per il calcolo deve essere illimitata. 

E qui comincia a trasparire forte- 
mente l'alto contenuto teorico di 
quanto stiamo trattando: è ovvio che 
un calcolatore siffatto non esìste e mai 
esisterà (nemmeno usando per memo- 
ria centrale tutti gli atomi dì cui è 
composto l’universo, limitati); ciò si- 
gnifica solo che a causa di questo fatto 
non si riuscirà mai a costruire un cal- 
colatore ideale. Ma questo nella teoria 
poco importa. Il bello è che anche riu- 
scendo a realizzare quanto richiesto 
dai requisiti di ogni definizione di al- 
goritmo sopra dati, si dimostra che al- 
cune funzioni non sono calcolabili. Di 
altre non si sa nulla, di altre ancora, 
apparentemente non calcolabili risul- 
tano essere calcolabili da una macchi- 
na di Turing. 



b veniamo a questo benedetto cal- 
colatore ideato da Turing negli anni 
trenta, che tanto ha fatto parlare il 
mondo dì allora, come quello di oggi. 
Innanzitutto, la macchina dì Turing 
(per brevità d’ora in poi la indichere- 
mo anche col suo acronimo MDTÌ 

MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987 


non è fisicamente realizzabile per il 
solito motivo della memoria illimitata. 
Essa quindi non va intesa come una 
vera e propria macchina ma come un 
modello matematico di un oggetto ca- 
pace dì calcolare. Se però dimentichia- 
mo per un attimo la memoria, la MDT 
diventa un oggetto, non solo tangibile, 
ma realizzabile con pezzi elettromec- 
canici dì fortuna come dei ricambi di 
un registratore a bobina e una mancia- 
ta di componenti, allo stato solido di 
vario genere. Infatti, una MDT è com- 
posta essenzialmente da tre parti: un 
nastro magnetico, una testina dì regi- 
strazione/rìproduzione e una parte dì 
controllo (figura l). 

Il nastro, suddivìso in celle ed usato 
come memoria di lettura e scrittura, ha 
lunghezza illimitata e viene utilizzato 
sia per leggere i dati in ingresso (qual- 
cuno prowederà a inciderlo, prima di 
fare partire il tutto), sia per i calcoli in- 
termedi, sia per scrivere i risultati pri- 
ma di terminare l'elaborazione. 

Per definizione di MDT, il nastro 
prima dì una computazione é intera- 
mente blank tranne un insieme finito 
(volendo, anche illimitato, ma non in- 
finito) di celle. In queste, come già 
detto, sono incisi i dati del program- 
ma. 

La testina di lettura-scrittura, come 
è facile prevedere, legge e scrive sulle 
celle del nastro magnetico che, pro- 
prio sullo stile di un registratore, scor- 
re davanti a questa. 

Infine, la parte di controllo, serve 
per elaborare quanto è inciso sul na- 
stro dando ordini sia alla testina che al 


meccanismo di scorrimento del nastro. 

A questo punto dovrebbe essere ben 
chiara la semplicità dì tutto l’appara- 
to: ripetiamo, l’unico problema è il na- 
stro illimitato, se no l’avrebbero realiz- 
zata. Anche perché a lutt'oggi non è 
stato ancora trovato un formalismo ca- 
pace di calcolare più cose della MDT: 
equipotenti si, ma più potenti no. 

Giusto per chiarire subito una cosa, 
vogliamo aggiungere che anche un 
VlC-20 con memoria infinita sarebbe 
equìpotente alla MDT: di questa se ne 
parla con tanta ammirazione proprio 
per la sua semplicità e per il fatto di 
essere stata ideata e studiata negli an- 
ni trenta. 



Detto questo, vediamo come funzio- 
na una MDT. Innanzitutto una cella 
del nastro può contenere o il carattere 
blank oppure uno dei caratteri del co- 
siddetto alfabeto del nastro: in genere 
una manciata di simboli qualsiasi (in 
numero finito), di solito quelli che 
conviene a noi trattare, come le cifre 
binarie 0 e I, le cifre decimali, le lette- 
re dell’alfabeto inglese o altro. 

La parte dì controllo funziona a sta- 
ti finiti: durante l’elaborazione a se- 
conda dello stato del calcolo, assume- 
rà un proprio stato interno. Operativa- 
mente parlando, la parte di controllo 
legge dal nastro un sìmbolo, a seconda 
di questo e del suo stato interno deci- 
derà (unìvocamente): 
a) cosa riscrivere sul nastro nella me- 
desima cella 


1 as "t r'o m na i co- 




• testi na R/U 


parte 
d i 

control lo 


Figura I - Macchina di Turing schemoià:ait 




APPUNTI DI INFORMATICA 


DOPCTltZl 1 IgllgJIgl EilZ] 1 & DO 


q0 



b 

0 

1 

q0 

b-q0-D 

1-ql-D 

0-ql-D 

ql 

stop ! 

1-ql-D 

0-ql-D 


Figura S - Complemenia una siringa di bil 


b) se posizionare la tesiina sulla cella 
a destra o a sinistra della cella appena 
letta 

c) in quale dei suoi possibili stati inter- 
ni traslare. 

Univocamente nel senso che se do- 
vesse ritrovarsi in un secondo momen- 
to nelle stesse condizioni (stesso sim- 
bolo in lettura e stesso stato interno) 
effettuerà come conseguenza le stesse 
operazioni di prima. 

Rias.sumendo il tutto, abbiamo che 
una elaborazione completa corrispon- 
de a preincìdere il nastro con i dati del 
programma, a memorizzare questo 
nella parte controllo e, a elaborazione 
ultimata, leggere dal nastro stesso il ri- 
sultato del calcolo. 



Il programma della parte controllo 
altro non è che una bella tabellina che 
riassume ciò che questa dovrà fare in 
funzione del suo stato interno e del 
simbolo in lettura. La suddetta tabella 
conterrà quindi un insieme di quintu- 
ple del tipo (q, s, q‘, s', (DIS}) che iden- 
tifica una precisa transizione della 
macchina di Turing. «q>> è lo stato in- 
terno della parte controllo, «s» il sim- 
bolo appena letto dal nastro. «q‘» il 
nuovo stato interno dopo tale lettura, 
«s'» il nuovo simbolo inciso sul na- 
stro, nella stessa cella dove è avvenuta 


la lettura. {DIS} sta a indicare che la 
quinta posizione della quintupla è oc- 
cupata da una D o da una S ovvero 
dove la testina dovrà spostarsi dopo la 
lettura e scrittura; a sinistra o a destra. 
Sì noti che tanto il nuovo simbolo 
quanto il nuovo stato non necessaria- 
mente sono diversi da quelli preceden- 
ti. 

Detto ciò se ad un certo istante la 
macchina di Turing si trova nello stato 
q^ e legge dal nastro il sìmbolo s, non 
fa altro che andare a cercare tra le sue 
quintuple quella che inizia per q;, S; e 
comportarsi di conseguenza. Se tale 
quintupla non c’è, vuoi dire che il cal- 
colo è terminato e la MDT può arre- 
starsi. 

Ad esempio; con stato interno qO e 
simbolo in lettura «I», se nella nostra 
tabella abbiamo la quintupla (qO, I. 
ql, b, S) significa che dobbiamo scri- 
vere un blank, spostarci a sinistra e 
passare nello stato interno ql.... con 
stato interno q2, simbolo in lettura 
blank e quìntupla (q2, b, q2, b, D) ri- 
marremo nello stesso stato, riscriven- 
do il simbolo blank per poi spostarci a 
destra. 

Essendo il calcolo deterministico, 
come detto, non possono esistere due 
quìntuple con uguale stato e sìmbolo 
in lettura e parte rimanente diversa, 
che indurrebbero un comportamento 
non deterministico della macchina: 


aleatoriamente dovrebbe scegliere tra 
due comportamenti diversi. Ciò indu- 
ce una rappresentazione più compatta 
e leggibile delle quintuple dì una mac- 
china di Turing: una tabella bidimen- 
sionale che ha perascissa il simbolo in 
lettura e per ordinata lo stato interno 
le cui caselle contengono la tripla ri- 
manente. A questo punto leggere cosa 
fare col dato simbolo e stato interno 
non vuol dire altro che (stile battaglia 
navale) far incrociare le due coordina- 
te e leggere nella casella cosi trovata. 

Sembra evidente a questo punto che 
senza un po’ di esempi si rischia forte- 
mente di diventare scemi. 


Qualche esempio 


Vedremo ora alcune macchine di 
Turing, programmate per fare delle 
semplici operazioni. Vista la non limi- 
tatezza della stessa, applicazioni più 
complesse richiedono solo insiemi di 
stati più grandi e relativa tabella delle 
transizioni opportunamente dimensio- 
nata: per ragioni di spazio ci occupe- 
remo solo di casi semplici. 

Un primo esempio, potrebbe essere 
una macchina di Turing che preso un 
nastro su cui sono incisi un certo nu- 
mero di «I» contigui restituisce un na- 
stro completamente blank. La situa- 
zione è mostrata in figura 2: dato che 
gli «1» possono essere solo in numero 
finito, è facile immaginare il nastro 
tutto blank fino a un certo punto, poi 
una quantità più o meno grande di 
«I» e dopo questi di nuovo tutti 
blank. Nella configurazione iniziale, 
la macchina è posizionata sui blank 
iniziali (a sinistra, per esempio) e il 
suo compito possiamo suddivìderlo in 
due fasi: dapprima scorrere il nastro 
verso destra finché non troviamo un 
«1» e, trovatolo, cambiare questo e i 
successivi, con un blank finché non fi- 
niscono. Senza accorgercene abbiamo 
già identificato i due stati interni della 
macchina: ricerca e sostituzione che 
indicheremo rispettivamente con qO e 
ql. Sempre in figura 2, è mostrata la 
tabella relativa al programma di can- 
cellamento nastro e, indicato nella 
parte controllo della MDT, lo stato 
iniziale col quale viene avviata la mac- 
china. 

Uno sguardo alla tabella per render- 
si subito conto della semplicità di una 
di queste macchine. In ogni posizione 
della tabella, identificata come detto 
da una ascissa (simbolo in lettura, b 
sta per blank) e da una ordinata (stato 
del controllo), leggiamo cosa la mac- 
china, farà in ognuna delle possìbili si- 
tuazioni. Ad esempio, con stato inter- 
no qO e simbolo in lettura blank leg- 
giamo nella corrispondente casella la 
scritta b-qO-D: significa che riscrivia- 
mo un blank. rimaniamo in qO e ci 


bbtz>gil(ai lQlgigil0i2»l btob 
r -1 



b 

0 

1 

q0 

t)-q0-S 

l-ql-S 

0-q2-S 

ql 

stop ! 

1-ql-S 

0-q2-S 

q2 

stop! 

stop! 

stop ! 


q0 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




APPUNTI DI INFORMATICA 


sposliamo a destra. Ed è proprio quel- 
lo che dovremo fare per scorrere il na- 
stro fino al primo «I». Sempre da ta- 
bella, vediamo cosa succede quando 
incontriamo un «1» dallo stato qO. 
Leggiamo b-ql-D; vuol dire che scri- 
viamo un blank (questa volta al posto 
dell'«l») Iraslìamo nello stato qi (ini- 
zia (a seconda fase, di cancellamento) 
e ci spostiamo a destra. In tale stato, 
sempre come da tabella, continuiamo 
a scambiare «1» con blank fino a 
quando non troviamo in lettura un 
blank (abbiamo finito gii «1»). Nella 
tabella, in posizione stato ql. sìmbolo 
b. troviamo scritto «stop!», ciò che la 
macchina in tale condizione, farà. 

Secondo esempio; complemento a I 
di una strìnga di bit (figura 3). La si- 
tuazione è analoga a quella preceden- 
te; abbiamo una sequenza di «0» e 
« I » immersa nella miriade dì blank di 
cui il nastro é composto. Complemen- 
to ad I significa che dovremo sostitui- 
re ad ogni «0» un «1» e viceversa. 
Sempre in figura 3 è mostrata la corri- 
spondente tabella che descrive il pro- 
gramma «complemento». Stato inizia- 
le e prima casella della tabella, come 
prima: continuiamo a scorrere il na- 
.stro finché non troviamo qualcosa di- 
verso da un blank. A questo punto, se 
troviamo uno «0» scriviamo un «1». 
trasliamo nello staio ql e ci spostiamo 
a destra; se troviamo un «1» scrivia- 
mo uno «0» e procediamo in maniera 
analoga. Nello stato ql scambiamo 
«0» con «I» e viceversa (tenete sot- 
t'occhio sempre la tabella di figura 3) 
fino a quando non troviamo un blank; 
abbiamo finito e la macchina di Tu- 
ring si può fermare. 

Terzo esempio (un tantino più com- 
plicalo); decremento di un numero bi- 
nario di n bit modulo 2" (figura 4). Ov- 
vero preso un numero binario, si resti- 
tuisce lo stesso numero decrementato 
di uno. e se il numero di partenza era 
0, restituiamo il massimo numero bi- 
nario rappresentabile con n bit. Esat- 
tamente come accade in linguaggio 
macchina e con un qualsiasi registro 


del processore. In questo esempio, a 
differenza di prima, la testina della 
macchina di Turing è posizionata sui 
blank a destra del nostro numero bina- 
rio. quindi la prima cosa che farà sarà 
di scorrere verso sinistra fino al primo 
simbolo non blank: vedasi prima ca- 
sella della tabella di figura 4 in cui con 
lettura di blank e stato interno qO 
(quello iniziale) sì riscrive il blank, si 
rimane in qO e ci sì sposta a sinistra. 

Se come primo carattere incontrato 
troviamo un «1», è sufficiente scrivere 
al suo posto uno «0» e abbiamo fini- 
to; se incontriamo uno «0» bisogna ri- 
correre al ben nolo prestito delle scuo- 
le elementari ovvero scrivere un «l» e 
manipolare le cifre successive tenendo 
conto che abbiamo un debito. Ciò si 
traduce nel fatto che continueremo a 
cambiare tutti gli «0» che incontrere- 
mo a sinistra con «I» sino al prossimo 
«1» sul nastro che complementeremo 
per poi fermare l'elaborazione. Se non 
troviamo altre cifre, ma un blank. ci 
fermeremo ugualmente. Quanto qui 
descrìtto a parole è esattamente ciò 
che è codificato nella tabella in figura 
4 lo stato qO è quello iniziale, lo stato 
ql quello in condizione di debito, lo 
stato q2 di stop. 

Infine, in figura 5. una macchina dì 
Turing. che preso un numero naturale, 
restituisce lo stesso moltiplicato per 
due. Come nel caso precedente la 
scansione avviene da destra verso sini- 
stra (a tal proposito nella tabella inse- 
rita in fig. 5 per ragioni di spazio è sta- 
to omesso lo spostamento della testi- 
na, da ritenersi sempre uguale a S, si- 
nistra) e la tentazione di lasciare al let- 
tore l'arduo compito di raccapezzarci- 
si. è forte. Per aiuto comunque diremo 
che lo stalo qO è come sempre quello 
iniziale, lo stato ql è lo stato in cui va 
la macchina quando raddoppia una ci- 
fra minore di 5 (non c’è stato riporto), 
lo stato q2 è dì contro quello in cui si 
trova la macchina quando deve ripor- 
tare una unità (nel senso «elementare» 
del termine) alla cifra successiva (ov- 
vero 7-q2 della tabella, ad esempio. 


potrebbe essere letto «scrivo 7 e porto 
I»). 



Dopo tutto questo parlare, è d'ob- 
blìgo una domanda: siamo proprio si- 
curi che la Macchina di Turing sìa in 
grado di calcolare qualsiasi funzione 
calcolabile? O meglio: esìste una di- 
mostrazione del fatto che qualsiasi al- 
tro formalismo prendiamo esso non è 
più polente deH’automa di Turing? 

Una tale dimostrazione non esiste; 
secondo Church e la sua tesi, qualun- 
que algoritmo prendiamo, scritto in 
qualsiasi formalismo, esso può essere 
calcolalo da una apposita MDT. Lo 
stesso affermò che tale macchina non 
solo esiste, ma è possibile costruirla 
effettivamente partendo dall'algorit- 
mo e dai formalismo in questione. 
Purtroppo Church mori prima di riu- 
scire a dimostrare il suo asserto e oggi, 
quello che poteva essere il teorema più 
importante della .teorìa della computa- 
bilità resta solo una tesi. Ovviamente 
ci potrà riuscire qualcun altro cosi co- 
me potrebbe essere dimostrato che 
Church aveva torto. 

Resta però da sottolineare il fatto 
che altri formalismi, completamente 
diversi da quello di Turing. partoriti in 
epoche assai diverse e per vie diverse, 
messi a confronto, risultano essere me- 
no potenti 0 avere la stessa potenziali- 
tà della MDT. Il confronto consiste 
naturalmente nel fornire un procedi- 
mento effettivo (ed eseguibile) per 
passare da un formalismo ad un altro. 
Quando riusciamo a passare indiffe- 
rentemente dai primo al secondo e vi- 
ceversa. i due formalismi sono equipo- 
tcnti, se ci si riesce solo in un verso è 
più potente quello che, ovviamente, 
riesce a coprire anche gli algoritmi cal- 
colati dall'altro. In tutte le ricerche ef- 
fettuate e a confronti avvenuti, sempli- 
cemente il formalismo della macchina 
di Turing non è stato mai «battuto». 
Tutto qui. 


bbb43 165721 43802 bbb 




fcl 

EZl 

1 

s 

3 




•P’ 

e 


q® 

b-q0 

0-qll2-ql 

4-ql 

fc-ql 

8-ql 

0-q2 

2-a2 

4-q2 

6-q2 

8-q2 

ql 

stop 

0-ql 

2-ql 

4-ql 

6-ql 

8-c|l 

0-<e 

2-(^ 

4-q2 

6-q2 

8-q2 

q2 

1-ql 

1-ql 

3-ql 

5-ql 

7-ql 

9-ql 

l-q2 

3-q2 

5-q2 

7-q2 

9-q2 


figura S • Raddoppia un numero naturale 


BIBLIOGRAFIA 

Aiello. Albano. Attardi, 
Montanari; 

Teoria della computabilità 
logica, teoria dei linguaggi 
formali 

Editrice ETS Pisa. 1976 


MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987 


123 


di Raffaeilo De Masi 


I linguaggi d’eiezione 
deii’intelligenza artificiale: 

il LISP 


La funzione [for] 


Poiché la lista è la funzione fonda- 
mentale del Lisp, ed è in essa che con- 
fluiscono e sì raggruppano gli elemen- 
ti fondamentali del linguaggio, è ne- 
cessario avere a disposizione un ope- 
ratore che esegua in maniera del tutto 
automatica, su tutti gli elementi della 
lista stessa, qualcosa, ad esempio una 
operazione stabilita dall'utente. La se- 
rie dì operazioni raccolte sotto tale ti- 
pologìa è riunita sotto il nome di fun- 
zioni di mappatura. Queste operazioni 
sono piuttosto complesse, e richiedo- 
no conoscenze ben più avanzate di 
quelle finora raccolte. Ciononostante 
è possibile qui introdurre una funzio- 
ne, [for], che. sebbene non standardiz- 
zata nella forma e nelle sue potenziali- 
tà. risulta di notevole utilità per la ma- 
nipolazione di elementi multipli, come 
quelli presenti in una lista. 

[For] è un'altra delle forme del Lisp 
prive di qualsiasi standard; in analo- 
gia con quanto evidenziato da Cha- 
miek e McDermott nel loro volume 
«Artificial Intelligence» che, come ab- 
biamo più volte detto, è fonte prima di 
quanto stiamo narrando in queste no- 
te. mostreremo le tre principali forme 
di [for]. Esse possono cosi essere sche- 
maticamente in figura 1 . 

Al contrario dì quanto avviene nella 
maggior parte dei linguaggi di pro- 
grammazione, la variabile viene sem- 
pre riferita agli elementi della lista 
successiva all'operatore [in]. Non ha 
perciò senso il comune operatore 
jstep] presente, ad esempio, in Basic. 
Per ogni elemento della lista, «espres- 
sione» viene valutata. La differenza 
tra le tre forme sta in ciò che accade al 
valore di «espressione». Nel primo ca- 
so quanto presente in (espressione] 
viene brutalmente eseguito, senza in- 


fluenzare il contenuto delle liste e va- 
riabili iniziali: nel secondo, [save], i 
valori vengono inseriti e conservati 
nella lista stessa, nel terzo, infine, essi 
sono collegati insieme nella lista. Ad 
esempio, immaginiamo dì voler mani- 
polare una lista di numeri, derivando- 
ne una seconda lista che sia eguale al- 
la prima tranne che ogni membro è pa- 
ri al corrispondente -F2. Avremo una 
serie dì istruzioni come in figura 2 a). 
Da [splìce] si interrompa allorché, in 
una delle liste manipolate, viene inter- 
cettato l'ultimo atomo. 

Ritorniamo un momento alla fun- 
zione [do] per meglio esemplificarla: 
in pratica è questo il caso in cui sia 
[for] che [do] risultano molto più somi- 
glianti alle analoghe strutture di lin- 
guaggi più evoluti. Sì tratta di un loop 
nella più semplice accezione della pa- 
rola, universalmente usato per esegui- 
re cicli ripetuti un certo numero di vol- 
te: ci sembra inutile continuare su 
questo argomento. 



Una delle tecniche più efficaci nella 
programmazione è la ricursione (o ri- 
corsìvità). Senza voler esaminare a 
fondo tale importante aspetto della 
più avanzata tecnica programmacoria 



diremo, per sbrigarcela in due parole, 
che una funzione è ricorsìva se essa sì 
definisce in termini di se stessa. Per fa- 
re un esempio banale potremo dire 
che un esempio dì definizione ricorsi- 
va è quella che indica la pioggia come 
«quella cosa che cade quando c'è 
pioggia». 

Posta in questi termini la cosa sem- 
bra priva dì significato (ed infatti lo è), 
ma in pratica sì tratta di una delle 
strutture più potenti di certi linguaggi 
informatici. Lisp supporta la ricursio- 
ne nella maniera più ampia e comple- 
ta: una funzione può richiamare se 
stessa sia in forma diretta (la funzione 
[a] chiama la funzione [a], nella sua de- 
finizione e sviluppo) che indiretta ([a] 
chiama [b] che a sua volta richiama 
[a]). A titolo di pura notizia, notevole 
potenza della funzione di riscursione è 
data, al Lisp, dai possedere operatori 
come [car] e [cdr], di cui abbiamo già 
parlato. Strutture ricorsive che utiliz- 
zano tali funzioni, in una con [defun], 
sono pane quotidiano del Lisp, specie 
se riunite nelle «macro», di cui parle- 
remo adesso. 



Si definisce come «macro» la possi- 
bilità di riunire sotto un unico opera- 
tore-funzione una serie di operazioni- 
manipolazioni predeflnite, che, per il 
fatto di essere correntemente utilizzate 
nel corso di un programma, può essere 
agevole riunire e richiamare con un 
unico nome. Possono essere intese in 
senso lato come macro le procedure 
del Pascal, ma anche le funzioni del 

«C» ] 1, le word del Forth, i 

subprogrammi del Fortran, ecc. Il Ba- 
sic originariamente ne è stato privo 
(quale difetto non ha questo povero 
linguaggio!) ma le sue variazioni più 


124 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




L'INTELUGENZA ARTIFICIALE 



evolute la ammettono, sia sotto forma 
di semplici [DEFFNJ (define function, 
che debolucce aH’inizio, sono divenu- 
te sempre più elastiche ed efTicienti). 
sia sotto le vesti di veri e propri sotto- 
programmi-funzioni. come nella più 
recente release del MSBasic della Mi- 
crosoft per il Mac. 

Lisp consente la creazione di ma- 
croistruzioni attraverso l’operatore 
(defmacrol (si ricordi che operatore e 
funzione, in Lisp. assumono lo stesso 
significato). Tanto per fare un esem- 
pio. banale quanto si vuole, definiamo 
una macro, (addizione] che equivalga 
all'operatore (- 1 -]; avremo: 

(detmacro addizione ( x ■ x •) 

(-1- X, X.)) 

(addizione) 

basterà a questo punto battere 
(addizione 35) 

per avere il risultato di 7. 

Come numerosi altri linguaggi, an- 
che il Lisp consente che macro posso- 
no confluire in altre, per cosi dire di 
gerarchia maggiore. Si tratta di struttu- 
re piuttosto potenti ed elastiche, facili 
da maneggiare, specie se ben commen- 
tate. Linguaggi ben fatti consentono 
inoltre di creare macro in cui risulta 
variabile addirittura il_numero di va- 
riabili da manipolare. È così possibile 
creare veri e propri nuovi statement, 
come con le word del Forth; in ciò è 
di notevole aiuto la presenza dblle li- 
ste che. con la loro struttura, risultano 
ideali per generalizzare la funzionalità 


di una macro; è infatti possìbile far ri- 
ferimento generico ad una lista, ancor- 
ché indefinita, pur non conoscendone 
ì limiti, cosa che non é sempre possibi- 
le in altri linguaggi, dove le array, lon- 
tane cugine delle liste stesse, sono di 
esse molto meno manipolabili e parec- 
chio più rigide. 

Termina cosi la nostra rapida oc- 
.chiata al linguaggio Lisp. Sebbene svi- 
luppata in diverse puntate, la trattazio- 
ne ha toccato solo i princìpi fonda- 
mentali della programmazione in tal 
idioma, ingiustamente relegato nel 
campo pur affascinante della intelli- 
genza artificiale. Si tratta, come spe- 
riamo di aver mostrato, di un idioma 
abbastanza intuitivo e semplice da 
usare; il suo problema, se ci è consen- 
tito dirlo, è nella sua anticonvenziona- 
lità molto spinta, che lo rende strano a 
chi è abituato a pensare in linguaggi 
molto più conseguenziali. con costrutti 
soggetto — predicato — complemento 
abbastanza codificati, come avviene in 
Fortran, Basic, Pascal. II suo grave di- 
fetto. la mancanza dì uno standard, è 
molto pesante e lo rende scarsamente 
trasportabile: peccato, perché si tratta 
di un linguaggio discretamente elasti- 
co, tanto da poter essere usato con di- 
sinvoltura ed efficacia sia in applica- 
zioni numeriche che non. 

La sua estrema interlocutorietà ne 
fa uno strumento ideale per lo svilup- 
po di software (quante volte, scriven- 
do una serie dì righe in Basic od una 
procedura in Pascal, ci siamo chiesti 


se davvero funziona correttamente?), 
ma ad essa occorre fare la mano, altri- 
menti si resta per lo meno sconcertati 
da certe risposte talvolta ambigue. 
Tutto sommato, comunque, risulta, 
per chi lo volesse utilizzare, piuttosto 
facile da imparare, non imponendo, 
ad un attento esame, alcuna particola- 
re modifica dì regole programmaiorie 
già preacquisìle. 

Che sia un linguaggio d'elezione per 
la LA., come dice il nostro titolo, lo di- 
mostra il fatto che il suo più giovane 
concorrente, il Prolog (di cui comun- 
que parleremo) stenta a prendere quo- 
ta anche in certi ambienti più qualifi- 
cati, segno che, il rapporto pregi-difet- 
ti è nettamente in attivo. Noi ne abbia- 
mo trattato solo alcuni aspetti, utili 
per quanto diremo appresso; per chi 
volesse approfondire l'argomento for- 
niremo. al termine dì queste note, una 
bibliografia (eventualmente annotata) 
più che sufficiente anche per un non 
novizio. 

Esaminato l'argomento Lisp che, 
come abbiamo già detto, ci ha fornito 
alcuni tool per proseguire il nostro di- 
scorrere sui veri aspetti dell'intelligen- 
za artificiale, affronteremo la prossi- 
ma volta un argomento oltremodo af- 
fascinante; la visione ed ì problemi ad 
essa connessi. Vedremo, è il caso di 
dirlo, come un computer, dotato di op- 
portune periferiche, possa guardare, e 
distìnguere oggetti. A risentirci, quin- 
di! MC 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


125 







compUTGRLine 



XENY5 



XENIX SYSTEM V 


XENY5 vi porta nel mondo dei sistemi multiutenle. multitasking, 
nelle reti per Office Automation. 

XENY5 è un sistema integrato di hardware e software: un hardware 
PC AT compatibile, un software XENIX Sys V S.C O nel pieno 
rispetto della «System V Interface Definition» AT&T 
XENY5 vi dà la possibilità di leggere e scrivere floppy disk da 
360 Kbyte o 1,2 Mbyte anche in formato MS-DOS per consentire 
scambio dati in maniera ^ trasparente. XENY5 permette il 


8 posti di lavoro indipendenti, la 
XENY5 attraverso la rete locale 
con altri computer in ambiente 
XENIX/UNIX o in altri ambienti operativi, tutto con il software 
standard XENIX Sys. V. XENY5 viene fornito con il software e 
documentazione relativa a partire dalla configurazione base. 


collegamento di almeno 
connessione con altri sistemi 
MICNET, jl collegamento 


compuTERLine 


COMPUTERUNE srl 0(1173 Roma V,a U Cc 


06 6l.33025 bl301M 6130912 TsIck 621 166 Compì 


39 6 7970539 


di Raffaello De Masi 



Un po’ di statistica 
e di caicoio finanziario 


Questo mese (e probabilmente il 
prossimo) ho pensato di fornire qual- 
che dato e qualche listato che ci potrà 
aiutare a verificare qualcosa delle no- 
stre (mie almeno, spero che non sia co- 
si delle vostre) dissestate finanze. 
Quante volte ci è capitato di trovarci 
di fronte ad un elaboralo relativo ad 
un estratto conto o ad un piano di svi- 
luppo di un prestito bancario, di un 
leasing, di un mutuo ipotecario e ci è 
parso dì non riuscire a penetrare in 
quella barriera di interessi, quote di 
ammortamento, oneri deducibili e non 
in cui il nostro interlocutore sembra 
invece essere a suo agio? Quante vol- 
te, a casa, ci è venuta voglia di pensare 
di acquistare una nuova macchina e, 


poi, dal concessionario, siamo stali 
vittime supine del venditore e dei suoi 
giochetti rateali e fideiussori; in que- 
sto caso o si firma affidandosi alla 
buona sorte e fede di chi ci è di fronte 
oppure, più prudentemente, non aven- 
do il coraggio di chiedere un'alternati- 
va, si è usato r«escape» del «Ci pen- 
serò!» e si è usciti con la vaga impres- 
sione dì aver commesso chissà quale 
delitto, sentendoci gli occhi del nostro 
ospite come due punte dì ferro nella 
schiena. 

L’argomento, sebbene unico, può 
essere visto sotto differenti aspetti. Per 
rendere la cosa più chiara abbiamo 
esemplificato ognuno dei programmi 
che presentiamo con una domanda. Il 


programma non fa altro che sviluppa- 
re l'algoritmo di soluzione, sempre 
espresso, comunque, nel testo e forni- 
re la esatta risposta. 

Una precisazione, prima di comin- 
ciare: la matematica finanziaria è uno 
dei pilastri della scienza dell'econo- 
mia, con bibliografia tale da riempire 
templi greci e teatri romani. I pro- 
grammi che presenteremo, forse ben 
noti a molti lettori, che li avranno tro- 
vati, in altra veste, magari su altre pub- 
blicazioni, non saranno certo il top 
della finanza internazionale ma sono 
stati preparati e vengono fomiti pro- 
prio perché ovviano alia richiesta del- 
ia persona comune che, ad una sem- 
plice domanda, desidera una risposta 



128 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


ALGORITMI 


semplice. 

Bene! Stiamo per andare in banca 
per chiedere un prestito, stipulare un 
contratto di leasing od aprire una pra- 
tica di finanziamento. Ci poniamo una 
serie di domande a cui vorremmo già 
delle risposte per non trovarci di fron- 
te a sorprese durante il colloquio con 
il funzionario. Vediamole e diamo, se 
possibile, una risposta. 

1) Desidero chiedere in prestito un 
certo capitate. Gli interessi applicati 
dalla banca risultano essere del tot %. 
Intendo pagare con cadenza n-mensile 
per un numero ni di anni (o mesi, o 
frazione dì esso). Quale sarà la mia ra- 
ta? 

È il caso più classico di analisi del 
costo di un prestito. Il programma in 
altre parole calcola il valore dì un pa- 
gamento regolare necessario per l’e- 
stinzione di un debito sottoposto ad 
interesse, in un determinato periodo di 
tempo. 

Occorre fornire in input il valore del 
capitale richiesto, il numero di anni in 
cui si vuol estìnguere il pagamento, la 
cadenza dei pagamenti (che, ovvia- 
mente. saranno tutti uguali) ed il tasso 
d'interesse applicato. Il calcolo si ba- 
serà sulla formula: 


- IxC/N 
1-(I/N + 1)-^ 

dove 

R = importo periodico della rata 
I = tasso d'interesse annuo 
C = capitale iniziale 
N = numero di rate nell’anno 
k = N X A. dove A è il numero di an- 
ni in cui verrà estinto il debito. 

Seconda domanda: il problema è lo 
stesso, ma il punto di vista diverso: 
Voglio pagare una certa somma, a pe- 
rìodi bimestrali, per tre anni. Quale è 
l'ammontare del prestito che posso 
chiedere, tenendo conto che gli inte- 
ressi di cui è gravato sono dell'N% an- 
nui? 

La formula che consente il calcolo 
di tale valore è: 

C - R X N/l X (1 - 1/(1-t-l/N)'') 
in cui le variabili hanno valori corri- 
spondenti a quelli della precedente 
formula. 

Terza domanda: Chiedo un certo 
prestito a tasso n; intendo pagare una 
somma prefissata per un certo numero 
di anni in rate trimestrali; la restante 
parte sarà saldata in un'unica soluzio- 
ne al termine. Quanto pagherò per 
questa rata finale? 


Ancora una volta forniamo la for- 
mula che sarà: 

Saldo del pagamento finale — pagamento 
periodico -l- valore del prestito dopo N x A 

Quarta domanda, che, in effetti non 
è molto differente dalla precedente. 
Desidero un certo prestito, che sarà 
gravato da un talaltro interesse. Dopo 
aver pagato una serie di rate di un cer- 
to importo per un certo tempo, quanto 
pagherò ancora, continuando ad uti- 
lizzare lo stesso ritmo ed importo ra- 
teale? 

Risolviamo con: 

somma residua — capitale — valore riscat- 
tato dopo N X (A-1) + n1 rate 
dove N, come al solito, è il numero di 
pagamenti in un anno, A è l'anno di 
pagamento e NI è il numero di rata di 
pagamento nell'anno A. 

Continueremo la prossima volta an- 
cora il discorso prestiti: era ovvio che 
per introdurre l'argomento si è forse 
incorso in qualche banalità, e qualcu- 
no avrà sorriso della semplicità dei li- 
stati. La cosa è voluta, e non ce ne vo- 
gliano ì lettori ferrati in materia; pen- 
sino a quanti sono quelli che, queste 
cose, non le conoscono. 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


129 



T3100 Portatile “Made in Japan”: 10 MB nell’azienda e in giro per 
il mondo, con voi, quotidianamente. 


Da sempre, il sogno di chi aspira a lavorare con un 
Personal Compuier. è di possederne uno che sia realmen- 
te alPavanguardia, totalmente compatibile ed in grado 
di comunicare con lo standard più diffuso, leggero e ma- 
neggevole, silenzioso e di piccole dimensioni. 

La Toshiba, sempre attenta alle esigenze del mercato, 
ha compreso tutto questo per prima ed è così Tunica ca- 
sa al mondo che rivoluzionando il mercato dei compu- 
lers presenta tre portatili in altrettante classi diverse. 

Il Toshiba T-3KXJ. per esempio, progettato utilizzan- 
do la piu sofisticala tecnologia della miniaturizzazione, 
è il Personal Compuier piu leggero, con la più grande 
capacità di memoria dovuta all'Impiego delTHard Disk 

Il display al gasplasma ad alta risoluzione, di ottima 
leggibilità ed estremamente riposante, la compatibilità 
con TAT-IBM e la grande capacità di memoria fanno 
di questo piccolo "giapponese" portatile un indispensa- 


bile strumento operativo quotidiano alTintemo dell'a- 
zienda e in ogni angolo del mondo. 

Ciralteristicbe lecolcbe 

Processore S0286-8 con Clock di 8 MHZ/4 MHZ sele- 
uonabile 

.Mimeniazione a 1 15/^20 volt 

Video ^ ^^lasma ^ ^a nspluzione da 6M x 400 puels 

Sistema operativo MS/ppS j-1 

Memoria centrale standard da 640 KB espandibile a 
2.6 MB 

1 FDD interno da 3.S0” capacità 220 KB (I esterno da 

1.2 MB opzion ale) 

I Hard Djsk interno da 10 MB 
Porta Seriale/Paràilela, Orologio/Calendario. Connet- 
tore RGB, Videocomposìio. Connettore per box di 
espansiqne,^Modem 
Peso k^. 6. 1 


rampuTER 

^ H^HHBAniJZUu'lUKooSpA 

I Via Uiesnuael n>KiM. 127 I 

I 0O1«5nom> .T« 06«23«Z« • 


MC 1 




// set Iti Istruzioni 

■ Dopo aver parlalo, nel corso delle precedenti puniate, di argomenti 
puramente teorici quali la struttura logica di un programma redatto 
in Assembler 8086/88, la gestione dei segmenti, le modalità di 
indirizzamento e da ultimo le direttive deU'assemblatore, ecco che a partire 
da questa puntata inizieremo l'analisi dettagliala del set di istruzioni del nostro 
microprocessore. 

Allo scopo dunque di classificarle ed analizzarle meglio, abbiamo perciò 
suddiviso le istruzioni nei sei gruppi seguenti: istruzioni aritmetiche, istruzioni di 
trasferimento dati, istruzioni logiche, istruzioni di gestione di stringhe, istruzioni di 
controllo, istruzioni avanzate. 

Iniziamo dunque dal primo gruppo. ■ 



Le Istruzioni aritmetiche 


Appartengono a questo gruppo tutte quelle istruzioni 
che consentono di effettuare intanto quelle operazioni arit- 
metiche «primitive» che devono essere presenti in un qua- 
lunque microprocessore e poi altre operazioni «avanzate» 
decisamente utili ed infine altre operazioni (che ci sia con- 
cesso definire «optionais») spesso dimenticate e perciò 
sottoutìlizzate. 

Ecco dunque che il primo gruppo si è già suddiviso in 
tre sottogruppi: andiamo dunque ad analizzare le istruzio- 
ni aritmetiche «primitive». 

Si tratta, come è facile immaginare, delle istruzioni che 
effettuano l’addizione e la sottrazione, rispettivamente con 
e senza riporto (carry, CF) e con e senza prestito (borrow. 
rappresentato sempre dal carry, CF). 

In dettaglio si ha: 

ADD desi, source 

ADC dest, source 

SUB desi, source 

SBB desi, source 

dove, seguendo la prassi comune, abbiamo indicato, dopo 
11 cosiddetto «codice mnemonico», le quantità su cui ope- 
ra la singola istruzione, rispettivamente la destinazione 
(dest) e la sorgente (source). 

Tanto per ricordare il significato di questi semplici con- 
cetti. facciamo un esempio: la scrittura «ADD dest. sour- 
ce» impone al processore di sommare i contenuti di «sour- 
ce» e quello di «dest» e di porre il risultato in «dest» op- 
pure, ma è esattamente lo stesso, indica al micco di porre 
nella «destinazione» la somma della «sorgente» e della 
«destinazione» stessa. 

Ricordato perciò «come» si legge un’istruzione a due 
operandi (dimenticavamo di ricordare che quanto detto si 
applica in generale a tutte le istruzioni a due operandi), ve- 
diamo in dettaglio le possibili combinazioni di «dest» e 
«source» permesse dal microprocessore. 

In particolare abbiamo riportato in tabella le possibili 
combinazioni. 



Istruzioni ADO 

ADC.SBB, SUB 


Destinazione 

Sorgente 

1) 

registro 

registro 

2) 

registro 

memoria 

3) 

memoria 

registro 

4) 

accumulatore 

immediato 

51 

memoria 

immediato 

6) 

registro 

immediato 


Abbiamo già visto nel corso delle varie puntate cosa si- 
gnificano i termini riportati nella tabella, ma rinfranchia- 
mo la memoria ricordando che: 

— «registro» rappresenta in generale un qualsiasi registro 
interno della CPU, ad 8 o a 16 bit 

— «memoria» rappresenta una qualsiasi cella di memoria 
indirizzata direttamente, indirettamente, in modo indi- 
cizzato e/o basato (si riveda a tal proposito la puntata 
relativa ai vari modi di indirizzamento della memoria 
da parte dell’8086/88) 

— «accumulatore» è il registro AX, se l'altro operando è 
a 16 bit oppure AL o AH se l’altro operando è ad 8 bit 

— «immediato» è un qualsiasi valore numerico. 

Facciamo subito alcuni esempi relativi alle sei possibilità: 

1) ADD BX, BP 
SBB CL, DL 

2) ADC SI, ALFA 

SUB ex, BETA[BX-l-5][DI| 

3) ADD GAMMA, AL 

4) SUB AX. 1000H 

5) ADD ALFA[BP][SI], 10 

6) ADC CL, 4 

Non c’è nulla di particolare da aggiungere se non che i 
ftag che vengono alterati («affected») a seguito dell'opera- 
zione sono: OF, SF, ZF, AF, PF, CF e cioè rispettivamente 
i fiag di overfiow, di segno, di zero, l’auxiliary fiag, di pari- 
tà ed il carry. 

Allo stesso sottogruppo appartengono le istruzioni INC, 
DEC e NEC, le quali rispettivamente incrementano, de- 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


131 




ASSEMBLER 8086/8088 


cremeniano e «complementano a 2» l'operando indicato 

neiristnjzione; si ha infatti 

INC dest 

DEC dest 

NEQ desi 

dove in questo caso si hanno le due combinazioni della ta- 
bellina seguente. 


letruzioni INC, DEC. NEG 
Destinazione 

1) registro 

2) memoria 


Per queste tre istruzioni riportiamo dunque gli esempi: 

1) INC SI 
NEG BP 

2) DEC ALFA 
NEG BETA[BP] 

INC GAMMA+3 

Per quanto riguarda i flag abbiamo che le tre istruzioni 
si alterano: OF, SF. ZF, AF e PF, mentre soltanto l’istru- 
zione NEG altera anche il CF. come dire che per effetto di 
un incremento o di un decremento il carry rimane inaltera- 
to. 


■•tnizlonl aritmetiche; moltiplicazione e divisione 


AI secondo sottogruppo delle istruzioni aritmetiche ap- 
partengono quattro istruzioni molto importanti e che prati- 
camente si cominciano a trovare solo nei microprocessori 
a I6 bit: si tratta della moltiplicazione e della divisione, 
rappresentate rispettivamente dalle coppie IMUL, MUL e 
DIV, IDIV. 

In questo caso si hanno per ognuna delle due operazioni 
le due possibilità (contraddistinte dalla presenza o meno 
della «I» iniziale) di effettuare l'operazione tra operandi 
dotati di segno (IMUL e IDIV) oppure senza segno (MUL 
e DIV), dove il segno è rappresentato dal bit più significa- 
tivo del singolo operando: se tale bit è «0» allora l’operan- 
do è positivo, mentre se è «1» allora l'operando è negati- 
vo. 

Analizziamo innanzitutto la moltiplicazione, facendo al- 
cune considerazioni: la moltiplicazione tra due operandi 
senza segno non comporta problemi in quanto il prodotto 
tra quantità positive dà sempre un risultato positivo e tale 
verrà interpretato un risultato avente il bit più significativo 
pari ad «1». 

Viceversa effettuando l'operazione tra quantità «segna- 
te» allora anche il risultato sarà di Cale tipo e si dovrà tener 
conto della ben nota «regoletta dei segni»: se i due ope- 
randi hanno lo stesso segno allora il risultato è positivo, 
mentre se gli operandi hanno segno opposto allora il pro- 
dotto avrà segno negativo. 

In alcuni casi però si possono verificare delle condizioni 
in cui il prodotto tra due valori di stesso segno genera un 
risultato che viceversa possiede il bit più significativo pari 
ad «I» (indicante dunque un valore negativo) oppure casi 
in cui il prodotto tra una quantità positiva ed una negativa 
dia un risultato positivo: sono questi i casi in cui il risulta- 
to ottenuto è corretto in valore assoluto, ma manca un bit 
per poterlo rappresentare correttamente. 

Il bit che manca è proprio quello che viene usato per la 
rappresentazione del segno. 

Ecco che dunque nel caso deH'istruzìone «IMUL» (mol- 
tiplicazione tra quantità dotate di segno), gli unici flag che 
vengono settati (OF e CF) contemporaneamente verranno 
posti ad «1» se la parte alta del risultato non è l'estensione 
del segno della parte bassa. 


Viceversa l'istruzione «MUL» (moltiplicazione tra 
quantità senza segno) setterà i flag OF e CF (e solo quelli) 
se la parte alta del risultato è diversa da 0. 

Visto dunque come le moltiplicazioni alterano i flag. ve- 
diamo il formato delle due istruzioni: 

MUL memoria 
MUL registro 
IMUL memoria 
IMUL registro 

dove per «registro» e «memoria» vale quanto detto in pre- 
cedenza: da aggiungere (ed è molto importante) è il se- 
guente fatto che la moltiplicazione (con la «I» oppure sen- 
za) avviene tra l'operando indicato e l'accumulatore secon- 
do il seguente schema: 

— se l'operando (memoria o registro) è un byte allora il 
prodotto avviene tra l'operando e AL (parte bassa di 
AX) ed il risultato viene posto in AX 

— se l'operando è una word allora il prodotto viene effet- 
tuato tra l’operando stesso ed AX (un’altra word) ed il 
risultato a 32 bit cosi ottenuto viene posto nella coppia 
DX:AX e cioè la parte più significativa in DX e quella 
meno significativa in AX. 

Come conseguenza di queste due possibilità si ha che 
volendo moltiplicare un byte per una word bisogna; 

1) caricare in AL il byte 

2) estendere il segno di AL su tutto AX 

3) moltiplicare AX per l'operando (word) per ottenere il 
risultato correttamente su due word (DX ed AX). 

In particolare l’estensione del segno del registro AL si 
ottiene con l’istruzione 
C6W 

il cui nome deriva dalle iniziali delle parole «Convert Byte 
to Word»; ecco che se AL ha il bit più significativo a «0» 
allora AH verrà posto a 0, mentre se AL ha il bit più signi- 
ficativo ad « 1 » allora AH verrà posto al valore OFFH. Ag- 
giungiamo infine che l'istruzione CBW non altera alcun 
flag. 

Vediamo ora tre esempi relativi alle tre possibilità sopra 
esposte: 

— prodotto tra due byte 




— prodotto tra due word 





— prodotto tra un byte ed una word 



La divisione 


Per quanto riguarda questa operazione possiamo dire 
che si può effettuare la divisione tra due operandi dotati o 
meno di segno, operandi che. analogamente a quanto det- 
to per la moltiplicazione, devono essere, uno, l'accumula- 
tore e l’altro o un «registro» o la «memoria» (sempre con 
il solito significato). 

In questo caso il dividendo è l’accumulatore «estensibi- 
le» (AX per un'operazione ad 8 bit e la coppia DX:AX per 
un'operazione a 16 bit), mentre il divisore è riportato nel- 
l’istruzione stessa come operando. 

È proprio l'operando a far decidere di quale tipo di divi- 
sione si tratta: 


132 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




ASSEMBLER 8086/80S8 


— se il divisore é un byte, allora il dividendo è solo AX. il 
quoziente viene posto in AL ed il resto (si viene genera- 
to anche il restol) in AH 

— se il divisore è una word, allora il dividendo è dato dal- 
la coppia DX;AX (dove in DX é posta la parte più si- 
gnificativa), il quoziente é posto in AX ed il resto è sta- 
volta posto in DX. 

Ma questo non é tutto: si tratta solo del caso in cui. i va- 
lori posti negli operandi non creano problemi di overflow. 

Rimane infatti da vedere cosa accade nel caso in cui il 
divisore sìa zero o un valore molto piccolo (è il solito pro- 
blema della «divisione per 0»), nel qual caso viene addirit- 
tura generato un interrupl di tipo 0... 

A questo punto bisogna però analizzare singolarmente i 
due casi di divisione con segno o senza segno: iniziamo 
dalla DIV (perciò senza segno). 

In particolare viene controllato che il rapporto tra il di- 
videndo ed il divisore non superi la massima capacità del 
registro che dovrà ospitare il quoziente: 

— se la divisione era tra una word (AX) ed un byte (ope- 
rando della DIV) allora il quoziente (AL) non può su-, 
perare il valore ÒFFH 

— se la divisione era tra una double-word (DX:AX) ed 
una word (operando) allora il quoziente (AX) non può 
superare il valore OFFFFH. 

In caso contrario il nostro 8086/88 lascia indefiniti i va- 
lori dei registri dove dovrebbe porre il risultato e genera a 
lutti gli effetti, come detto, fintemipt 0: fra qualche punta- 
ta. quando parleremo in dettaglio del meccanismo di ge- 
stione degli interrupl, il discorso si chiarirà decisamente. 

Per adesso segnaliamo la sequenza di operazioni che il 
microprocessore svolge automaticamente: 

— salva nello stack il registro dei flag 

— azzera i flag IF (Interrupl Flag) e TF (Trace Flag) 

— salva CS nello stack 

— carica in CS il contenuto delle locazioni assolute 
00002H e 00003H. 

— salva il registro IP nello stack 

— carica in IP il contenuto delle locazioni assolute 
OOOOOHeOOOOIH. 

Appunto fra qualche puntata apparirà più chiara la con- 
nessione tra i valori contenuli nelle locazioni di indirizzo 
assoluto indicate e l'interrupt 0. 

Per quanto riguarda l'istruzione IDIV, bisogna ricordar- 
si che coinvolge quantità dotate di segno e che perciò, nel 
calcolare se il quoziente può entrare comodamente nel re- 
gistro a ciò preposto, sì dovrà parlare dì «valore assoluto 
massimo» che si può porre nel registro quoziente. In parti- 
colare viene ancora controllato che il rapporto tra il divi- 
dendo ed il divisore non superi la massima capacità del re- 
gistro che dovrà ospitare il quoziente, però tenendo conto 
stavolta del segno: 

— se la divisione era tra una word (AX) ed un byte (ope- 
rando della DIV) allora il quoziente (AL), se maggiore 
di 0 (MSB pari a «0»), non può superare il valore 
07FH (127 in decimali) e viceversa se è minore di 0 
(MSB pari ad «1») non può essere inferiore ad 80H 
(pari a —128 in decimale) 

— se la divisione era tra una double-word (DX:AX) ed 
una word (operando) allora il quoziente (AX), se posi- 
tivo, non può superare il valore 07FFFH (pari a 32767 
in decimale), mentre nel caso in cui risulti negativo 
(perché ha l'MSB pari ad «l») non può essere inferiore 
a 8000H (che rappresenta invece il valore decimale 
-32768). 

Nel caso in cui invece il quoziente non rientra in questi 
range di valori, allora, analogamente al caso precedente, 
viene generato un interrupt 0 con la stessa sequenza di 
operazioni già viste per la DIV, che il microprocessore 
svolge automaticamente. 


Vediamo ora alcuni esempi, che rispecchiano le varie 
possibilità offerte daH'Assembler: 

— divisione tra una word (AX) ed un byte (operando) 



— divisione tra un byte (AL) ed un altro byte (operando) 



— divisione tra double-word (DX e AX) ed una word 
(operando) 



— divisione tra word e word (operando): in questo caso 
dato che l'operando è una word allora il divisore deve es- 
sere una double-word 



In quest'ultimo esempio abbiamo usato l'istruzione 


cwo 

che consente l’estensione del segno del registro AX sul re- 
gistro DX: è praticamente analoga alla CBW. 

In particolare se l'accumulatore è minore di 8000H e 
cioè se ha un bit più significativo pari a «0» allora DX vie- 
ne posto a 0, altrimenti nel caso in cui l'MSB dì AX sia pa- 
ri ad «1», questo «1» viene esteso a tutto DX, che cosi vie- 
ne caricato al valore OFFFFH. 


Le istruzioni aritmetiche «optlonals» 


Appartengono a questo sottogruppo una manciata di 
istruzioni, sei per l'esattezza, utilizzate per scopi molti par- 
ticolari quali le operazioni tra numeri espressi in BCD: si 
tratta di istruzioni il cui meccanismo è apparentemente 
complicato (nulla a che vedere a confronto dei «mostri sa- 
cri» che sono la divisione e la moltiplicazione), mentre vi- 
ceversa sono «simpatiche» oltreché raramente usate. 

Cominciamo dalla prima dì un sotto-gruppo rappresen- 
tato da 4 istruzioni che è 
AAA 

che trae il nome dalle iniziali delle parole «ASCII Adjust 
fot Addition» 0 meglio «Unpacked BCD ASCII Adjust 
ecc.». 

È, come detto, ma prima di un gruppo al quale fanno 
parte anche la AAS, la AAM e la AAD, parenti della pre- 
cedente in quanto effettuano tutte e tre un «ASCII Ad- 
just» per rispettivamente una «Subtractìon», una «Multi- 
plication» ed una «Division». 

In tutti e quattro i casi correggono il risultato della ri- 
spettiva operazione e contenuto nella coppia AH:AL (at- 
tenzione! AX in questo caso non avrebbe senso logico), in 
modo tale da avere in AH ed AL rispettivamente la cifra 
delle decine e delle unità (espresse con solo 4 bit) di un nu- 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


133 



ASSEUBCER 8086/8086 


mero espresso in BCD, «unpacked» da! momento che le 
due cifre non sono «impacchettate» in un unico byte. 
Torniamo dunque aH’istruzione AAA. 

Supponiamo dunque di avere effettuato un'addizione 
che dia come risultato due cifre BCD poste in AH ed AL; 
l’istruzione AAA provvede ad incrementare di I il valore 
contenuto in AH se. per effetto deiraddizione, in AL ci 
fosse un valore maggiore di 9 oppure nel caso in cui il flag 
AF (Auxiliary Flag) risulti pari ad «1». 

Prima di analizzare in dettaglio ciò che viene eseguito 
da una parte deH'istruzione. vediamo un banale esempio 
di ciò die stiamo dicendo. 

Dobbiamo sommare i due numeri «48» e «37» espressi 
in «Unpacked BCD» e perciò posti in registri separati: ad 
esempio «48» in AH:AL (ponendo perciò «4» in AH e 
«8» in AL) e «37» in BH :BL (ponendo «3» in BH c «7» in 
BL): 

MOV AX. 0408H; attenzione! 

MOV BX.0307H; anche qui! 

Ora effettuando l'addizione con 
AOO AX.BX 

otterremo in AX il valore 070EH che «non» è un «unpac- 
ked BCD»! Impostando perciò risinizione 
AAA 


otterremo il risultato «corretto» dato da 0805H. rappresen- 
tante dì quel valore «85» che é proprio la somma dei valo- 
ri assunti all'inizio. 

Dunque l'istruzione AAA effettua le seguenti operazioni 
in sequenza: 

— se AL AND OFH (i quattro bit bassi di AL) è maggio- 
re di 9 oppure se il flag AF è pari ad « I » (vedremo 
dopo il significato di quest'altra condizione) allora 

— somma 6 ad AL (è un vecchio trucco per ì numeri in 
BCD!) 

— incrementa AH di I (ma se AH ora supera il valore 
97) 

— setta il Dag AF (ecco la risposta! nel caso basterà sal- 
vare AL. porre AH in AL. azzerare AH e rieseguire l'i- 
struzione AAA!) 

— setta il flag CF 

— pone in AL l’AND di AL con OFH. 


Per quanto riguarda l'istruzione 
AAS 

vale praticamente quanto detto per l'istruzione AAA: ab- 
biamo appena effettuato una sottrazione tra «unpacked 
BCD» ed ora vogliamo aggiustare il risultato. 

In breve le operazioni che Tistruzione in esame esegue 
sono le seguenti; 

— se AL AND OFH (4 bit più bassi di AL) è maggiore di 
9 oppure se il flag AF è settato allora 

— sottrae 6 da AL (sempre lo stesso trucco vecchio come 
il mondo...) 

— decrementa AH di 1 

— setta i flag AF e CF (come prima) 

— pone in AL l’AND tra AL stesso ed il valore OFH. 
Con il che non aggiungiamo altro. 

L’istruzione 

AAM 

corregge, come detto, il risultato di una moltiplicazione tra 
«unpacked BCD»; in questo caso le operazioni che com- 
pie sono comunque eseguite in quanto dopo aver effettua- 
to una moltiplicazione saremo in generale costretti ad ef- 
fettuare la correzione. 

1 due passi che l’istruzione AAM effettua internamente 
sono: 

— pone in AH il valore contenuto in AL diviso per 10 
(toh! chi si vede!) 


— in AL pone nientemeno che il resto della divisione pre- 
cedente! 

Come sì vede dunque l’istruzione è solo apparentemente 
semplice, dal punto di vista dell’esecuzione aU’intemo del- 
l'8086/88. 

Per quanto concerne i flag, si ha che l’istruzione AAM 
altererà se necessario i flag PF (Parity), SF (Sign) e ZF (Ze- 
ro). 

L'ultima istruzione del sottogruppo è la 
AAD 

che non è altro che la controparte della precedente per 
quel che riguarda la divisione. 

Non ci ripetiamo ancora sulle occasioni in cui si deve 
eseguire tale operazione, ma andiamo ad analizzare ciò 
che il microprocessore esegue: 

— pone in AL il valore di AH diviso per 10 (ancora lui!) 
sommato al vecchio contenuto di AL 

— pone in AH il valore 0. 

Basta riflettere un attimo per comprendere che queste 
operazioni sono proprio quel che cl voleva. 

Per quanto riguarda i flag, l’istruzione AAD altera i flag 
PF. SF e ZF cosi come faceva AAM. 

II secondo sotto-gruppo infine è rappresentato dalle due 
istruzioni DAA e DAS, che stavolta effettuano la correzio- 
ne del risultato rispettivamente dell’addizione c della sot- 
trazione di due numeri stavolta «packed». 

Lasciamo volentieri al lettore, quasi come esercìzio, il 
compito alquanto semplice di immaginarsi il contesto In 
cui si deve applicare questa coppia di istruzioni, legger- 
mente più complicate delie «unpacked» AAA e AAS. 

A proposito, i nomi DAA e DAS stanno per «Decimai 
Adjust for Addition» e «Decimai Adjust for Subtraction» 
rispettivamente. 

Per quanto riguarda rìslnizione 
DAA 

vediamo quali sono le operazioni che il microprocessore 
compie; 

— se AL AND OFH (i soliti 4 bit bassi di AL) è maggiore 
di 9 oppure se il flag AF è settato (è sempre la solila 
storia.. .)alIora 

— somma 6 ad AL 

— setta il flag AF 

— se AL é maggiore di 9FH oppure se il flag CF è settato 
(osservando il seguito si capisce il perché di questi 
test...) allora 

— somma 60H ad AL 

— setta il flag CF (eccolo qui il flag CF posto ad «1»). 
A questo aggiungiamo che oltre al flag AF e CF già in- 
contrati, l’istruzione DAA altera all'occorrenza anche i 
flag PF, SF e ZF. con il che il programmatore esperto po- 
trà prendere le proprie decisioni. 

L'ultima istruzione (anche dì questa puntata!) è 
OAS 

riguardo alla quale forniamo l’elenco delle operazioni ef- 
fettuale internamente dal microprocessore; 

— se AL AND OFH (serve ancora dire perche?!) è mag- 
giore di 9 oppure se il flag AF è pari ad « I » (ancora...) 
allora 

— sottrai 6 al contenuto di AL 

— poni il flag AF ad «I» 

— se AL è maggiore di 9FH 0 se 11 flag CF è posto ad « 1 » 
(nessun commento...] allora 

— sottrai 60H dal contenuto AL 

— setta il flag CF 

Terminiamo dunque la puntata dicendo che quest’ulti- 
ma istruzione altera i soliti flag (PF, SF e ZF) e dando l’ap- 
puntamento alla prossima dove tratteremo in dettaglio le 
istruzioni di trasferimento dati. 


134 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



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a cura dì Fabio Marzocco 



Ricetrasmissione della memoria per C-64 

TRX-MEN 


■ L'occupazione di un canale radio può essere caratterizzala nello stesso modo di 
una comunicazione via filo: resta inteso che il mezzo di trasporto dell'energia è 
ben diverso nei due casi, ma la gestione e l'impiego dei sistemi può essere affrontata a 
grandi linee con la stessa filosofia. La grande differenza sta ovviamente ne! bassissimo 
costo operativo di un canale radio rispetto a quello su linea filare. 

A questo punto perché non trasferire software via radio? Al problema hanno già pensa- 
to. e bisogna dire dimostrando estrema professionaiità e competenza, Giuseppe Came- 
roni e Giancarlo Morellato, con il programma che vi presentiamo questo mese. ■ 


Trasmettere o ricevere programmi e 
dati via radio ha sempre destato un 
grande interesse nei radioamatori, fin 
dalla realizzazione delle prime schede 
a microprocessore di circa dieci anni 
fa. Oggi, con la grande diffusione dei 
personal computer e la conseguente 
estrema disponibilità dei programmi, 
il desiderio di impiegare la radio per il 
trasferimento degli stessi si è fatto de- 
cisamente inarrestabile. 

I vantaggi delta radio sul telefono 
sono essenzialmente l'estrema econo- 
micità sulle lunghe distanze e la possi- 
bilità offerta a più utenti di ricevere 
contemporaneamente lo stesso pro- 
gramma 0 gli stessi dati. 

Questo programma, scritto intera- 
mente in linguaggio macchina, rappre- 
senta forse uno dei modi più semplici, 
affidabili ed efficaci finora pensati 
per la trasmissione e la ricezione auto- 
matica dei programmi via radio, via 
telefono o per connessione diretta tra 
computer via RS232. 

Anche se il compito base del pro- 
gramma è quello di scambiare conte- 
nuti di locazioni di memoria, siamo 
certi che all'appassionato non sfuggi- 
rà l'estrema potenza e versatilità di un 
programma di trasmissione e ricezio- 
ne seriale, facilmente modificabile per 
velocità e protocollo. 

II programma qui descrìtto è alloca- 
to da S6000 a S63FE; ciò permette l'u- 
so dello stesso sia per il trasferimento 
dei programmi in Basic (inizio $0801) 
che in linguaggio macchina (es. cart- 
ridge - inizio $8000). 

Il programma sì è rivelato di note- 
vole utilità, permettendo la diffusione 
immediata del software, in genere ad 


di Giuseppe Cameroni 
e Giaucaria Morellato 


uso radiantistico, sviluppato dai grup- 
pi sparsi tra Piemonte, Lombardia ed 
Emilia-Romagna; grazie a queste note 
altri OM o SWL potranno entrare in 
possesso del software cosi realizzato, 
ascoltandoci su 145.300 MHz: le ap- 
parecchiature richieste sono ovvia- 
mente oltre al ricevitore ed al compu- 
ter, un demodulatore per RTTY. 


Funzionamento del programma 


Alla partenza (SYS 24576 per la ver- 
sione descrìtta) il programma chiede 
che sia attuata la scelta tra ricezione e 
trasmissione. La ricezione è fatta in 
modo assolutamente automatico e lo 
stato è rilevabìle dalla scritta RICE- 
ZIONE IN ATTO: al termine, in caso 
di verìfica positiva, viene presentato il 
messaggio RICEZIONE CORRET- 
TA, seguito dalie locazioni esadecima- 
lì di inìzio e fine della memoria carica- 
ta. In caso dì perdita di dati, verrà vi- 
sualizzata la scritta RICEZIÓNE ER- 
RATA, seguita dalle ipotetiche loca- 
zioni di inizio e fine caricamento: il 
messaggio FINE LAVORO ed il ritor- 
no al Basic concludono comunque il 
programma. 

La trasmissione chiede che sia indi- 
cata in esadecimale la locazione di inì- 
zio e fine trasferimento: qualora un 
carattere fosse digitato errato, conti- 
nuare l'introduzione fino alla richiesta 
OK S/N? e battere N. In caso di in- 
troduzione corretta, premendo S la 
trasmissione, rìlevabile dal messaggio 
TRASMISSIONE IN ATTO, avrà ini- 


zio immediatamente e sì concluderà 
con la scritta FINE LAVORO ed il ri- 
pristino del Basic. 

Data la relativa lunghezza del disas- 
semblalo (circa 4 metri), riportiamo solo 
il listato dell'oggeito in figura I. Sul 
floppy in distribuzione presso la reda- 
zione. comunque, è riportato anche il di- 
sassemblato che comunque può essere 
ottenuto, a partire dal codice oggetto, 
con un qualsiasi programma disassem- 
bler. 

r-[ Per chi vuole il listato 


II listato di questo programma è 
lungo alcuni metri. In conseguenza 
di ciò si i ritenuto opportuno non 
pubblicarlo, sìa perché avrebbe oc- 
cupato troppo spazio sulla rivista 
sottraendone ad altri argomenti, sia 
perché una digitazione senza errori 
di un listato cosi lungo appare poco 
probabile. 

Chi è interessato al programma 
può ordinare, seconda il solito siste- 
ma. il disco o la cassetta in redazio- 
ne. È anche possibile «pescare» di- 
rettamente (e gratuitamente) il pro- 
gramma per via telematica, dal no- 
stro servizio MC-Link; questo ov- 
viamente vale per chi è attrezzato in 
tal senso. Ricordiamo che per otte- 
nere una casella su MC-Link è suffi- 
ciente telefonare (con un modem e 
un programma di comunicazione) al 
numero 06/4510211. 

Questo programma è disponibile 
su disco presso la redazione. Vedere 
l'elenco dei programmi disponibili e 
le istruzioni per l'acquisto a pag. 
169. 


136 


MCmicrocomputer n. 59 - gertnaio 1987 



BYTE NEU.'ETERE 


Analisi del programma 


Questa è la sequenza di trasmissio- 
ne adottata: NNNN, MSB inizio, LSB 
inizio, MSB fine, LSB fine, CHECK- 
SUM. dati, STOP. 

Caratteri di sincronismo (NNNN). 
byte alto (MSB) locazione di memoria 
iniziale, byte basso (LSB) locazione di 
memoria iniziale, byte alto locazione 
di memoria finale, byte basso locazio- 
ne di memoria finale, checksum delle 
locazioni da trasmettere espresso in 3 
byte, contenuto locazioni di memoria 
trasmesso in semibyte, carattere fine 
trasmissione (S). L'analisi del disas- 
semblato è fatta progressivamente con 
l'intento, in questo modo, di rendere 
più rapida l'identificazione e la com- 
prensione delle varie routine. 

SCETRX ($6005): chiede di sceglie- 
re tra la ricezione e la trasmissione do- 
po aver presentato la domanda. 

SKAKEY ($6047): scansione della 
tastiera; il tasto premuto viene memo- 
rizzato nel registro A e contempora- 
neamente inviato al vìdeo. 


ASCVAL ($6052): converte in valo- 
re esadecimale il corrispondente valo- 
re ASCII. Es. $4I=$0A. 

DUETAS ($6057): carica il valore 
ASCII di due tasti in due locazioni 
buffer di memoria. 

DBYIUN ($6063): prende i valori 
caricati dalla DUETAS e li pone in un 
unico byte. 

DISPLA ($6080): presenta a video 
il testo, partendo dal campo indirizzo 
più l'indicizzazione fino al carattere 
$5E. 

OPENTX ($608F): apertura RS-232 
per trasmissione; al momento velocità 
no Baud modificabile con POKE 
24620,XX ove XX rappresenta il valo- 
re del registro di controllo. 

VALASC ($60B4): converte il con- 
tenuto del registro A in ASCII. Es. 
SOB = S42 

TXLOC ($60BD); trasmette il con- 
tenuto del registro A scindendolo in 
semibyte. 

RITCLO ($60D8): ritardo e chiusu- 
ra file; il ritardo può essere sostituito 
da una comparazione per bit I e 2 nel 
flag RS232 $02A1. 



celione 

e Trasmissione. 


Trasmissione: 



50 

BAUO - 

POKE 

24720,161 

75 

BAUD - 

POKE 

24720.162 

110 

BAUO - 

POKE 

24720,163 

134 

BAUD - 

POKE 

24720.164 

150 

BAUD - 

POKE 

24720.166 

300 

BAUD - 

POKE 

24720.166 

600 

BAUD - 

POKE 

24720,167 

1200 

BAUD = 

POKE 

24720.168 

1800 

BAUO - 

POKE 

24720,169 

2400 

BAUD - 

POKE 

24720,170 

Ricezione: 



Valgono gli stessi valon 

delia tra- 

smissione posti 
25338. 

nella 

locazione 


INIZTX ($60F1): inizio programma 
trasmissione con richiesta e introdu- 
zione locazioni di inizio e fine. 

TXNNNN ($6155): trasmette la se- 
quenza NNNN quale sincronismo 
RX. 

HSTAR ($615F): trasmette il byte 
alto della locazione dì inizio. 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


137 



BYTE NELL'ETERE 


LSTAR ($6164); trasmette il byte 
basso della locazione di inizio. 

HHEND ($6169): trasmette il byte 
alto della locazione di fine. 

LLEND ($6I8E): trasmette il byte 
basso della locazione di fine. 

TXMEMO ($6185): trasmette i con- 
tenuti delle locazioni di memoria po- 
ste nell’intervallo inizio-fine prece- 


dentemente introdotto. 

TXME ($61A9): verifica buffer TX 
vuoto per comparazione tra i puntato- 
ri S029D e S029E. 

CALCHE ($61BB); azzera i conta- 
tori di checksum. 

CHESUM ($61C6): realizza la 
somma dei contenuti delle locazioni 
di memoria contenute neU’intervallo 


inizio-fine introdotto: il risultato è ca- 
ricato in 3 byte. 

OPENRX ($61 F9): apertura RS232 
per ricezione: al momento velocità 
1 10 Baud modificabile come in 
OPENTX. ma nella locazione 25338. 

RXBVT ($62IE): ricezione caratteri 
con ricerca carattere fine lavoro S53. 

RXN ($623A): rimane in attesa del- 
ia sequenza di sincronismo NNNN. 

RXI ($6250): ricezione e distribu- 
zione locazioni di inizio e fine pro- 
gramma. 

RXC ($6281): ricezione e carica- 
mento valore checksum. 

RXMEM ($62A5); ricezione e cari- 
camento in memoria dei valori ricevu- 
ti. 

DISLOC ($62FD): visualizza le lo- 
cazioni di inizio e fine ricezione. 

Connessioni user port: 
ricezione: pin B e C cortocircuitati 
trasmissione: pin M 

L'utilità di questo programma va 
ben oltre il campo delle applicazioni 
radiantistiche in quanto, oltre a risul- 
tare didattico per la gestione della 
pseudo RS232 in linguaggio macchina 
nel C-64, può essere impiegato per ge- 
stire stampanti, per trasferire pro- 
grammi e dati fra computer diversi e 
per lo scambio dati fra strumentazioni 
e computer via RS232. mk 


Giuseppe Cameroni e Oiancarla Mo- 
rellalo, radioamatori dal 1970 e molto no- 
ti anche in campo internazionale, hanno 
riscosso recentemente notevoli successi 
grazie ad un intenso lavoro svolto nel set- 
tore dell'elaborazione dei segnali radio. Il 
primo programma che li rese famosi fra i 
telescriventisti (1976) fu l'impiego di un 
to per telegrafia il quale, attraverso 
_..a scheda a microprocessore Z-80, con- 
.sentiva la trasmissione deU’RTTY; il co- 
dice Morse veniva prima convertito in 
ASCII e poi in Baudot. 

Nei prossimi mesi cercheremo di occu- 
parci ancora di 12CAB e I2AED in quan- 
to la loro produzione di software in que- 
sto campo specifico è estremamente inte- 
ressante. Uno fra i loro più recenti pro- 
grammi consente, ad esempio la ricezione 
delle immagini trasmesse dal satellite Me- 
teosai e delle emissioni in fac-simile, con 


possibilità di memorizzazione quadri, in- 
grandimenti, trasformazioni nega-positi- 
ve e stampa. Tutto questo senza interfac- 
cia alcuna fra il ricevitore ed il Commo- 
dore 64 oppure PC-IBM. 

Un altro software interessante è risul- 
tato essere quello relativo ad un program- 
ma di ricezione e trasmissione di immagi- 
ni 0 disegni via radio o telefono, sempre 
con il solo Commodore 64, usando lo 
standard SSTV (Slow Scan Television). 
Questo programma consente la ricezione 
delle immagini trasmesse dallo spazio 
nella gamma dei due metri in SSTV dallo 
Space Shuttle durante tutte le prossime 
missioni aventi a bordo astronauti radioa- 
matori. come già è accaduto in passato. 
(Le prime immagini sono state già tra- 
smesse con risultati eccezionali durante 
la missione STS 51-F dal 29 settembre al 
6 agosto 1985). 


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Video Display Conlroller 8563 

secondo po'»® 


■ Questo mese vedremo una dozzina di registri interni aH'8563 che ci permetteranno di effettuare lo serali 
fine orizzontale e verticale della pagina video, di cambiare il colore di fondo di questa e come sia 
possibile rilocare la mappa video e/o quella colore in un altro punto della video-ram nascosta dentro a tale 
integralo video. Infine un paio di programmi di linguaggio macchina che. «infiltrati» nelle ruotine di interrupt 
(mascherabile e non) del 128, permettono di cambiare colore di schermo o l'intero contenuto di questo con la 
pressione di un solo tasto. ■ 


12 registri 


La tabella l, che a dire il vero sareb- 
be dovuta apparire sul numero scorso, 
mostra i registri già visti nella puntata 
precedente. In tabella 2. questa volta 
puntualmente, sono mostrati i I2 regi- 
stri che andiamo a descrivere questo 

I registri 2 e 3 servono per centrare 
lo schermo in senso orizzontale: il pri- 
mo spostandolo ad intervalli di un ca- 
rattere (ovvero otto pixel) il secondo 
mezzo carattere alla volta (quattro pi- 
xel). Per effettuare tali «tarature» ci 
avvarremo del programma di figura 1, 
col quale potremo leggere o scrìvere in 
qualunque dei registri deirS563. 

II suo funzionamento è assai sempli- 
ce: dapprima si indica a quale registro 
siamo interessati, successivamente alla 
domanda «value» (valore) se indichia- 
mo un numero si effettuerà un'opera- 
zione di scrittura se invece battiamo 
[return] avremmo una lettura e il valo- 
re del registro sarà «stampato» sullo 
schermo. 

Tornando ai nostri registri 2 e 3, ba- 


sterà variare ì loro contenuti per vede- 
re tutto lo schermo spostarsi a destra o 
a sinistra di un carattere o di mezzo, a 
seconda del registro interessato. Per 
l’esattezza, immetteremo un valore 
compreso tra 0 e 120 nel registro 2 (di 
default è 102) o un valore compreso 
tra 66 e 79 nel registro 3 (default 73). 
Si badi bene che molti dei registri del- 
l'8S63, se manipolali a casaccio posso- 
no provocare la scomparsa del video a 
so colonne sino al ripristino degli stes- 
si o. meglio, al prossimo reset del siste- 
ma. A tal proposito, se qualche lettore 
intende esplorare 1'8S63 con la routine 
di figura I, prima di modificare il con- 
tenuto di ogni registro sarebbe oppor- 
tuno che prendesse nota del suo conte- 
nuto iniziale, in modo da poterlo ripri- 
stinare anche alla cieca, in caso di per- 
dita del video. 

Degli otto bit di cui è formato il re- 
gistro 5, i tre meno significativi servo- 
no per centrare lo schermo in senso 
verticale, un pixel alla volta. Avendo a 
disposizione soli tre bit. potremo sce- 
gliere tra 8 posizioni diverse, pari dun- 
que all'altezza di un carattere. 1 valori 
che possono essere immessi in tale re- 


gistro sono compresi (da una analisi 
abbastanza sommaria... chi sa di più si 
faccia vivo) tra 224 e 231. e di default 
è presente il valore 224. 


Scroli fine e Reverse Video 


Più che un vero e proprio scroti fi- 
ne, come già successo su altri Commo- 
dore, il 128 dispone solo di due regi- 
stri per far scrollare di pochi pixel la 
pagina vìdeo nelle quattro direzioni, 
ferma restando una cornice dello stes- 
so colore del fondo tipo il bordo delle 
40 colonne. Ciò significa che per far 
scrollare più righe di testo occorre 
usare una routine in linguaggio mac- 
china che terminato lo scroli, ad esem- 
pio, di 8 pixel in su, velocemente reset- 
ta il registro, sposta tutto il Cesto una 
riga più in alto e riempie la nuova riga 
formatasi in basso col nuovo testo da 
far apparire lentamente. 

Il difficile sta nel fatto che la routi- 
ne in linguaggio macchina deve essere 
0 così veloce da non farcene accorgere 
(di solito si ha uno sfarfallio di scher- 


140 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




128 DA ZERO 


mo) oppure sincronizzata col quadro 
in modo da effettuare tutte le opera- 
zioni quando il «pennello» elettronico 
è fuori campo (sta ad esempio co- 
struendo il bordo superiore o inferio- 
re). Considerato poi che una routine 
in linguaggio macchina, nel I28, per 
veloce che sia dovrà in ogni caso com- 
battere coirindirìzzamento indiretto 
dei registri che indirizzano indiretta- 
mente la memoria (vedi puntata prece- 
dente) non resta che concludere che lo 
scroli fine, inteso come lo era nel 64. 
non è (praticamente) possibile. A me- 
no che qualcuno non ci riesca e ce io 
segnali. Grazie. 

Ad ogni modo, i registri interessati 
allo scroli sono per il verso verticale il 
24 e per quello orizzontale il 25. In fi- 
gura 2 è mostrato un semplice pro- 
grammino che permette di muovere lo 
schermo video sotto la cornice esterna, 
nelle quattro direzioni, usando i quat- 
tro tasti cursore. 

Colpo di scena: il bit 6 del registro 
24 permette di ottenere lo schermo in 
reverse: caratteri colore di fondo su 
fondo colore dei caratteri. Settando^o 
si ha l’effetto di veder apparire anche 
per le 80 colonne un bordo attorno al- 
lo schermo: il reverse video agisce so- 
lo sulle posizioni dei caratteri. 


Pagina video e Pagina colora 


La mappa di memoria deir8S63 de- 
scritta il mese scorso e mostrata in fi- 
gura 3, può essere in parte riconfigura- 
ta. Possiamo ad esempio spostare la 
pagina video da tutt'altra parte così 
come per la pagina colore, meglio det- 
ta degli attributi. 1 registri interessati 
sono: 12, 13, 20 e 21. I primi due (12 
parte alta e 13 parte bassa) permetto- 
no dì spostare la pagina video, gli altri 
due. con lo stesso formato, la pagina 
degli attributi. Possiamo ad esempio 
spostare una di queste due mappe (o 
ambedue) nella zona libera della me- 
moria video, a partire cioè dairìndirìz- 


Tabella 1 





zo 4096. Se ad esempio vogliamo spo- 
stare la mappa video a tale indirizzo e 
la mappa degli attributi a 6144 
(4096-1-2048), basterà immettere nel 
registro 12 il valore 16 (4096/256) e 
nel registro 20 il valore 24 (6144/256) 
le rispettive «parti-basse» resteranno a 
zero. 

Oltre a questo, occorre informare il 
sistema operativo dì tale cambiamen- 
to. in modo da ottenere letture e scrit- 
ture effettivamente nello schermo de- 
siderato. Per fare questo sarà sulTi- 
ciente ricopiare il valore «pok-ato» 
nel registro 12. nella locazione Ram 
2606 del 128, il valore «pok-ato» nel 
registro 20 nella locazione 2607. Più 
avanti mostreremo una applicazione 
di tale possibilità, comandata dal tasto 
restore. 


Colore di schermo 


Il registro 26 del Video Display 
Controller serve per cambiare colore. I 
4 bit meno significativi sono riferiti al 
colore di fondo, i 4 più significativi il 
colore della «penna» in alta risoluzio- 
ne. 4 bit equivalgono a 16 possibili 
combinazioni diverse, il numero dei 
colori di cui il 128 dispone. 

Per colorare diversamente lo scher- 
mo, come per le celle della mappa co- 
lore vista lo scorso mese, seguendo le 
specifiche RGBl, indicheremo per il 
colore che vogliamo usare di quali 
componenti cromatiche esso è compo- 
sto e se desideriamo o meno l'intensità 
doppia. Un colore è dunque codifica- 
to con la sequenza di bit: 

Bit 0: intensità 
Bit 1 : blu 
Bit 2: verde 
Bit 3; rosso 

Se ad esempio desideriamo un colo- 
re di schermo blu chiaro, setteremo il 
bit 0 e il bit 1 del registro colore (blu 
chiaro = blu -H intensità doppia). 11 
bianco è composto da tutte e tre le 
componenti cromatiche più rìniensità 


doppia (quindi setteremo tutt'e quat- 
tro i bit), mentre per le altre combina- 
zioni di colorì abbiamo che: 

Blu -I- Verde = Cyan 
Verde + Rosso = Giallo 
Rosso -I- Blu = Magenta 
Cyan, per la cronaca è un quasì-az- 
zurro mentre magenta assomiglia mol- 
to a un rosa intenso. 

Se settiamo solo il bit intensità, il 
«nero-chiaro» che dovremmo ottenere 
è un grigio scuro, mentre settando solo 
le componenti cromatiche e non l’in- 
tensità, il «bianco-scuro» cosi ottenu- 
to è il grigio chiaro. 


Posizione cursore 


Terminiamo la nostra carrellata sui 
registri dell’8563 (l'alta risoluzione sui 
prossimo numero, promesso) con i re- 
gistri 14 e 15 nei quali possiamo legge- 
re la posizione del cursore. Tanto per 
cambiare la parte alta nei primo dei 
due, la parte bassa nel secondo. Si noti 
che per posizione cursore non si inten- 
de riga-colonna, ma reffetliva locazio- 
ne di video ram dove si trova il carat- 
tere sotto il cursore che vediamo sullo 
schermo. Tant’è che se spostiamo la 
mappa video col procedimento visto 
prima, anche ì registri 14 e 15 sì ag- 
giorneranno automaticamente ai nuo- 
vo range dì valori. 




Shift orizzontale 6 pixel 
Shift orizzontale 4 pixel 
Shift verticale 1 ptxet 


) cursore Hi 
Lo 


Posi: 


Inizio pagina t 
Inizio pagina attributi Lo 
Scroli fine verticale 

(bit 6 - reverse screenl 
Scroli fine orizzontale 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





128 da zm 




Figura 5 e seguenti 


Il listato di figura 5 implementa un 
rapido metodo per cambiare colore di 
schermo: è sufficiente infatti la pres- 
sione del tasto ALT per vedere cam- 
biare ciclicamente tutti ì colori possi- 
bili (16). Oltre a questo, con la sequen- 
za CONTROL SHIFT é possibile ef- 
fettuare il reverse di schermo che, co- 


bit 0 Luminosità' 

BIT 1 Blu 

BIT 2 Verde 

BIT 3 Rosso 

BIT 4 Flash 

BIT 5 Sottolineato 

BIT 6 Reverse 

BIT 7 Secondo set 


Figura 4 • Conlenuto di una cella della pagi- 
na odore del KDf. 


me detto, avviene sellando o resettan- 
do il bit 6 del registro 24. Come visibi- 
le in figura 5 , il listato è composto da 
alcune istruzioni e da un po' di linee 
data contenenti la routine in linguag- 
gio macchina disassemblata in figura 
6. Apriamo a questo punto una picco- 
la parentesi per tutti quelli che non 
hanno già militato precedentemente 
nella fila dei Vic-hinghi o dei post- vi- 
chinghi (classe millenovecento. ..64). 

Il centoventotto, come i suoi nobili 
predecessori, relega la gestione della 
tastiera ad una apposita routine che 
parallelamente a quanto avviene nel 
computer (es. l'esecuzione di un pro- 
gramma) provvede a scandire ì tasti 
per vedere quale di questi è stato pre- 
muto. Parallelamente nel senso simu- 
lato del termine, per la precisione col 
meccanismo delle interruzioni; qual- 
siasi cosa stia facendo il processore, 
ogni 60-esimo di secondo, viene man- 


dato a questo un intemipt mascherabi- 
le. A questo punto, se il processore 
non ha settato la mascherazione delle 
interruzioni, molla tutto ed esegue la 
scansione delia tastiera. 

Detto ciò, per implementare qualco- 
sa che alla pressione di un determina- 
to tasto deve essere eseguita, l’unico 
modo è di «incunearsi» nella gestione 
della tastiera, cambiando il puntatore 
alla routine che la gestisce. Ovvero, 
scriveremo da qualche parte in memo- 
ria il nostro bravo programmino in lin- 
guaggio macchina, il puntatore alla ge- 
stione della tastiera viene fatto punta- 
re alla nostra routine, la quale a sua 
volta terminerà con un salto alta nor- 
male routine di manipolazione delle 
interruzioni che, come detto, controlla 
quale tasto è stato premuto. 

La nostra routine per vedere se il ta- 
sto interessato è stato premuto farà si- 
curamente riferimento ad alcune celle 




142 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



di memoria come avviene nel pro- 
gramma di figura 6 che andiamo a 
commentare. 

Le prime 9 istruzioni («linee» 
1300-1310) servono per inìzialìzzare il 
programma: viene cambiato l'indiriz- 
zo della routine di manipolazione del- 
le interruzioni (agendo .sulle celle S3 14 
e S3I5) e posto uguale a zero la cella 
SFE che ci serve per mantenere il colo- 
re di schermo attuale. Come si vede, 
l’inizio della manipolazione delle in- 
terruzioni è stata portata airìndirizzo 
1311. dove effettivamente ci occupere- 
mo di cambiare colore ad ogni ALT e 
di invertire il video se si digita CON- 
TROL SHIFT. La routine di S131 1 per 
prima cosa salva i registri A, X. Y nel- 
lo stack dopodiché accede alla cella dì 


Figura 6 


MONITOR 

PC SR AC XH YR SP 
BOOO OD 00 00 00 F8 


01300 

01301 
01303 
01306 
01306 
0130B 
01300 
0130F 

01310 

01311 

01312 

01313 

01314 

01315 

01316 
01318 
0131A 
0131C 
0131E 
01320 
01332 

01324 
01326 
01329 
0132C 

01325 

01331 

01332 
01334 
01336 
01339 
0133A 
0133B 
0133C 
0133D 
0133E 
0133F 
01342 
01344 
01346 
01348 


01350 

01353 

01355 

01358 

01358 

0135D 

01360 


78 SEI 
A9 13 LOA 
80 15 03 STA 
A9 11 LOA 
80 14 03 STA 
A9 00 LOA 
85 FE STA 
58 CLl 
60 RTS 
48 PHA 
8A TXA 
48 PHA 
98 TYA 

48 PHA 
A5 03 LOA 
C5 FA CMP 
FO lE BEO 

85 FA STA 
C9 08 CMP 
DO 20 BNE 
A6 FE LDX 
A9 lA LOA 
80 00 06 STA 
2C 00 06 BIT 
10 F3 8PL 
8E 01 06 STX 
E8 INX 
C9 10 CMP 
00 02 BHE 
A6 00 LDX 

86 FE STX 
68 PLA 
A8 TAY 
68 PLA 
AA TAX 
68 PLA 
4C 65 FA JMP 
C9 05 CMP 
DO F4 BNE 
A2 18 LDX 
8B 00 06 STX 

10 FB BPL 
AO 01 06 LOA 

49 40 EOR 
8E 00 Oe STX 
2C 00 06 BIT 
10 FB BPL 
80 01 06 STA 
4C 3A 13 JMP 


S03 

SFA 

S133A 

SFA 

•SOS 

S1342 

SFE 

SD600 

SD600 

$1326 

soeoi 

• SIO 

S1338 

SOO 


SFA6S 

S133A 
•sie 
SD600 
SD600 
S134B 
$0601 
• S40 
S0600 
SD600 
SI 358 
SD601 
S133A 


memoria SD3 che al termine di ogni 
scansione indica quale o quali tasti- 
prefisso sono stati premuti. La corri- 
spondenza bit-tasto è mostrala qui dì 
seguilo: 

bit 0 SHIFT 

bit 1 COMMODORE 

bit 2 CONTROL 

bit 3 ALT 

bit 4 CAPS LOCK 

Tornando al disassemblato, prima 
di procedere si controlla se tale cella è 
uguale al contenuto di SFA in modo 
da non avere repeat su questi tasti che 
ci creerebbe non pochi problemi per 
azzeccare il colore giusto. Dopo di ciò 
si controlla se il valore dì SDÌ è ugua- 
le a 8 (è stato premuto l’ALT) o uguale 
a 5 (sono stati premuti CONTROL e 
SHIFT). A seconda di questi due casi, 
come prevedibile, si provvede a man- 
dare il contenuto di SFE al registro 26 
dei!*8563 e a incrementare SFE oppure 
si complemenea il bit 6 del registro 24, 
che fa passare da schermo normale a 
reverse e viceversa. Al termine, «li- 
nee» 133A-133F, si ripristinano i regi- 
stri Y, X, A e si salta a SFA65 per ef- 
fettuare la normale scansione della ta- 
stiera, 

in figura 7 è listato il programma 
che implementa due schermi a 80 co- 
lonne, swiich-abili tramite il tasto Re- 
store. Attenzione: il tasto restore non è 
un tasto normale. Esso infatti non è, 
come gli altri, scandito dal processore, 
ma è collegato a questo direttamente 
(a meno di qualche integratuccio di 
comodo) tramite il suo piedino NMI. 
L'acronimo sta per inlerrupl non ma- 
scherabile e ciò sta a significare che il 
processore non può fare a meno di 
ascoltarlo. Come per gli interrupt nor- 
mali. anche quello mascherabile ha la 
sua routine dì gestione in memoria, la 
quale non fa altro che controllare se è 
stato premuto anche il run/slop nel 
qualcaso viene eseguita la ben nota 
routine di re-iniziaiizzazione del siste- 
ma. Analogamente al caso precedente, 
per implementare l'algoritmo di scam- 
bio schermo ci «incuneeremo» nella 
routine di NMI, cambiando il punta- 
tore a questa per farlo puntare al no- 
stro programmino in linguaggio mac- 
china e facendo terminare quest’ulti- 
mo con salto alla normale manipola- 
zione dell’NMl. 

In figura 8 è disassemblato il pro- 
gramma in linguaggio macchina pre- 
sente in figura 7 sotto forma di linee 
data. 

Tale programma è dunque attivato 
ad ogni pressione del tasto restore o, 
alternativamente, da programma tra- 
mite una SYS 5120. Le linee 140 e 150 
di figura 7 provvedono a spostare il 


Figura 6 


MONITOR 

PC SR AC XR YR SP 
BOOO 00 00 00 00 F8 

OL400 A2 OC LOX «SOC 

01402 8E 00 06 STX SD600 

01405 2C 00 06 BIT SD600 

01408 10 FB BPL S140S 

014DA AD 01 06 LOA $0601 

01400 49 10 EOR «SIO 

0140F 8E 00 06 STX SD600 

01412 2C 00 06 BIT $0600 

01415 10 FB BPL $1412 

01417 80 01 06 STA S0601 

0141A 60 2E OA STA S0A2E 

01410 18 CLC 

014 lE 69 06 ADC *$08 

01420 80 2F OA STA S0A2F 

01423 A2 14 LOX *S14 

01425 SE 00 06 STX SD600 

01428 2C 00 06 BIT SD600 

0142B 10 F8 BPL S1428 

01420 80 01 06 STA $0601 

01430 A9 11 LOA «SII 

01432 20 02 FF JSR SFF02 

01435 A9 91 LOA *$91 

01437 20 02 FF JSR SFF02 

0143A 60 RTS 

0143B 20 00 14 JSR $1400 

0143E 4C 40 FA JMP SFA4U 


puntatore alla routine di NMI. Quello 
che fa il programma di figura 8 é assai 
semplice, a seconda di quale schermo 
è attivo, sposta i puntatori 12. 13 20 e 
21 deH’8563 e cambia il contenuto del- 
le celle 2606, 2607 della ram in modo 
da passare allo schermo, in quel mo- 
mento. nascosto. Infine un Cursor- 
Down e un Cursor-Up sono «sparati» 
sul video in modo da avere il cursore 
sempre sullo schermo selezionato. Fi- 
ne. mt 


Inviate i vostri contributi 


Chiunque voglia contribuire nlln rubrica 
«128 da zero» proponendo argomentazio- 
ni, Imccbetti o semplicemente notizie ri- 
guardinli ii Commodore 128 non deve 
far altro cbe inviare il proprio contributo 
io redazione, possibilmente indicando 
sulla busta «128 da zero». 

1 lavori più iatcressanli saranno ospi- 
tati su queste pagine ovviamente ricora- 
pensindo gli nulori a seconda sia delle 
dimensioni che dell'importanza degli ela- 
borati stessi. Non dimenticate (a tal pro- 
posito) di indicare sempre chiaro il vostro 
nome, indirizzo, codice fiscale. Anche il 
vostro numero di telefono potrebbe esser- 
ci utile per potervi eventualmente contat- 
tare prima delta pubblicazione per chia- 
rimenti. Bnon lavoro. 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


143 





/ tomponentì 
di ingresso/usdta 

■ Eccoci qui a parlare dei componenti di I/O 
del sistema MSX. / tre moschettieri dell'MSX 
sono, come ormai lutti sanno, il PPI 8255, tripla 
porta parallela, il PSG AY 3-8910 generatore 
sonoro a 3 canali, il VDP TMS 9918. processore 
video. Il quarto è D’Artagnan. pardon, lo Z80A. 
che a dire il vero è la CPU. PPI, PSG e VDP sono 
visti dalla CPU come dispositivi di I/O. 

Ora vedremo il PPI e i dispositivi ammessi, come 
la tastiera anche dal punto di vista sofl. ■ 


di Sergio e Dario Neddi 



Programmable Peripheral Interface 


Il PPI 8255 è un componente pro- 
grammabile della famigiia 8080, quin- 
di un po' anzianotto, ma tutt'ora mol- 
to usato. Ha tre porte di I/O parallele 
(di 8 bit) programmabili in ingresso o 
in uscita individualmente, più un regi- 
stro di controllo. Nell’MSX, questo 
componente sì occupa della gestione 
dei banchi di memoria, dell'uscita se- 
riale verso il registratore, del comando 
motore del registratore, del led CAPS 
LOCK, del click sonoro della tastiera 
(per questa funzione non viene impie- 
gato il PSG) e della tastiera stessa. 

Il componente ha tre modi di funzio- 
namento, ma poiché due modi, l'I ed 
il 2 richiedono una diversa configura- 


zione hardware, a noi interessa parti- 
colarmente il modo 0. E solo di questo 
parleremo. 

Le tre porte disponibili sono: la A, la 
B e la C. Quest'ultima può essere 
spezzata in 2 porte a 4 bit, che posso- 
no venire programmate indipendente- 
mente una dall'altra in ingresso od in 
uscita. Le due porte a 4 bit si chiama- 
no CL (dal bit 0 al 3) e CH (dal bit 4 
al bit 7). Per programmare una porta 
in ingresso od in uscita bisogna confi- 
gurare il componente inviando una 
parola di controllo opportuna all'ap- 
posìto registro dì controllo (vedi tabel- 
la) e poi leggere (o scrìvere) il dato in- 
dirizzando la porta desiderata con 
una normale istruzione di I/O. Nella 
tabella A pubblichiamo le parole di 
controllo. 



144 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



MISTER MSX 


Indirizzi 

Tabella B 

di I/O (hsx) 

Mansioni 

A8: Pori A 

Commutazione dei banchi di memoria (uscita) 

A9: Pori B 

Scansione tastiera (ingresso) 

AA: Port C 

Port CH: bit 7: click audio della tastiera (uscita) 

AB: Control Poti 

bit 6: led CAPS LOCK (uscita) 
bit 5: uscita seriale per registratore 
bit 4: controllo motore registratore (uscita) 
Port CL: bit 0-3: scansione tastiera (uscita) 


Nella tabella B gli indirizzi di I/O del- 
le porte ed i loro compiti. 

Come si vede la configurazione hard- 
ware implica che l'8255 venga impie- 
gato sempre nella configurazione con 
Fon A in uscita, Fort B in ingresso e 
Fort CH e CL in uscita, pertanto sì po- 
trà intuire che la programmazione del 
Control Fort sarà sempre fissa. Dalla 
tabella dei codici dì controllo si può 
ricavare il codice, che è 82H. Notate 
che il bit più significativo delle parole 
di controllo presenti in tabella è sem- 
pre ad I. Questo bit, se posto ad I, dà 
infatti alla parola il significato di defi- 
nizione dì modo, ed a seconda degli 
altri bit, configura le porte come nella 
tabella di programmazione vista so- 
pra. Viceversa se il bit 7 è a 0 allora il 
componente si trova nel modo BIT 
SET/RESET, cioè ogni bit della porta 
C (e solo della C) può venire settato o 
resettato indipendentemente dagli al- 
tri. Per la programmazione più di tan- 
te parole vale la tabella C (ricordiamo 
che questi codici vanno inviati al Con- 
trol Fort). 

Per provare quanto esposto basta un'i- 
struzione Basic: con OUT & HAB,8 si 
accende il motore del registratore. 



Tabella C 

Codici (hex) 

di controllo 

Effetto 

00 

resetta il bit 0 

01 

setta il bit 0 

02 

resetta II bit 1 

03 

setta II bit 1 

04 

resetta il bit 2 

05 

setta il bit 2 

06 

resetta il bit 3 

07 

setta II bit 3 

08 

resetta il bit 4 

09 

setta il bit 4 

OA 

resetta II bit 5 

OB 

setta II bit 5 

OC 

resetta il bit 6 

OD 

setta il bit 6 

OE 

resetta il bit 7 

OF 

setta il bit 7 


mentre con: OUT & HAB.9 si spegne: 
con; OUT & HAB, & HOC sì accende 
il led CAPS LOCK (si accende solo il 
led, non si bloccano le maiuscole) e 
con; OUT & HAB.&HOD si spegne. 
Da ciò si vede che sìa il led sìa il mo- 
tore si accendono quando i rispettivi 
bit sono a 0 e viceversa si spengono 
quando sono ad 1. La logica è inversa 


PB2 PBO p^2 PCI P(.Q fC6 pc? aO Al ^ CT SU’ PAD 

miiiiiiiiu ui 

PAI PA3 

l’il 

20 19 

21 22 

ie 17 16 15 14 13 12 n IO 9 8 7 6 5 4 

Intel PPI 8255 

23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 

3 2 1 

c 

38 39 40 

/^ /|\ /[\ /|\ /|\ /|\ /|\ /j\ /[\ /|\ /|\ /|\ /f\ /]\ /\ /\ /|\ 

PB3 PBS P67 07 06 05 M D3 D2 01 DO flR 

(^ttlvo altoW 

m 

PA6p,gPA4 


probabilmente per esigenze hardware. 
Attenzione: non crediate di poter leg- 
gere dal Control Pori una parola appe- 
na introdotta con PRINT INP 
(&HAB); infatti il registro di controllo 
è a sola scrittura e l'operazione di let- 
tura ritornerà un valore senza senso. 
Comunque è sconsigliabile accedere 
direttamente a questo componente 
perché è molto facile che la macchina 
si inchiodi inviando qualche parola 
sbagliata. È meglio accedervi tramite 
le routine del Bios. Eccone alcune di 
interessanti: 


INDIRIZZO (HEX) FUNZIONE 


00F3 equivale all'istruzione MOTOR del 
Basic: se ii registro A contiene 0 al- 
iora OFF, se contiene ^ allora ON, 
se contiene un valore con II bit 7 ad 
1 allora inverte. 

0132 se ii registro A è a 0 aliora accende 
il led CAPS LOCK. sennò lo spe- 
gne. 

0135 se il registro A è a zero aiiora reset- 
ta ii bit relativo al click della tastiera, 
sennò io mette ad 1. 

0136 legge nel registro A ii contenuto del 
poti A del PPI, cioè la parola di con- 
trollo dei banchi di memoria. 

013B scrive II registro A nel Poti A del 
PPI, cioè scrive la parola di control- 
lo dei banchi di memoria. 

0141 se si pone nel registro A un codice 
corrispondente ad una riga della 
matrice della tastiera la routine ri- 
torna In A la riga letta. 

È chiaro che queste routine sono 
sfruttabili solo da linguaggio macchi- 
na. In particolare occorre una certa 
pratica per manipolare la routine di 
commutazione dei banchi: un errore 
significa inchiodare il computer. 

Parleremo un'altra volta della ge- 
stione dei banchi di memoria. Intanto 
ci può interessare come rS2S5 gestisce 
la tastiera; i 4 bit meno significativi 
dei port C sono collegati ad un circui- 
to integrato denominato BCD/Deci- 
mal decoder, siglato 7445 (nel nostro 
caso) od equivalente. Questo compo- 
nente provvede a portare a livello lo- 
gico 0 una delle 10 uscite di cui è for- 
nito (normalmente stanno a livello lo- 
gico I) a seconda del contenuto degli 
ingressi. Come conseguenza anche le 
righe della tastiera (che stanno colle- 
gate alle uscite del 7445) seguono le 
vicissitudini delle uscite di questo 
componente. Insomma. se il PPI gli 
manda 4 bit a 0000 allora viene messa 
a 0 l'uscita numero 0 e viene quindi 
selezionata la riga 0 della matrice del- 
la tastiera: se il PPI gli manda 0010 al- 
lora viene messa a 0 l'uscita 2 (infatti 
0010 in binario equivale proprio a 2) e 
quindi selezionata tale riga della ta- 
stiera. La lettura vera e propria dello 
stato dei tasti associati a tale riga vie- 
ne fatta leggendo il port B dei PPI: ad 
esso, infatti, sono collegate le colonne 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


145 



MISTER MSX 



relative alla matrice della tastiera, con 
delle resistenze di PULL-UP (3300 
ohm nello SVI 728, ma non sono valo- 
ri critici) che servono a forzare a livel- 
lo logico I gli ingressi dei port B 
quando nessun tasto è premuto; cosi 
solo i tasti premuti sulla riga selezio- 
nata possono venire letti come bit a 0 
e quindi identificati. Nella matrice 
della tastiera le righe tra 0 e 8 sono 
quelle effettivamente usate da tutti gli 
MSX. Le righe 9 e IO servono invece 
per alcune versioni che dispongono di 
tastierino numerico secondo lo sche- 
ma di tabella D. dove i tasti opzionali 
possono essere usati per qualunque 
scopo (normalmente per gli operatori 
aritmetici). 

Fa eccezione a quella norma lo 
SV1728 che usa solo 4 tasti della riga 9 
per i segni di operazione, mentre gli 
altri tasti sono la replica dei corri- 
spondenti della tastiera principale ai 


quali sono collegati elettricamente. 

Notiamo, infine, che alcuni pro- 
grammi che leggono direttamente la 
tastiera (di solito i giochi) non testano 
le righe 9 e 10, per cui il tastierino nu- 
merico non viene riconosciuto. 

Vediamo ora come sfruttare le no- 
stre conoscenze (anche se divaghere- 
mo un po' dall'hard per «infilarci» 
nel soft) per leggere un tasto rimanen- 
do in Basic; infatti le istruzioni IN- 
KEYS ed INPUTS dicono quando un 
tasto viene pigiato, ma se noi volessi- 
mo sapere quando viene rilasciato? 
Potendo leggere direttamente la tastie- 
ra potremmo anche rilevare la pressio- 
ne di tutti i tasti, ad esempio lo shift 
da solo non viene rilevato dalle nor- 
mali istruzioni Basic. Come fare? Di 
primo acchito viene in mente un meto- 
do che. come vedremo, ha un difetto. 
Il metodo consìste neU'indirizzare nel- 
la matrice della tastiera la riga conte- 



nente il tasto da rilevare e leggerla di- 
rettamente (vedere il disegno relativo 
alla matrice, tenendo conto che ì tasti 
della riga 9 sono tipici dello SVI 728). 
Come sì fa? Semplice: mettiamo caso 
che vogliamo rilevare il tasto shift, 
dalla matrice della tastiera vediamo 
che si trova sulla riga numero 6, e pre- 
cisamente in posizione 0. Per rilevare 
lo stato del tasto potremo fare, quindi; 
10 A-tMP (&HAA) AND & HFO 
20 OUT &HAA.A OR 6 
30 IF IMF (8iHA9) AND 1 THEN PRINT -IL 
TASTO SHIFT NON È PREMUTO- ELSE 
PRINT -IL TASTO SHIFT È PREMUTO- 
40 GOTO 10 

Le linee 10 e 20 fanno si che non ven- 
gano alterati i 4 bit più significativi 
del port C. mediante mascheratura. 
La linea 30 fa il test del bit 0 della riga 
della tastiera letta. Se il valore di que- 
sto bit è 1 allora il tasto non è premu- 
to, se è a 0 allora è premuto. 

Se provate a tenere premuto lo shift 
per un po' di tempo vedrete, però che 
a volte non viene riconosciuto. Per- 
ché? Bene, il difetto di questo metodo 
è proprio questo: a volte il tasto non 
viene riconosciuto perché passa del 
tempo tra l'attimo in cui il programma 
seleziona la riga da leggere ed il mo- 
mento in cui la legge effettivamente. 
Se arriva nel frattempo un interrupt 
da parte del VDP (ogni cinquantesimo 
dì secondo ne viene generato uno) al- 
lora la CPU esegue la routine di inter- 
rupt. Questa routine, tra l’altro, preve- 
de la scansione della tastiera, e quindi 
va ad alterare il nostro puntatore alla 
riga della matrice. Insomma, se arriva 
un interrupt noi andiamo a leggere un 
tasto sbagliato. Per questo bisognereb- 
be disabilitare rimemipi prima di ac- 
cedere all'8255 e riabilitarlo dopo aver 
letto la tastiera. Difficile anche se non 
impossibile da fare in Basic: vedremo 
ora che è più facile aggirare l’ostaco- 
lo. Per farlo bisogna sapere questo; 
non tutto il male viene per nuocere, la 
routine dì scansione della tastiera ci fa 
pure un buon servizio: infatti ci rico- 
pia in RAM «rimmagine» dello stato 
della tastiera. A partire dall'indirizzo 
&HFBE5 e per l'estensione di 1 1 byte 
troveremo i byte corrispondenti alla 
lettura delle righe della tastiera, già 
bell'e pronti per essere «PEEKati» da 
Basic! A dire il vero la stessa cosa la 
troveremo anche a partire daU'indiriz- 
20 &HFBDA, la doppia tabella serve 
al soft dì gestione della tastiera per 
confrontare lo stato dì un tasto letto 
durante il ciclo di interrupt con lo sta- 
to letto il ciclo precedente. A noi co- 
munque questo non interessa, visto 
che alla fine dì ogni ciclo di interrupt 
la tabella «nuova» viene ricopiata nel- 
la «vecchia», e così appaiono identi- 
che viste da una routine «esterna». 
Vediamo ora come leggere lo stato di 
un tasto senza problemi; 


146 


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MATRICE TASTIERA 

Il circoletti indicane i tasti) 


RIME 

terovengw» 
dal 7445) 


10 IF PEEK(&HFBE5+6) AND 1 THEN 
PRINT -IL TASTO SHIFT NON E PREMU- 
TO- ELSE PRINT -IL TASTO SHIFT É PRE- 
MUTO- 
20 GOTO 10 

crediamo che sia abbastanza chiaro il 
metodo: si somma a &HFBE5 il nu- 
mero della riga della tastiera che deve 
essere letta e si fa una PEEK. Poi si fa 
un AND per testare il bit voluto. Se il 
risultato è 0 allora il tasto è premuto, 
in caso contrario il contrario! Ricor- 
diamo ì valori da usare nell'operazio- 
ne di AND per testare i vari bit: 


BIT VALORE PER L’ANO 

0 1 

1 2 

2 4 

3 8 

4 16 

5 32 

6 64 

7 128 


provate a scrivere una routine che ri- 
conosca la pressione di un altro tasto, 
con questo metodo. 


Locazioni utili della RAM 


Già che ci siamo nel discorso delia 
tastiera vediamo alcune locazioni inte- 
ressanti che hanno a che fare con essa, 
anche se non c'entrano direttamente 
con il PPI 8255. 

Locazione &HFBB0: se contiene un 
valore diverso da 0 si ha un ritorno al 
Basic ogni volta che vengono pigiati 
assieme i tasti CONTROL, SHIFT, 
GRAPH e CODE. Funziona anche 
nei programmi in L/M, a patto che 
l'interrupt sia abilitato. Provate a fare 
POKE &HFBB0.1 e pigiate i suddetti 
tasti contemporaneamente per render- 
vi conto dell’effetto. 

Locazione &HFBB1: se contiene un 
valore diverso da 0 vengono disabili- 
tati STOP e CONTROL-STOP in un 
programma Basic: provate POKE 
&HFBB1,! e poi tenterete (invano!) di 
fermare un programma (se però avete 
dato in precedenza la POKE 
&HFBB0,! potrete uscirne pigiando i 
famosi 4 tasti). 

Locazione &HFCAB: si tratta del 
flag associato al tasto CAPS LOCK: 
se contiene 0 vengono battute le minu- 


scole, se contiene un numero diverso 
da 0 allora sono maiuscole. Pigiando 
il tasto CAPS LOCK il contenuto di 
questa locazione viene complementa- 
to (e quindi vale &HFF se prima vale- 
va 0 e viceversa). Facendo però una 
POKE con un valore diverso allora 
potremo bloccare le maiuscole: infatti 
anche pigiando il CAPS LOCK non si 
otterrà mai 0. L'unica cosa è non far 
caso al led di CAPS LOCK. che si ac- 
cende solo se questa locazione va a 
&HFF pigiando il CAPS LOCK, quin- 
di mai dopo che avremo fatto POKE 
&HFCAB,I. 


Il buffer di tastiera 


L'MSX possiede un buffer di tastie- 
ra che può_ contenere al massimo 39 
caratteri. È allocato a partire da 
&HFBF0 e sì estende per 40 byte. Vie- 
ne gestito da 2 puntatori. Per inserire 
una stringa nel buffer il sistema parte 
dall'indirizzo che sta nel puntatore 
contenuto in &HF3F8 e &HF3F9, ar- 
rivato alla fine del buffer contìnua 
dall'Inizio dello stesso (il buffer è «cir- 
colare»). Per leggere i caratteri dal 
buffer il sistema li prende dalTindiriz- 
zo che si trova nel puntatore contenu- 
to in &HF3FA e &HF3FB. incremen- 
tandolo (andando «a capo» alia line 
del buffer) fino a raggiungere l'altro 
puntatore, il che significa buffer vuo- 
to. Si può sfruttare questa caratteristi- 
ca per forzare nel buffer una stringa 
da Basic. Per cancellare i buffer si può 
usare (anche da Basic, con una USR) 
la routine del Bios di indirizzo 
&H0156. 

Ecco un esempio di introduzione di 
una stringa nel buffer: 

10' CARICATORE PER PROGRAMMA BA- 
SIC 
20' 

30 A$ - -cload- + CHRS (13) -i- -run- + 
CHRS(13) 

40 FOR 1-1 TO LEN(AS):POKE I-H-& 
HFBF0,ASC(MIDS(AS,I,1)):NEXT 
50 POKE &HF3FA,&HFO:POKE &HF3FB, 
&HFB ' posiziona puntatore al primo carat- 
tere del buffer 
60 A-&HFBF0-FLEN(A$| 

70 POKE &HF3F8,A AND 2S5:POKE 
&HF3F9,(65536!-fA)/256 ' posiziona il pun- 
tatore all'ultimo carattere della stringa pre- 
sente nel bufter. 

Questo programma può venire sal- 
vato in modo ASCII e mandato in ese- 
cuzione con RUN«CAS:» lui provve- 
derà a caricare un programma Basic 
con CLOAD ed a mandarlo in esecu- 
zione con RUN. 

Per chi volesse saperne di più suU'82S5 
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148 


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■ Nelle precedenti puntale abbiamo analizzalo i comandi di gestione 
delle directory e quelli di gestione dei file veri e propri: in questo 
numero parleremo di comandi previsti daU'MS-DOS e non riguardanti 
argomenti specifici. 

Si tratta di comandi per lo più legati all'«inieifacciamenlo» de! Sistema 
Operativo verso l'utente e consentono di cambiare alcune caratteristiche 
quali la data, l'ora, il prompt oppure di esaminarne altre (ad esempio la 
versione del DOSj. 

Iniziamo dunque da due comandi molto simili. ■ 



Come è facilmente intuibile dal loro 
nome, i comandi in esame consentono 
la vìsuali 2 zazione nonché la modiilca 
rispettivamente della data e dell’ora: a 
questo proposito bisogna operare una 
distinzione a seconda se nel nostro 
computer esista o meno una particola- 
re scheda di espansione dotata di «re- 
al lime clock». 

Supponiamo dunque di analizzare 
innanzitutto il caso di un computer 
(ad esempio un IBM XT oppure un 
«compatibile» a seconda dei gusti) 
non dotato di alcuna scheda aggiunti- 
va: in questo caso basta sapere che al- 
l'interno è comunque presente un cir- 
cuito integrato avente tra l’altro la fun- 
zione di scandire il tempo (si tratta 
dell'integrato 82S3-S), il quale ad in- 
tervalli regolari invia un interrupt alla 
CPU, al che viene aggiornata una serie 
di celle di memoria contentente l'in- 
formazione dell’ora e del giorno. 

Tutto ciò però viene perso al mo- 
mento dello spegnimento del compu- 
ter e da ciò nasce l'esigenza di avere 


due comandi di sistema che permetta- 
no, una volta riacceso il computer, di 
sellare l’orologio interno. 

Viceversa esistono in commercio pa- 
recchie schede aggiuntive che conten- 
gono al loro interno un orologio dota- 
to di batterìa in tampone, in modo tale 
che una volta impostata l’ora e la data 
iniziale, l’apposito circuito integrato 
continui a contare e a memorizzare il 
tempo indipendentemente dal fatto 
che il computer sia accesso o spento: 
data appunto la varietà di schede (tra 
originali e «cloni») presenti sul merca- 
to, diciamo soltanto che per effettuare 
il settaggio iniziale dell'ora non si use- 
ranno più i comandi «date» e «lime» 
(dei quali parleremo ora in dettaglio!), 
ma degli appositi comandi relativi ad 
altrettante routine in generale fornite 
in dotazione alla scheda: alcuni nomi 
che ci ricordiamo sono ad esempio 
«SETCLOCK», «GETCLOCK», 
«SET TIME», ecc. per i quali dobbia- 
mo rimandare ai retativi manuali di 
applicazione. 

Comunque, tornando al caso dell’o- 
rologio interno, vediamo subito che i 
comandi in esame, se impostati da so- 


li, forniscono l’indicazione della data 
e dell’ora relative all’istante (anno più 
anno meno!...) in cui si invia tale co- 
mando: la battuta di cui sopra è dovu- 
ta al fatto che l’ora viene fornita al 
centesimo di secondo, senza però che 
sia dato di sapere a quale istante si ri- 
ferisca tale ora indicata, se quello in 
cui è stato premuto il tasto di RE- 
TURN oppure «qualche istruzione 
dopo». 

Non è un eccesso di pignolerìa, ma 
forse ci bastava il decimo di secondo... 

Nel caso del comando «time», subi- 
to dopo l'indicazione dell’ora (staticis- 
sima a contrario dell’ora «corrente» e 
cioè aggiornata istante per istante, for- 
nita dall’altro sistema operativo CP/ 
M-86) compare la richiesta dell'even- 
tuale nuova ora da impostare, anche 
in questo caso, volendo, con la preci- 
sione del centesimo di secondo: dubi- 
tiamo che ciò sia di una certa utilità 
ammesso che sì riuscisse ad avere un 
fantastico tempo di reazione nel pre- 
mere il tasto di RETURN allorché 
scocca l'ora indicata con i centesimi di 
secondo.... 

Anche in questo caso, cosi come 


150 


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TRUCCHI DELL'MS-DOS 


succede per altri comandi dell'MS- 
DOS, si avrà l'output su video di un 
messaggio originariamente in inglese, 
che poi è stato tradotto in diverse lin- 
gue. 

Divertente è a questo proposito la 
traduzione italiana del messaggio, tra- 
duzione che ci rassicura che l'ora ri- 
portata è proprio l’«ora attuale», sem- 
mai ne avessimo il dubbio e che ri- 
sponde alla nostra domanda: «Che 
ore sono attualmente?!». 

In inglese il messaggio era «Currenl 
time is....», laddove sì evince che an- 
che gli americani ci tengono a far sa- 
pere che l'ora indicata è proprio quel- 
la vera.... 

Per quanto riguarda il comando 
«date» valgono analoghe considera- 
zioni. alle quali va aggiunta la presen- 
za dell'indicazione del giorno della 
settimana relativo alla data impostata. 

In questo caso c'è pure da aggiunge- 
re il fatto notevole che il formato di vi- 
sualizzazione della data può essere de- 
ciso a priori dal programmatore: ricor- 
diamo infatti che mentre noi indichia- 
mo una data comune come «giorno- 
mese-anno», nei paesi anglosassoni è 
d’uso corrente indicarla con «mese- 
giomo-anno». 

Come vedremo quando parleremo 
della «configurazione» del sistema, è 
possibile dunque stabilire il formato 
della data in modo tale da non aver 
più il dubbio, davanti ad un’indicazio- 
ne del tipo «5/6/86», se si stratti del 
«S giugno» nostrano o del «6 maggio» 
(anglofono). 

Una curiosità: il «nostro» non rico- 
nosce date anteriori al primo di genna- 
io del 1980, né quelle posteriori al 31 
dicembre del 2099. Già! prima del 
1980 non era ancora nato! 



Altri due comandi dell'MS-DOS ri- 
guardano appunto la cancellazione 
dello schermo e la scelta del prompt: 
rispetto a sistemi operativi vecchiotti 
(ad esempio il CP/M), si tratta di una 
novità , specie il secondo comando. 

Mentre in genere la cancellazione 
dello schermo avveniva o a seguito 
della pressione di un apposito tasto 
(Clear screen) oppure per invio di un 
codice di controllo (Control-z oppure 
Control-I a seconda del sistema opera- 
tivo), ora abbiamo appunto un coman- 
do bello e pronto, da usarsi quando sì 
desidera («CLS»). 

Anche la questione del «prompt» è 
nuova: passando in rassegna mental- 
mente alcuni dei personal tuttora in 
voga abbiamo praticamente un 
prompt differente per ogni macchina: 
dal sìmbolo «]» (Apple), al «S», al 
«>». air«»», fino ad «A>», «B>» 


ecc. del CP/M, In ogni caso, il prompt 
rimaneva sempre lo stesso, ad eccezio- 
ne deU’uItimo caso, in cui era possìbi- 
le passare dall'unità «A:» aH'unìtà 
«B:» avendone immediato riscontro 
visivo. 

Ecco che l'MS-DOS permette di al- 
terare a proprio piacimento il prompt. 
un po' come è possibile fare in am- 
bienti più «elevati» quali ad esempio 
l'Unix e nei main-frame. 

In particolare il comando «prompt» 
ha la seguente sintassi: 

prompt [<testo>] 

dove, come al solito, la parte indicata 
come « < testo » può anche mancare. 

Iniziamo subito dal caso in cui il co- 
mando sìa proprìo«prompt»,nel qual 
caso viene settato al valore di default, 
rappresentato dal nome dell'unità lo- 
gica a dischi attualmente selezionata 
seguita dal simbolo «>» (ad esempio 
il ben noto «A>» se «A;» è l'unità 
correntemente selezionata). 

Invece possiamo sbizzarìrci a più 
non posso creando i prompt più stra- 
ni. anche mutevoli nel tempo, come 
vedremo subito dopo. 

In particolare se scriviamo 

prompt pincopallino 

otterremo un illegibile prompt «pinco- 
pallino» con a fianco il cursore lam- 
peggiante: impostando il comando 
«dir» otterremo uno strano «pincopal- 
linodir».... 

Non contenti di ciò, possiamo intro- 
durre anche dei caratteri particolari al- 
trimenti non impostabili in quanto 
posseggono un significato ben preciso 
aH'interno dell’MS-DOS: ci stiamo ri- 
ferendo ai caratteri «>», «<» e «:» 
che, lo ricordiamo, hanno un senso 
laddove si voglia ottenere una «redi- 
rection» dell’output da un certo pro- 
gramma («>»), oppure dell'input ver- 
so un comando («<») oppure ancora 
un «piping» («:»), per i quali riman- 
diamo alle scorse puntate. 

Volendo dunque impostare il 
prompt «pippo>», non possiamo im- 
postare anche il carattere « > » in 
quanto l'MS-DOS si aspetterebbe do- 
po il nome del programma sul quale 
ridigere l'output: insomma un bel pa- 
sticcio! 

Ecco che allora per impostare questi 
caratteri particolari, bisogna codificar- 
li rispettivamente con «Sg», «SI» e 
«Sb», dove appunto il carattere «S» é 
stato considerato come «prefisso» di 
un altro carattere, a rappresentare una 
parte del particolare del prompt. 

Al solito rompiscatole che volesse 
porre proprio il «$», come prompt, ri- 
spondiamo subito che ciò si ottiene 
con la coppia di caratteri «SS» e così è 
sistemato! 

Ma questo è niente: è possibile ov- 


viamente (dopo il carattere «>») ri- 
creare il prompt dì default con la cop- 
pia di caratteri «Sn» che appunto per- 
mette di ottenere automaticamente 
l’indicazione dell'unità a dischi di de- 
fault. 

Ad esempio si può creare il prompt 
«Disk A>» con il comando 
prompt Disk Sn $g 

dove gli spazi lasciati hanno un effetti- 
vo riscontro net prompt stesso: infatti 
il comando 
prompt DiskSnSg 

sellerebbe il prompt a «DiskA>», 
senza spazi. 

Utilissimo, nel caso di utilizzazione 
di un hard-dìsk, dotato perciò di infi- 
nite sotto-directory, è sapere ogni 
istante in quale sotto-dìretcotry si sta 
lavorando: ciò si ottiene nel prompt 
con la coppia di caratteri «Sp». 

In questo caso la «root directory» 
viene indicata correttamente come 
« \», mentre per le sotto-directory» 
viene indicato il «path» completo. 
Esìstono altre possibilità bizzare: 
«$v», con i quali sì ottiene (monoto- 
namente diciamo) l'indicazione della 
versione del DOS con la frase italo-in- 
glese (è la versione italiana) 

/BM Persotial Computer DOS Versio- 
ne 3.10 

se ad esempio il Dos usato è quello di 
versione 3.1. 

«$_» (underscore) con i quali si ot- 
tiene l’effetto di aver inserito una cop- 
pia «carriage retum-line feed» all'in- 
temo del prompt stesso. 

«$e» (utilissimo!) invece simulano 
la presenza dì un codice dì «escape», 
il che apre la strada ad «altre infinite» 
possibilità dal momento che con l’e- 
scape si creano sequenze «ANSI» 
quali, tanto per citarne alcune, il posi- 
zionamento assoluto del cursore, il set- 
taggio degli attributi vìdeo (colori, re- 
verse, blink. ecc.) e tanti altri, che ana- 
lizzeremo nelle prossime puntate 
quando parleremo del «programma» 
«ansi.sys». 

Ultime due eclatanti possibilità so- 
no quelle che consentono di porre co- 
me prompt sia la data che l’ora (sem- 
pre con i centesimi di secondo!): que- 
sto si ottiene rispettivamente con le 
coppie di carattere «Sd» e «$t». 

Ecco che un prompt completo, ma 
prolisso, potrebbe essere 

prompt sono le ore $t de) Sd: I) drive é 
$n$g 

con il quale si ottiene il «mostruoso» 
prompt: 

sono le ore 21:43:42.55 del 11/24/1986: Il 
drive è C> 


152 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


TRUCCHI DELL’MS-DOS 


dove l'ora cambierà ogni volta che il 
prompt stesso ricompare... 

In definitiva riassumiamo nella ta- 
beliina seguente tutte le coppie di ca- 
ratteri speciali, che permettono di otte- 
nere effetti altrettanto speciali. 


caratteri 

effetto ottenuto 

SS 

Il carattere "S" 

$t 

l'ora 

Sd 

la data 

$p 

la directory ed II drive attuali 

$v 

la versione del DOS 

$n 

il drive di default 

$g 

il carattere - >- 

SI 

il carattere 

$b 

il carattere 

$- 

la coppia “CR-LF" 

Se 

il carattere ESC (escape) 


Tabella I — Elenco di caraileri parlicolari che de- 
termina effetti speciali nei prompt 



Appariengono a questo sottogruppo 
altri 7 comandi, dei quali alcuni con- 
sentono di alterare o mostrare certe 
caratteristiche del sistema, altri sem- 
plicemente dì leggerle ed altri ancora 
di eseguire altre funzioni. 

In particolare i due comandi «bre- 
ak» e «verify» sono simili come mo- 
dalità di impostazione in quanto, se 
inviati al sistema così come sono (e 
cioè senza parametri aggiuntivi), mo- 
strano lo stato del sistema nei confron- 
ti rispettivamente della gestione del 
«conirol-C» e della verifica delle ope- 
razioni da e verso le unità a dischi, 
mentre viceversa consentono l’abilita- 
zione 0 meno della rispettiva caratteri- 
stica. 

Per quanto riguarda il comando 
«break» dobbiamo premettere che il 
tasto control-C è adibito all'interruzio- 
ne di un programma che è in corso dì 
esecuzione: ma attenzione! 

Normalmente il control-C viene ge- 
stito dall'MS-DOS solo durante opera- 
zioni di scrittura su vìdeo o su stam- 
pante, nonché ovviamente durante 
operazioni di input da tastiera: in que- 
sti tre momenti (e solo in questi...) il si- 
stema «sente» se noi abbiamo inten- 
zione di fermare l'elaborazione ed in 
tal caso onorerà la nostra richiesta. 

Per ingrandire di un altro poco il 
raggio di azione del control-C e cioè 
per concedere all’utente altre occasio- 
ni in cui essere in grado di interrompe- 
re l'elaborazione, allora sì usa il co- 
mando 

break on 

nel qual caso l'analisi del control-C 
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


viene estesa ad altre funzioni tra le 
quali le operazioni relative al disco. 
Viceversa con il comando 
break oh 

sì ritorna al funzionamento normale. 
Infine digitando 
break 

il sistema operativo ci segnalerà ap- 
punto se il tasto controI-C è abilitato 
al massimo oppure al minimo conces- 
so. Analogamente si comporta come 
detto il comando «verify», relativo 
stavolta alla verìfica delle operazioni 
di scrittura su disco: in particolare con 
verify on 

viene richiesta la verifica tramite lettu- 
ra di quanto è stato scritto sul disco, 
mentre viceversa con 
verify off 

si disabilita questa facility. 

Inutile dire che appunto il comando 
verify 

visualizza se il sistema operativo effet- 
tuerà 0 meno le operazioni di verifica 
della scrittura su disco. 

C'è da aggiungere che l'operazione 
di verifica comporta un allungamento 
dei tempi di esecuzione dei program- 
mi che richiedono appunto molte 
scritture su disco, ma si ottiene un 
comportamento affidabile da parte 
deH'unità a dischi: nel caso in cui la 
verifica non andasse in porto allora il 
sistema provvederà ad informare l'u- 
tente dell'accaduto. 

In generale la causa di un'errata 
scrittura e successiva verifica è impu- 
tabile ad un dischetto di caratteristi- 
che degradate. 

Un altro comando, «ctty», consente 
dì cambiare il dispositivo fisico dal 
quale il sistema riceve dei comandi, 
che normalmente è la tastiera: suppo- 
nendo ad esempio di voler pilotare il 
nostro computer non da tastiera ma da 
un terminale remoto, ad esempio, via 
modem, ecco che il computer riceverà 
i comandi dalla porta seriale («aux») 
ed attraverso tale dispositivo invierà 
l'output al terminale remoto. 

In tal caso il comando da digitare 
sulla tastiera (che poi risulterà inutiliz- 
zabile) del computer sarà 
ctty aux 

Viceversa per ripristinare le funzio- 
nalità della keyboard, bisognerà invia- 
re dal terminale remoto il comando 
ctty con 

con il quale il computer riprenderà le 
sue usuali funzioni. 

Sul comando «exit» torneremo più 
in dettaglio nel seguito, quando ana- 


lizzeremo più da vicino il funziona- 
mento del computer sotto MS-DOS in 
base alla configurazione prescelta: an- 
ticipiamo che con tale comando si 
«esce» dall’ambiente dì GOMMANO. 
COM per tornare ad un eventuale li» 
vello superiore. 

Un esempio non molto approfondi- 
to è dato dalle possibilità che hanno 
alcuni programmi (quali ad esempio il 
Framework) di eseguire dei comandi 
MS-DOS airinterno del proprio am- 
biente, creando quello che in gergo 
viene chiamato un «sotto-processo» o 
«figlio». 

In questo caso è come se aH'intemo 
deH'ambìente «Framework» si aprisse 
una parentesi (o una finestra) verso 
l’MS-DOS: ciò comporta parecchie 
complicazioni sulle quali non ci sof- 
fermiamo, ma basti sapere che dopo 
aver eseguito il comando MS-DOS de- 
siderato bisogna (sempre sotto MS- 
DOS) eseguire appunto il comando 
«exit» con il quale si ritorna aU’am- 
biente precedente e cioè al Framework 
o chi per lui. 

Altri esempi che ci vengono in men- 
te sono il BASICA stesso, che prevede 
l’apposita istruzione «shell» ed il 
Wordstar airìnterno del quale si pos- 
sono eseguire (con il comando «R») 
altri programmi, al limite altri Word 
Star.... 

1 due comandi «ver» e «voi» sono, 
a differenza dei precedenti, alquanto 
innocui in quanto permettono la vi- 
sualizzazione rispettivamente della 
versione del DOS caricata in quel mo- 
mento ed il nome «logico» del di- 
schetto attivo sempre in quel momen- 
to. 

Per il comando «voi» c’è da aggiun- 
gere che se il dischetto non possiede 
un nome logico.in quanto così era sta- 
to richiesto all'ano della formattazio- 
ne o della copia fisica, allora l'MS- 
DOS segnalerà il fatto con un messag- 
gio sul quale non c'è niente da aggiun- 
gere. 

L'ultimo comando descrìtto in que- 
sta puntata è «set». 

Anche su questo ritorneremo più in 
dettaglio nel seguito sempre allorché 
parleremo della configurazione del si- 
stema: in particolare accenniamo che 
consente dì associare ad un certo no- 
me una stringa. 

Lo sappiamo, detto cosi non rende 
bene l'idea, ma peggio sarebbe intro- 
durre in questo contesto il concetto di 
«environment».... 

Quando sarà il momento opportuno 
ritorneremo in dettaglio su tutti gli ar- 
gomenti lasciati in sospeso ed avremo 
modo di verificare con alcuni esempi 
quanto è riportato dalla teoria: sotto 
questo punto di vista sottolineiamo 
ancora con piacere la stretta parentela 
dell'MS-DOS con i sistemi operativi 
di mini e dei mainframe. mc 

153 


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“The PC-SIG Library” 

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vecchio computer con un PC. Per W.OOO 
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te di PC). 

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due amici abbiano esagerato circa l'uti- 
lità della libreria PC-SIG. Ebbene. dob- 
biamo smentirti. Giudica tu stesso alla 
luce di questi fatti: 

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ler mondiale, già venduto in oltre 
100-000 copie. Nei due volumi di cui 
si compone trovi catalogati e com- 
mentati 454 dischetti, che contengo- 
no circa 8000 programmi. Il primo 
volume (340 pagine: dischetti 1/300) 
costa 27.000 lire e il secondo (130 pa- 
gine; dischetti 301/454) 12.000 lire. 

b. Ogni dischetto costa 18.(XK> lire. Tro- 
vi assolutamente tutto: Utilities, gio- 
chi, linguaggi. WP, spreadsheet, corsi 
ed altro. I dischetti sono pieni a! limi- 
te della capienza. 

c. Il numero di dischetti della libreria 
aumenta di giorno In giorno. Siamo 
già a 6(X). La pubblicazione bimestra- 
le “PC-SIG NEWS", che viene invia- 
ta gratuitamente agli Associati, ripor- 
ta le ultime novità, recensioni e com- 


■ 120 PC-CHESS Programma di scac- 
chi. 

■ 254 PC-DOS HELP Basta battere 
HELP per avere sullo schermo tutte le 
spiegazioni relative ad un dato coman- 
do del DOS. Inoltre vengono approfon- 
diti molti argomenti di norma tralasciali 
nei manuali DOS. comprese le soluzio- 
.ni di alcuni problemi comunemente in- 
contrati daH'utente. 

■ 30? ASSEMBLY PROGRAMS 
Grande raccolta di programmi esempli- 
ficativi che svelano i segreti del Macro 
Assembler IBM. Fanno anche rispar- 
miare tempo a chi già conosce questo 
linguaggio di prc^rammazione. 

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ma per telecomunicazioni scritto in 
Turbo Pascal. Veloce e versatile, sup- 
porta i modem più diffusi fino a 96(X) 
baud. Protocolli XON/XOFF e XMO- 
DEM, gestione delie finestre e moltoal- 

■ 312 SCREEN DESIGN AID AND 
FORMS Contiene due programmi. 
SDA (Screen Design Aid), che serve 
per disegnare sullo schermo (monocro- 
matico 0 . con risultati più spettacolari. 
RGB), FORMS, che serve per la gene- 
razione e gestione di ogni tipo di modu- 
lo. 

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combinare in maniera semplice il testo 
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I Generatore di testo 
DHGR 

di Marcello Fini - Argenta (FÉ) 

Il lavoro che sottopongo è un gene- 
ratore di testo che, a differenza della 
quasi totalità di quelli conosciuti, la- 
vora in Doppia Alta Risoluzione 
(DHGR) a 80 colonne. 

Oltre a questa particolarità però, fa 
anche altre cose interessanti che mi 
pare il caso di menzionare. 

Innanzitutto è (quasi) perfettamente 
comparabile allo schermo standard 
Apple: inverse, normal, uppercase, lo- 
wercase sono disponibili normalmente 
e, per di più, in tutti i set di caratteri 
formato Tool Kit. 

Non dispone ovviamente del modo 
Flash, che comunque non è normal- 
mente disponibile in 80 colonne. 
(Contrariamente a quanto si crede è 
però possibile ottenerlo; provate con 
POKE 49166,0!). 

Supporta inoltre i limiti di finestra 
fìssati dalle famose locazioni 32; 33: 
34; 35 per la scrittura, la pulizia scher- 
mo (control «L») e lo scroll del video. 
Ma c'è di più: la versione scrìtta per 
lavorare con PRODOS alloca (e pro- 
tese) se stessa tra il BASIC. SYSTEM 
e i file buffer senza bisogno dì usare 
HIMEM. Lo schermo DHGR è sem- 
pre accessibile digitando (!) PR£S, do- 
po di che si comporta come se avessi- 
mo invocato il più sensato (per il Ile) 
PR£3. 

Se poi si pensa che la routine occu- 
pa solamente 620 byte di RAM (-1-768 
per il set), mi sembra che valga la pena 
digitarla. 

Veniamo ai lati negativi. 

È ovvio che dovendo manipolare 
una grande mole di dati, le operazioni 
risulteranno essere penalizzate soprat- 


tutto per quanto riguarda la velocità. 
Prima sorpresa; per quanto riguarda 
la stampa da Basic, la velocità è risul- 
tata essere circa la metà del corrìspon- 
dende schermo a 80 colonne. 

Soddisfacente se si tiene conto che 
ogni operazione è per forza di cose 
molto complessa e, per di più, viene 
eseguita anche nel sottostante scher- 
mo di testo per avere la possibilità di 
recuperare con i tasti cursore le scritte 
sul video. 

Le cose sono un po' più pesanti per 
quanto riguarda la velocità dì scroll 
del video: ogni scroll a pagina piena 
richiede circa 3 decimi di secondo, 
contro i circa 0,3 decimi in 80 colonne 
testo. 

Fermo restando che una utility di 
questo tipo non è da utilizzarsi per li- 
stare lunghi programmi in Basic, vor- 
rei soffermarmi un attimo sul signifi- 
cato dei tempi di esecuzione. 

Ad ogni scroti l'apposita routine de- 
ve spostare 16 Kb dì pagina grafica te- 
nendo conto della paginazione della 
grafica DHGR. dei limiti della finestra 
dì schermo e deH'«ordine sparso» del- 
le lìnee grafiche Apple, cancellando 
inoltre l'ultima lìnea di schermo (8 lì- 
nee DHGR) ed eseguendo anche lo 
scroll dello schermo 80 Col per i moti- 
vi precedentemente esposti. 

Se allora pensiamo che, in Basic, so- 
lo per un loop che sposti 16K senza te- 
nere conto di niente occorrono circa 6 


Figura 1 



minuti, penso che possiamo ritenerci 
soddisfatti. 

Voglio comunque ricordare che, co- 
m'è intuibile, la velocità aumenta rim- 
picciolendo la finestra vìdeo. 

Contrariamente a quanto si potreb- 
be pensare, sostituire la routine che 
genera l'indirizzo delle lìnee grafiche 
con una tabella precalcolata non porta 
vantaggi visibili e, considerata la gran- 
de occupazione di memoria, non con- 
siglio quindi la modifica. 


istruzioni per i'i 


Questa routine è salvata in formato 
sorgente con il nome di TEXT.PRO- 
DOS (funziona solo con questo siste- 
ma operativo). 

L'operazione dì caricamento è un 
po' macchinosa perché il codice è divi- 
so in due parti più il set di caratteri. 

Occorrerà allora digitare il listato dì 
figura 1 poi quello dì figura 2 e. dopo 
avere inserito il disco TOOL KIT 
BLOAD QUELLOCHEVOLETE.- 
SET. AS2I00. Salvare quindi il tutto 
con 

BSAVE ■reXT.GENERATOR, A$2000, L$700 

Convertite quindi il file a PRODOS 
con le utility dì sistema e. se proprio 
volete apprire dei maghi, salvatelo in 
formato SYS. 

Quando digiterete 
-TEXT.GENERATOR 

non succederà proprio nulla, ma non 
lasciatevi ingannare. 

Il rilocatore avrà spostato ì buffer 
PRODOS con rinteressantissima rou- 
tine SBEF5 e avrà allocato text.gen e 
char.set al loro posto linkandoli al BA- 
SIC. SYSTEM. senza dimenticare di 
marcare come occupato tale spazio nel 
PRODOS SYSTEM BIT MAP. 

Lo schermo DHGR sarà ora nello 
slot 5 e scrivendo PILCS... 


MCmicrocomputer n, 59 - gennaio 1987 


155 



software 


■ Screen Save & Restore 

]| secondo lavoro che vi invio è sen- 
z'altro il più originale sia come funzio- 
ne che come soluzioni utilizzate. 

Si tratta in breve di un programma 
che, in un tempo ragionevole, (<0.4 
sec), salva la pagina grafica DHGR 
permettendo poi dì recuperarla. 

Una utility dì questo tipo è utilissi- 
ma, in quanto permette, volendo ad 
esempio aprire delie finestre sulla pa- 
gina grafica, di ripristinarne poi facil- 
mente il contenuto. 

Naturalmente, dati i tempi ridottis- 
simi, questa operazione non coinvolge 
i dischi, ma si svolge completamente 
in RAM. 

Siccome ogni pagina DHGR occu- 
pa 16 Kb non sarebbe stato possibile, 
a costo di rinunciare a programmare, 
compiere il salvataggio nella memoria 
che abitualmente usiamo. 

Ho però pensato che il Ile possiede 
il famoso Auxbank da 64K: perché 
non sfruttarlo? 

È cosi possibile salvare, senza parti- 
colari problemi, fino a due pagine 
DHGR, che possono salire a tre utiliz- 
zando la seconda language card che. 
essendo però paginata, complica un 
po' la vita a chi volesse espandere la 
routine. 

Siccome molte utility in memoria 
occupano spazio prezioso che è invece 
disponìbile in quantità in Auxbank, 
ho pensato di piazzare là anche la rou- 
tine stessa (SCOO): nella memoria prin- 
cipale (a S300) risiede solo il link che 
gestisce le chiamate da programma e 
si occupa di «saltare il banco». 

A proposito del metodo di chiamata 
ho pensato che le antiestetiche POKE 
& CALL fossero da scartare; rimaneva 
il solito &, ma ciò avrebbe precluso 
l'utilizzo di altri tool. 

Ho perciò optato per un'altra solu- 
zione che penso sia veramente una no- 
vità. Tutti sappiamo che il Ile non ge- 
stisce il registratore a cassette; sappia- 
mo però che il Basic che abbiamo in 
ROM è sostanzialmente equivalente a 
quello del Ile. Essendo assenti però le 
routine I/O cassette del monitor, i vari 
LOAD, SAVE. STORE, RECALE 
hanno un effetto diverso; quando uno 
di questi comandi viene invocato, il 
Basic esegue un JSR S3FS, ovvero al 
puntatore dell'ampersand (&). 

Ciò è facilmente verificabile; infatti 
una qualsiasi estensione che sfrutti & 



possibile peó rico c c h 
provocato la chiamata analizzando il 
contenuto del registro Y del processo- 
re, che contiene un valore associato al 
comando Basic eseguito. 

Ho perciò sfruttato i due statement 
STORE e RECALE per implementare 
la routine descritta. 

Avendo poi la possibilità di salvare 
due pagine distìnte, utilizzando due 
routine Applesoft ne ho modificato la 



Da programma Basic invece non c'è 
alcun problema. 

Rimane da chiarire come è possibile 
usare anche altre estensioni &, dato 
che viene sfruttato io stesso puntatore 
S3F5. 

Per ottenere ciò bisogna prima lan- 
ciare il tool che usa l'ampersand e poi 
la nostra routine STORE&RECALL. 

Il primo tool setterà naturalmente il 
puntatore al proprio entry point. e la 
nostra routine invece... farà lo stesso. 


se si lavora in PRO- 
DOS. digitando in modo direno STO- 
NE(N) si otterrà SYNTAX ERROR. 

' è STORE è anche un co- 




156 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


software 


Anche assemblare questa routine 
non è una operazione intuitiva, visto 
che il codice è diviso in tre moduli. 

Digitare allora i listati di Hgura 3. 

Salvare quindi il tutto con 
BSAVE SCREEN.SYS, AS2000, LS300 

Una volta dato il BRUN i comandi 
saranno disponibili e l'unica zona oc- 
cupata sarà a S300 (una settantina di 
byte). 

La routine funziona senza problemi 
con DOS e PRODOS (non usare il di- 
sco virtuale /RAMI!!). 

Chi volesse cimentarsi in modifiche 
potrebbe sistemare il BASIC. link tra il 
BASIC.SYSTEM e i buffer con lo 
stesso sistema usato per il text.genera- 
tor, oppure preparare una versione di 
quest’ultimo che lavori in AUXRAM 
(non dovrebbe essere particolarmente 
difficoltoso). 

In questo modo, oltre a potere usare 
l'orologio in contemporanea, si po- 
trebbero avere in memoria le due utili- 
ty occupando non più di 255 byte di 
spazio utente! 

Tutte le routine descritte fanno uso 
di codici 65C02 e. sfruttando preroga- 
tive del Ile, girano solo su questa mac- 
china; penso però che il TEXT.GEN 
possa funzionare senza problemi an- 
che sul Ile enhanced. 


I Mouse facile 

dì Stefano Riva 
Cinisello Balsamo (MI) 

Il programma permette di gestire il 
mouse II da programmi Basic molto 
più agevolmente e velocemente che 
tramite le solite operazioni (PRINT 
CHRS(4) «PR£4»: PRINT CHRS(l): 
PRINT CHRS(4) «PRilO» per accen- 
dere il mouse, PRINT CHRS(4) 
«IN£4»; INPUT «»; X,Y,S; PRINT 
CHRS(4) «IN£0» per leggerlo ed infi- 
ne PRINT CHRS(4) «PR£4»; PRINT 
CHRS(O): PRINT CHRS(4) «PR£0» 
per spegnerlo). 

Inoltre, il programma esplora auto- 
maticamente culti gli slot del computer 
per scoprire in quale sia inserito il 
mouse, cosicché non è necessario che 
l'utente gli fornisca il numero di slot 
in cui è alloggiata la periferica. 



Per utilizzare il programma, dopo 
averlo inserito occorre eseguire CALL 
768 per inizializzarlo (se è già residen- 
te su disco, è sufficiente utilizzare 
BRUN invece che BLOAD per cari- 
carlo). Dopo aver fatto questo, sono a 
disposizione i seguenti comandi: 


CALL 918 = Accende il mouse. 

CALL 949 — Lo spegne. 

USR(1) «Posizione orizzontale dei mou- 
se (0- 1023). 

USR(2) =Posizione verticale (0 - 1023). 
USR(3) -Stato del pulsante (1 premuto. 
0 rilasciato). 

L'aspetto più interessante del pro- 
gramma è l'impiego per le letture della 
funzione USR del Basic, la quale per- 
mette una grande semplicità di utiliz- 
zo, al posto di astruse PEEK(n) x PE- 
EK(n-i-l) • 256 che sarebbero neces- 
sarie se essa non fosse utilizzata. L’im- 
piego del mouse risulta in tal modo 
semplice come per joystick e paddle 
(funzione PDL). 


l'istruzione USR, scrivendo Tindirizzo 
a cui dovrà passare il controllo ($339) 
nelle locazioni SB ed SC, quindi il 
controllo ritorna al Basic. 

Da $339 a S395 il programma gesti- 
sce l'istruzione USR. agendo diretta- 
mente sul suo buffer (che pane da 
S9D) per l'input ed utilizzando la rou- 
tine delle ROM del Basic a SE2F2 
(che scrive nel buffer il valore conte- 
nuto nell'accumulatore come byte alto 


Programma dimostrativo in Basic 


10 TEXT I HOME I CALL 748i CALL 910 

20 PRIWr ‘IL MOUSE E' NELLO SLOT * PEEK (?) - 19Z'-, MUOVILO'’! VTAB lOl 
KTAB 10! PRINT ’X’ SPC( 9)’Y* SPCt 9)*S’ 

JO UTAB 12l KTAB lOi PRINT USR <1>' ’i UTAB IZi KTAB 20: PRINT USR ( 
2)’ ‘I UTAB I2i KTAB 30i PRINT USR (3) 
aO GOTO 30 


Funzionamento 


Nella parie tra $300 ed $32F, il pro- 
gramma esplora gli slot e scrive nella 
locazione 7 il numero dello slot -l- 
$C0 (questo valore sarà in seguito 
sfruttato dalle altre routine per acce- 
dere al firmware del mouse); perciò, 
se dopo avere inizializzato il program- 
ma la locazione 7 viene cambiata per 
qualsiasi motivo, occorre rifare CALL 
768. Se il mouse non è in nessuno slot, 
viene generato il messaggio d'errore 
Applesoft «OUTOF DATA ERROR» 
•(sarebbe stato più adatto «I/O ER- 
ROR» 0 «DEVICE NOT CONNEC- 
TED» del ProDOS. ma ho preferito 
non toccare il sistema operativo). 

Fra $330 ed $338 viene inizializzata 



e nel registro Y come byte basso). Se 
l’argomento della USR non è fra 1 e 3, 
viene generato il messaggio «ILLE- 
GAL QUANTITY ERROR». 

Tra $396 ed S3B4 è situata la routi- 
ne che accende il mouse e, infine, tra 
$3B5 ed $3C3 quella che lo spegne. 


Compatibilità 


II programma è stato scritto e verifi- 
cato sui mio Apple Ile, ma dovrebbe 
essere utilizzabile su qualsiasi Apple 
li, dato che durante la stesura ho po- 
sto la massima cura nell'evitare istru- 
zioni specifiche del microprocessore 
65C02 e. come suddetto, il programma 
può lavorare su ogni slot; non solo sul 
numero 4. Per quanto riguarda il siste- 
ma operativo, non ci sono problemi: il 
programma funziona sia in DOS 3.3 
che in ProDOS. 


Routine del Firmware del mouse 
utilizzate 

Iniims — 

Inizializza il mouse. 

Seims « 

Accende o spegne il 
mouse a seconda del 
contenuto dell'accumula- 
tore (1 0 0). 

Readms — 

Legge i dati del mouse 
(posizione e stato del 
pulsante) e li trasferisce 
nei «buchi di schermo». 


N.D.R. 

Esiste un modo ancora più semplice 
di utilizzare il mouse: a patto di ac- 
contentarsi di un range tra 0 e 255 si 
può leggere il mouse tramite le funzio- 
ni PDL(O) e PDL(l): ovviamente dopo 
averlo attivato con PR*t4; PRINT 
CHRS(I): PR»0. MC 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


167 







a cura di Tommaso Pantuso 


I Grafici 3D 

di Luciano Uzzo - Collegno fTO> 

Come me. canti studenti, hanno do- 
vuto affrontare lo studio delle prime 
nozioni di trigonometria, (seni, coseni, 
tangenti, ecc.), per non parlare dei gra- 
fici tridimensionali. 

Ora. grazie all'ausilio del C-128 an- 
che a chi ha poca dimestichezza con la 
matematica, questi argomenti possono 
risultare addirittura divertenti. 

Inoltre, vi assicuro che appena viste 
le immagini tridimensionali che si pos- 
sono ottenere, ognuno sarà tentato di 
sviluppare delle proprie equazioni. 


Il programmo 


Linee 10 - 160: PROGRAMMA PRINCIPALE 
Unee 170 - 190: LA FUNZIONE 
Linee 230 • 480: DRAW GRAFICO 
Linee 490 - 510 FERMA L'IMMAGINE 
Linee 520 - 600 MENU 
Linee 610 - 820 INTESTAZIONE 
Linee 630 - 850 MODIFICA FUNZIONE 
Linee 860 - 950. SALVA GRAFICO 
Unee 960 - 1060: CARICA GRAFICO 
Linee 1070- 1090, RESET 


Le linee 10-160 saltano alTintesia- 
zione (linee 610-820), richiedono il co- 
lore del grafico della funzione, memo- 
rizzata nelle linee 170-190. preparano 
lo schermo ed immagazzinano te coor- 
dinate dei punti che comporranno il 
grafico. 

Il loro calcolo richiede un certo 
tempo, che varia a seconda della com- 
plessità della funzione. 



158 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



software 


I Supermon 128 

dì Marco Lusini ■ Arezzo 

Questo programma è stato pensato come estensione 
del già abbastanza completo monitor del C-128, al quale 
a^iunge numerosi comandi che permettono di gestire fa- 
cilmente lo Z-80 usando i mnemonici dello Zilog, di acce- 
dere alla video ram e tante altre cosine interessanti. 

Esso nasce da uno studio del tutto personale della 
ROM del monitor e dalla lettura dell'articolo apparso sul 
N. 56 di MC dove si spiegava come poter «accendere» lo 
Z-80. Poiché i programmatori della Commodore non han- 
no fornito i mezzi per usare questa e tante altre possibilità 
del 128, al povero «smaneltone» frustrato non resta altro 
che armarsi di buona volontà e crearseli da solo; cosi co- 
minciando dal disassembler per MSX di Dario Neddi pub- 
blicato sul numero 45 di MC (unico riferimento in mio 
possesso per quanto riguardava l’Assembler dello Z-80) il 
Supermon 128 ha cominciato a prendere forma routine do- 
po routine. 

Dopo aver caricato il programma in memoria è neces- 
sario entrare nel monitor digitando MONITOR o F8. A 


questo punto dare il comando diretto «G 2F00» ed il pro- 
gramma risponderà mostrando i registri deH’8502 come se 
fossimo appena entrati nel monitor con la differenza che 
ora sono disponibili tutti i nuovi comandi e banchi di me- 
moria. 


I Banchi Speciali 


Per prima cosa parliamo dei nuovi banchi di memoria 
divenuti ora accessibili; infatti, modificando le routine per 
la gestione della memoria del 128, è possibile usare la 
RAM dell’8563 (processore video) come se fosse mappata 
nel secondo banco (N.B. Poiché rSS63 vede al massimo 
I6K, dopo S4000 le locazioni si ripetono): nel terzo banco 
troviamo la memoria vista dallo Z-80 compresa quindi la 
ROM interna del microprocessore e infine nel decimo pos- 
siamo accedere alla RAM del disco, previa inizializzazione 



Dopo la visualizzazione del grafico 
si passa ad un menu composto da 4 
opzioni: 

1 MODIFICA FUNZIONE 

2 SALVA GRAFICO (su disco) 

3 CARICA GRAFICO (da disco) 

4 RESET 



MCmicrocompuler n. 59 - gennaio 1987 


159 




software 


con il comando U. Ad esempio: per scrivere una «®» in al- 
to a sinistra nello schermo a 80 col. basterà digitare: 
>20000 00 <ret> 

per disassemblare la ROM dello Z-80: 

P 30000 <ret> 

e per esaminare il bufTer 0 del disco: 

■' <rel> 

M A0300 <ret> 


i Nuovi Comandi 


B-lock Sintassi: B 

Mostra la traccia e il settore dell'ultimo blocco del di- 
sco coinvolto in operazioni di I/O. 

Es: B 

TRACK: -M8 SECTOR: -1-01. 

E-xecute Sintassi: E <lndlrizzo> 

Inizia l'esecuzione di una routine nella memoria dei di- 
sco aH’indirizzo specificato. Deve essere stato precedente- 
mente impartito il comando U. 

Es: E EAAO 

Esegue la routine dì reset del 1541. 
l-n Sintassi: I <lndirlzzo> <traccia> <settore> 

Carica aH'ìndirìzzo il blocco del disco specificato dai 2 
byte seguenti: 

Es: I 1000 +18 + 01 

Carica in 1000-1100 il primo blocco della directory. 
K-all Sintassi: K <indlrlzzo> 

Esegue un programma in modo Z-80; se si desidera un 
ritorno al monitor il programma deve finire con RET. Al 
rientro sono mostrati ì principali registri dello Z-80. 
Es;KO000 

Resetta completamente il C-128. 

0-ut Sintassi: O <indlrlzzo> <traccia> <settore> 

Memorizza su disco il blocco indicato daH'indirizzo. 
traccia e settore. Usatelo con attenzione perché non chiede 
conferma. 

Es: 0 1000 +18 +01 

Salva il primo blocco della directory. 

P-rint Sintassi: P [< Indirizzo 1 >] (< Indirizzo 2>] 
Disassembla una routine in Assembler Z-80. 

Es: P FFEO 
I FFEO F3 DI 

Mostra la routine che permette il passaggio dallo Z-80 
all’8502. 

Q-uit disk Sintassi: Q 

Chiude i file aperti da U escludendo la memoria del di- 
sco. 

Es: Q 

U-se disk Sintassi: U 

Inizializza il disco per poter usare il banco 10. 

Es: U 

00. OK. 00. 00 

W-rita Z-80 Sintassi: W <lndirlzzo> <mnamonlco> <operan- 
do> 

Permette di scrivere routine in Assembler per lo Z-80. 


Gli operandi in esadecimale devono essere necessariamen- 
te preceduti da S: le istruzioni RST nn non necessitano di 
«$>. 

Es: W 01800 LD A. $00 
W 01802 RST 08 


Z-80 Sintassi: Z 

Mostra i registri principali dello Z-80. 

Es: Z 
Z-80 

SP AF BC DE HL IX lY 

.4000 0000 0000 0000 0000 0000 0000 

, Sintassi: , <reglstrl> 

Serve a modificare il valore dei registri che lo Z-80 use- 
rà in seguito all'Istruzione K. 

Es: . 6000 

Posiziona lo Stack Pointer a 6000. 

ISintsssl:l<indlrlzzo> <byta> 

Consente di modificare un listato Z-80 agendo diretta- 
mente sui codici delle istruzioni. 

Es: ! 01800 0120DO 


Descrizione tecnica 


Il Supermon fa largo uso delle routine del monitor de! 
128, quindi converrà elencarne le principali con un breve 
commento. Ciò che segue è frutto delle mie fatiche e non 
deriva da nessun testo o rivista. 

Nelle seguenti note indicherò con Ind. 1 il primo indi- 
rizzo che viene memorizzato in S60-S61-S62 dalle routine 
che necessitano un indirizzo, e con Ind. 2 il secondo indi- 
rizzo memorizzato in S66-S67-S68; in entrambi i casi i pri- 
mi due byte indicano l'indirizzo e il terzo il banco a cui si 
riferisce. 

(032E) Vettore per esecuzione comandi: normalmente punta a 
B006 ma modificandolo si possono aggiungere comandi propri. 
6050 Esegue II comando R. 

80B8 Loop principale di accettazione comandi e di salto alle relati- 
ve routine. 

BOBC Entry Point per gli errori: stampa ? e torna al loop principale. 
80E3 Esegue II comando X. 

BOFC Tabella con gli indirizzi delle routine dei comandi. 

BUA Legge un byte puntato da (lnd.2). Y. 

B12A Scrive un byte puntato da |lnd.2). Y. 

B152 Esegue il comando M. 

B1AB Esegue il comando >. 

BIOS Esegue II comando G. 

81DF Esegue II comando J. 

B231 Esegua il comando C. 

B234 Esegue II comando T. 

B337 Esegue I comandi S, L. V. 

B3DB Esegue il comando F. 

8406 Esegue II comando A e il comando. 

B599 Esegue II comando D. 

6504 Oisassembla 1 linea a partire da lnd.1. 

B7A7 Accetta un byte o indirizzo da tastiera: è usata da quasi tutti I 
comandi per ricevere t propri parametri. Ritorna con Cariy settato 
se non ha trovato alcun byte valido, altrimenti ritorna il dato In 
lnd.1. 

B892 Stampa lnd.2 in esadecimale. 

B8C2 Stampa il byte nell’accumulatore In forma esadecimale. 
B8D2 Trasforma Tace, nel due caratteri Asci! corrispondenti alta 
sua forma esadecimale e II immette nell'acc. e nel reg. X. 

B901 Trasferisce lnd.1 in lnd.2. 

B90E Fa la differenza tra lnd.2 e lnd.1 e salva il risultato In $60. 
(usata dal comandi con due Indirizzi), 

B922 Oecrementa di 1 Ind.1. 

B924 Sottrae Tace, da lnd.1. 

B950 Incrementa di 1 lnd.2 
B952 Aggiunge Tace, a lnd.2 
B960 Oecrementa di 1 lnd.2 
BA90 Esegue II comando «. 


160 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 




Segue ora l'elenco delle routine principali che compon- 
gono Supermon, anch'esse con un breve commento; come 
potrete notare Supermon è locato in una posizione un po' 
strana, cioè da S02000 a S02B00 e da SOEOÒO a SOFDOO; 
ciò è dovuto al fatto che esso era nato come una semplice 
routine facilmente rilocabile e non aveva nessuna pretesa 
di diventare quello che è ora. Comunque la sua posizione 
ha il vantaggio di lasciare spazio per brevi programmi in 
Basic (SICOO-SIFFF) e per lunghi programmi in l.m. 
(S2B00-SDFFF), non interferendo allo stesso tempo con 
quei programmi che usano lo spazio per le versioni stranie- 
re (S1400-SI7FF), i buffer dell'RS-232 ecc. 

N.B. Tutte le routine che accedono allo Z-80, disabili- 
tano prima il modo FAST, altrimenti si inchioda tutto 
quanto. 

225D Esegue II comando p. 

229B Prepara l'Indirizzo per II banco speciale 2. 

22AE Legge un byte In Z-60 mode: indirizzo In $2166-S21G7 e dato 
In $2166. 

22B9 Scrive un byte In Z-80 mode; indirizzo in $2166-82167 e dato 
In $21 BE. 

22C3 Esegue la routine 22A8. 

22C6 Esegue la routine 22B9. 

22E6 Prepara l'indirizzo per il banco speciale 3. 

22F5 Nuova routine INDFET. 

2351 Nuova routine INDSTA. 

23A8 Nuova routine INOCMP. 

23E1 Codice Z-80 usato da K per aggiornare I registri e cblamare la 
subroutlne. 

2410 Esegue II comando K. 

2449 Esegue II comando Z. 

2492 Esegue II comando !. 

2516 Esegue II comando U. 

2573 Esegue II comando E. 

259B Esegue II comando.. 

25B6 Esegue II comando W. 

27B8 Prende I parametri per I e O e apre I llle necessari. 

2805 Manda II comando di I/O per un blocco. 

2826 Trasforma un byte In due cifre decimali, che sono Immesse 
nelTacc. e nel reg. X. 

264B Esegue II comando I. Termina con un salto all'Interno del co- 
mando M. 

287A Esegue II comando O. 


software., 


28C3 Esegue II comando B. 

28FA Esegue il comando Q. 

2A00 Riconosce e esegue I comandi; se non trova II comando pro- 
segue a SB006. 

2F00 Iniziallzza II tutto. ^ 

EOOO Tabella degli opcode e relativi mnemonici senza prefisso. 
E975 Tabella degli opcode con prefisso $CB. 

F313 Tabella degli opcode con prefisso $DD. 

F519 Tabella degli opcode con prefisso SED. 

F725 Tabella degli opcode con prefisso $FO. 

F92B Tabella degli opcode con prefisso $OOCB. 

FAEF Tabella degli opcode con prefisso $FDCB. 

Ancora due parole sul come creare banchi di memoria 
a proprio piacimento: per fare ciò è necessario modificare 
le routine INDFET, INDSTA, INDCMP in pagina 2 per 
farle puntare a routine scritte appositamente da noi, le 
quali controlleranno se il banco interessato è uno dei ban- 
chi speciali 0 no: se non lo è, si proseguirà con la normale 
routine, altrimenti si calcolerà l'Indirizzo interesssato e si 
preleverà il byte nel modo più opportuno. 

Ad esempio supponiamo di voler intercettare le opera- 
zioni di memoria nel banco 2, (cui corrisponde il valore 
SBF per il CR della MMU) per farle eseguire nella VIDEO 
RAM ; bisogna modificare le routine nel modo indicato nel 
riquadro sottostante. 

Utilizzando questa tenica non dovrebbe essere difficile 
per i fortunali possessori delle espansioni RAM per il C- 
128 scrivere delle routine che possano accedervi facilmen- 
te anche da Basic con delle semplici POKE e PEEK in un 
banco speciale. «c 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


161 



I Music 64 

(li Paolo yerroccliio ■ Pescara 

Questo programma consente di far 
suonare semplici melodìe al vostro 
Commodore 64, scrivendole diretta- 
mente su un pentagramma disegnato 
sullo schermo. Il programma ridermi- 
sce alcuni caratteri per rappresentare 
le note e le pause; i dati corrisponden- 
ti alle sagome dei nuovi caratteri occu- 
pano 2 Kb a partire dalla locazione 
2048. Questo però é solitamente il byte 
iniziale della RAM Basic, cioè di quel- 
la parte di memoria RAM in cui sono 
memorizzati i programmi Basic. 


Per evitare quindi una disastrosa so- 
vrapposizione tra dati e programma 
bisogna spostare la RAM Basic, facen- 
dola partire alia locazione 4096. In so- 
stanza prima di iniziare a battere il 
programma dovrete digitare 
POKE 44,16:POKE 409S.0 
e ogni volta che vorrete ricaricare il 
programma battete 
POKE 44.16:POKE 4096,0:LOAD -MUSIC" 


Impiego del programma 


Dato il RUN si dovrà attendere 
qualche istante, il tempo necessario 
per leggere i dati relativi ai nuovi ca- 


ratteri. allo Sprite e alle note du suona- 
re. Subito dopo apparirà un penta- 
gramma dall'estensione di 2 ottave sul 
quale si può muovere uno Sprite di 
forma quadrata tramite i tasti-cursore 
(quelli con le frecce, per intenderci) 
sia in senso verticale, per scegliere la 
nota, sia in senso orizzontale, per pas- 
sare ad un'altra nota. Sopra il penta- 
gramma vi è un rigo in cui è indicato 
che valore avrà la nota o la pausa che 
si sta per scrivere; naturalmente que- 
sto valore può essere modificato come 
vedremo in seguito. Oltre a queste in- 
formazioni vi è indicato anche il nu- 
mero della pagina su cui si sta lavo- 
rando. Le pagine disponibili sono 30, 
numerate da 0 a 29, ognuna contenen- 
te 13 note o pause, per cui la melodia 
non può essere più lunga di 390 note. 
Sotto il pentagramma troviamo un pri- 
mo menu che comprende le seguenti 
opzioni: 

NOTA; si abilita premendo «N» e 
si ottiene la nota specificata dalla po- 
sizione del cursore, questa nota avrà 
come valore quello specificato nel rigo 
sovrastante il pentagramma. 

NOTA DIESIS; si abilita con Shift 
-t- «N». è uguale all'opzione prece- 
dente, solo che la nota sarà diesis, cioè 
aumentata di un semitono. 

PAUSA: abilitata tramite il tasto 
«P» serve per ottenere una pausa del 
valore specificato nel rigo sovrastante 
il pentagramma. 

VALORE NOTA: si ottiene col ta- 
sto «1», incrementa il valore della no- 
ta indicato neU'ormai famoso rigo del- 
le informazioni. 

VALORE PAUSA: ottenuta tramite 
il tasto «2», funziona come la prece- 

MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 





dente ma invece del valore della nota 
incrementa il valore della pausa. 

PUNTO: si abilita premendo «3» e 
aggiunge ai valori della nota e della 
pausa un punto: cioè il valore di una 
nota o di una pausa viene aumentato 
della metà del valore stesso. 

(Ad esempio una nota del valore di 
2/4 seguita da un punto varrà 3/4). 

CANCELLA PAGINA; con questa 
opzione, ottenuta tramite FI, si cancel- 
la la pagina su cui si sta lavorando. 

CANCELLA MELODIA: questa 
opzione invece, ottenibile con F3, ser- 
ve per cancellare l'intera melodia. 

CANCELLA NOTA: si abilita pre- 
mendo F5 e serve per cancellare la no- 
ta o la pausa su cui si trova il cursore. 

INSERISCE NOTA: si abilita con 
F7 e si usa per aggiungere delle note o 
delle pause di cui ci si è dimenticati in 
un primo momento. Grazie a questa 
opzione si crea uno spazio nel punto 
in cui è posizionato il cursore, e tutte 
le note successive scalano di un posto. 

Sopra il pentagramma e sopra il ri- 
go delle informazioni troviamo un al- 
tro menu composto dalle seguenti op- 
zioni: 

SUONA: si abilita con «S» e dopo 
aver fatto questa scelta ci apparirà un 
altro menu formato dalle seguenti vo- 


I Strino Search 

di Ben Biaise - Quanti Sani'Elena 

Stnng Search è un programma per il 
C-64 corredato di disk drive e la sua 
funzione è quella di cercare una se- 
quenza di stringhe o codici ASCII a 
scelta dell'utente, sul disco, fornendo 
come risultato finale il numero di trac- 
cia e settore nel quale o nei quali essi 
sono registrati. 

La caratteristica principale è che, 
per eseguire tale ricerca, il programma 
non trasferisce tutti i dati dal disco al- 
la memoria del computer (il che ri- 
chiederebbe un tempo notevole sia in 
Basic come pure in L.M.), ma lavora 
mediante una routine in L.M. situata 
nel buffer del drive per cui l'esame di 
tutti i settori del disco, compresi quelli 
situati sulla traccia 18, richiede un 
tempo medio di circa 3 minuti. 

Esso può quindi essere utilizzato 
per le numerose applicazioni che ri- 
chiedono il ritrovamento sul disco di 
un testo o di una serie di comandi di 
un linguaggio di programmazione (per 
esempio «jsr ffdS») evitando le noiose 
ricerche «manuali» con un disk moni- 
tor. 

Passo ora ad una descrizione più 
dettagliata del programma, rimandan- 
do al commento allegato ai listati per 
ulteriori informazioni. Le note princi- 
pali del programma sono: 


ci: I) STRUMENTI 2) METRONO- 
MO 3) ESECUZIONE 4) FINE. 
Premendo I si sceglie con quale stru- 
mento suonare la melodia. Gli stu- 
menti disponibili sono 6: pianoforte, 
flauto, violino, cembalo, xilofono, or- 
gano. 

Premendo 2 si sceglie la velocità con 
cui suonare la melodia; essa varia da I 
a 9 e per default è uguale a 4. 
Premendo 3 si passa all'esecuzione ve- 
ra e propria. Il computer ci rivolgerà 
alcune domande per sapere quante so- 
no le pagine su cui sono scritte le note 
(o le pause) da suonare e qual è la pri- 
ma; immessi questi dati esso suonerà 
la melodia. L'esecuzione è ciclica, nel 
senso che dopo aver finito, il compu- 
ter ricomincia da capo; per fermarla 
basta premere lo spazio, 
premendo 4 si ritornerà al pentagram- 
ma. 

REGISTRA; si abilita con «R» e 
serve per registrare la melodia su un 
registratore a cassette. 

CARICA: si abilita con «C» e serve 
per caricare una melodia precedente- 
mente salvata sul registratore. 

FOGLIO: si abilita con «F» e si usa 
per passare ad un'altra pagina. 

END: abilitata con «E» serve per 
uscire dal programma. 


software^ ,^,iz 


Per chi vuole il listato 


Il listato di questo programma è lun- 
go alcuni metri. In conseguenza di ciò 
si è ritenuto opportuno non pubblicar- 
lo. sia perché avrebbe occupalo troppo 
spazio sulla rivista sottraendone ad altri 
argomenti, sia perché una digitazione 
senza enorì di un listato cosi lungo ap- 
pare poco probabile. 

Chi è interessato al programma può 
ordinare, secondo il solito sistema, il di- 
sco o la cassetta in redazione. È anche 
possibile «pescare» direttamente (e gra- 
tuitamente) il programma per via tele- 
matica, dal nostro servizio MC-Link; 
questo ovviamente vale per chi è attrez- 
zato in tal senso. Ricordiamo che per 
ottenere una casella su MC-Link è suffi- 
ciente telefonare (con un modem e un 
programma di comunicazione) al nume- 
ro 06/451021 1. 

Questo programma è disponibile su 
disco presso la redazione. Vedere l'elen- 
co dei programmi disponibili e le istru- 
zioni per l'acquisto a pag. 169. 


— ricerca in tutti i settori del disco 
di al massimo sei stringhe fino alla 
lunghezza di IO caratteri ciascuna o di 
al massimo sei sequenze di codici 
ASCII fino ad una lunghezza di IO co- 
dici per ciascuna sequenza: 

— l'esame di tutto il disco richiede 
un tempo di circa 3 minuti che può pe- 
rò allungarsi se il disco contiene molte 
stringhe corrispondenti a quelle cerca- 
te in quanto l'output del risultato al- 
lunga i tempi: 

— come risultato finale vengono in- 
dicati: I) il numero di traccia e settore 
nel quale è stata trovala una determi- 
nata stringa: 2) un numero tra 0 e 255 
(esso viene fornito sia in decimale che 
in esadecimale) che punta l'ultimo by- 
te della stringa trovata nell'ambito del 
settore, la quale può essere qundi fa- 
cilmente reperita mediante un disk 
monitor. 

Il programma consiste in due pani: 
una in Basic che carica la parte in 
L.M.. controlla l'input dei parametri 
di ricerca definiti daH'utenle ed infine 
avvia e guida la ricerca stessa: una in 
L.M.. situata nel buffer numero 2 del 
drive, che esamina il contenuto di cia- 
scun settore caricato nel buffer nume- 
ro l da parte del programma Basic e 
scrive il risultato della ricerca nei buf- 
fer numero 0 dove viene controllato 
dal programma Basic. In caso di esito 
positivo sarà trasferito nella memoria 


del computer. In questo modo si evita 
infatti il trasferimento di tutti i dati 
dal drive al computer attraverso il len- 
to bus seriale. 

Lo svolgimento del programma 
comprende: 

— il caricamento nel buffer del dri- 
ve della parte in L.M.; 

— l'ulenle decide poi se cercare del- 
le stringhe o sequenze di codici ASCII 
e quante di esse devono essere ricerca- 
te in ciascun settore (da I a 6): 

— segue l'input delle stringhe o co- 
dici ASCII controllato da parte del 
programma; 

— ad input concluso I parametri di 
ricerca sono trasferiti nel buffer 0 del 
drive dove vengono utilizzati dalla 
routine in L.M.: 

— inizia la ricerca vera e propria; se 
in un settore vengono trovate delle 
stringhe corrispondenti a quelle cerca- 
te. il risultato viene indicato sul video: 

— a ricerca conclusa, sarà chiesto 
aH'uteme se esaminare un altro disco, 
nel qual caso la ricerca sarà ripetuta 
con gli stessi parametri di prima senza 
la necessità di ripetere l'input. 

Vorrei infine segnalare che secondo 
il mio parere il programma contiene 
una serie di routine piuttosto interes- 
santi per quanto riguarda il controllo 
sull'inpui che, per essere scritte in ba- 
sic. sono abbastanza efficaci. 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


163 


software 



S$, B%. H$, H = variabili per la trasforma- 
zione di numeri decimali in numeri esadeci- 
maJi: H contiene il numero decimale al mo- 
mento dell'Ingresso nella rispettiva subrou- 
tine. HS il risultato finale 
CS = decide se vengono cercate stringhe 
o sequenze ASCII 

N$. N = numero delle stringhe - codici 
ASCII cercate (da 1 a S) 

ST$(z) o ST$(x,10) = stringhe - sequenze 
ASCII cercate 

LS(x) = lunghezza delle sequenze di codici 
ASCII (1-10) 

P = posiziona II cursore nell'input delle 

stringhe - codici ASCII 

ST$~controllo sull’input 

TI, T2, S = numeri di traccia e settore 

A$ - risultato della lettura di una locazione 

di memoria dei buffer del drive 

L, LI = posizionano II buffer-pointer 

A — numero delle stringhe trovate In un de- 


Oisassemblaio del programma in LM. 



terminato settore (max. 110) 

NOS — nome della routine in L.M. 

X$ = input s/n, return 

V, w, X, y, z — variabili per cicli for - next 


Commento al listato Basic 


90 - 160 — controllo sulle decisioni si/no 
dell'utente; 120 accende il cursore e svuota 


il buffer della tastiera; t30, 140 input. 150 
stampa N «> no sul video; 160 spegne il cur- 
sore 

460 - 700 = cerca nella directory del disco 
la routine in L.M. che serve per eseguire la 
ricerca delle stringhe nei singoli settori e la 
carica nel buffer #2 ($0500 - 05ff| del drive 
710 - 1130 = input delle stringhe o sequen- 
ze ASCII da cercare 



164 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



650, 940 — aprono la tastiera come file logi- 
co: -input# 1> — -Input- senza punto Inter- 
rogativo 

880, 990, 1110 = posiziona il cursore nella 
desiderata riga e colonna del video 
1000 - 1040 = controllo sull'input delle se- 
quenze di codici ASCII; devono essere 
compresi tra 0 e 255: il primo deve essere 
<> X (cioè di ciascuna sequenza scelta si 


deve immettere almeno un codice); non 
possono contenere altro che cifre o X per 
indicarne la fine 
1060 - 1090 = Idem 

1140 • 1430 - inizializza il buffer #0 ($0300 
- 03ff) del drive: In esso vengono infatti tra- 
sferiti tutti I parametri di ricerca (numero di 
stringhe cercate, la loro lunghezza ecc.) 
che servono poi alla routine in L.M., situata 


T cnfiroTEHi 
0 DIKSTSIHI :<30SUB2eCI,PaitrT 
- HìPPIKTSPC(«r'(t>0WI) 


TPSTIBHA 


»"(LZFT1. STRINGA," 


840 PRIHTSPCO) "IDOVmi IHAX. 10 CARATTCRI A STRINGA)'' 

680 POKE211.24;POKe314.P,SVSS8640:INPUT*l.STi(XI ,i: 
900 PRINT:PRINT8BC(15) -IDOWN) IDOWN) (OOWHI (CYN)VA B: 


) >1 060TOS8G 
‘'!POKE211.23,603UB9 


940 DIMSTXH.ia 


970 PRINTSPC<9) 'lOOWNI (X - PER PINE SEQIANZA)'- 
980 P-B,POKE647.4:PRlNT-'<PUR) " iF0RZ-lTO9STEP2; P-P- 
990 POK£2ll.l7:POK£214.P,SySSe<40!lNPUT«1.3Tliy,2l 
■ ■ LISTSlV.ZlXOORVALISTSIY.Zn >255GOT0990 


riLETT). SEQUENZA," 


1040 irST»-'X"GOTOmO 
iOSO POKE21l.3S,INPUrtl.ST»(y,Z< 


•6OTO990 
'ÀNDSTS< >"X"GOT0990 


0 lFST»-"X"GOTOmO 
0 POKE211.l8iP0KE214.22;SYS5864O,P 


Il >2SS60T01050 
X"OOTO1030 


"!P0KE211.25,S0SUB 


0 REH • IHIZIALIZZ. BUFFER D 


T'MUPl lUP) <UP) IROKTI (R6HT) INSERISCI IL B: 
3) "(DOWNIE PREMI ‘ RETURN"' ,GOSUB220 
) TRACCIA, SETTORE, BYTE NUMERO: C 




1 ,PRINT*3.CKRS<L1) : 


D- "X'THENLSIXl -V-l :GOTO1380 


X)-l:PRI>rr*3. CURI ILI) : 




• RICERCA STRINGHE ED OUTPUT 


SUL QUALE LAVORARE" 
■ ,GOSUB220:RESTORE:GOTOll90 


software 


0 


nel buffer #2. per la ricerca nel singoli set- 
tori (che del resto verranno caricati nel buf- 
fer # 1 ($0400 - 04ff» 

1210 • 1220 = carica il numero delle strin- 
ghe 0 sequenze ASCII cercate nella posizio- 
ne 0 ($0300) 

1230 - 1240 = carica l’inizio delle stringhe 
(80 ($0350), 90. 100 ecc.) in 16 ($0310), 17, 
18 ecc. 

1260 • 1330 = carica la fine delle stringhe 
(dipendente dalla loro lunghezza) in 22 
($0316), 23 24 ecc. ed infine le stringhe 
stesse nelle rispettive posizioni (per esem- 
pio: prima stringa = $0350, $1X351, $0352 
-< fine stringa) 

1340 • 1430 a idem per le sequenze ASCII 
1440 - 1568 » ricerca delle stringhe - se- 
quenze ASCII nel singoli settori ed output 
1480 • 1490 • caricano settore per settore 
nel buffer # 1 ($0400 - 04ff) ed eseguono la 
ricerca chiamando la routine L.M che inizia 
in $0506 (= U5) 

1500 = legge il risultata della ricerca nell'ul- 
timo settore che viene depositato nel buffer 
#0. locazione 64 ($0340): essa contiene in- 
fatti Il numero delle stringhe trovate In quel 
settore (max 1 10): se 0. viene caricato diret- 
tamente li prossimo settore 
1510 - 1540 := carica la posizione dell'ulti- 
mo byte nell'ambito del settore per ciascu- 
na stringa trovata che viene depositata a 
partire da 144 ($0390): output su video 
(traccia, settore, posizione ultimo byte) per 
ciascuna stringa. 



Poiché la routine lavora nel buffer #2 del 
drive ($0500 - 05ff), é stata assemblata nella 
memoria del computer a partire da $5006. 
Una volta copiato II listato, esse deve esse- 
re salvata sul disco che contiene la parte 
Basic con il nome di -ROUTINE L.U.- me- 
diante un monitor o Assembler, salvando da 
$5004 (!) - $5070 (proprio per poterla far 
partire da $0506). 

Essa lavora usando I parametri di iicerca 
che sono stati trasferiti dalla parte Basic in 
$0300 - $0390 del drive e deposita il risulta- 
to della ricerca nel singolo settore In $0340 
(numero delle stringhe - sequenze ASCII 
trovate In quel settore) e da $0390 In poi 
(posizione detl'ultimo byte delia stringa - se- 
quenza ASCII trovata nel settore). Uè loca- 
zioni di memoria nel buffer #0. importanti 
per la comprensione del suo funzionamen- 
to, sono le seguenti: 

$0300 » numero di stringhe ■ sequenze 
ASCII ricercete In ciascun settore 
80310 - $0315 = dà la posizione dell'Inizio 
delle stringhe - sequenze ASCII da 1 a 6 
80316 - $031b — dà la posizione della fine 
delle stringhe sequenze ASCII da 1 a 6 
80340 — numero delle stringhe - sequenze 
ASCII trovate In quel settore (max. 110) 
$0350 Inizio area stringhe - sequenze 
ASCII 

$0390 in poi = posizione ultimo byte della 
prima (seconda, terza ecc.) stringa - se- 
quenza ASCII trovata In quel settore. 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


165 


ftware 


a cura di Francesco Ragusa 



I Talk!! 

dì Gianpaolo Botiin • Bruino ITO) 

Avete mai pensato di far parlare il 
vostro computer? Bene, ora con que- 
sto programma potrete farlo. 

Prima di tutto occorre dire che con 
questo programma non potrete far di- 
re al computer qualunque parola ma 
potrete memorizzare un certo numero 
di parole (dipende dalla memoria di- 
sponibile) da far dire al computer per 
commentare le varie fasi di un gioco o 
airinierno di un qualunque altro pro- 
gramma. Spendiamo ora qualche pa- 
rola sulla teoria della sintesi vocale. Il 
computer per poter riprodurre la voce 
ha bisogno di dati che. utilizzati per 
pilotare Taltoparlanie, riproducano 
determinati suoni. Quindi per prima 
cosa serve una routine, ovviamente in 
linguaggio macchina, che trasformi 
degli impulsi sonori in dati numerici 
da memorizzare in una opportuna zo- 
na di memoria: tale routine si chiama 
«Digitalizzatore». 

Si vuole poi che il computer possa 
eseguire l'operazione inversa, cioè tra- 
sformi i numeri memorizzati in prece- 
denza in voce. Per fare ciò serve un al- 
tro programma in linguaggio macchi- 
na detto «Sintetizzatore». 

In seguilo vedremo in dettaglio co- 
me funzionano le routine di digitaliz- 
zazione e di sintesi, passiamo invece a 
vedere in pratica come si usa il pro- 
gramma TALK- 

Per far dire al tuo MSX la frase 
«GAME OVER» devi eseguire le se- 
guenti operazioni: 


1) Prendi un nastro pulito e, con 
parole ben chiare, registra la tua voce 
che dice «GAME OVER». Per espe- 
rienza personale ho notato che i mi- 
crofoni incorporati nel registratore so- 
no poco adatti allo scopo poiché han- 
no il difetto di registrare anche il ru- 
more del motorino del registratore 
provocando cosi un elevato rumore di 
inondo. L'ideale sarebbe di effettuare 
la registrazione con un registratore 
HI-FI e un microfono separalo. Com- 
pletata la registrazione riavvolgi il na- 
stro e posizionalo subito prima delle 
parole appena incise. 

2) Lancia il programma TALK!! e 
scegli l'opzione I del menu. Se la zona 
di memoria utilizzata va bene premi 
<S> quindi avvia il registratore e 
premi un tasto. 

3) Conclusa la digitalizzazione sei 
tornalo al menu. Ora scegli l'opzione 2 
per riascoltare la frase. Dopo aver pre- 
muto <S> per confermare i dati di 
default ascolterai la tua voce dire 
«GAME OVER». Se la riproduzione 
non dovesse essere molto chiara ripro- 
va a effettuare la digitalizzazione al- 
zando o abbassando il volume del re- 
gistratore. Ho notato che i risultati mi- 
gliori si ottengono abbassando parec- 
chio il volume rispetto a quello neces- 


sario per caricare i programmi. Se il 
volume è troppo alto viene riprodotto 
anche il rumore di fondo con conse- 
guente caos completo mentre se é 
troppo basso si sentiranno solo alcune 
parti della frase o addirittura nulla. 

Vediamo adesso le altre opzioni del 
menu. Le scelte 3 e 4 servono a elTei- 
tuare il salvataggio e a ricaricare la zo- 
na di memoria contenente i dati di una 
frase digitalizzata. Nota che i primi tre 
byte della zona di memoria riservata 
servono a conservare l'indirizzo finale 
dall'area dati e la durata del ciclo di 
ritardo. L'opzione 5 serve per modifi- 
care gli indirizzi dell'area dati da uti- 
lizzare e la durala del ciclo di ritardo. 
L'inìzio della zona dati non può scen- 
dere sotto #9000 (i numeri preceduti 
dal segno # sono espressi con la nu- 
merazione ESADECIMALE) mentre 
la fine non può andare oltre # E278 se 
avete il drive, altrimenti, se non lo ave- 
te. può salire fino a # F380. La durata 
del ciclo di ritardo influisce sulla qua- 
lità della riproduzione e sull'occupa- 
zione di memoria. Tale ciclo di ritardo 
determina il tempo che trascorre tra 
una campionatura dei suono in ingres- 
so e la successiva, oppure in riprodu- 
zione determina il tempo che passa tra 
L'emissione di un suono e il successi- 


Tabella A 




Digitalizzatore 

Sintetizzatore 

Inizio area dati 

ttSFO9.#6F0A 

#8F4S.#8F44 

Fine area dati 

#8F0C,#9F0D 

#8F46.#8F47 

Durata ritardo 

#8Fie 

0 8F55 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


software 


vo; si capisce così che minore è la sua 
durata più fedele sarà la riproduzione 
e maggiore l'occupazione di memoria. 
Per verificarlo basta digitalizzare la 
stessa frase prima con durata » I poi 
con durata = 50. Per un ciclo = 10 
vengono richiesti circa 700 byte per 
ogni secondo di voce. Infine Tultima 
opzione serve a esaminare la zona dati 
per cercare gli spazi che dividono le 
singole parole. Ad esempio se dobbia- 
mo digitalizzare una serie di parole da 
usare in un altro programma basterà 
registrarle su nastro una di seguilo al- 
l'altra lasciando una breve pausa tra le 
parole. Quindi con l'opzione 6 si pos- 
sono cercare le sequenze di zeri che 
costituiscono le pause di separazione e 
annotarsi gli indirizzi da inserire nella 
routine di sintesi. Tutti i numeri stam- 
pati sullo schermo sono in esadecima- 
ìe. a sinistra vi sono gli indirizzi quindi 
i valori dei byte di memoria. I tasti da 
usare sono; 

FI per posizionarsi sul prossimo by- 
te = 0 

F2 per posizionarsi sul prossimo by- 
te <>0 

F3 per tornare al menu. 

Quindi il tasto del cursore in alto 
per tornare indietro di 8 byte e il tasto 
in basso per avanzare di 8 byte. 

Vi sono ancora alcune cose da dire 
riguardo le routine Assembler. 

Il digitalizzatore inizia a ttSFOO 
mentre il sintetizzatore inizia a #8F30 
ma sono ambedue completamente ri- 
locabili cioè potete posizionarle in me- 
moria dove volete o quasi senza biso- 
gno di modificare nulla. Gli indirizzi 
da tenere ben presenti oltre ai punti di 
ingresso delle routine sono riportati in 
tabella A. 

Fate attenzione perché tali indirizzi 
sono airintemo delle routine quindi se 
le rilocate andanno rilocati anch'essi. 


Analisi delle routine Assembler 


Come forse saprete nei computer 
MSX rinterfaccia con II registratore a 
cassette è gestita dal processore sono- 
ro detto anche PSG. Quindi sìa nel di- 
gitalizzatore che nel sintetizzatore le 
varie istruzioni di IN e di OUT sono 
tutte dirette al PSG. Per comprendere 
bene quanto si dice in seguito occorre 
che conosciate bene l'Assembler Z80 e 
che facciate continuamente riferimen- 
to al listato sorgente, se non sapete co- 
sa siano HL. DE. BC è meglio che 
passiate oltre. 

Nel digitalizzatore per prima cosa sì 
MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 167 


10 CLEJIR 50,aK8r00;DEFINT »-Z:KEV OFFtSCREEN 0 

15 DEFUSH-&H0FOO;DEFUSR1-&H8F3O:DEFTND(A$Ì-VAL("SH”*RI<3HT*(A*.2>) :DEFF 
KH(A$)-VAL("&H"*LEFTS(A*.LEN(A8J-2) ) : I N-EH9000 : FI-&HB000 : RI -10 iSOSUB 1 
000 

20 FOR I-O TO 47:READ A* : A-VAL ( "iH"*-A$l ;T-T*A ; POKE I *&H8F00 . A -.NEXT: IF 
T05714 THEN PRI!fT "ERRORE NELLA LINEA 20000' ;END 

30 T-0:POR I-O TO 66;R£AD AS : A-VALI 'SH'+ASI ;T-T»A r POKE I *6H8F30. A:NEXT 
rIF T06090 TMEN PRIITT "ERRORE NELLA LINEA 20010" :END 

100 CLS;PRINT TAB(14) i' TALK 1 1 "rPHlNT TABI 14) " " ; PRINT: PRINT T 

Afl(17) :"by";PRIOT TABllO) ;"B0TTIN Gl ANPAOLO" ; PRINT:PRINT:PRINT "Men:"; 
PRINT 

110 RESTORE 21000:FOR I-l TO 6:READ AI:PRINT 1;'-) A$ : PRINT; NEXT 
120 LOCATE 0.22:PR1NT "SCEGLI ; " ; ; AS-INPUT* 1 1) ; 1 F AS<"1" OR AS>"6" THE 
N 120 

130 ON VAL(A$)60TO 200.300.400.500.600.700 
200 CLS:PRINT TABIlO) : "DIGITALIZZATORE VOCE" 

230 GOSUB 5000 

240 LOCATE 0.20:PfiINT "PREMI <PUY> SUL REGISTRATORE" ; PRINT: PRINT "OUI 
NDI PREMI UN TASTO" 

245 GOSUB 6000 

250 MOTOR ON;A-USR(0) ;MOTOR OFF;GOTO 100 
300 CLS:PR1NT TABllO) ;"SINTETIZZATOHE VOCE" 

330 GOSUB 5000 

340 A-USRUO) ;GOT0 100 

400 CLS;PRIKT TABllO) j'SALVATAGGIO DATI" 

410 GOSUB 5000;PRINT:PR1NT;INPUT "NOME FILE ;";N* 

440 POKE IN.FNDIKEXSIFI)} :POKE 1N*1 . FNKlHEXS I F I ) ) : POKE I N«2. FHD (HEXS ( R 

1)1 :BSAVE NS. IN.FI. INtGCrrO 100 

500 CLS:PRINT TABllO) ;"CARICAKBNTO DATI" 

510 LOCATE 0.7iINPI/r "NOME FILE ;";N$ 

540 BLOAD N» : IN-VAL 1 "SH 'tHEXS IPEEK ISHFCBF) -*PEEK ISHFCCO) ’256 ) ) ;F1-VAL(" 
&K"tHEXtlPEEKlIH)<'PEEK(INtl)*2S6>) ;Rl-PEEK(IN+2) ;60SUB 1000:G0TO 100 
600 CLStPRINT TABI10>;"HODIFICA DATI DEPAULTS" 

610 LOCATE 0.5;A$-HEXS(IN) tPRINT "INIZIO AREA DATI : •":;GOSUB 7000:IN 
•VALI"EH"«AS) : IF INSFI OR IN<6H9000 THEN 610 

620 LOCATE 0 .7 ; AS-HEXJ IFl ) ; PRINT "FINE AREA DATI ; «"irGOSUB 7000;FI 

-VALI"6H''-*AS) ;1F FKIN OR FI >GKE27e THEN 620 

630 LOCATE 0 .9 ; AS-HEXKRI ) ; PRINT "CICLO DI RITARDO ;";RI 

640 LOCATE 19.9:L1NE INPUT AS : RI -VAL I A$) : IF RI< 1 OR RI >255 THEN 640 

650 GOSUB 1000 

660 LOCATE 9.20;PR1NT "PREMI UH TASTO'tGOSUB 6000:GOTO 100 
700 CLS:PRINT TAB 1 10) ; "RICERCA PAROLE LOCATE D.3:PRINT "FI : Ricerca 
prossimo byte-0" : PRINT : PRINT "F2 : Ricerco prossimo byteOO" :PR!NT:PRl 
NT "F3 : Men" 

710 ID-INìON KEY GOSUB 760. 770 .790 :KEY I 1 ) 0NiKEY<2) 0N:KEY 1 3J ON 
720 KEY(UOFF:KEY(2)OFFiLOCATE 0,lO;FOR I-O TO 80 STEP 8:PRINT HEXSIID 
♦ 1>" :F0R A-0 TO 7 ; AS-KEXllPEEK I ID» I*A) ): PRINT SPC(3-LEN(A$) 1 :A$; :N 
EXT:PR!NT:NEXT:KEYI1)ON:KEY(2)ON 

730 A-STICK(O) :IF A-Q THEN 730 ELSE IF A-1 THEN ID-1 Dt8" 1 1D>IN) rGOTO 7 
20 ELSE IF A-S THEN ID-lD-8* I tlXFI 1 :GOTO 720 

760 GOSUB 7BO;FOR I-ID»1 TO FI;1F PEEKIDOO THEN NEXT ELSE ID-I 
765 GOTO 775 

770 GOSUB 7S0:F0R I-ID+1 TO FI:IF PEEKII)-0 THEN NEXT ELSE iD-1 
775 LOCATE 0.22:PfiINT SPC120) iRETUHN 720 
780 LOCATE 0.22:PRINT "3EARCHING" :RETURN 
790 KEY(l)OFF:KEYl2)OFF:KEYI3)OFr:RETURN 100 

1000 A$-HEX$IIN*3) :POKE UieP09 . FND ( AS I : POKE 6H8F0A . FNHI AS) : POKE &K8F43 
.FNDIAS) :P0KE &N8F44.FNHIAS) 

1010 AS-HEXS(FI) :P0KE &HSF0C . FND I ASI :POKE &H8F0D. FNHI AS) :POKB SHBF46.F 

NDIAS):P<XE &H8F47.FNH(A$Ì 

1820 POKE RHeFie.RIiPCKE RH8FS5.R1 

1030 RETURN 

5000 LOCATE 0.5:PR[KT "INIZIO AREA DATI ; *" iHEXS 1 IH) :PRINT;PRINT "FIN 
E AREA DATI : *":HEX$IFt) :PRINT:PRINT "CICLO DI RITARDO :":RI 
5010 LOCATE 0.16:PRINT "VA BENE ? IS/N) " 

5020 AS-INK£y$:IF AS-"" THEN 5010 ELSE IF A$-"N" OR AS-"n" THEN RETURN 
600 ELSE IF ASO"S" AND ASO"a" THEN 5010 ELSE RETURN 
6000 IF INKEYS-"" THEN 6000 ELSE RETURN 
7000 I-POSIO! :A-CSRLIH:PRIHT AS 

7010 LOCATE 1,A:LINE INPUT AS:IF LENIAS)>4 OR LEN(A1)<2 THEN 7010 
7020 RETURN 

20000 DATA F3. OE . 3F. D9 . 3E. 0E.D3 . AO . 21 . 00 . 90. 1 l . 00 .BO .DB . A2. FE .BF. 28 .FA 
.D9.16.01.06,OA.10.FE.DB.A2.B9.20.03, 14.20.F4.4F.7A.D9.77.23.A7.ED.52, 
19.38.E6,FB,C9 

20010 DATA 3E.00.1E.00.CD.93.00.3E.01.1E.00.CD.93.00.3E.0e.D3.A0.21.00 

.90.11.00.B0.F3.3E.0F.0a.46,0a.D3.Al.EE.0F,Oe.D9.06.0A.10,FE.D9.FD.19. 

10.F6.7E.A7,20.04.Oa.EE,0F.0a.23.A7,ED,52.19.38.E0.FB.C9 

21000 DATA "Digitalizza voce" . "Sintetizza voce". "Salva dati". "Carica d 

ati". "Modifica defaulls". "Ricerca parole" 



software 


dice al PSG che si vuole leggere dal re- 
gislratore a cassette, linee 40-50, quin- 
di dopo aver inìzialìzzato i registri si 
entra in un loop di attesa in cui si va a 
vedere se vi è un segnale proveniente 
dal registratore, linea SO, se è cosi il re- 
gistro A conterrà 63 altrimenti se non 
vi è alcun segnale conterrà 191. Sì esce 
dal loop quando si sente un segnale, 
cioè A<> 191. Successivamente si 
entra nel loop principale nel quale me- 
diante campionamenti successivi si 
misura e quindi memorizza la durata 
dì ciascun sìngolo segnale, suono o 
pausa; cioè fino a che il segnale rima- 
ne costante sì incrementa un contato- 
re. quando si ha una variazione di sta- 
to viene memorizzato il valore attuale 
del contatore e quindi si toma in atte- 
sa di un'altra variazione di stato. Sì 


contìnua cosi finché non si è arrivati 
alla fine della zona dati. Se il contato- 
re (registro D) viene azzerato prima 
che vi sia un cambiamento dì stato, sì 
memorizza uno zero e si toma in atte- 
sa della stessa variazione precedente, 
cioè se si attendeva una pausa si ritor- 
na ad attendere che il PSG restituisca 
191. 

Nel sintetizzatore al contrario dopo 
aver inìzialìzzato i registri 0 e 1 del 
PSG tramite la routine BIOS posta a 
#93 (tali registri contengono la fre- 
quenza del suono emesso dal genera- 
tore A) si procede a prelevare dall'a- 
rea dati un byte per volta e a emettere 
suoni di durata pari al valore del byte, 
in effetti a meno che il byte sia zero 
vengono emessi alternativamente suo- 
ni e pause dì silenzio riproducendo co- 
sì quanto digitalizzato. Prima di lutto 
con le linee 480-490 si dice al PSG che 
con le successive istruzioni OUT vo- 
gliamo scrìvere nel registro 8 respon- 
sabile del volume del generatore A (se 


contiene 0 non viene emesso alcun 
suono mentre il volume massimo è 15 
0 #F in esadedmale). quindi si inizia 
scrivendo nel registro 8 un volume = 
15 quindi lo si mantiene per tutta la 
durata data dal byte letto, poi se non 
era zero si preleva il byte successivo e 
si scrive nel registro 8 un volume = 0, 
generando cosi una pausa, e sì prose- 
gue in questo modo a meno che si in- 
contri uno zero nel qual caso invece dì 
passare dal suono a silenzio o vicever- 
sa sì mantiene lo stato precedente. Il 
ciclo principale continua ad essere 
eseguilo finché non sì raggiunge la fi- 
ne della zona dati. 

Siccome i tempi all'interno del ciclo 
principale devono essere rigorosamen- 
te uguali per il digitalizzatore e per il 
sintetizzatore in quest'ultimo l’istru- 
zione ADD lY, DE alla linea 640 ser- 
ve soltanto a introdurre un ritardo per 
rendere la velocità di esecuzione ugua- 
le a quella di digitalizzazione. 


Listato Assembler 


Hlsoft BEN 


BBBA 

9eee 

Beee 


1 RITARDO; 

2 INIZIO; 

3 FINE; 


EOI) le 
Efiit ttseee 
EQu iseee 


BFBe 


BFee F3 
8FB1 BE3F 
6FB3 D9 
eF04 3E0E 
BF06 D3A0 
0F0B 210090 
0F0E 1100B0 
0F0E IBA2 
0F10 FEBF 
0F12 20FA 
0F14 P9 
0F15 1601 

0F17 060ft 

0F19 10FE 
0F1E DEA2 
8F1D Ì9 
0F1E 2003 
6F20 14 

SF21 20F4 
0F23 4F 
8F24 7fl 
8F2S D9 
8F26 77 

8F27 23 

6F2e A7 
0F29 ED52 
6F2B 19 
8F2C 30E6 
8F2E FB 
8F2F C9 


10 

15 

16 
17 
20 

30 

31 

32 
40 
50 
66 
70 
80 
90 

100 

148 

150 

160 

170 

100 

190 

208 

210 

220 

230 

240 

250 

260 

270 

208 

290 

300 

310 

370 

380 

305 


0R6 ff6F00 
;DI6ITRLI2ZAT0RE 


00 

R2; 

Al : 
A9: 

A3; 


DI 

LE C.63 
EKX 

LD A.IE 
OUT (*A0>,A 
LD HL. INIZIO 
LD DE. FINE 
IN A,(4A2) 

CP 191 
JR Z.A0 
EXX 

LD D,1 
LD B, RITARDO 
DJNZ A9 
IN A,(IA2) 

CP C 
JR NZ,A3 
INC D 
JR NZ,A1 
LD C,A 
LD A.D 
EXX 

LD (HL>.A 
INC HL 
AND A 
SBC HL,DE 
ADD HL.DE 
JR C.A2 
£I 
RET 


0F30 3E00 

0F32 1E00 

0F34 CD9300 

0F37 3E01 

0F39 1E00 

8F3B CD9300 
0F3E 3E06 
0F40 D3A0 
0F42 218090 

0F45 1100B0 

0F48 F3 
8F49 3E8F 
0F4B 08 
0F4C 46 
8F4D 08 
8F4E D3A1 
0F50 EE0F 
0F52 08 

0FS3 D9 
0FS4 060A 
0F56 10FE 
0F50 D9 
8F59 FD19 
SF5B 10F6 
0F5D 7E 
8F5E A7 
0F5F 2004 
0F61 08 

3F62 EE0F 
8F64 00 

0F65 23 

0F66 A7 
8F67 ED52 
8F69 19 

0F6A 30E0 
0F6C FB 
0F6D C9 


400 jSINTETIZZATORE 
410 

428 LD A.0 
430 LD E,0 
440 CALL *93 


A, IF 
AF,AF 

B, <HL) 
AF,AF 
(•AD.i 


ADD IV. DE 


HL.DE 

HL.DE 

C.B0 


2 «rrore; 06 


Tabi» usad; 134 


202 


168 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



Per l'ordinazione inviare Tim- 
porto (a mezzo assegno, c/c o 
vaglia postale) alla Technimedia 
srl, Via Carlo Perrier 9, 00157 
Roma. 


Elenco del software disponibile 
su cassetta o minìfloppy 

Per ovviare alle dijjìcollà incontrate da molti lettori nella digitazione dei 
listati pubblicali nelle varie rubriche di software sulla rivista. 
MCmicrocomputer mette a disposizione i programmi più significativi 
direttamente su supporto magnetico. Riepiloghiamo qui sotto i programmi 
disponibili per le varie macchine, ricordando che i titoli non sono previsti per 
computer diversi da quelli indicati. Il numero della riv(sia su cui viene 
descritto ciascun programma è riportato nell'apposita colonna; consigliamo 
gli interessati di procurarsi i relativi numeri arretrati, eventualmente 
rivolgendosi al nostro Servizio Arretrali utilizzando il tagliando pubblicato in 
fondo alla rivista. 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 



radacoittS»*®* 


I prezzi riportati nella Guidacoinputer sono comunicati 
dal distributori del vari prodotti e si riferiscono alla 
vendita di singoli pezzi all'utente finale. Sui prezzi Indicati 
possono esserci variazioni dipendenti dai singolo 
distributore. Per acquisto OEM e comunque vendite 
multiple sono generaJmente previsti sconti quantità. I dati 
sono aggiornati a circa 20-30 giorni prima della data di 
uscita In edicola della rivista. MC microcomputer non si 
assume responsabilità per eventuali errori o variazioni. 

Tutti I prezzi sono IVA esclusa 

« « 


PERWiUUlE-AIXESSOW.. 

AOV73M - 512 KRAM, 1,2 MB + da 20 MB Moralor 12" 7,000.000 

ADV74M - 512 KRAM. 1 1.2 MB -f 40 MB Monitor 12" 9.225.000 

Nota: 1 Dollaro L. 1.650 


ABS (G.B.) 

Condor lnlofm3iics Mia Sri ■ Vis Branm B ■ 20U5 Milano 


VDU 500 - Tennirtatl video. 14 pollici. 25 righe x BO colonne, osterà 
staccala, porla seriale per stampante 1 .400.000 

3036/3 - Sislema con 512 KB disco da 20 MB e floppy da 720 KB 1 1.500.000 

3036/4 • Sslemacor 512 KB disco da 40 MB e floppy da 720 KB 13.350.000 

3036512 • Aumento di memoria da 512 a 1024 KB 2.000.000 

Nota: 1 Stellina 2.500 lire 


ACORN (G.B.) 

6. ritcortìi se. SpA -va Bercliei 2. 20121 Milano 


er 512 - CPU B0186 - 512 K RAM 128 K ROM 
er 128 - CPU 6SC12 - 128 K RAM 128 K ROM 
Co-pioce$sore Turbo (65C102) per Master 126 
Co-processore 601B6 (upgradeda Master 126 a 512) 
Personal computer BBC B - 32 K RAM 32 K ROM 
Secondo processore 6502 + 64 K RAM 
Secondo processwe Z60 4 64 K RAM 
• iommiflopoy400 + 400K 
Minifloopy singolo lOOK 
Moniiorcd. Micfovitec 14"n 
Monitor Cd. Cabel 14' 



imitacela lEfE 488 


AC PRISMA 

eco Sri ■ va Muoo ClemenB SS - 00193 Roma 
PC8 MHz 256K RAM 2 drive 360K scheda Hercules II 
XT/20 come sopra ma con Hard disii 10 MO 
AT/1 640K RAM I drive 1.2 Mb scheda Hercules II 
AT/2 come sopra ma con Hard disk 20 Mb con conbdier 


ADV86 3*Serie 

Condor Intormatics lata s.r.l. - Va Granam 8 • 20145 Miano 


ADV31M - 256 KRAM. disk drive 1 x 360 K. Monitor 12" 

ADV32M - 256 KRAM. disk drive 2 x 360 K. Monitor 12" 

ADV33M - 256 KRAM. I x 360 X 4 Hard Disk 10 MB. Monitor 12" 
AOV34M - 256 KRAM. 360 K 4 20 MB. Monitor 12" 

AOV35M - 256 KRAM. 1 x 360 K 4 ibid Oek 40 MB. Monitor 12" 

ADV35M - 256 KRAM. 360 K 4 10 M 4 streamer 10 M. Mon. 12" 

ADV36M - 256 KRAM. 360 K 4 20 M 4 streamer 10 M. Mon 12" 

ADV36M - 256 KRAM. 360 K 4 40 M 4 streamer 10 M. Mon. 12" 

ADV71M- 512 KRAM. I drive 1 2 MB 



2.350.000 
2 500.000 



5.500. OÒÓ 


ALPHA MICRO (U.S.A.) 

SUR. Sri - C.P. 275 - 4BI00 ftvww 


AM-1000 Mulllulente da tavolo basalo su MC68000 da 512 Kb a 2.5 
MbRAM.da20a2tDMbWir>ch..finoa 11 mena 9.650.000 

AM-1500 Multiutente Tovrer basato su MC68010. da 2 Mb a 16 Mb 
RAM, da 70 Mb a 600 Mb Winch., fino a 120 meno 36.500.000 


APPLE COMPUTER (U.S.A.) 

Appiè Computar S.p.A. - Mtìno Bori Paiano 08 - 20089 Razzano /Mi/ 


App^ I1K512K 


naBco 12" 


Unità Discoda 3.5"-DF-600K 
àtìisco<a5"'.-SF-140K 
Disco Rigido da 20 Mb 
Stampante Imago Wrlterl5" 

Scheda espansione di memona da 256 Kbyte 
Kit da 256 Kb RAM 

'faccia SCSI per Disco Rigido 
le Ile ì2S KRAM Mouse 

eda 80 colonne con espansione a 128 K 


5kll dnveedoppioco 
ioOisk2xi40K 


■tacca seriale per ile 
'tacca paranea per Ile 
-tacca IEEE 48B per Re 

Apt^e Ile ■ 1 26 K RAM - 1 minifloppy integralo - Mouse 

porlo pw monitor Ile 
Ile aggiuntivo 1 40 K 
iseperllc 


ih 512 K/800 • 1 minifloKiy 800 K-Mouse • Paint/Wnle 
ih Plus 1024 K RAM - 1 minifloppy 800 K-Mouse 
crofloppy aggiuntiva 800 X 


Image Writer 1 32 colonne 


1.700.350 

1.800.350 

340.000 

990.000 

850.000 

500.000 

2.500.000 

1.500.000 

250.000 

140.000 

200.000 

1.100.350 
120.000 

340.000 

250.000 

590.000 

1.100.000 

3.200.000 
BO.ODO 

130.000 

298.000 

560.000 

990.000 

250.000 

250.000 

375.000 

990.000 

1.500.350 

250.000 

72.000 

500.000 

170.000 

850.000 

75.000 

3.850.350 
5.290 350 

850.000 

2.300.000 

95.000 

1.550.000 


170 


MCmlcrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


Inida computer-, 


Image Wrrier II 80 colonne 
Alimeniaiore fogli singoli per Imege Writer II 
Laser Wnter 

APRICOT (GB) 

Dmon SpA 

VM Cenasi 138 - 20 156 Milsno 


Paint 

:n monitor t2" loslori verdi -i- adattatore 

w monitor 12" colore + adafialore 
w monitor 12" colore aie ris. + adatlatore 
X£N HD come sopra, ma con I FDO 3,5" 720 Kbyte. 1 Mbyie Ram, 1 
HD 20 Mbyte 

m monitor 1 2" foslort verdi + adattatore 
)n moTBlor t2" Paper Wile + adattatore 
>n mondor t T colore + adatlatore 
in monitor 12" colore^ ris. -i- adattatore 
XEN-i HO compatibile IBM AT - 802B6 (10 Mhz) • 1 Mbyte RMt stan- 
dard Louis/lniel Microsoti - 1 FDD 5.25" 1 .2 Mbyte - 1 HD 20 Mbyte • 
RS 232C - * • 


31 12"cotore media hs. -i- scheda CGA 
conmonitort2~ colore alta ris. -i- scheda EGA 
XEN-i XD come sopra ma con 2 Mbyte RAM standard Lolushntel Mkvo- 
sotl, t HD ad accesso rapido (30 ms) 40 Mbyte 
» monitor fosfori verdi atta risoluzione 
m monitor Paper Wite 

m monitor 12" oolore media ils. -i- scheda CGA 
yn monitor 1 2" colore alta ris. scheda EGA 
XEN-n 10 compabbite IBM AT - 80266 (8 Mhz) 512 l^yte FtAM stan- 
dard Lotushntel Microsoft - 1 FDD 5.25" 1.2 Mbyte - 1 HO tO Mbyte - 
~:S 232C • Centronics - tastiera 
on monitor fosfon verdi alta risoluzione 
on momtor Paper Wite 

on monitor 12" colore media ris. -f scheda CGA 
Dnmonitor12" colore aliaris. + scheda EGA 
XEN-xi 20 compabbue IBM AT - 80286 (8 Mhz) 512 Kbyle RAM stan- 
dard Lotus/lntel Microsoh- 1 FDO 5.25" 1.2 Mbyte - 1 HO 20 Mbyte - 
~S 232C - Centronics - tastiera 
on monitor fosfori verdi alta nsokizione 
or Paper vyite 


conm 


la CGA 


y 12~coiorsalQri5. + scheda EGA 
XEN Mainframe 20 80286 - 2 Mbyte RAM - 1 HD 20 Mbyte - 1 FDD 
3,5" 720 Kbyta - Ta» streamer 20 Mbyle 
XEN Mainframe 40 come sopra, ma con 1 HD ad accesso rapido (30 
ms) 40 Mbyle 

Xen Mainframe 100 come sopra, ma con 1 HD interno da 20 Mbyle e 1 
>so rapido (30 ms) 60 Mb 
XEN Worlrstallon 80286 - 1 Mbyte Ram - MS DOS 3.2 - MS Windows 
- MS Wme - MS Paint - GW Basic - GEM 
con monitor Paper Wite 
con monitor colore meda risoluzione 
con monitor colore alta risoluzione 

XEN-i Workstation compatibile IBM AT • 80266 - 76B Kbyte RAM - 
monitor Paper White 
" seAp^tacavo 
Apncoi Laser stampante laser con triterfaccta seriale e par^lela - nsolu- 
zione 300 pumi per potice - vetodia 10 pagine al minuto 


ATARI 

Aan tata S.pA 

Vii a» Leiwelon fS - 20092 ÙmseBo Batsa/no IMI) 


800XL Computer 64 Kbyte RAM. 32 Kbyte ROM 

13QXE computer 128 Kbyte RAM. 32 Kbyte ROM 

XCt 1 Registratore di cassette 

XC12 Registratore di cassette 

AI OSO Disk drive 

AtQ23 Stamparne a matnce d'aghi 

A1027 Stamparne di qualità 

Al 020 Stamparne plotter a 4 colori 

520ST Computer 512 Kbyte RAM. 192 Kbyte ROM. Mouse 

520STm 512 K RAM. 192 K ROM. Mouse e Modulatore TV 

520ST -1- Computer 1 Mbyte RAM, 192 Kbyte ROM, e Mouse 


1.200.000 

450.000 

10.900.000 


1040STf 1 MRAM. 192 K ROM. Mouseefloppy 720 Kbyte 
SF354 Disk drive 500 Kbyte (360 Kbyfe formattaU) 

SF314 Disk drive I Mbyte (720 Kbyte formatlab) 

SM124 Monitor monooromabco aita risoluzione (640 % 900) 
SC1424 Monitor a colori RGB 
SMM604 Stampante a matrice d'aghi 60 caratteri 
SH204 Hard disk 20 Mbyte (formattalo) 

NL-tO Stampante STAR 80 colonne 120 cpsNL.Q 
MOUSE 

TOS ROM kit ROM perST 


5.650.000 

5.950.000 

5.950.000 

7.475.000 


7.950.000 

8.250.000 
B.25Q.000 
9.775.00(r 


7.600.000 

7.900.000 

8.250.000 

9.990.000 


9.300.000 

9.600.000 

9.950.000 

11.690.000 


5.500.000 

5.800.000 
6.1SQ.000 

7.990.000 


6.500.000 

6.800.000 

6.150.000 

8.990.000 

10.900.000 

13.500.000 

17.500.000 


BARCO ELECTRONIC 


3. 43 - 20090 Treeano S.N. IMI) 



BARCO INDUSTRIES 

TELAVlmewamel 

VaLtMVina.43 - 20090 Tnmno S.N. (MU 


Monilor colori alla risoluzione 14 "CD 233 HRALP 

Monilor colori 1 4" alta risoliizlone lunga persetenza CD 233 HR TU LP 

Mondar colori 19" alta risoluzione CO 351 HR A 

Mondor colmi 19" alta risoluzione lunga persistenza CD 351 HR A LP 

Monitpr colori 19" lunga persistenza - 25 MHz CDCT 6151 LP 

Monitor colmi 19" lunga persistenza- 25 MHz CDCT 6351 LP 

Monilm colori 14-50 MHz CDCT 5337 NP 

Monitm colori 19-- 50 MHz CDCT 5351 NP 

Monltm colori 19" - 120 MHz eoa 6551 NP 


BASF 

Dea Base S.pA. 

Viaa Legioni Romane 5 - 2014? Milano 


61 04S floppy disk drive 8” doppia faccia Shugar compabbile 
6126 floppy disk drive 48 TPt doppia faccia ^ - 5.25" 

6 1 38 floppy disk drive 5.25" doppia faccia Sbm 

61 65 Drive 5.25" Winchester 

6168 5.25 Winchester 1 0 Mb SUrn 

6188 R -20 Mb slim 

8129 IBM Comp. floppy <bsk drive 

6195 Hard Disk 85 Mb non lormanato 

6162 Floppy Disk Onve 3.5" 0.5 Mb 

6194 Kan) Disk 96 Mb non formattato 

6193 Hard Disk 73 Mb non formattato 

6164 floppy Disk Drive 3.5" 

6192 Hard Disk 52 Mb non tormatlati 


BIT COMPUTERS 


3.750.000 Sii Computers 

260.000 Via Carlo Penier 4 - 00157 Roma 


267.000 

330.000 
95.000 

102.000 

361.000 

330.000 

263.000 

150.000 

690.000 

740.000 
B90.000 


PCbit/2 - 8068. 256 K RAM. 2 x 360 K 
PCbit/110- 8086. 256 X RAM. 360 K -i- 10M 
PCbit/120-808e.256XRAM.360K -h 20M 
PCbìt/120P- 6086. 256K RAM. 360K -i- 20Mvek>c8 
PCbitn30 Ra - 60BB. 256 K RAM. 360 K 4- 30 M 
PCbil/130P-a0B8,256KRAM.360K -l- SOMveloce 
PCbit/140 P - 8088, 256 K RAM. 360 K -l- 40 M velpce 
PCbd compacI/2 - 8088 256 K RAM, 2 x 360 K portatile 
PCbilminal/t20-60286,S12KRAM.360K -i- 20M 
PCbilminfal/120R- 80266. 512 K RAM. 360 K -i- 20 M veloce 
PCbiI aI/2 - 80266, 512 K RAM. 2 x 1 .2 M 
PCbilat/120- 80286. 512 K RAM. 1.2 M -l- 20 M 
PCbitai/120P- 80286. 512 K RAM. 1.2 M -i- 20 M veloce 
PCbHal/}30P- 80286, 512 K RAM, 1.2 M + 30 M veloce 
PCbHal/140P- 80286. 512 K RAM. 1.2 M -i- 40 M veloce 
PCbd al compact/120 - come al/l20, portatile 
File Card 20 - disco rigido aggiuntivo 20 M su scheda 
Back Up 201ME ■ Memlec. {artueda 20 M, SMb/min 


1.540.000 

295.000 

420.000 

295.000 

720.000 

490.000 

1.490.000 

985.000 
95.000 
95.000 


20.000.000 

>6.000.000 

36.500.000 
26.000.000 

33.500.000 

3.450.000 

2.150.000 

1.590.000 

1.740.000 


3.217.000 
3.094.00D 

5.981.000 

5.816.000 

6.270.000 

7.194.000 

10.642.000 

10.807.000 

12.994.000 


1.409.000 

317.000 

384.000 

1.810.000 

1.034.000 

1.090.000 

317.000 

3.900.000 

310.000 

4.100.000 
3-720.000 

317.000 

3.390.000 


1.670.000 

2.400.000 

2.750.000 

3.250.000 

3.200.000 

3.900.000 
4.000.000 

2.400.000 

3.750.000 
4.000.000 

3.600.000 

4.550.000 

5.050.000 

5.650.000 

5.650.000 

5.400.000 

1.600.000 
2.300.000 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


171 


Back Up 201 XE - Xebec. csnuccia 20 M 

CRT fiiH 2'"rn.-TTL tosfori vsrfli 

CRT W 14" TTL-m fosfori verfli, supporlo basculafiie 

CRT M 12" Comp. - composito, fosfon verdi 

CRT bit 14" Comp. -composito fosfori verdi, supporto basculanle 

CM 0533 - 14" Ptilips a cotori. 600 x 285 

Ei20 8030- 14"acolon, 640x350 

Eizo 8042S - 14" a colori avanzato 640x350 

Macfi 10 - scheda 8086 clock 4.77/9.54 MHz per PC 

Speed Card 286 - scheda 80286 doc 4.77/7.2 MHz per PC 

Board 286 - Upgrade al (802886. 512 K RAM) per PC 

Bitwnter 10- 60c 120 cps. l8M/Epson 

Sitwmer 10/E - 80C 160 cps. IBM/Epson. buffer 8 K 

Bitwriler 15/E - 136c 160 cps. IBM/Epsox, buffer 8 K 

Sitwmer 20/E - 80c 200 cps. IBM/Epson. buffer 8 K 

Bitwnter 25/E - 136c 200 cps, IBM/Epson. buffer 8 K 

Bdwriter 45/E - 24 aghi. 136c 200 cps. buffer 24-128K 

Modem txt 300 - 300 baud 

Modem bit Plus - 300 band, aulodial-answer, comp. Hayes 
Modem bit 300/1200 -300/1200 baud. auto. Hayes. full duplex 


BONDWELL INTERNATIONAL LTD. (U.S.A.) 

U Osa He! Compii>» 

Via aeHa MisenconUa 84 - 56025 Ponletìara (Pi) 


PC/XT portatile Bondwel 8 (S12K RAM -i- 1 floppy 720K) 
Drive esterno S' ':< per BondweH 6 (360K) 

Dnve esterno S''u per Bondwell 8 (720K) 

Drive esterno 3"'i> per BondweB 8 (720K) 

Modem 101C (300 bps) 

AccoffiMtore acustico RS-Coupler 



Plotter M84 (6 penne A4) 

Fletter 1 042 GT(Oual-mode AD) 
Roller 1043 GT (Foglio singolo AD) 
Reiteri 044 GTIOual mode AD) 


RoHer/printer - Colour Master (A4-Trasf. Termico) 
Tid)lel2200(12x12'l 


CANON 

Canon Italia S.p.A 

Via aeSInauslria 13 - 37012 aassoSttr^w IVRI 


Home Computer MSX V20 
Stamparne per MSXT22A 
JoystKk VJ 200 
Urna floppy disk da 3XVF100 
Mouse con soffware grafico 

Canon X07 portaOie - Interi. RS232 - Centronics -f plotter 4 col^ 

Stampante per X-07 

A-200 FD mono 

A-200 FD color 

A-200 HD mono 

A-200 HD color 

Tastiera italiana 

A-1350t0MbHard«8k+5"FD 

A-1200 Stampante grafica 

A-1210 Stamparne colon ink-jet 

A-1250 Maoix printer 156 coìonne 

A-1011 I/O Extension^ard 

A-1SD0 V24/RS232C 

A-1S02 Centronics imarface 

A-1 503 Communication Interface 

A-1020 126 Kb RAM 

A-1021 256 Kb RAM 

A-1022 384 Kb RAM 

A-10O1 RAM Chip 128 K 

A-1002 Clock Set 

A-1004 32 Kb video RAM 

A-1100 Pointing Devine 

JI-20 Cassetta colore per A-1 21 0 

Jl 2SB Cassetta Inchiostro nera per A-1210 


1 . 600.000 

255.000 

340.000 

235.000 

340.000 


CASIO (Giappone) 

Diimn S.p.A. 

V.le Certosa, 138 - 20156 Milano 



FP-1000UniU centrale B/N 
FP-1100 Umtà centrale colore 



FP-1001 Monitor verde 

FP-1020 Disk drive da 840 Kbyie 
FP-10282 Disk Drive da 1Mb 
FP-1030 Espansione RAM t6K 
FP-1031 Contenitore ROMfinoa 16K 
FP-1060 Espansore 4 porte I/O 
FP-2000 Sis^ OperahvD CP/M 2.2 
RX-80 Stampante 1 00 cps. 60 col. grafica 
FX-80 Stampante 1 60 cps. 60 col. grafica 
FP-200 conwiter portatile 8K RAM 
AD 4t8QG-adaitaiore corrente 
FP-201- espansione 8K RAM 
FP-103S-imerfacciaRS232 C 
FP-t083-cavoperRS232C 
FP- 1021 -disk drive da 70 KB 
FP-101 1 - stampante - plotter 4 cd. 

FP-6000- uniti cermale 

FP-6002 Monitor a colori 

FP-602 1 - disk dnve coppa uniti 320 -i- 320 Kb 

FP-6029 disk drive doppia uniti 1.2M-I- 1.2M per dischetD da 5"'i> 

FP-6024 disk dnve doppia uniti con dischi da 8" 

RX-80 Stampante Epswt-CaM 100 epa 80 Col. solo modulo continua 
FX 100 Stampante Epson-Casio 160 cps 132 Col. 

DT6000 Pori. Prog. Mod. M30 • 32K RAM 
DT6000 . Mod. M31 - 32K RAM con stampante 
DT6000 Mod. M40 • 64K RAM 
DT6000 Mod. M4 1 ■ 64K RAM con Stampante 
DT6032 -RAM CARD 32K RAM 
Casio Writer 

CW-10 Macchina per scrivere portaUle - 57 lasfi 
CW-20 Macchina per scrivere portatile «m 4K di memoria espandibili 
CW-25 Macchina per scrivere portatile con 4 K di memoria espandibili 
interfaccia parallela (Centronics) e sanale (RS-232C) 

RM-4 4K RamperCW-20/25 
RM-88KRamperCW-20/2S 


1.190.000 

1.390.000 

422.000 

1.263.000 

2.187.000 

3.600.000 

405.000 

73.000 

674.000 

182.000 

760.000 

1.330.000 

690.000 

45.000 

115.000 

135.000 
69.000 

874.000 

440.000 

3.370.000 

1.900.000 

1.630.000 

2.490.000 
3.000.000 

760.000 

1.670.000 

1.190.000 

1.490.000 

1.350.000 

1.650.000 
475-000 


399.000 

649.000 

775.000 
89.000 

112.000 


694.000 

450.000 
31.500 

925.000 

185.000 

620.000 
446.600 

3.600.000 

3.645.000 

5.700.000 

5.745.000 
575-000 

7.500.000 

1.490.000 

1.890.000 

2.280.000 
250.000 
250.000 
250.000 

250.000 

575.000 

990.000 
1.385.000 

450.000 

160.000 
260.000 

125.000 

330.000 

190.000 


CITIZEN 

Tela* 

Va L. Da mi. 43 - 20030 Traaano S. Naugm IMI) 


Stampante 120 car/sec. 80 col. Ini. paraM 120D (senza interfaccia) 630.000 
Vii. para)lela x120D 120.000 

xi1.senaie 150.000 

Vii. X Commodore 64 x 1200 180.000 

ESP 10 650.000 

HQP 45 2.350.000 

Stampante 160 car/sec. 80 col. MSP 10 990.000 

Stampante 160 car/sec. 136 colonne MSP 1S 1.260.000 

Stampante 200 car/sec. BO colonne MSP 20 1.450.000 

Stampante 200 car/sec. 132 colonne MSP 25 1.580.000 

Stamparne a margherita 35 car/sec. Premiere 35 2.000.000 


CITIZEN (Giappone) 

Teìcom 

Va Maneo Cmai. 75 - 20148 Miano 


LSP10-80c120cps-IBM/Epson 

MSP10 - aoc I60cps - IBM/Epson. buffer 8 K 

MSP1 5 - 136c 1 eoeps - iBM/^son, buffer 8 X 

MSP20 - 80c EOOeps - IBM/Epson. buffer 6 K 

MSP25 - 136c 200(»s - IBM/Epson, buffer 8 K 

HQP43 - 24 aghi. 130c200cp$ - IBM/Epson, buffer 6-128 K 

PRE35- stamparne a mar^ierita, 136c35cps 

APMSP - interfaccia Apple per MSP 


630.000 
750-000 
B10.000 

760.000 

850.000 

990.000 
1.260.000 

1.350.000 

1.580.000 

2.300.000 
2.000.000 

230.000 
65.000 


172 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


ida computer _ 


RS120 - interfaccia serale per 120D/LSP 
SPIO ■ alimeniaiare di IngS stogali per MSP1 0/20 
SF1 S - alimentatore di logfi singoli per MSP1 5/25 


fSO.OOQ 

450.000 

540.000 


COMMODORE (U.S.A.) 


Vìa E» Gracc/ii. 48 ■ 20092 Cinisello Balsam (h 


C-64 con Geos 399.000 

1801 - Monitoracolon 14" conaudio 465.000 

lS41-R<«py170K 450.000 

C-128 650.000 

C-128D 1.190.000 

1901 Monitor a colori 13" con audio, RGEU e composito 650.000 

1571 -Floppy 350 K 590.000 

13l1-JoysIickper64e128 13.500 

’ 1312-Paddleper64e128 22.500 

. Mouseper54e12B 99.000 

PC-10-8 8066. RAM 512 K, 2 floppy 360 K. scheda colore AGA. mo- 
nilor monocfomalìco 12". MS-O0S2.il 3.500.000 

PC-20-UConwPC-10-ll. 1 floppy 360 K + 1 tiard disk 20 M 4.990.000 

PC-AT - 80266. RAM 640, K, 1 floppy 1 .2 M ■)- 1 hard disk 20 M 
scheda colore AGA. monitor 14", MS-OOS3.I 6.990.000 

BU-2 - espansione da 512 a 640 K per i PC 351 .000 

Amiga 1000 - RAM 512 K, 1 microfloppy 880 K, tastiera, mouse, mo- 
ndora colon 1081. Amiga-OOS e Amiga-Basic 2.990.000 

AlOIO-microfioppyestemoBSOKperAmIga 700.000 

MPS-B03 - stampante 80 c 60 cps 490.000 

MPS-1000 - stampante 630.000 

OPS-1101 - stampante a margherita 165 C 17 cps 750.000 

6400-C-starr^tea margherita 130 c40cps 1.650.000 


COMPAQ (U.S.A.) 

. Compaq Computer S.p.A. 

MOnoOori Str. 7 P»/. fi. 20089 fìmano (Mt) 


Ponable Dual • 6088. 256 K. 2 floppy 360 K 

Portable Phis - 8088. 256 K. 1 floppy 360 K 4- 1 HO 10 M 

Ponable ll/l - 80286. 256 K. 1 floppy 360 K 

Portable 11/2 - 60286, 256 K. 2 floppy 360 K 

Ponable 11/3 - 60286. 640 K. 1 floppy 360 K 4- 1 Hd 1 0 M 

Ponable 11/4 - 80286, 640 K. 1 floppy 360 K 4- 1 Hd 20 M 

Ponable 286/3 - 80286. 640 K. I floppy 1 .2 M 4- I Hd 20 M 4- 

pebackupiOM 

Oeskpro/1 8086. 128 K, 1 floppy 360 K 
Oeskpro/1 6086. 128 K. 1 floppy 360 K 
. Oeskpro/2 8086, 256 K. 2 floppy 360 K 
Oeskpro/3 8086. 640 K. 1 floppy 360 K 
Oeskpro/1 8086, 128 K. 1 floppy 360 K 
Deskpro 286/1 60286, 256 K. 1 floppy 1.2 M 
’ Deskpro 266/1A 60286. 256 K. 1 floppy 360 K 
Desigiro 266/2 60286. 512 K. 1 floppy 1.2 M 4 1 HD30 M 
Oe^o 266/2A 80286. S12K. 1 floppy 360 K 4 1 HO SOM 
Oeskpro 286/3 80266. 512 K. 1 floppy 1.2 M 4 1 HD 30 M 4 
backuplOM 


4.080.000 

5.780.000 

6.460.000 

6.790.000 


lo.eso.ot 

3.750.0C 

3.750.0C 


7.500.000 

9.700.000 
9.700.000 

11.450.000 

11.700.000 

15.500.000 


GORAL (Japan) 


La Casa del Computer 

Via deità Misenconfa 84 - 58025 Pontedera (Et) 


Stampante 80 col., lOOcps. SC-lOOO 
Stamparne 80 col.. 120 cps. SC-1200 
Stampante 60 col.. 180cps.SC-iS00 
Stampante 136 col., 180 cps. SC-5S00 

620.000 

650.000 

1.020.000 

1.150.000 

COREGO (Canada) 

Pertal 

Va Ormea 99 - t012S Torino 

Oculus - 100 512 X 512 Digitalizzatore bmario di immagini inreal-time 
Oculus - 150 512 X 512 Dig. bin, real-bmeim. confin. grafiche 
Oculus - 200 512 X 512 Dig. bùi. real-bme im. 126 liv. di gngio 
Oculus - 200CA - Adattatore Colore RGB per Oculus-200 
Oculus - 200RLE - Coprocessore di Mdrflca Run Lenghl 

4.766.000 

5.083.000 

6.935.000 

1.402.000 

3.247.000 


Software per Oculus Card (IBM) 

Picture Gook-100 - Data-Base per immagini da Oculus 100 {fino a 50 
perfloRly) 659.000 

Pictute book-200 - Oas-Base per immagini da Oculus 200 (5 x disli. 

150k10MKD) 859.000 

Industriai inspeclor - Ricon. oggeM per ispez. e controlli di qualità 4.766.000 

Binary. Lfl) Gray. Ub - Sulxoutines m -C> per trattamento di immagini 656.000 

CORVUS SYSTEMS (U.S.A.) 

Cifra Oiact s.r.1. 

Via Nannettì t ■ 40082 Zola Praóosa 180) 

Scheda Omninel Trart^er per Apple Ile 750.000 

Scheda Omninei Transponer per Apple Macintosh 750.000 

Scheda Omninet Transponer per DEC Rainbow 750.000 

Scheda Omninel Transponer per IBM PC l^ity 750.000 

Disco Omnidrive per rete locale Omninel/Corvus 1 1 . 1 MB 3.500.000 

Disco Omnidnve per rete locale Omninet/Corvus 20.9 MB 5.500.000 

Disco0mnidnveperiete1ocaie0mninet/Corvus45.l MB 9.200.000 

Disco OmnidrivB per rete locale Dmnlnet/Corvus 1 25.7 MB 1 9. 1 00.000 

SoRware •Cosi^lation ll> LAN Omninet Corvus per /^ple II (Pascal. CP/ 

M, Prodos) per PC IBM Family (DOS 3.0. DOS 3.1 . NQ p-system) per 

DEC Rainbow 100 (MS/DOS 2.11. CP/M)cadauro 500.000 

Consiellation III Network Software: 

Fìnder 5.1 per Apple Madotosh 900.000 

Software per Network Omn'italk-Apple Muttiuser con n. t Omnidrive 
(11.21,45. 126MB) 900.000 

ll-Otalli-2 11.1 MBOmnitalkSlaner 4.000.000 

21-Otalk-220.9 MBKitperAppletalk 6.000.000 

45-Otalk-2 45.1 MB 9.700.000 

126-Otalk-2 125.7 MB 19.600.000 

Prinier Server per Apple Ile. DEC Rainbow. IBM PC Family, cadauno 2.240.000 
Sottware Mulbuser per server di PC. XT, AT: 

NNO-8 8-User Novell Advanced NetWare 1.600.000 

NNO-50 50-Dser Novell Advanced NetWare 3.450.000 

Software CosleSation II per servar XI 1.600.000 

Mail Monitor sottware per collegamenti rentob di reb locab Corvus 1.760.000 

Sislema di Back Up e Banca Dati per Omninel da 1 00/200 MB per Ap- 
ple Ile. IBM PC Famliy. DEC Rùtbow 100 - cadauno 4.340.000 

Minor server par Apple Ile, DEC Rainbow 100, IBM PC Family, per back 
up su cassette VCR - cadauno 1.800. 000 

Emutalore « 3274 per collegamenb a mamtrame IBM in SNA/SOLC: 

SNA Gateway 220 V. con display emulator soflware per 3278 e 3279 12.000.000 

SNA Gateway Utilities e display emulator software per 3278 2.300.000 

SNA Gateway ubiities e display emulator software per 3279 2.300.000 

SNA Gateway sottware per 3287 printer emulation 2.300.000 

Workstation di rete Omninel 

Companion 51 2 K Workstation 2.240.000 

Color Conpanion 512 KWorkstaOon 2.720.000 

Companion Costeliation II 8 MSIXlS2.il operating System sottware 320.000 


COSMIC (Italia) 

Costrac s.r.l. 

Va Vigr^no. 70 - 00187 Roma 

PC COSMIC 2S6K RAM, drive 360K. MS-DOS monitor monocromatico 
PC COSMIC 256K RAM. 2 x 360K. MS-DOS. mwiilor monocromatico 
PC COSMIC HD 10 2S6K RAM, monitor monocromatico. 360K 4 
10Mb. MS-DOS 

PC COSMIC HD 20 2S6K RAM. monitor monocromatico. 360K 4 
20Mb. MS-DOS 


3.700.000 

4.200.000 


CRYSTAL (Japan) 

La Casa del Convaler 

Va deSa MiserkonSa. 84 - 58025 Pontedera IPiss) 


Monitor 12" Ctysal P39 TTl verde 

Monitor 12" Cr^ P42 doppia frequenza (TTl 4 Contposdo) verde 
Monitor 12" Crystal PLA TTL ambra 
Monitor 12" Crystai FWO TU bianco 
Monitor 14" Crystai TVM color per E.G.A. card 


198.000 

272.000 

226.000 
286.000 

1.350.000 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


173 




174 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


Snida computer 


Onve per disco rigido 10 Mb 

Drive per disco rigido 20 Mb 

Controller board per disco rigido (da 10 Mb 

Scheda epans. 128 Kb 

Scheda espans. 384 Kb 

Adal. video grafico alta nsol. 

Adat. video grafico a colon 
Scheda muitthiin. con 128 
Scheda muttfuna. con 384 Kb 
Scheda arted. 2 Ni (SS3) 

Scheda comunicazipne sincronia 


1.600.000 

2.600.000 

i20Mbl 1.200.000 

260.000 

460.000 

680.000 

840.000 

830.000 
1.600.000 
1.210.000 
I 150.000 


FUJI PHOTO FILM 


Fi/rpH 4P - Cologno Moiuese ■ 20033 Milano 


QETRONICS 

Dee Basa S.p.A. - V.le Legó/u Romana - 20147 Milano 


VISA M14G - Monitor 14" green monocromatico compabb. IBMPC 342.014 

«SA M12A • Monitor 12" ambra mon. comp. IBM/PC ed Apple 292.000 

VISA MC53 - Monitor 14" colori compai. I8M/PC ed Apple 1.042.000 

VISA MC54 • Monitor 14" colori compat. I6M/PC e Apple alta lisoluz. 1.467.000 

VISA 11 ■ Termnale video emclaaione Digital 12" green IP-34) 934.000 

VISA 12 - Terminale video emulazione Oi^le 12" green (P-31) 1.134.000 

VISA SOL - Temi emul. Oiglal-Hazelbne Wordstai-Ansi X 3.64 12" 
green(P-31) 1.584.000 

^SA95 - Terminale video emutaz. Televideo 950 14" green (P-31) 1.300.000 

VISA 100 - Term. emulaz. Oigital-Ansi X4.64/14" 

green(P-31) 1.367.000 

VISA 220A - Tenninale video emulaz Digital 12" ambra 1 484.000 

VISA 220G - Terminale video emulaz. Digital 12" green I .484.00Ò 

VISA 125 ■ Temunale video Wise 50 - Tslevideo 910 - Lear Siegler 
ADMADDSVIewpoint VISA 40 14" verde 1.184.000 

VISA 125 - Terminale video come sopra ma scAemio ambra 1.209.000 

EGA CARD scheda eoi. grafica per MC 54 comp. EGA IBM 710.000 

PC TER Temilnale video 14" pei IBM AT 1.435.000 


GIANNI VECCHIETTI QVH 

Via Mia Bavamra 39 - 40131 Bologia 


P 14 T Hercules o cotore 
K 4 T versione in Idi 
CDM 1200 (GN/DR) video 
MD 3 video 
KLM 1211 video 
PhapsCM6533 
PhlUps BM7513 
ex 20 scheda grafica Herculss 
ex 25 scheda colore 
ex 26 scdieda Ega 
ex SO stiieda RS 232 
ex 70 scheda 576 K 

LH 4 Disk Drive Teac 360 K trazione direna slim 
LH 5 Disk Drive Toshiba 360 K trazione diretta slim 
MB 4 Mam Board Turbo 256 K RAM 4,77-8 MHz 
HD 20 Hard disk 20 M 
HD 10 Hard d«klOM 
MP 303 Modemphone 
GM 4 Mouse 

K 5060 Keyboard XT-AT compat capacitiva 64 tasti 


GIERRE INFORMATICA 

Ka tAndré 3S - 42100 Reggio Emilia 


PC2FH IBICOMP 236K 2DD360K 2.046.000 

PC10TAPEHIBICOMP 256K 1DD360K 1HD10MBTP10 5430!000 

PC20TAPEH IBICOMP 258K 1DD360K IH020MBTP10 6ll89!o00 

AT40MB IBICOMP AT 512X IDDI 2MB IHO40MB 7.629.000 

Ar70HBIBiCOMPAT512K1DO1.2MB1HD70MB 11.817.000 


1 100.000 

899.000 

199.000 

699.000 

180.000 

649.000 

189.000 
153.900 
153.900 

460.000 

680.000 
69.500 

218.000 

235.000 

310.000 
1.150.000 

950.000 

199.000 

165.000 

110.000 


D08300011 Monitor IBKXIMP 12" Monocromatico TTl 286.130 

K35400001 Floppy Tape XT 5" slim 10MB 1.865.672 

N35400002 Floppy Tape AT 5" slim 20MB 2.350.746 

N35400003 Roppy Tape XT/AT 60MB 4.328.358 

N3S400004 Sottosisiema Tape 5" lOMB con Cabeiet akmeni. e cavi 2.61 1 .940 

N3S40000S Sonoseiema Tape 5" 20MB con Cabinet aKmeni. e cavi 2.835.821 

POOtOOOOl CM-100 (80 col. -80 cps. interi, parallela) 580.799 

POOI00003 VP-B100 (60 col.-lOO cps. inlerl. parallela) 730.957 

P00100008DT-160(80col.-l60cps.compatibilePCibm) 821.618 

P00100006 DT-130 (80col.-l30 cps. compabbilePClbm) 742.290 

P00100012 LP-Isi6(l36col.-I60cps. compabbllePCibm) 1.133.267 

P00100010 LP-1510 1136 col.-t30cps. compabbile PC ibm) 1.046272 

POOI00013 - Inlertaccia RS232 50.997 

P00100016 OWP-2500 Daisy whdt pnnier (22 cps. 136 col.) 983.109 

P001000I7 - Interi RS 232 e Parallela Centronics 59.497 

P001000I8- Inseritore automatico 376.811 

P00l00019-TrattoreperUcana 189.822 

H2100000B Modemphone 303 ACC - Vel. 300 Bauds 363.636 

H21000010 Modemphone WO 1 600 • V22 - Val. 300/1600 Baud 1 1 55.556 

H21000011 ModemlotalcomumcaiionperCS4 146.309 

K21000012 Modem lotal comunKatlon per IBM o APPLE 268.182 


GOLDSTAR (Korea) 

S.H.R. tri. ■ C.P. 275 - 49100 Ravenna 

AM-500 IBM Pc/xt compatibile. 256-640 Kb RAM. 1-2 x 360 Kb FD. 

10/16/20 Mb winch., 1 xCenD.. I xRS232, monitor monocrom./co- 

lore. scheda Hercules comp. 2.750.000 


GRAPHTEC (Giappone) 

SPR computar S.p.A - Via Giacosa. 3 ■ 20127 • Milano 



litaliz. 279 X 279mm mlerf. RS232-C, emulaz. Summag. 
lit 305 X 305tTVTi interi. RS232-C. emulaz. Summag 
ut. 381 X 38lmm Interi. RS232-C, emulaz. Summag. 
ilgit. 360x279mm interi. RS232-C e cursore/pen.. emù 


2.101.000 

2.212.000 

2.340.000 

2.676.000 

2.784.000 

2.764.000 

5.625.000 

6.255.000 

6.435.000 
7 466.000 
7.871 000 

8.006.000 

11.612.000 

12.300.000 

12.403.000 

17.473.000 

18.180.000 

16.281.000 

1.833.000 

2.243.000 

3.143.000 

2.311.000 


HEWLETT PACKARD (U.S.A.) 

Hawien PatìanI Italiana ■ Via G. Oi VìlKrio 9 - 20063 Cemusco sul Naviglio IMI) 



7.575.000 
3-753.000 

6.740.000 

5.166.000 

4.196.000 

11.138.000 

5.309.000 

5.646.000 

5.978.000 

11.094.000 

1.489.000 

3.021.000 

2.350.000 

2.643.000 

2.089.000 
2-721.000 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


175 


p, énitU . 


Uria con disco rigido winchssier 

9133DB-l4.5M-«-3.5’'710K 

9153Afl-10M + 3.S"710K 

9133HB-20M + 3,5”710K 

91S4AB-10M 

9I34DB-14.3M 

9134HB-20M 

9142AB-sotlosistem3 ncslro 1/4"i>erbad(up 

9144A • sonosistema nastro 1/4" per uaup HP-1B CS/80 

Flottar - tavolette gratehe - stamiànii - moivlor 

7440A - plotter A4 B penne 

7475A-plcnerA3 6penne 

7550A- plotter A3 8 penne 

46087A- tavoletta grafica A4 

46088A- tavoletta grafica A3 

2225 - sta/Tìpanle grafica mk-jet 80C/150 c;is 

82906A ■ stampante gratica ad aghi 80c/ 1 60 cps 

2666AB - starnate laserjet 8 pag/min 

26B6AB opz. 300 - 512 K mierf. parallela per 2686 AB 

Accesson e mterfacce per serie 60 

82937A - imertaccia HPI8 

82939A - Interfaccia serale RS-232C 

82949A - Interfaccia parallela Centronics 

Accessori per HP-1 10 Plus 

6298 1 A - Cassano porta RAM con 1 28 K 

62982A- Cassano porta ROM 

B2984A - Espansone rremorìa 1 26 K 

Accessori per HP-150 > 

4588SA ■ Coprocessore matematico 8067 
Accessori, interfacce e periferiche per 9607 
62916A- Espansione memoria 1 M 
62919AZ - Interfaccia RS-232C 
Accessori, interfacce e periferiche per Vectra 
4581 1A- Uniti floppy 5"1/4 360K 
4581 2A - Unita floppy 5' 1 /4 1 .2 M 
45ai6A-Unfti Winchester 20 M 
458l7A-Unitiwtìinchesier40M 
45973A-Scheda memoria S12K 
45974A -Scheda memoria 1 M 
35731BB - Monilor 12" monocromatico 
35741BB - Monitor 12" colon 


7.374.000 

4.090.000 

5.741.000 

3.508.000 

6.703.000 

4.996.000 

4.364.000 

7.221.000 

2.653.000 

4.129.000 

6.616.000 

1.594.000 

2.510.000 

1.092.000 

1.780.000 

6.510.000 

2.090.000 


862.000 

662.000 

644.000 

1.102.000 

332.000 
779-000 

1.260.000 

3.261.000 

424.000 

470.000 

577.000 

2.907.000 

4.878.000 

1.267.000 

2.121.000 

811.000 
2.048.000 


HrTACHI (Giappone) 

Mogat - Gtunsa JS/B - 200SO Cassm Oe Pscctù (UiisìO) 


Plotter Big 3 (A3-4 penne) 2.700.000 

Plofter Big. 36 (A3-6 penne) 3.900.000 

Tablet Tiger 1 1 >1 1 2.1 00.000 

TahletTiger isms 3.200.QQ0 

Stilo 260.000 

Cursore 4 tasti 370.000 

Cursore 1 2 taso 600.000 

Alimentatore estemo-i-12±5V 200.000 

Monitor 2719/B/C atta risoluziofle (960x720 Interlaccato) 6.500.000 


HONEYWELL HlSi (Italia) 

HoneyweH US! ■ Va Vida. 11 - 20127 Uiano 


HWS0210 EP-Superleam 256 Kb RAM t -i- 360 Kfi Hercules. MS- 

DOS 2,11 eGW-6asic 

HWS0220EP-Supeneam2 x 360 Kb 

HWS0240 EP-Si4ieneam 1 x 360 Kb -l- 1 0 Mb 

K6D0780 tastiera imemazrcnale 63 lasD (EP) 

KBO0785 tastiera Italiana 
DMU5794 video monocromatico 12" 

DMUS795 video colore 14" 

CMM0701 espansione di memoria da 512 a 640 dB 

CMM0703 espansione di memoria da 256 a 512 Kb 

DCM0703 po^ seriale asincrona 

CPA0797 adanatore per monitor con grafica e/o colore 

CPA0796 adattatore per monitor monocromatico ad alla risoluzione 

CBL1 91 0 cavo stampante parallela 

CPF0792 coproceSSor 8087-2 

HWS0610AP-Super1eam 1 x 1.2 Mb 

HWS0640AP-SupeneamS12KbRAM1 x 1.2Mb + 20Mb 

HWS06S0 AP-Supeileam 1 x 360 Kb -i- 20 Mb 

KBD0782 tastiera intemazionale 1 16 tasti (AP) 


2.610.000 

3.240.000 

4.365.000 
360.000 

360.000 

400.000 

945.000 
60.000 

200.000 
100.000 
354.000 

354.000 
95.000 

513.000 

6.566.000 

7.366.000 
7.366.000 

460.000 


COU0701 unti disco addizionale da 20 Mb full size (API 
MTU0702 streamer tape da 60 Mb e controller (AP) 

OIU0702 unti diskette addizionale da 360 Kb (AP) 

DIU0703 unti diskette addizionale da f .2 Mb (AP) 

CMM0702 espansione di memoria di t26 Kb (AP) 
CMM0710scheda di memora da 1 Mbcon5f2Kb in$tatiD(AP) 
DCM0701 porta sanale e parallela (API 
CPF0793 coprocessor 80287-8 (AP) 

HWS0420 XP-St«eneam 256 Kb RAM 2 x 360 Kb 
HWS0440 XP-Superteam 1 x 360 Kb -i- 20 Mb 

K6D0766 tastiera italiana 95 tasti (XP) 

COU0702 unti disco addizionale da 20 Mb 

MDJ0701 streamer tape da 10 Mb 


1.801.006 

3.800.000 

455.000 

538.000 

190.000 

545.000 

300.000 

704.000 

3.436.000 

4.576.000 

410.000 

410.000 

1.230.000 

562.000 
2.000.000 


HONEYWELL HiSI (Italia) 

HixteywtS tisi ■ Va lima. B - 20154 MHano 


STAMPANTI 

Honeywell L1 1 180 colonne -80 qis 880.000 

HoneywellL12CQI80colonnB- iSO/SOcps 1.200.000 

Honeywell L32 CO1 132 colonne - iSO/SOcps 1.700.000 

Honeywell 4/20 60 colonna - 200/40 cps 1.140.000 

Honeywell 4/21 136 colonne - 200/40 cps 1.395.000 

Honeywell 34 CO 132 cdortne - 270/60 cps 2.375.000 

Honeyw^l 36 CO 132 colonne - 300/60 cps 3.000.000 

Honeyvrefl 4/66 136 colonne - 400/160/75 cps 4.600.000 

Honeywell 4/66 Plotter Stampante -t- PfotlerA2 8 colorì 6.000.000 

Honeywell 4/66 Coax 136 colonne - 400/75 cps 6.600.000 


IBM 

IBM naia - Va RivcHana 13 - San Felice - 20090 Segrate (MI) 


PC BASE 256 KB - 1 X 360 KB - Video Monocr. 

Slampanle prol. 

XT2 - 256 KB - Video Monocr. - Stamp. Prol. 

XT3 - 2S6 KB - 1 X 360 KB - 1 X 10 MB - Video Monocr. - Stampante 
ftof. 

XT2 AVANZATO - 640 KB - 2 X 360 KB - Video Monocr - Slampanle 
Prol 

XT3 AVWJZATO - 640 KB - 1 X 360 KB • 1 X 20 MB - Video Monocr. 
- Stampaile Prol. 

AT BASE - 256 KB - 1 X 1 .2 MB - Video Monocr. - Stampante Prof 
AT ESTESO - come AT BASE ma con SI 2 KB -i- 1 0 X 20 MB 
AT AVANZATO - come AT ESTESO rm con 1 D X 30 MB 



PLOTTER A COLORI 


3.695.000 

1.042.000 

5.573.000 

6.712.000 
6.O56.Q00 

7.208.000 

9.117.000 

10.102.000 
11.372.000 

145.000 

406.000 

681.000 

1.059.000 

1.298.000 

2.168.000 

1.042.000 

1.857.000 

2.088.000 

2.540.000 

3.168.000 
1 265.000 

2.944.000 


ICL (GB) 

ICL naia S.p.A. - Caniro ilmionale MàanoOon - 20094 Milano 


39-256 K TSM - 2 minifloppy da 600K CCP/M - Basic 16 Bit S.000.000 

39-25»( RAM-1 Winchesler 10M -t- mmifloppy 800K - 16 Bit 6.700.000 

39-S12Xcwne3g-2S6 9.500.000 

49-512KWinche$ler20MB -I- 1 mintfloppy da 600 K- 16811 11 500.000 

Video + tastiera con opzione grafica 1 650.000 

6404 Video a colorì 3.700.000 

Vìdeo a colorì grafico con Mouse 4.350.000 

Stampanle3184 t.550.000 

Stampanfe 3185 2.400.000 

Stampante a margherita 3.100.000 

Stampante lermica 600.000 

1 Plotter 1.500.000 


176 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


■Iter. 


JOYTECH (Taiwan) 

Elacoonic Oemes s.r.l. • Va UùMo Coms/xHm. 49 - 00173 Ro/na 
Lines Ijth^ PC/XT Compatibile 

Mod. PC/1 - t28 K. 8 À)l bstiera. 1 mnifloppy. scheda grafica RGB, 

momior verde e ambra 

Mod. PC/2 - come PC/1 con 2 mininoppy 

Mod. PC/XT - come PC/ 1 con hard disk 10.5 Mbyie 

Scheda muftifunaione 256K (OK RAM. oro!., interi, ser. e parali. 

Scheda multi1unzione38AK(comescheda 2S6K. con 12BK RAM) 

Laies Lithius A Apple cwnpaiibte (DOS a PROOOS) 

Mod. LP48/T1 - 48K RAM 
Mod. LP/64T1 • 64K RAM 
Mod. P2 64/T) - 64K RAM 6502 + Z60 
Mod. P2-64/TS - come P2-64/T1 con tastiera separata 
Mod. E84/T1 - 64X RAM. 80 colonna. PRODOS 
‘ Mod. E64/TS - come ES4/T1 con tasterà separata 
Sistemi 

Starter 1 • Lithius P48/H + 1 drive + monitor Philips PCT 1204 

Starter 2 - come Starter 1 con Lithius P2-64/T1 

Stanerò - Lithius P2 -6411, 1 dnve, monitor, stamp.lQ 120 cps 

Interfaccia 2 driver 

Interfaccia grafica Epson 

Interfaccia parallela Cenbonics 

Interfaccia RS 232 

Intenaccia RS 232C 

Interfacca Via card 6S22 

hiterfaccia 16K Ram 

imenacoa ZSO (CPU 1 MHz) 

Interfaccia ZBO (0^4 MHz) 

Imenacoa BO Cotoreie Sofi Swnch 
Inlenaccè Pai card 


Interfaccia Modem card CCfTTVZt 300 B 
Interfaccia ICE 6502 card 
Intenaccia iCE Z 80 card 
ftd^ per Apple (manopole) 

8066 card -f softvrare 
Acceieraior card (6402 a 4 MHz) 

Oiver Skm Super S trazions diretta meccanica Cfilnmi 


2.400.000 

2.720.000 

4.700.000 
280.000 
352.000 


890.000 

750.000 

650.000 

t.200.000 

1.300.000 

2.700.000 

63.000 

60.000 

64.000 

75.000 

170.000 

70.000 

60.000 

70.000 

90.000 

130.000 

80.000 

170.000 

170.000 

232.000 

270.000 
25.000 

300.000 

300.000 

350.000 


JUK 5S0P Stampante JUKI a colort 60 d. 1.1 00.000 

, JUK 3200 Macchina per scnvere con etlerfaccia seriale e parallela 790.000 

JUK6000Stamparleamargherita.10(^l10coionne 800.000 

JUK 6100 Stampante a margherita. 16 ($5 110 colonne 1.600.000 

JUK 6200 Stampante a margherita. 30 cps 132 colonne 1.950.000 

JUK 6300 Stampante a nwghertla. 40 cps 132 colonne 3.300.000 

JUKMC1 Trascinatoremodiillconlinuiper6100 380.000 

JUKMC3 Trascinatore moduli continui per 6300 380.000 

JUKIFimseniQreautomaticofagliper6100 700.000 

JUKIF3 Insemore automatico logli per 6300 ad una stazione 900.000 

JUKIF4 Inseritore automalico logli per 6300 doppio 1 .600.000 

JUKSER Interfraccia seriale 150.000 

JUKTR1 Trattore bidirezionale 6100 400.000 

JUKTR3 Trattore bidIrezionM 6300 450.000 

JUKIFS2 Alimentalora foglio angolo 5510-20 600.000 

NI60 Nastn per 6000 (5 uniti) 55.000 

NI61 Nastri per 6100 (5 uniti) 56.000 

NI62ftastn per 6200-6300-6500 (5 uniti) 65.000 

I NISS Nastn per 5520 (5 unità) 55.000 

Noti: prezzo dello yen 9 Ire 

MANNESMANN TALLY 

flors»; 6 - mS4 CiVSCO IMI) 

MTBOPC-OOcol- 130cps-lnt.parallela 790.000 

MT85 - 60 col - 180 cps-NL045cps - Int. parali o seriale 1.020.000 

MT86 - 136 col - 160 cps - NLQ 180 cps - Int. parallela o seriale 1.250.000 

MT80 Plus - 100 cps - 60 col. Inlen. paranza 750.000 

MT290- 132Col.-2D0cpS 2.040.000 

Caricalore automatico di fogli per MT 160/280/290 890.000 

MT 290 -I- introduttore automatico frontile di logli angola 2.800.000 

MT 460 -f 132 col - 200 cps - grafica - int parakeia c seriale 3.900.000 

MT460D-132col- 270 (4)S-OCRA/Bbarcode 4.100.000 


MT490 - 132 coi- 400cps-NLQ150cps ■ gtaficsinl parai.oseriale 4.200.000 i 
MT 490F - 132 f»l 400 cps - fS.0 1 SO itps - slamp. 4 ed. gral. 4.630 000 

MT 660 - 600 Ipm • Interfaccia parallela t4.5DO.OOO ' 

Interfaccia seriale per MT 660 550.000 ■ 

MT/20Stamp a margh. 20 cps. - 110col. -Inlerf. parali. 0 seriale 930.000 

MT/90Stamp. mk jet 256 cps. - 80 Cd. Imen parallela 0 seriale 1.250.000 ' 

MT/910 Stempade laser tO ppm Interi, parallela o senale 6 850.000 

MT/330 Stamp. aghi - 330 cps. 136 cd - sende o parai, ocurrem lo- 
op 3.100.000 ; 

MAX (Giappone) 

hlogrìt - Va Gnmsa IB/B - 20060 Cassina de Pacchi (MI) 

Plotter(A4-4penne)Max4 4.800.000 - 

MONTEREY CO. LTD. (Taiwan) 

La Casa del Compulsr - va dada MIsenconia, 84 - 56025 Pontedera (Pisa) 

AT BASE: 512K. alimentatole 200W. tastiera e cabmei 2.300.000 

AT FULL: hard disk 20 MS., floppy 1.2 MB., contrdier ed Hercules 5.200.000 . 

PC/XTBASE:2S6K,allm. 1S0W. lastlera. n. 1 flcppy360K t.199.000 < 

PC/XTTURBCI BASE: 6 MHz. (OK ram). allm. 1S0W. tastiera. 1 floppy 
360 K 1.499.000 

PC/XT m.b. 256K. tastiera, color gr^K. pnnter 1.690.000 

ATI/Ocard(n. 2seriall -1- pnnier 4 gamal/0) 320.000 

ATcontrolerperd(«pidi<op|)y(T.2MB.) 278.000 

ATparaKel/serralcard 224.000 

(OK rem) 490.000 

lOK ram) 590.000 ' 

2.5 MB. (OK ram) 376.000 

i 3.5 MB. (OK ram) 520.000 ' 

card (n. 4 seriali) 392.000 

.IO hard disk 870 000 - 

Harddiski»mrdiermod.62t0 330.000 ; 

Controller per floppy con cavo 120.000 < 

Prtmer card 72.000 

Odor graphic 2/L 190.000 

DALSON 340.000 ■ 

HERCULES H 220.000 ' 

Muttilunction 2'S6K 220.000 i 

MulUfunction 384K 270.000 ' 

A0-DAcard12hi1/16canab 435.000 ' 

RS-232 doppia (n. 1 a bordo 4 n. 1 opzionale) 96.000 ’ 

Game lAD card 72.000 i 

I/O plus (senale 4 printer 4 game I/O 4 hmer) 190.000 

Multi I/O (seriale. prMer. game I/O, timer, controler n. 2 floppy 30B.000 ' 

8255 card 270.000 

tEEE-46S con cavo 570.000 ' 

i3B4K(OKram) 148.000 ' 

i512K(OKram) 138.000 

B.S. card (comunicazioni sincrone) 350.000 

Mono/color graphic 4 printer AMOEK (H.R.) 490.000 

Mono/cdorgr^ic PARADISE (H.R.) 400.000 . 

E.G.A. cdor ^aptne/mono. (raptac card 960.000 


MOUNTAIN 

Teav ■ va L Da \find, 43 - 20090 Trazzano sul Navi^ MI 

Disco esterno rigido 20 MB 02-7001-04 
Disco esterno rigido 40 MB 01-7001-06 
Disco esterno TURBO 66 MB 01-7001-10 
Disco esterno TURB0 120 MB 01-700M2 


loFILESAFE 60 Mb 01-5053-01 
10 MINI MOUNTAIN 60 MB 01-4075-02 
emoda27 MB 01-2250-01 
smoda 60 MB 01-2375-01 
0 20 MB con backup da 60 MB 01-7002-04 
0 40 MB con backup da 60 MB 01-7002-02 
0 20 MBconbackup da 60 MB per AT 01-7101-04 
o40 MBconbackup da 60 MB per AT 01-7101-02 
0 68 MB con backup 60 MB 01-4070-OB 
0 120 MBconbackup da 60 MB 01-4070-07 


4.350.000 ' 

6.500.000 I 

7.500.000 ! 

17.300.000 I 

6.300.000 i 

16.400.000 

1.950.000 - 

4.500.000 

3.700.000 ; 

4.100.000 ' 

3.700.000 •; 

3.300.000 . 

3.500.000 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


177 



laida conqmter 


Osco ri9k)o 30 MB con backup 27MB per AT e T63D0 01-4360-01 
Scheda acceieratnce 01-5295-01 


M.P.M. Computer (Italia) 

M.P.M. &l - V. Casosi. 12 - 42100 Paggio Emàa 



MPC Monitor Ptiihps 14" acdon 


MULTITECH (Taiwan) 

OgilBk s.r.l. ■ V Vali, 26 - 420U Bagnata m Piano Cflfl 


2.0BO.OOO 

3.000.000 

3.250.000 
3.BSO.OOO 
5.200 000 

6.160.000 

6.560.000 

8.620.000 
11.650.000 

400.000 

270.000 
1.100.000 

870.000 



MPf-W Compuler/iasttera 128K RAM 24K ROM complelo di inierfaece 

X drive, stampante, 80 colonne. CP/M (Z-BOI TVC-PAL 

PC 522 MPP PC/522 • 2S6K RAM - 2FOD x 360 

PC 501 MPf PC/501 - 256K RAM - 1 FDD x 360 

PC 502 MPF PC/502 - SI2K RAM - 2 FDD x 360 

PC 702 MPF PC/702 - 640K RAM - 2 FDD x 360 con processore 

4.77/8MHJ 

Xr 720 MPF PC-XT/720 - 640K RAM • 1 FDD x 360 1 HO 20 Mb 


10Mb 


PC-FT1 MPF PC-FT I - 640K RAM - 2 FDD x 360 compì, di nwi. 
15" 1024 X 1024 di rlsol e scheda grafica da 1024 x 768 pixel mo- 


12 MBV Monnor 12" FV MULTITICH alta ris. - and nn., basoil 
MDM-PC Monitor 12" MULHIiCH monoc. a lunga persisi., bascu x 
PC 

CVM PC Monitor 13" MULTITECH. colore x PC 

MHM-1 5 Monilor 1 5" MULTITECH 1024 x 1024 di risol., losf P15B 

OK MFV 1 Monitor 14" monoc gir ./base 

12 DKV 1 Monitor 12" a.r. grafico 


530.000 
7BO.OOO 

850.000 

500.000 

420.000 
1.200.000 

1.500.000 
4 400.000 

3.800.000 

4.400.000 


5.000. 000 

9.300.000 

8.000. 000 


6.800.000 

440.000 

440.000 
1.400.000 
1.400.000 

460.000 

280.000 


MicroHne 193 136 col. 160 CPS Parallela 
Micraline 193 136col 160 CPS Seriale 
Microline 64 132 mi. 200 CPS Parallela 
Microline 292 80 col. 200 CPS a colon BN p 


1.300.000 

1.140.000 

1.290.000 

1.600.000 
1 750.000 

2.270.000 

1.970.000 

2.300.000 

3.120.000 

2.500.000 

6.040.000 
6 450.000 

750.000 


OLIVETTI (Italia) 

Oive/S S.p.A. - Via Meravigli 12 - 20123 Milano 


Ml9con2FloppyOislc256K -I- videomono 3.750.000 

Stampanle M19 OM 280/1 - 160 CPS - 80 col. 1 100.000 

M24 bifloppy 256K RAM • video monocromatico 5.300.000 

M21 bilapp/25EK RAM • videa monocromatico 5.009.000 

M24 - 512 K RAM -coni mimfloppye I Hard Disk integralo da 10Mb 6 500.000 
M24 - 512 K RAM • I H.O. iniegrato da 20 Mb 7.500.000 


OSBORNE (U.S.A.) 

CompulatOf srl ■ ^ F Verdinois S - 0OIS9 Poma 


Osbome 1 (portanle 64K RAM. tastiera video 5", 2 minifloppy 2D0K, 
inierfacoa. CP/M. Wordstar. MSasic. CBasic. SuperCalc) 

Screen Pac (scheda 52, SO, 104 colonnel esd. instali 

Osbome Executive (portatile 1 28K RAM. tastiera, video 7". 2 minifloppy 

200K, 2 RS232. IEEE 488-Comronics, CP/M plus. p-System. 

Wordstar, MBasc, CBasic, SuperCalc. Personal Pearll 

(}Sbome Encore 128-01 (ultra portable. 126K RAM, LCD, minfloppy 

360K. vertacela, alimentatore. MS-DOS) 

Osbome Encore 128-02 (come 128-01, 2 mtixfloppy 360KI 
Osbome Encore 512-02 (come 256-02, 512K RAM) 

Oaome Encore 512-02-MA(come 512-02, adattatore CRT esterna) 
Modulo aggiuntivo 128K RAM (per 128-01 e 128-02) 

Adatlaiore per CRT esterno 
Accumutalore Ni-Cad per Encore 

Osbome Vnen (portatile. 64K RAM. vkJbo 7", 2 mimfloppy 400K, mter- 
faets. CP/M. Wordstar. MBasic. SuperCalc2, Osboard. Meda Master. 
Desolation, TumKeyl 

Osbome Vixen FIO (1 mintfloppy 400K, I disco rigido 10MI 


2-350.000 

496.000 


3.100.000 

3.995.000 

4.395.000 

4.695.000 

4.995.000 

500.000 

550.000 

165.000 


3.500.000 

5.500.000 


PERTEL s.n.c. 

Penels.n.c. ■ Mi Ormea 99 - W12S Torino 


N.P.S. CORP. (Giappone) 

PSPTtL 

Via Ormea 99 - 10126 Tomo 

NPS-P6 P- Pkjtler 6penne 20 cm/secform A3 l/F parallela 1.961.000 

HPS-P6S-Plotier6penne20cm/S8CtonTi A3 l/F seriale RS-232 2.222.000 

NPS-P6 HP - Plotter 6 penne 20 cm/sec (orni. A3 compabMe HP-Gl 2.559.000 


NUMONtCS 

TRAV- Vai da Vina. 43 - 20090 Trezano SM Nangio MI 
Tavolette grafche complete di alimenlalore, stilo e mteHaccè RS232C 


mod.221015xlScm 1.060.000 

mod.22l030x30cm 1.340.000 

mod.221030x43OT 1.570.000 

mod.2210S0xS0cm 2.876.000 

mod.2210S0x90cm 5.940.000 

mcd.221090xl20cm 8.116.000 

mod.2210112x1S2cm 9.800.000 

Ploner 5460 7.650.000 

Plctler 5660 9.500.000 

Ploner DO 926 23.000.000 



ieri, stampante * 

Digicon b/n per IBM e compai. - 256 x 256. 8 bil. 256 gray-levi 


279.000 

310.000 
267 000 

387.000 

571.000 

2.480.000 

281.000 

635.000 

134.000 

427.000 

104.000 

230.000 

790.000 

668.000 
85.000 

257.000 

7.500.000 

551.000 
1 281.000 

371.000 

419.000 

1.261.000 


OKI (Giappone) 


PHILIPS S.p.A. 


Techntron - Viale MitanoOon ft/. E/2 ■ 20094 /issago (Mll 


Pnmps S.p A. - Piazza IVf/omnOre. 3 - 20124 Milano 


Microline 182 60 col. 120 CPS 


VG6020 Computer MSX 


178 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


guida computer. 


VG8235 Comniler MSX 2 1.084.000 

NMS8BOO 1.6S4.000 

NMS6810 5S2.000 

VW 00 IO Stampante - 40 Col. - matrice dei purth 1.600.000 

VW 0020 Siampanie - 60 Col. - matrice dei pumi 323.000 

VW 0030 Stampante - 60 Col. - Letter (^ality 474.000 

O64S0/60P Regislralore dedicato 96.000 

VY 0002 • Quk* dis* Drive 270.000 

VYOOtO-Floppydislidnve 500.000 

VY 001 1 Disk drive aggkMvo 390.000 

6M 7552 monilor monocromatico 173.500 

VU 0001 Joysbck 16.600 

VU 0005 joystick 36.000 

VU003lesp.RAMda16K 67.000 

VU0033esp RAM da 48 K 100.000 

VU0034esp. RAMda64K 140.000 

VU 0040 kilerisccia pataPeia Centronics 48.500 

VU 0041 espansione sioi 63.500 


ROBOCOM 

Tetìv -ViaLDs Ww, 43 - 20030 Trenino Sul NaHg»o MI 

Robe CAD-PC per IBM PC/XT/AT 

3.000.0QO 

ROLAND TELAV 

Teti¥ - Va L. Dì Vina 43 - 20030 Trenino S.N. (MI) 

Plotler A3/A4 8 Penne. DXY BOOA 
PIoRer A3/A4 8 Penne, DXY 8B0A 
Ploner A3/A4 8 Penne, DXY 980A 
Plotler A3 6 Penna DXY 665 
Ploner A3 8 Penne DXY 990 
Ploner A2 8 Penne DPX 2000 

imooo 

2Ì600ÌOOO 

3.900.000 

9.900.000 

SCALA (Taiwan) 


CompuisfUne srl 

Hé Ubildo Comentìe». 43 ■ 00173 Forra 



XT-01: 256K RAM. 2 a. 360K Bytes, vrGraflca Pr. Ad. 
XT-02:256K RAM. 1 a. 360K Bytes. 1 1Mnch. 10M Bytes 
AT-01;512K RAM, 1 a. 1.2M 1 WINC. 20M V/Grafica. 200 W 
Sistema Operativo Xenix System V 

16301 Floppy Dnveda360Kiiyte 

16302 Floppy da I.2M 
16257/N Cntr, Floppy per XT 
PA6133Crtlr. Floppy per AT 
1601/TCntr VWnchesler per XT 
PA6794 Cntr. WincDester per AT 

H0O1 OSM Winchester da 1 0 MB formaitatl 85 ms 
HDO20SM Wnchester da 20 MB tormattali 85 ms 
HDO30SM Winchester da 30 MB lormattati 85 m$ 

HDO40SM Wlnchesler da 40 MB formattali 65 ms 
HDO30VC Winches» da 30 MB formattat 30 ms 
HDO40VC Winchester da 40 MB formattati 30 ms 
H0080VC Winchester da 60 MB lormaiiaii 30 ms 
D01 1 SCC Disco Ottico rimovitHle 1 15 MB cwi conlr. e cavi 
STR60 Back-Up 60M Sistema a nastro per XT/AT 
STR60CA Back-Up SOM Box come sopra per box per XT/AT 
STR60CT Controller Back-Up 60M 
ST60FME Back-Up 60M Sisiema a nastro per AT (Xenix) 
SViTEME Software di Back-Up per 8T60EME 

1 6050 Back-Up Sistema e nastra da 1 0MB per XT 
160SOB Back-Up-Box a nastro da 1 0MB per box per XT 

16051 Back-Up20 Eterna a nastro da 20MB AT 
160S1B Back-Up20 Box a nastro da 20MB box per AT 

16255 RS232C Scheda ser. asme. COMI (COM2 opz.) 

PA8137 4RS232C 4 porte ser. da COMI a C0M6 per AT 
PA-S124l/Osar./par(wAT 

A-603-1 4RS232C Scheda con 4 porte senati per XT 
EMULAT Emublore BSC Scheda HS232 sincrona per BSC 

16256 UO Combo con seriali, parallela, gama. clock 
16261 Multi I/O Scheda mulHuruione con contr. FO. 

1 6263 I/O Game Scheda per due dispositivi Joysbck 
16269 Pnni Adapter porla parallela tipo Centronics 
16326 Buffer card per pnnler 32K/64K 

16352 IEEE488 Sdteda di interfaccia HPIB IEEE 4BB 


1.637.000 

2.422.000 

4.970.000 

1.210.000 

312.000 

549.000 

85.000 

tao.ooo 

380.000 

754.000 

990.000 

1.247.000 

1.392.000 

2.245.000 

2.572.000 

2.700.000 

4.100.000 
7.B02.000 

2.620.000 

3.400.000 

1.020.000 

4.699.000 

800.000 

1.260.000 

1.900.000 

1.560.000 

2.120.000 

60.000 

450.000 

170.000 

225.000 

300.000 

205.000 

280.000 

46.000 

50.000 

227.000 

570.000 


16322 1/0-6255 Scheda con 48 linee ptogr. IN/OUT 

16265 A/D-D/Aconv. 12 bit, 16i». A/D, 1 oh. D/A 

16266 A/D-D/A-VO conv. 8 bit. 64 eh. AID. 2 eh. D/A 
16266H A/D-D/Aconv. 14 bri, 16 (4i. A/D, 2 oh. D/A 
1650R RAM 64XKrtdiesp.dimemonaRam9eh«) 

1651R RAM 2S6K KRdi esp. di memoria Ram 9 chip 
1652E Eprom Memore da 64K 8K x 8 programmabili 
6067 Coprocessore maierrutico XT 

80287 Coprocessore malemallco AT 
1 6253 Video Cntr. colore Schede e colori 
16253/P Video Cntr. Colore -i- 1/F stamparne 
16258 Video Cntr Hercules 8/W più l/F stampante 
1 6350 Video Cntr Ega grafica colori 640 x 350 
1 6262 Net-Work Stenda per il coUegamento m rete 
EP512 Eprom Wnler-512 Eprom progr. fino alle 512K 
KCPWS Pai Programmer Scheda di programmazione di Pai 
16268N Scheda Madre XT. zocc. 640K. 6 slots. 4.77 
PAB1 10 Scheda Madre AT. zocc. 1M 8 slots SrtOMHz 
16278 RAM Card/S12K chip da 64K. zero Ram XT 
16278/S RAM Card/512K chip da 2S6X. zero Ram XT 
PA-8119 Multifunzione 2.5MBzero Ram. RS232C AT 
PA-812B RAM Card/3 5M usa chips da 256K.AT 
1608 Cavo stamparne Cenuonics lunghezza 1,5 mi 
162S0K Tastiera XT amerlcana/ilaliana 
PA8293 Tasbera AT amarieana/itallana 
Tastiera AT/XT estesa 

16296 Power Suptìy XT Alimentatore 130W, 220V, 50 Hz 

PA8596 Power Supply AT Alimenlaiore 200W. 220V. 50 Hz 

MIKI Mouse Meccanico con encoder ottico 

NETWK Net-Work cotiegemenio in rete locale con SW 

E5251 Emulatore 5251 con SW 

ES251B Emulaiore 5251 via Modem con SW 

1 6365 Modem Card Hayes Scheda modem 

WD7012 Modem 300/1200 baud CC3TTV21 & V22 Hayes comp. 

WD7012P Modem/Ptione come sopra con in piòli telefono 

Sansung Monnor B/N 12 ", TTl. IBIdfz per Hercules 

ADIPXll Monitor Colore per IBM C.6.A. 

ADIPX22 Monitor colore per scheda cibare E.G.A. IBM 
LP300 Laser Pnm 300 x 300 dots/inch. 8 f./min. 

16342 Ughi Pen Penna otbea 

A-650 Bar-Code tenore di codici a barre 

ET2Q00 Termineb asincrono con schermo 1 2" 

PWM-200 Gruppo intervento da 200W 

PWM-300 Gruppo imervemo da 300W 

PWM-SOO Gruppo inletvemo da 500W 

PCB-1 Buffer Box per siamp. par. max di 64K 

DO-2A T Swlch RS232 rneccanico 

DO-2B X Swilch RS232 mecc. scambia due linee 

DSRAP2 T Swilch Prinler meccanico 

DSRAP4 Swilch Printer mecc. scamtxa 4 Centronics 

DS2A T Swilch Pnmer elettr bufi, 64K t starno 

DS26 T Swilch Prinler eletir buffer da 64K 2 stamp. 

PCC44 Data Swilch elen. 4 siamp. 4 srst. 64/256K 
(XINSEGNA PRONTA. GARANZIA 12 MESI 


152.000 

323.000 

460.000 
ESO.OOO 

50.000 

120.000 

10.000 

540.000 

1.265.000 

176.000 

222.000 
220.000 

733.000 

725.000 

932.000 

415.000 

340.000 

1.792.000 

120.000 

105.000 

540.000 

580.000 

25.000 

170.000 

200.000 
260.000 
210.000 
3BO.GOO 
260.000 

1.490.000 

1.900.000 

1.680.000 

560.000 

800.000 

850.000 

330.000 
1.100.000 

1.350.000 

6.920.000 

326.000 

1.103.000 
1.000.000 

780.000 

1.053.000 

1.395.000 

326.000 

298.000 

307.000 

118.000 
166.000 

298.000 

306.000 

1.109.000 


S.C.M. Smith Corona Marchand (U.S.A.) 

T4ier SpA ■ Ve UiOonm del Fposo. 127 - 00165 Fonti 


Stampane 

D80 ad aghi 60 Cd. grafica, parallela, Cenbomes 80 ct>$ 

400.000 

0200 grafea, Cenbonics - RS232 160 cps 

1.050.000 

D300 132 Cd. grafica, CentronicseR5232 160 cps 

1.350.000 

SEIKOSHA (Giappone) 

Feblt Computer - Divisione deUe SBC ìteìani Spi 
me Milteaiti. BS - 20032 Omsedo Bilsimo IMI) 



GPSOA (46 Col. 40 CPS) im. paranza Centronics 260.000 

GP50S(32Col.35CPS)perSinclairZX81 eSpectrum 290.000 

GPSS AS (46 CiM 40 CPS) interfaccia seriale RS 232C 330.000 

6Pt00AT(80Col 50 CPS) per Home Computer Atari 550.000 

GP500 ve (80 Cd. 50 CPS) per computer Commodore VIC 20 e 64 550,000 

GP500 AS (80 Cd. 50 CPS) Ini. ser^ RS 232C 550.000 

GP500 A (80 Cd. 50 CPS) Ini. parallela Centronics 510.000 

GPS50 A (80 Cd. 50 CPS) M. parallela Centronics N.L.Q. 650.000 

GP700 ve (80 Col. 50 CPS) a colori per Computer Commodore 64 900.000 

SP100Q AP (MACINTOSH - APPLE IIC) 80 col 100 CPS - NLQ 20cps 780.000 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


179 


BP5200 A come S2001 ma con interi. Centronics e RS232 2.3OG.0OO 

BP 52001 (136Col.200CPS)N.L.Q.vers.toa. PCiBMcomp. 2.300.000 

tnsentoreautomatKO foglio singole per BP 5200 M 640.000 

SP lOOOieOcol. lOOcpsNLQlBMComp. 7BO-000 

SP 1000 ve 806 Col. 100 cps VU) Commodore Comp. 780.000 

SP 1000 ASSO col. 100 cpsNLO ini. seriale RS232C 740.000 

BPS420A/I l36col.420c4)sNLQailevel.senale/03raH IBMcomp. 3.650.000 

HB-501P Computer MSX 64X RAM Bil Cordar -f Joystick ineorporab 656.000 

HBD-SOP Floppy disk drive 3.5 ” 779.000 

SDC-SOO Bri Corder 115.000 

PRN-C41 Plotler/stampanleacolort 517.000 

PRN-T24 Stampante a matnee di punb 615.000 

JS-55 Joystick 36,000 

JS-C75 Joystick senza No 64,800 

JS-75- Joystick -Traarottente e nceveme 131.200 

SHARP CORPORATION (Giappone) 

Me/tìAìni Compulertrne 

Itée Europa 49 - Cotógno Moniase ■ 20093 Miano 

SPERRY (U.S.A.) 

^ìerry S.pA - Va Pota, 3 - 20124 Milano 

MZ811-64KRAM 499.000 

MZ811QD-MZ811 + OurdiDisli 798.000 

MZ611De/2 + video + doppioflopDy + OiskBasic 2.946.000 

MZ61 1CPM/2 + video -1- doppK) fkvpy + CP/M 2.998.000 

MZS21-64KRAM 599.000 

MZ821D8/2 + vKteo + doppiolloppy + OiskBasic 3.048.000 

MZ821CPM/2 V- video + doppio Oqkiy + CP/M 3.098.000 

MZ 1 D04 - monitor 12" fosfon verdi 385.000 

MZ1 DOS • monitor 14" a colon 773.000 

MZ1D19 - monitar 14’’ a colori ad alla definirlone 1 .055.000 

MZ8BI03-mleriacoa serale RS-232C 280.000 

PC5000 - 8086. 128 K RAM. display LCD 8 x 80. portatile 3.800.000 

PC5000/1 - con stamparne termica e 128 K budble memoiy 4.950.000 

PC5000/E - con Easy Pac in ROM 5.990.000 

PC7000/1 - 8068. 320 K RAM. 2 x 360 K. portatile 3.990.000 

PC7000/1P • con stampante termica 4.980.000 

MZ5631/1 -6088. 1 Ooppy. video losfori verdi 4.176.000 

MZ5641/1 - 8088. 2 floppy, video toslori verdi 4.980.000 

MZ5645/1 - 6088. 1 floppy -i- 1 disco 10 M. video losloti verdi 8.666.000 

MZ5641/1C- 8088. 2 fkwy. video 15'acolon 6.162.000 

MZ5646/1 • 8088. 1 floppy -i- 1 disco 20 M. video tosi, verdi 9.700.000 

MZlXIO-mouse 256.000 

ZX330 - macctilna per scrivere interiacciabrie 1.490.000 

lmeriacoaRS-232perZX330 390.000 

PAIOOO ■ maochma per scnvereportatHemtertacciabile 558.000 

PA1000/A-PA1000conalimen1aloiecj. 598.000 

CE182T- interfaccia seriale perPAtOOO 229.600 

MZ1P02 - 80c. grafica, parallela e seriale 980.000 

CES16P - printer plotler 4 cokxi 60c 740.000 

JX720-ink jet a cruori 3.500.000 

Persona! computer PC/HT mod 100 3.960.000 

Persona! computer PCMT mod. 200 4.606 000 

Persona computer PCmr mod. 250 S.409.000 

Personal computer PCmr mod. 400 7.064.000 

Personal computer PC/HT mod. 450 ^'g^ooo 

^So^wmjWM^^^IRAMSlZK) 6,Lo!oOO 

Personal computer PC/IT Espanso (HO 40 MB) 9.920.000 

Personal computer PCAT Avanzalo (1024 K) 10 990.000 

Tastiera italiana 350.000 

Coniniller per videa rnonocriHTBbco 515.000 

Video monocroiTatico 550.000 

Controller per video a cokHi mede risoluzione 515.000 

Video a cokm media risoluzione 1.045.000 

Controller per video a colori alta risoliizione 1 .195.000 

Coprocessore aritmetico 80287 800.000 

Inlertaccia parallela (HT-m 171,000 

Inlerfaccra RS-232 (HT-m 200.000 

Stampante grafica mod. 5-80 0 100 cps 948.000 

Sterni' l^cps 1.400.000 

Tavoletta grafica 215 x 280 1 .800.000 

Tavoletia grafica 305 x 305 2.200.000 

Base rotante per video 100.000 

Supporto da pavimento 250.000 

STAR EUROPE 

OailTon S.pA. ■ Va I^Sarale. 211 - 20ISI Milano 

SIEMENS AG (Repubblica Federale Tedesca) 

Siemens Electta Spa - Va Unaram 3 • 20124 Milano 

Gemmi 10X 80 ed. - 120 cps 780.000 

Gemini 10 MSX 80 coi. - 120 cps. 780,000 

NL 10 80 Cd. -120^. NLQ 875.000 

Interi. RS232 seriale per slamp NLIO 310.000 

CariridgelBMoerNLIO 110.000 

CartridgeParalleloCenlronicsperNLIO 110.000 . 

Cartridge Commodore per NLIO 110.000 

SG 15 136 Cd. -120 cps NLQ 1 420.000 

SD 10 80 cd. - 160 cps NLQ 1 380.000 

SO15136cd.-160cpsNLQ 1.800.000 

Sfl 1 0 80 cd. - 200 cps NLQ I 900.000 

SR 15 136 Cd. -200 cps NLQ 2.350000 

N815 136cd.-300(«s24aghi 3.600.000 

1 DM - 680 nt. 

Stampante PT88N aghi (80 cps.) 80 Col. 1 .289.000 

Stampante PT86T Ink |el (1 60 cps.) 80 Col. 1.667.000 

Stampante PTBSTcompaObile IBM 1 50 cps (4 Kb RAM) 1.813.000 

StampanlePT89Nada|^(60cps.-132col.) 1.638.000 

Stamparne PT89T compatibile IBM 1 50 cps - 4 Kb ram 2.078.000 

Starr^te PT 69T Ink |el (1 50 cps. - 132 col.) 4 Kb RAM 1.900.000 

St3mpajileFT8012kik|e1(270cps.)132Col. 3.300.000 

PT 90 mk jet (132 Col. 400-680 cps) NLQ 200/340 cps 4.900.000 

SINCLAIR (Gran Bretagna) 

Petit Computer - G.B.C. ttaSana S.p.A. 

Viale Matteott. 66 ■ 20032 CmseSo Balsamo (MI) 

SUMMAGRAPHICS 

Technitron - M^noOori Pai. E/2 - 20034 Assaga - Milano 

SindairQL-l28KHAM 720.000 

Espansione da 64K RAM PCML 299.000 

Espansone da 128K RAM PCML 399.000 

Espansione da 256K RAM PCML 599.000 

Ewisioneda 512K RAM PCML 899.000 

Micro floppy drive 1 da 3.50" mod.DD-S0 850.000 

Micro flttepy drive 2 da 3.50 " mod. 00-40 499.000 

Stampante QLIOOOPnnter 790.000 

QL Monitor 14 ” a Colon RGB 600.000 

ZX Specirum Plus. 48 K 269.000 

ZXMicrodrive 169.000 

ZX Espansion System 80 X 235.500 

lntert»nal 169.000 

Krt di trasformazione per Spectrum 46K 99.000 

Mac Tablet 961 ■ Tavoletta grafica 6" x 9" per Maantosh. 1 .040.000 

MacTablei1201 1.430.000 

Summaskeich 961 ■ Tavoletta grafica 6" X 9" per PC IBM e compatM 1.040.000 

Summaskeicti 1201 -Tavotetla grafica 12’’x 12" per PC IBM e comp. 1.430.000 

Summamouse 445 - Mouse per PC IBM e comp. 360.000 

Summamouse -i- Gem collecbon 720.000 

CSR4-Curs. a4bott. ecavoda 1.2mperSummaskatch961 e 1201 250.000 

TANOBERG DATA 

Data Base - Vale Legioni Romane 5 ■ 20147 Miano 

Ststenadlback-upPCIBMversKUteiniema 2.250.000 

Sistema di back-up PC IBM venuone esterna 2.950.000 

Sistema di back-up PC IBM interfaccia SC SI 60 Mb 2.820.000 

Sistema cS back-up PC IBM inieriaccia SC S1 120 Mb 3.090.000 

Sistema i» back-up PC IBM mterfaeda QIC-02 60 Mb 2.320.000 

Sistema di back-up PC IBM imeriaccia OIC-02 120 Mb 2.320.000 

SONY ITALIA 

Va F.S Sfacc/k, 30 - 20092 CmseFo Balsamo /MI/ 

HB-10 Computer MSX64K RAM 410.000 


MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1937 



MCmicrocomputer n. 59 - gennaio 1987 


181 


^ida computer 


ORH 136 - stampatile SOc 80 qts 1.600.000 

TRD 7020-sBmp. fTMfQhetita 12-c20cps 1.100.000 


XEBEC (U.S.A.) 

Trepiù ■ Vii Michtìingelo PerogHo. 15 - Rorm 


InsiCer 11 - hd 10 M interno per IBM KI/XT 925.000 

InsKler 1 1 perCKvettI M19/M24 1.025.000 

Insktsr 12 - hd 20 M interrx) per IBM PC/XT 1.275.000 

Insider 12 per Oltvelli M24 1 .300.000 

Insider 14 -hd 30 M inumo per IBM PC/XT 2.100.000 

Insider 14 per Omni M24 2.140.000 

5710-hdestemo IO M per Macintosh Plus 1.190.000 

5710 - hd esterno 10 M per Apple II 1 .365.000 

S7l0-hdeslemo10MperAtanl040 1 190.000 

5710 -IW esterno 10 M per Commodora Amiga 1.630.000 

57 1 0 - hd esterno 1 0 M per IBM P(VXT/AT 1 .365.000 

5710-hdestemo 10 M per 0bvettiM19/M24 1.190.000 

5720 -hd esterno 20 M per MauMosh Plus 1.490.000 

5720 - hd esterno 20 M per Apple II 1.665.000 

S720-hdaslsmo20 MperAtan 1040 1.490.000 

5720 - hd esterno 20 M per Commodore Amiga 1.930.000 

5720 - hd esterno 20 M per IBM PCOa/AT 1.730.000 

5720- hd esterno 20 M per Olivetti M19/M24 1.730.000 

5740 • hd esterno 40 M per Macintosh Plus 2.450.000 

5740 - hd esterno 40 M per Apple II 2.625.000 

5740 - hd esterno 40 M per Commodore Amiga 2.950.000 

5740 - hd esterno 40 M per IBM PC/XT/AT 2.740.000 

5740 - hd eslemo 40 M per Ohvetg M19/M24 2.740.000 

97TC • trar* up nastro per Apple II/IBM/M 1 9-24 1 .730.000 

97TC - badi up nestro per Commodore Amiga 1.930.000 

97lOH-hd IO M esterno 1.730.000 

9720H - hd 20 M eslemo 2.260.000 

9730T -hd 40 M eslemo -f back up 70 M 8.550.000 


ZENITH DATA SYSTEMS (U.S.A.) 

Dati ms.r.1- \^Resm3/7, 20124 Milano 


ZF-148-41 -8088. 256 K. t floppy 360 K 
ZF-148-42 • 6088. 256 K. 2 Oo^iy 360 K 
ZW-148-43-8086.256X.1 floppy 360K -l- 1HD20M 
ZF-15B-42 • 8088, 256 K, 2 Roppy 360 K 
ZW-1S6-43-8066.2S6K. 1 floppy 360 L - 1 - 1 HD20M 
ZF-241-81 - 80286, 512 K, 2 floppy 1 .2 M 
ZW-241-82 - 80286. 512 K. 1 floppy 360 K + 1 HO 20 M 
ZF-171-42 - 80C68. 256 K. 2 floppy 360 K 
Za-181-92 - B0C88. 640 K, 2 microfloppy 720 K 


GAtmAlWei PR068AIIIIABIU 
EfHICKETCOIIIiniT»,^ , 


CASIO (Giappone) 

atron S.p.A. - Canoa 138 - 20156 Mimo 


PR0GRAMMA8IU 

FX180P 68.000 

FX3600P 90.280 

FX4000P 141.200 

POCKET COMPl/TERS 

FX 770 P 242.700 

PB410 185.650 

FX750P 266.200 

PB700 370.000 

OR a (Esp 8K per P8 770) 208.362 

OR 2 (Esp. per FX 770/P 2K) 69. 1 00 

FA 1t (Ini. Ptotler perP8 700/PB770) 633.500 


ACCESSORI 

OR t (espansioneperPB 110) 51.250 

FA3(intet1accaPB110/410) 73.250 

FP 1 2 (stampante per PB 1 1 0/4 1 0) 1 39.500 

FA 10 (intertaccia ptotter per P6700) 554.800 

CM I (registratore per PB 700) 191.200 

OR 4 (espande per P6 700 4X) 105.300 

FA 5 (irtlerf. Centronics per PB700) 63 400 

FA 20 (imerf. Stamp. per P97S0/P) 226.500 

RC 4 (RAM CARD per PB410/FX7S0/P4K) 116.400 

RC 6 (RAM CARD per FX 750/P 8X) 225.400 

P6 770 518.900 


HEWLETT PACKARD (U.S.A.) 

Hewten Padani laiana - \fiiG. Di Vittono. S - 20063 Centusco sd Naviglio IMI) 


Scientrficoprogrammab«eniem.pefm. HP-11C 119.000 

Firtannano programmtóilemem. perm. HP-12C 275.000 

Scientifico programinab»emern.perm.HP-lSC 212.000 

Programmabile per progetbso elettr. HP-I6C 275.000 

Calcoialorea!t8num.mBm,peim.3l9rag HP-41CV 370.000 

CaJcoialDreatfartum. mem. perni. 319 reg. HP-41CX 524.000 

Lettore di stiiede magn. per HP-41 - 62104A 446.000 

SiampanteperHP-41 62143A 881.000 

UtloreotticoperHP-41 -621S3A 286.000 

Memoria di massa a cartuccia HP-IL 82 1 6 1 A 1 .252.000 

lnlerfacciaHP-IL/RS232C82IS4A 671.000 

tnlertaccia HP-IL/PIO 6216SA 675.000 

Kit mterfama HP-IL 62166C 904.000 

Intertacoa HP-IL7KP-IB 82I69A 693.000 

Computer portatile HP-71 BZ 1 193.000 

Computer portatile HP-7S OZ 2.612.000 

ACCESSORI PER HP-71 B 

Lettore di schede 82400A 375.000 

tmerfacciaHP-IL82401A 277000 

Modido di memoria RAM (4K)62420A 165.000 


SHARP (Giappone) 

Mak/Vofii S./M. - Va P. Coma. 37 - 20135 Milano 


PC 1350 
PC 1251 
PC 1260 
PC 1245 
PC 1401 
PC 1261 

CE 125 (UnM con microcassette e stampante per PC 1251) 
PC 1 500/A 
CE t so stampante 

CE 151 (e^nstone 4Kper PC 1500) 

CE 152 

CE 155 (espansione 6K per PC 1500) 

CE 1 58 (Interfaccia sedale RS 232 e parallela per PC 1 5001 

PC 1430 

PC 1402 

PC1421 

PC 2500 

PC1246 

PC1247 

CE 126 P 


TEXAS INSTRUMENTS (U.S.A.) 

Teas Instrvmanis itMa S.PA. - Vaia OaSa Sdama ■ 02015 CittadKda (RI) 


1156 - Sdentifia avanzala/56 passi in programmazione 69.000 

TIS7-II - Scolasiica programmabila/80 funzioni 65.000 

1165 - Programmale avanzata/170 funzioni-512 passi di programma 99.000 

11-Rogrammer-ll ■ Per specialisti di computerà giochi elettronici 160.000 

BA-54 - Finanzaria/40 passi a programmazions 89.000 

PC 324 stamp. lermlea per 11 74 ' 21 l!o00 

Esp. Memo, per 1)74 - 8KRAM 109.000 

1) 74 CAS/1NT. Interi, per Registraiore a Cassette 56.500 

H 62 GALAXY 79.000 



462.000 

267.000 

306.000 

167.000 

252.000 

448.000 

369.000 

452.000 

475.000 

475.000 

111.000 
260.000 

399.000 

176.000 

367.000 

297.000 

939.000 

155.000 

198.000 

199.000 


182 


MCmlcroeomputer rt. 59 • gennaio 1987 



VOICi^ «STER 

Processore vocale e musicale per 

Commodore 64/128 (modo 64). 


Nuova versione di software con 
Editor per modificare le caratte- 
ristiche dei suoni da riprodurre 
per una fedeltà ancora migliore. 

Nuovo prezzo ribassato a 
199.000 lire. 


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I tuoi programmi possono parla- 
re con la tua voce, in qualsiasi 
lingua e con qualsiasi accertio. 
Usa li comando LEARN e parla 
nel microfono; con il comando 
SPEAK il computer restituirà 
all'altoparlante quello che hai 
detto 

II manuale riporta numerosi 
esempi di come aggiungere la 
voce ai programmi 


Gli ordini si danno 
a voce! 


Ti piacerebbe dare ordini al com 


puter con la tua voce? 
Semplicissimo! Con il comando 
TRAIN gii comunichi le parole o 
le frasi da riconoscere e con il 
comando RECOGNISE ottieni 
che le capisca e si comporti di 
conseguenza. 


Un po' di musica per 
rilassarti 


Con il software del Voicemaster 
puoi comporre e suonare sem- 
plicemente canticchiando o fi- 
schiettando. Non importa se non 
sai leggere la musica. 

La tua voce o II tono del fischio 
scriveranno le note per tei 
Mentre canti o fischi le note ap- 
paiono sullo schermo le puoi 
correggere, riascoltare e. quan- 
do sei soddisfatto, puoi stampa- 
re lo spartito In modo perfor- 
mance puoi cambiare le ottave, 
le chiavi 0 aggiungere accordi 


Speciale Natale 



99.000 lire invece di 119.000. 

OAK 

Fa bene sedersi bene 

tevole. La maggior partedel cari- 
co è sopportata dai femori e la 
colonna vertebrale rimane In 
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in collaborazione con medici e fi- 
sioterapisti e realizzata m legno 
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impone come la cartuccia più 
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vo esterno (32K di ROM) non 
occupa neppure un byte di me- 
moria e fa compiere un bel salto 
di qualità ai tuo 64. 

Turbodisco - 6 volte più veloce 
in lettura. 6 volte più veloce in 
scrittura. 

Turbonastro - 10 volte più velo- 
ce, anche con i files. Usa i norma- 
li comandi Commodore ed è 
compatibile con II turbo stan- 
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Freezer - Permette di con- 
gelare m memoria praticamente 
tutti I programmi per un back-up 
totale e automatico su disco/ 
cassetta e per la riproduzione su 
carta delle schermate in Hi-Res 
{12 gradazioni di grigio). 

In modalità training di- 
sabilita il riconoscimento della 
collisione fra sprites e vi garanti- 
sce... l'immortalità. 

Interfaccia avanzata Centro- 
nics • Permette di stampare tutti 
I simboli grafici e i codici di con- 
trollo Commodore su qualsiasi 
stampante standard Centronics. 
Molto importante per i listati. 
24K di RAM in più per I program- 
mi Basic • Due nuovi comandi, 
“Memory read" e "Memory wri- 



le~, possono spostare 1 92 bytes 
con la velocità del Linguaggio 
Macchina ovunque nell'ambito 
dei 64K di RAM del Commodore 
64. Utilizzabili con stringhe e va- 
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Comandi Basic 4.0 - Come 
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log. cc. 

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num (compresi Goto e Gosub), 
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Tasti funzione preprogrammati 
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(rimuove tutte le eventuali prote- 
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commerciale • speculativo 
è stata istituita la rubrica 
MCmicroirade. 

Non inviateli a ' 
MCmicromarket, 
sarebbero cestinati 
Le istruzioni e U modulo 
sono a pag. 193. 

Per motivi pratici si prega di non 
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consulenze, eccetera. Allegare L. 50.0ÙO (in assegno) per ogni annuncio. Vedere istmiio- 
ni e modulo a pag. 193. Non si actxttano prenotazioni per più numeri, né per più di un 
annuncio sullo stesso numero. MCmicrocomputer si riserva U diritto di respingere, a suo 
insindacabile giudizio e senza spiegazioni, gualsiasi annuncia dietro restituzione della 
somma inviata. In particolare saranno respinte le offerte di vendita dì copie palesemente 
contraffatte di software di produzione commerciale. Per morivi pratici, si prega di non la- 
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Scelgo la seguente forma di pagamertto: 

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